Terza settimana di Quaresima..La Croce...I Padri della Chiesa
Lettera di Barnaba
Questo scritto che fa parte del gruppo denominato dei Padri Apostolici. L'opera godette di un'enorme diffusione e alcuni autori, come nel caso di Origene, arrivarono a considerarla canonica. Venne scritta intorno al 131 (l'opera parla della distruzione di Gerusalemme per mano di Adriano). Non conosciamo il suo autore , ma vi sono senza dubbio molti argomenti favorevoli per attribuirne la redazione ad un giudeo-cristiano, forse alessandrino; in ogni caso, l'opera presenta elementi ellenizzanti. La possibile attribuzione a un discepolo dell'apostolo Paolo spiega perché alcuni studiosi la considerino come una lettera apocrifa.
L'opera si divide in due sezioni, non ben delineate, dedicate ad aspetti teologici e pratici. Essa sostiene la credenza in una preesistenza del Cristo (forse contro le eresie giudeo-cristiane che la negavano, come nel caso degli Ebioniti) e collega l'adozione a figli di Dio con il battesimo. L'autore sottolinea che i cristiani sono tenuti ad osservare la domenica, giorno della risurrezione di Cristo, al posto del sabato (XV, 8-9), considerando la domenica il giorno della festa cristiana e non il settimo giorno. L'opera fa eco a una escatologia millenarista (XV, 1-9) e contiene uno dei primi testi cristiani esplicitamente e direttamente contrari alla pratica dell'aborto (XIX, 5).
http://www.ansdt.it/AgliAmici/TestiPerAmici/LetteraBarnaba.html
http://digilander.libero.it/Hard_Rain/Apostolici/Barnaba.pdf
http://www.nuovotestamento.it/padri/barnaba.htm
La
via della luce
Questa,
pertanto, è la via della luce. Se qualcuno vuole pervenire ad un luogo
determinato non risparmi le sue fatiche. Questa è l'indicazione dataci
per camminare su tale via. Amerai chi ti ha creato, temerai chi ti ha
plasmato, glorificherai chi ti ha liberato dalla morte. Sarai semplice di
cuore e ricco di spirito e non ti unirai a coloro che camminano sulla
strada della morte. Odierai tutto ciò che non piace a Dio ed ogni
ipocrisia e non abbandonerai i precetti del Signore. Non ti vanterai,
sarai, invece, umile in tutto senza cercare gloria per te. Non adotterai
un malvagio proposito contro il tuo prossimo e non darai arroganza alla
tua anima. Non fornicherai, non sarai adultero né corromperai i
fanciulli. Non esca da te la parola di Dio frequentando i depravati.
(il Fariseo ed il Pubblicano – Mosaico, S. Apollinare Nuovo (Ravenna) )
Non
considerare la persona nel riprendere qualcuno per la caduta. Sarai
mansueto, tranquillo e temerai le parole che hai ascoltato. Non avrai
rancore contro tuo fratello. Non dubitare se avverrà o non avverrà l'una
o l'altra cosa. Non pronunzierai il nome del Signore. Amerai il prossimo
tuo più della tua anima. Non ucciderai il bambino con l'aborto e non lo
farai morire appena nato. Non allontanare la mano da tuo figlio e da tua
figlia, ma dall'infanzia insegnerai loro il timore di Dio. Non essere
desideroso dei beni del tuo prossimo, né essere avaro. Non ti legare
nell'anima ai superbi, ma frequenterai gli umili e i giusti.
Accetta
gli avvenimenti che ti capitano come un bene, sapendo che nulla avviene
senza Dio. Non sarai doppio nel pensiero e nella parola; laccio di morte
è la doppiezza della parola. Sii sottomesso ai padroni come ad immagine
di Dio con rispetto e timore. Non comanderai con asprezza al tuo servo e
alla tua serva che sperano nello stesso Dio, perché non abbiano a perdere
il timore di Dio che è sugli uni e sugli altri. Egli non venne a chiamare
secondo la persona, ma quelli che lo Spirito ebbe a preparare
.Renderai
comune ogni cosa col tuo prossimo e non dirai che è tua. Se avete in
comune ciò che è incorruttibile, quanto più quello che è corruttibile.
Non essere loquace, laccio di morte è la bocca. Per quanto potrai, sarai
casto per la tua anima. Non avere le mani larghe nel prendere, e strette
nel dare. Amerai come la pupilla del tuo occhio chi ti dice la parola di
Dio. Giorno e notte ti ricorderai del giudizio. Cercherai sempre di
affaticarti con la predicazione andando ad esortare e preoccupandoti di
salvare l'anima con la parola, o di lavorare con le mani per espiare le
tue colpe.
Non esitare nel concedere e non brontolare nel dare e
conoscerai chi è il tuo buon rimuneratore. Custodirai ciò che hai
ricevuto senza aggiungere e senza togliere. Odierai il male sino alla
fine. Giudicherai con giustizia. Non creare divisioni, cerca, invece, la
pace riconciliando i contendenti. Confesserai i tuoi peccati e non ti
recherai alla preghiera con coscienza agitata.
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