lunedì 24 settembre 2018

LA MORTE DI SAN SERGIO di Radonez (dalla ‘Vita’ di Epifanio il saggio)

 
 6. Cuv Avraam din Galici (Ciuhloma) (1375) 8.1
 
 
LA MORTE DI SAN SERGIO
(dalla ‘Vita’ di Epifanio il saggio)

“(...) Il Santo visse molti anni continuamente mortificandosi con privazioni e lavoro incessante. Egli compì molti straordinari miracoli e raggiunse un’età avanzata, senza mai mancare al suo posto nel servizio divino; più crebbe la sua vecchiaia, più forte crebbe il suo fervore, per niente indebolito dall’età. Fu avvertito dall’approssimarsi della sua fine sei mesi avanti (...). Poi, il grande asceta cominciò a perdere le forze e nel settembre cadde seriamente malato. Vedendo approssimarsi la sua fine, riunì (...) il suo gregge e sciolse una finale esortazione. Fece loro promettere di rimanere saldi nell’ortodossia per assicurare l’amicizia fra gli uomini; di esser puri di corpo e di anima; di amare con verità; di evitare ogni male e ogni carnale concupiscenza; di esser moderati nel mangiare e nel bere; soprattutto di vestire umilmente; di non dimenticare di amare il prossimo; evitare le controversie e non porre valore negli onori e nelle lodi di questa vita, ma aspettare piuttosto la ricompensa da Dio nella gioia del cielo e nell’eterna beatitudine. Dopo averli istruiti in molte cose, concluse: ‘Io sono, per volere di Dio, vicino a lasciarvi ed io vi affido all’Onnipotente Iddio e all’Immacolata Vergine Madre di Dio, affinché essi siano per voi un rifugio e una rocca di difesa contro le insidie dei vostri nemici’. Quando la sua anima fu vicina a lasciare il suo corpo, egli partecipò del Santissimo Corpo e Sangue. Tenuto nelle braccia dei suoi discepoli e levando le mani al cielo con una preghiera sul labbro, rese la sua pura, santa anima al Signore, nell’anno 6900 (1392) il 25 di settembre, probabilmente all’età di 78 anni. Dopo la sua morte un ineffabile, grato odore emanò dal corpo del santo.
L’intera fraternità si riunì intorno a lui; piangendo e singhiozzando i monaci posero nel feretro il corpo di colui che in vita era stato così nobile e infaticabile; e lo accompagnarono con salmi e orazioni funebri. Il volto del Santo, diversamente dagli altri morti, splendeva del lume di vita come un angelo di Dio, a testimonianza della purezza della sua anima e del premio di Dio per tutte le sue fatiche. Il suo corpo trovò il riposo nel monastero da lui fondato. Molti furono i miracoli che ebbero luogo alla sua morte e dopo; e avvengono ancora dando forza ai deboli, liberando dalle astuzie e malizie dei demoni, dando la vista ai ciechi. Il santo non desiderò rinomanza durante la sua vita né nella morte, ma per il potere dell’Onnipotente Iddio egli fu glorificato. Gli angeli furono presenti al suo passaggio ai cieli aprendo a lui le porte del paradiso e conducendo verso la bramata beatitudine nella pace dei giusti, colui che sempre aveva cercato la gloria della Santissima Trinità”
 
 
 
 
 

domenica 23 settembre 2018

San Marco l'Asceta..-a “Coloro che pretendono di essere giustificati a causa delle opere”-Marco l'eremita, o l'Asceta (morto quasi certamente prima del Concilio di Caledonia, 451), fu discepolo di San Giovanni Crisostomo. Superiore di una lavra ad Ankyra (l'odierna Ankara), negli ultimi anni si diede alla vita eremitica, nei pressi di San Saba in Palestina. Grande scrittore ascetico, guidò nel combattimento spirituale quasi tutti i grandi santi d'Oriente, in particolare san Simeone il Nuovo Teolog

 Risultati immagini per Santo Marco l'Asceta


"Vivere soli è pericoloso, seguendo le proprie fantasie, senza testimoni ma è ugualmente insidioso vivere insieme a uomini privi di esperienza nei combattimenti spirituali.
Le macchinazioni del Maligno sono molteplici e ben dissimulate, le trappole del nemico sono di vario genere e disseminate ovunque. Per questo, possibilmente,bisogna impegnarsi a vivere con degli uomini saggi e virtuosi, oppure frequentarli
ripetutamente. Quando non possediamo la lampada della vera conoscenza, per non aver ancora raggiunta la maturità spirituale, essendo sempre bambini, bisogna seguire colui che possiede la lampada, per non camminare nelle tenebre e non esporsi ai pericoli degli uragani e delle gelate, correndo il rischio di cadere nelle fauci delle belve spirituali che abitano le tenebre e che divorano coloro che procedono senza la lampada spirituale che è la Parola di Dio..."

sabato 22 settembre 2018

La vigilanza cristiana Beda il Venerabile, In Evang. Marc., 4, 13, 33-37


Miniatura di Beda il Venerabile da una Bibbia francese del XII sec. da Reims
Miniatura di Beda il Venerabile da una Bibbia francese
del XII sec. da Reims
     

 "State attenti! Vegliate e pregate, perché non sapete quando verrà il momento" (Mc 13,33-34).

       «È come un uomo che, partito per un lungo viaggio, ha lasciato la sua casa e ha conferito ai suoi servi l’autorità di compiere le diverse mansioni, e ordini al guardiano di vigilare. Chiaramente rivela il perché delle parole: «Riguardo poi a quel giorno o a quell’ora nessuno sa nulla, né gli angeli che sono in cielo, né il Figlio, ma solo il Padre". Non giova agli apostoli saperlo affinché, stando nell’incertezza, credano con assidua attesa che stia sempre per venire quel giorno di cui ignorano il momento dell’arrivo. Inoltre non ha detto "noi non sappiamo" in quale ora verrà il Signore, ma "voi non sapete" (Mt 24,42). Coll’esempio del padrone di casa spiega con maggiore chiarezza perché taccia sul giorno della fine. Questo è quanto dice:

       "Vigilate dunque; non sapete infatti quando viene il padrone di casa, se di sera, se a mezzanotte, se al canto del gallo, se di mattina; questo affinché, venendo all’improvviso, non vi trovi a dormire (Mc 13,35-36).

       «L’uomo - che è partito per un viaggio e ha lasciato la sua casa, - non v’è dubbio che sia Cristo, il quale, ascendendo vittorioso al Padre dopo la risurrezione, ha abbandonato col suo corpo la Chiesa, che tuttavia mai è abbandonata dalla sua divina presenza poiché egli rimane in lei per tutti i giorni fino alla fine dei secoli. Il luogo proprio della carne è infatti la terra, ed essa viene guidata come in un paese straniero quando è condotta e alloggiata in cielo dal nostro Redentore» (Mt 28,20).

       Egli ha dato ai suoi servi l’autorità per ogni mansione, in quanto ha donato ai suoi fedeli, con la grazia concessa dello Spirito Santo, la facoltà di compiere opere buone. Ha ordinato poi al guardiano di vegliare, in quanto ha stabilito che incombe alla categoria dei pastori e delle guide spirituali di prendersi cura con abile impegno della Chiesa loro affidata.

       "Ciò che dico a voi, lo dico a tutti: Vigilate!" (Mc 13,37).

       Non solo agli apostoli e ai loro successori, che sono le guide della Chiesa, ma anche a tutti noi ha ordinato di vigilare. Ha ordinato a tutti noi con insistenza di custodire le porte dei nostri cuori, per evitare che in essi irrompa l’antico nemico con le sue malvagie suggestioni. Ed affinché il Signore, venendo, non ci trovi addormentati, dobbiamo tutti stare assiduamente in guardia. Ciascuno infatti renderà a Dio ragione di se stesso.

       «Ma veglia chi tiene aperti gli occhi dello spirito per guardare la vera luce; veglia chi conserva bene operando ciò in cui crede; veglia chi respinge da sé le tenebre del torpore e della negligenza. Per questo Paolo dice: Vegliate giusti e non peccate; e aggiunge È ormai il momento di destarci dal sonno» (1Co 15,34 Rm 13,11).


       Beda il Venerabile, In Evang. Marc., 4, 13, 33-37

 http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/juw.htm#b1

venerdì 14 settembre 2018

L'Historia salutis in Santo Efrem il Siro

 Risultati immagini per icona di efrem il siroIl pastore di tutti discese sollecito
alla ricerca di Adamo la pecora smarrita.
Egli risale portandolosulle sue spalle 
offerta al Signore del gregge.
Benedetta la sua sollecitudine!
Si riversò, rugiada e pioggia vivificante
su Maria, questa terra assetata.
Poi scese nello sheol come un chicco di grano
e risalì come un covone e un pane nuovo.
Benedetta la sua offerta!
La sua conoscenza ha estirpato l’errore
dall’umanità che si perdeva.
Il malvagio ne è stato ingannato e confuso;
egli ha riversato sui popoli tutta la conoscenza.
Benedetta la sua sorgente!
La potenza è scesa dalle altezze fino a noi
e uscendo dal seno, la speranza si è rivelata a noi
La vita si è levata su di noi dal sepolcro
e alla destra, per noi, sedette il re. 
 Benedetta la sua maestà! 

Dalle altezze è sgorgato come un fiume
e da Maria, come una pianticella.
Dal legno si è distaccato come un frutto
è salito al cielo come le primizie.
Benedetta la sua volontà!
...
Dalle altezze è disceso come Signore
dal seno è uscito come schiavo.
La morte si è prostrata davanti a lui nello sheol
e alla sua resurrezione la vita lo ha celebrato.
Benedetta la sua vittoria!
Maria lo portò come lattante
il sacerdotelo portò come offerta
la croce lo portò come suppliziato
i cieli lo portarono come Dio.
Lode al Padre suo!

Gli impuri non gli fanno orrore
i peccatori non gli ripugnano
Si compiace tra gli innocenti
e cerca molto i semplici.
Benedetta la sua dottrina!
Non è sprovvisto nell’andare verso i malati
né per parlare agli ignoranti.
E’ disceso fino a raggiungere coloro che sono in basso
poi è risalito fino a coloro che sono in altro.
Benedetto colui che l’ha inviato!

La sua nascita è per noi purificazione
il suo battesimo è per noi remissione
la sua morte è per noi vita
la sua ascensione è per noi innalzamento.
Quale gratitudine abbiamo verso di lui!
 Risultati immagini per icona di efrem il siro

Efremi il Siro  inni sulla resurrezione  1  passim
sta in
 http://www.abbaziadipulsano.org/wp-content/uploads/2017/10/SabinoChialaSpiritualitasiriaca.pdf

martedì 11 settembre 2018

Dopo il Vangelo del Mattutino domenicale, il coro canta:




Risultati immagini per testo greco di Contemplata la risurrezione di Cristo,/ adoriamo il Signore santo,/ Gesù, l'unico senza peccato./ La tua croce, o Cristo, noi veneriamo,/ e la tua santa risurrezione cantiamo e glorifichiamo:/ sei tu il nostro Dio,/ all'infuori di te un altro non conosciamo,/ è il nome tuo che nominiamo./ Venite, fedeli tutti,/ adoriamo la santa risurrezione di Cristo:/ ecco infatti con la croce è giunta la gioia in tutto il mondo./ Per sempre benedicendo il Signore/ cantiamo inni alla sua risurrezione:/ sopportata la crocifissione,/ con la morte ha distrutto la morte.
Contemplata la risurrezione di Cristo,/ adoriamo il Signore santo,/ Gesù, l'unico senza peccato./ La tua croce, o Cristo, noi veneriamo,/ e la tua santa risurrezione cantiamo e glorifichiamo:/ sei tu il nostro Dio,/ all'infuori di te un altro non conosciamo,/ è il nome tuo che nominiamo./ Venite, fedeli tutti,/ adoriamo la santa risurrezione di Cristo:/ ecco infatti con la croce è giunta la gioia in tutto il mondo./ Per sempre   benedicendo il Signore/ cantiamo inni alla sua risurrezione:/ sopportata la crocifissione,/ con la morte ha distrutto la morte.

Învierea lui Hristos văzând, să ne închinăm Sfântului Domnului Iisus, Unuia celui fără de păcat. Crucii Tale ne închinăm Hristoase si Sfântă Învierea Ta o lăudăm si slăvim; că Tu eşti Dumnezeul nostru, afară de Tine pe altul nu ştim, numele Tău numim. Veniţi toţi credincioşii să ne închinăm Sfintei Învierii lui Hristos; că iată a venit prin cruce bucurie la toată lumea. Totdeauna binecuvântând pe Domnul, lăudăm Învierea Lui; că răstignire răbdând pentru noi, cu moartea pe moarte a stricat.

lunedì 10 settembre 2018

La conclusione della celebrazione della Piccola Compieta nei Monasteri



Nei monasteri è uso che i monaci si rechino dall'abate per la benedizione, recitando la preghiera di compieta



Perdona, Signore, quelli che ci odiano e ci opprimono. Fai del bene a quelli che ci fanno del bene. Dona ai nostri fratelli e parenti quello che chiedono in vista della salvezza e della vita eterna. Visita i malati e dona loro guarigione. Guida i naviganti, viaggia con i viandanti. Dona il perdono dei peccati a quelli che ci servono e che hanno misericordia di noi. Di quelli che hanno chiesto a noi indegni di pregare per loro, abbi misericordia secondo la tua grande misericordia. Ricordati, Signore, dei padri e fratelli nostri che si sono addormentati, e dona loro il riposo dove risplende la luce del tuo volto. Ricordati, Signore, dei nostri fratelli prigionieri e liberali da ogni pericolo, Ricordati, Signore, di quelli che portano frutti e fanno il bene nelle tue sante Chiese, e dona loro quanto chiedono in vista della salvezza e della vita eterna. Ricordati, Signore, anche di noi umili, peccatori e indegni tuoi servi, illumina la nostra mente con la luce della tua conoscenza, e guidaci sulla via dei tuoi comandamenti. Per le preghiere della purissima sovrana nostra, Madre-di-Dio e semprevergine Maria e di tutti i tuoi santi, poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amen.

sabato 8 settembre 2018

Consigli di un gheronda ai cristiani che vivono nel mondo In ogni circostanza affidati alla volontà di Dio: è questa la nostra più grande salvezza

Consigli di un gheronda ai cristiani che vivono nel mondo


https://medium.com/@DettiDeiPadri/7-consigli-di-un-gheronda-ai-cristiani-che-vivono-nel-mondo-292b04223048
Lotta con ogni mezzo la passione della collera ed essa se ne andrà, con l’aiuto di Dio. Se ti capita di perdere la calma, o dare in escandescenze, prima di tutto non parlare. Allontanati; se non puoi, tieni serrate le labbra, perché le vampate della rabbia che ti brucia dentro non escano fuori e brucino tutto intorno a te. Silenzio e preghiera: le migliori medicine, in questi momenti. Quando la fiamma dell’ira si spegne e il tuo cuore si rasserena, solo allora potrai pronunciare parole sicuramente efficaci.
Se tu sei causa d’amarezza per il tuo fratello, fa’ di tutto perché ti liberi dal dispiacere che gli hai arrecato.
Esamina te stesso, e convinciti che potrai avere quiete in tutto solo quando dentro di te ci sarà pazienza, umiltà, obbedienza e amore.
La nostra salvezza non sta in lunghi discorsi, ma nel silenzio e nella insonne attenzione a se stessi.
Non giudicare mai l’altro, sia virtuoso, sia peccatore. “Chi sei tu che giudichi il servo altrui? Stia in piedi o cada, è cosa che riguarda il suo padrone. Starà in piedi: Dio ha il potere di sostenerlo” (Romani, 14,4).
In ogni circostanza affidati alla volontà di Dio: è questa la nostra più grande salvezza.
I litigi turbano l’animo e ci tolgono la pace. A ogni pensiero litigioso opponi la dolce Preghiera di Gesù: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me”.
Il tuo nobile interessamento per l’altro, le parole di conforto agli afflitti, la correzione degli erranti, la ribellione ai cattivi pensieri, la lotta nella preghiera, la pazienza, la misericordia, la giustizia e ogni altra virtù: tutto questo rasserena Dio e procura alla nostra anima la sua grazia, che ci rende capace di affrontare anche le difficoltà insormontabili della vita.
L’apostolo dice che l’amore copre molti peccati (I Pietro 4,8). Che vuol dire? Diventa consolazione degli afflitti, sollievo degli infelici, protezione dei poveri, tutela degli orfani, guarigione dei malati, correzione degli erranti, pronto aiuto di ogni cristiano. Con questo tuo amore per gli ultimi, fratelli in Cristo e sue membr preziose, il Signore laverà i tuoi peccati e ti farà degno, nel suo regno eterno, di vederlo faccia a faccia (II Corinti 13,12).
Nei momenti di sfiducia, non pesare che il Signore ti abbia abbandonato, ma che sei stato a dimenticarti di lui. Nell’ora della solitudine, ti consiglio di gridare senza sosta il nome del nostro signore Gesù Cristo. Per questa opera, sforza il tuo intimo, finché esso sarà stimolato a reagire.
La diffidenza non è degna d’un cristiano, e perciò non ammetterla. Dio ci chiede, piuttosto, equilibrio, attenzione, buon senso: “Siate prudenti come serpenti e candidi come colombe” (Matteo 10,16).
Questa vita c’è stata data, e solo per lodare Dio, aiutare gli altri e lottare perché si stabilisca il Regno dei cieli, percorrendo quella via “stretta” e “angusta” che c´indica il vangelo (Matteo VII,XIV).
https://medium.com/@DettiDeiPadri/4-consigli-di-un-gheronda-ai-cristiani-che-vivono-nel-mondo-31b9f65cdd7c

Cerca la salvezza piacendo a Dio innanzitutto con la virtù dell´amore. Chi ha in sé amore, ha dentro di sé Dio stesso.
Non essere altero e scostante. Pensa d’essere un servo inutile; quando c’è bisogno, aiuta gli altri: con gioia. Attento! Non trattare gli altri come pare a te: amali calmamente, perché essi sono preziosi; essi fanno parte del corpo di Cristo; per loro il Signore ha versato il suo sangue.
Cerca sempre la via di mezzo: gli eccessi non giovano.
Lavora con attenzione e senza premura: tutte le tue opere avranno successo.
Considera te stesso come il peggiore e l’ultimo di tutti. (I Corinti 15,6)
https://medium.com/@DettiDeiPadri/5-consigli-di-un-gheronda-ai-cristiani-che-vivono-nel-mondo-c816832ee3ee
Vivi nell’amore di Dio: sia questa la tua strada e il tuo affanno; con l’amore di Dio, la vita amara diventa dolce e bella.
Se vivi con altri, sèrvili prontamente come servendo Dio stesso. Non aspettarti amore in cambio del tuo amore, né riconoscenza per i sacrificio che fai, né elogio per la tua umilità.
Non accampare scuse. Lascia perdere le discussioni. Sii condiscendente con gli altri, secondo il loro carattere e della loro età. Dimostrati vicino a tutti, senza fare preferenze.
Sopporta con pazienza i modi sgarbati del tuo fratello, le arrabiatute, le scenate, le sbadataggini.
Non offendere con le tue parole l’onore degli altri. Usa la lingua solo per lodare Dio e dire parole utili all’anima del tuo fratello. Se vuoi parlar male di qualcuno, prima ricorda i tuoi peccati — tutti: da quand’eri bambino a oggi — e accusa te stesso; così eviterai la maldicenza. Non dimenticare che impicciarsi degli sbagli altrui è un grave peccato.
In ogni circostanza affidati alla volontà di Dio: è questa la nostra più grande salvezza.
https://medium.com/@DettiDeiPadri/6-consigli-di-un-gheronda-ai-cristiani-che-vivono-nel-mondo-32df36327f60

Tradotto in Italiano dai padri del Sacro Monastero del Paraclito-Oropos Attica  2007 


martedì 4 settembre 2018

Il cantico del Benedictus di Zaccaria padre di Giovanni Battista (greco latino romeno italiano del 1607 )


Εὐλογητὸς κύριος ὁ θεὸς τοῦ Ἰσραήλ,
ὅτι ἐπεσκέψατο καὶ ἐποίησεν λύτρωσιν τῷ λαῷ αὐτοῦ,
καὶ ἤγειρεν κέρας σωτηρίας ἡμῖν
ἐν οἴκῳ Δαυὶδ παιδὸς αὐτοῦ,
καθὼς ἐλάλησεν διὰ στόματος τῶν ἁγίων ἀπ' αἰῶνος προφητῶν αὐτοῦ,
σωτηρίαν ἐξ ἐχθρῶν ἡμῶν καὶ ἐκ χειρὸς πάντων τῶν μισούντων ἡμᾶς·
ποιῆσαι ἔλεος μετὰ τῶν πατέρων ἡμῶν
καὶ μνησθῆναι διαθήκης ἁγίας αὐτοῦ,
ὅρκον ὃν ὤμοσεν πρὸς Ἀβραὰμ τὸν πατέρα ἡμῶν,
τοῦ δοῦναι ἡμῖν ἀφόβως ἐκ χειρὸς ἐχθρῶν ῥυσθέντας
λατρεύειν αὐτῷ ἐν ὁσιότητι καὶ δικαιοσύνῃ
ἐνώπιον αὐτοῦ πάσαις ταῖς ἡμέραις ἡμῶν.
Καὶ σὺ δέ, παιδίον, προφήτης ὑψίστου κληθήσῃ,
προπορεύσῃ γὰρ ἐνώπιον κυρίου ἑτοιμάσαι ὁδοὺς αὐτοῦ,
τοῦ δοῦναι γνῶσιν σωτηρίας τῷ λαῷ αὐτοῦ
ἐν ἀφέσει ἁμαρτιῶν αὐτῶν,
διὰ σπλάγχνα ἐλέους θεοῦ ἡμῶν,
ἐν οἷς ἐπισκέψεται ἡμᾶς ἀνατολὴ ἐξ ὕψους,
ἐπιφᾶναι τοῖς ἐν σκότει καὶ σκιᾷ θανάτου καθημένοις,
τοῦ κατευθῦναι τοὺς πόδας ἡμῶν εἰς ὁδὸν εἰρήνης.


Benedictus Dominus, Deus Israel,*
quia visitavit et fecit redemptionem plebis suae
et erexit cornu salutis nobis*
in domo David pueri sui,
sicut locutus est per os sanctorum,*
qui a saeculo sunt, prophetarum eius,
salutem ex inimicis nostris*
et de manu omnium, qui oderunt nos;
ad faciendam misericordiam cum patribus nostris*
et memorari testamenti sui sancti,
iusiurandum, quod iuravit ad Abraham patrem nostrum, daturum se nobis,*
ut sine timore, de manu inimicorum nostrorum liberati, serviamus illi
in sanctitate et iustitia coram ipso*
omnibus diebus nostris.
Et tu, puer, propheta Altissimi vocaberis:*
praeibis enim ante faciem Domini parare vias eius,
ad dandam scientiam salutis plebi eius*
in remissionem peccatorum eorum,
per viscera misericordiae Dei nostri,*
in quibus visitabit nos Oriens ex alto

lluminare his, qui in tenebris et in umbra mortis sedent,*
ad dirigendos pedes nostros in viam pacis.


Citire din Evanghelia Domnului nostru Isus Cristos după sfântul Luca 1,67-79 

În acel timp, 67 Zaharia, tatăl lui Ioan, s-a umplut de Duh Sfânt şi a profeţit zicând: 68 "Binecuvântat este Domnul Dumnezeul lui Israel, pentru că a vizitat şi a răscumpărat pe poporul său. 69 Şi a înălţat o putere de mântuire în casa lui David slujitorul său, 70 precum a promis prin gura sfinţilor săi profeţi care au fost în vechime; 71 ca să ne mântuiască de vrăjmaşii noştri şi din mâna tuturor acelora care ne urăsc. 72 Astfel îşi arată îndurarea faţă de părinţii noştri şi îşi aduce aminte de legământul său sfânt; 73 de jurământul pe care l-a făcut lui Abraham, părintele nostru, că ne va ajuta, 74 ca, eliberaţi din mâna duşmanilor noştri, să-i slujim fără teamă, 75 în sfinţenie şi dreptate sub privirea lui, în toate zilele vieţii noastre. 76 Iar tu, copilule, vei fi profet al Celui Preaînalt; vei merge înaintea Domnului ca să pregăteşti căile lui 77 şi să faci cunoscută poporului său ştiinţa mântuirii întru iertarea păcatelor,78 prin iubirea îndurătoare a Dumnezeului nostru, care ne-a cercetat ca un soare ce răsare din înălţime, 79 ca să lumineze pe cei care zac în întuneric şi în umbra morţii şi să îndrepte paşii noştri pe calea păcii".

Luca 1:67-79


67 E Zaccaria, suo padre, fu ripieno dello Spirito Santo, e profetizzò, dicendo:68 BENEDETTO sia il Signore Iddio d'Israele; Perciocchè egli ha visitato, e riscattato il suo popolo; 69 E ci ha rizzato il corno della salvazione Nella casa di Davide, suo servitore,70 Secondo ch'egli ci avea promesso Per la bocca de' suoi santi profeti, che sono stati d'ogni secolo; 71 Salvazione da' nostri nemici, E di man di tutti coloro che ci odiano;72 Per usar misericordia inverso i nostri padri, E ricordarsi del suo santo patto:73 Secondo il giuramento fatto ad Abrahamo, nostro padre. 74 Di concederci che, liberati di man de' nostri nemici, Gli servissimo senza paura; 75 In santità, ed in giustizia, nel suo cospetto, Tutti i giorni della nostra vita. 76 E tu, o piccol fanciullo, sarai chiamato Profeta dell'Altissimo; Perciocchè tu andrai davanti alla faccia del Signore, Per preparar le sue vie; 77 Per dare al suo popolo conoscenza della salute, In remission de' lor peccati,78 Per le viscere della misericordia dell'Iddio nostro, Per le quali l'Oriente da alto, ci ha visitati, 79 Per rilucere a coloro che giacevano nelle tenebre, E nell'ombra della morte; Per indirizzare i nostri piedi nella via della pace