domenica 30 luglio 2017

San Giuseppe d'Arimatea nel pensiero dei Padri e nella Liturgia della Chiesa





Un anziano disse: « Giuseppe d'Arimatea prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo, cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo». ( tratto da Detti e fatti dei Padri del deserto, Rusconi Libri)

Troparion tone 2
Noble Joseph took Thine immaculate Body down from the tree,/ wrapped it
in a clean shroud and spices,/ and having embalmed It, laid It in a new
sepulchre./ But on the third day Thou didst rise, O Lord, granting the
world great mercy.

 Il nobile Giuseppe, calato dal legno il tuo corpo immacolato, lo avvolse in una sindone pura con aromi e curandolo, lo depose in un sepolcro nuovo.
Ma tu poi Signore al terzo giorno sei risorto donando al mondo la grande misericordia 



Tropaire ton 2
Le noble Joseph descendit de la Croix Ton Corps très pur,/
l'enveloppa d'un linceul immaculé et l'oignit d'aromates,/ ...
et L'ayant embaumé, Le déposa dans un sépulcre neuf./
Mais le troisième jour Tu Te relevas, O Seigneur, accordant au monde une grande Miséricorde.

 Kondakion ton 2)
Joseph d'Arimathie T'a descendu de la Croix comme mort, Toi, le Porteur de la Vie,/et T'a enveloppé dans le linceul immaculé avec les aromates./ Il a langui d'étreindre et d'embrasser Ton Corps pur avec son cœur et ses lèvres/ pourtant il s'est retenu avec crainte./ Il pleura vers Toi en se réjouissant:/ Gloire à Ta condescendance, O Amant de l'Humanité.




 GREGORIO DI NAZIANZO (m. circa 390) Oratio XL in sanctum Baptisma: “Considera il coraggio di Giuseppe: infatti non solo osò richiedere il corpo del Cristo, ma perfino dargli sepoltura”.

 GIOVANNI CRISOSTOMO (m. 407) Hom LXXXV in Joannem: “Giuseppe anche se spaventato si presentò a Pilato. Perfino Giovanni non fece nulla di simile. A me sembra che egli appartenesse al gruppo di persone più autorevoli, visto che si assunse le spese del funerale e che era ben conosciuto da Pilato”..

 BEDA IL VENERABILE (n. 672 – m. 735) In Lucae Evangelium expositio: “Grande è il valore di questo Giuseppe nei confronti del mondo, ma più grande ancora il suo merito presso Dio, sia perché fu ritenuto degno di seppellire il corpo del Signore per la sua probità, sia perché gli fu possibile prendere in consegna tale corpo grazie all’eccellenza del suo potere secolare”.

ALCUINO (n. 735 – m. 804) Liber de divinis officiis: “Il corporale sul quale viene posto il corpo del Signore dovrebbe sempre essere di lino, perché Giuseppe comprò un lenzuolo di candido lino con cui avvolse il corpo del Signore”.

 PSEUDO GERMANO DI COSTANTINOPOLI (circa 820) Historia ecclesiastica et mystica contemplatio (circa 820): “ Il ‘disco’ [cfr la patena ] rappresenta le mani di Giuseppe e di Nicodemo che celebrarono la sepoltura del Cristo. Il disco rappresenta  il luogo dove Cristo fu posto: un disco celeste che simboleggia il Sole spirituale, il Cristo rappresentato dal pane. Il calice rappresenta il vaso che ricevette il sangue”.


Le noble et pieux Joseph, originaire d'Arimathie1était membre du Sanhédrin, le conseil des Prêtres et des Anciens du peuple d'Israël, mais il était aussi disciple secret de Jésus. Après en avoir obtenu de Pilate l'autorisation, il détacha le corps du Seigneur de la Croix et l'ensevelit, aidé de Nicodème, dans le sépulcre neuf qu'il avait fait creuser dans le roc, non loin de là (Mat. 27:57). On raconte que par la suite, il fut arrêté par les Juifs et mis en prison, et que le Seigneur lui apparut pour l'amener à la foi en Sa Résurrection2. Une fois libéré, il alla proclamer de par le monde, jusqu'en Occident3, la Bonne Nouvelle de la Résurrection.
1. Peut-être Ramatha, la patrie du Prophète Samuel.
2. D'après l'Évangile apocryphe de Nicodème (Actes de Pilate).
3. « Une fois libéré, Saint Joseph d'Arimathie alla proclamer de par le monde, jusqu'en Occident, la Bonne Nouvelle de la Résurrection. Ayant débarqué à Marseille, avec Lazare, Marthe et Marie, il aurait poursuivi sa mission en Gaule, et serait même parvenu en Angleterre. C'est à partir de cette tradition que se développa, au Moyen Age, le cycle du Saint-Graal: le vase qui, après avoir servi à Jésus au cours de la Cène, aurait recueilli le sang du Crucifié et aurait été apporté par St Joseph d'Arimathie en Angleterre. »

(Le Synaxaire, vie des Saints de l'Eglise Orthodoxe par le hiéromoine Macaire de Simonos Pétra)

 Era vicina la fine del tempo presente e la promessa aveva il suo compimento e la legge, per mezzo di Cristo, conseguiva l'atteso adempimento. Tutti i profeti in Gerusalemme e i giusti che aspettavano la redenzione di Israele, apprendendo dallo Spirito che questa era vicina, desideravano vederne l'avvento non solo con gli occhi dell'anima, ma anche con quelli del corpo, prima di morire. E non solo desideravano, ma anche pregavano e innalzavano suppliche a Dio e, poiché ne erano degni, ottenevano ciò che desideravano. Tale era Simone che, in quanto sacerdote, ha accolto Cristo nelle sue braccia e l'ha riconosciuto Signore di tutta la creazione. Tale era Anna che, trascorrendo onorevolmente la sua lunga vedovanza, serviva notte e giorno Dio nel tempio e, dotata di spirito profetico, ha rivelato a quanti allora erano lì la presenza di Cristo. Tale era Giuseppe d'Arimatea che ha avuto il coraggio di seppellire la vita di tutti ed è proclamato valente consigliere soprattutto per questo motivo, perché ha rifiutato, come turpe e indecorosa, la decisione dei giudei nei confronti del salvatore. "Egli infatti - così sta scritto - non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri" (Lc 23,51). E' stato il solo a dare, in maniera splendida e onesta, il suo onesto e splendido consiglio.
 
Sofronio di Gerusalemme - Omelia VI, 5
 
 
Allora anche Nicodemo viene in aiuto a Giuseppe: e danno a Gesù una dignitosa sepoltura. Lo ritenevano infatti ancora un semplice uomo. E portano gli aromi più adatti a conservare a lungo il corpo, perché non si corrompa troppo presto: cosa che indica che essi non avevano del Cristo un concetto molto alto; gli dimostrarono però in questo modo il loro grande affetto. Ma perché non venne nessuno dei dodici, non Giovanni, non Pietro e nemmeno qualche altro tra i più illustri? L'evangelista ne lascia intravedere anche il motivo. Se si avanzasse infatti l'ipotesi che quelli erano assenti per timore dei giudei, resta il fatto che anche questi altri avevano paura: tanto che Giuseppe "se ne stava nascosto per paura dei giudei". E non si dica che egli fece tutto ciò perché sprezzava il pericolo, dato che anche lui ne aveva paura; Giovanni, invece, che aveva assistito alla sua agonia e lo aveva visto spirare, non fece niente di questo genere. Che dovremo dunque dire? Io ritengo che Giuseppe fosse uno degli uomini più illustri, come risulta chiaro dal fatto che si accollò le spese del funerale e che era conosciuto da Pilato: proprio per questo ottenne tale grazia. E poi seppellisce il corpo di Gesù non come quello di un condannato, ma nel modo in cui i giudei usavano seppellire un uomo grande e illustre.
 
Giovanni Crisostomo - Commento al Vangelo di Giovanni LXXXV 19,14
 
 
Come a Giuseppe d'Arimatea,
il discepolo giusto e santo,
accordami il tuo corpo come dono di grazia,
Tu che distribuisci a tutti la vita.
In un lenzuolo puro Tu sei stato avvolto,
in una tomba nuova Tu sei stato posto;
non permettere mai che io sia simile
a coloro che discendono negli inferi.
Donami di far morire la mia anima al vizio,
rendila viva con lo Spirito,
a causa del mistero della santa mirra
e dell'incenso puro dal profumo soave.
Tu che dai cori angelici
in maniera invisibile sei onorato con timore,
Tu il medesimo, Tu sei stato vegliato dai soldati,
o guardiano vigilante d'Israele. Proteggimi con la legge,
e affidami all'Angelo santo,
affinché di notte mi mantenga sano e salvo
nel combattimento spirituale.
Tu sei stato sigillato con l'anello
della guardia sacerdotale dissoluta;
Tu che sei tesoro di vita immortale,
Tu sei stato sigillato nel cuore della terra.
Le porte del mio spirito e dei miei sensi,
dove si trovano bene e male,
sigillale con il segno della tua Croce,
e stabilisci in me il bene.
Nerses Snorhali (San Narsete Armeno) - Gesù unico Figlio del Puro, 758-764
 
(Commento al versetto: " Ero nudo e voi mi avete vestito", Mt 25,43)
Martino, per esempio, ancora catecumeno, ha tagliato in due il suo mantello e ha rivestito il Cristo. Giuseppe ha deposto il Cristo dalla Croce e l'ha avvolto in un sudario, fornendo così un vestito al suo cadavere, senza parlare dell'imbalsamazione. Fai lo stesso anche tu, per fiorire come il giglio nel suoi quattro petali. "Se tu hai due tuniche, donane a colui che non ne ha". Io non ordino di dividerne una a metà, come fece Martino, ma se tu hai due tuniche e incontri un povero nudo, vestilo.
 
Julien De Vezelay - Sermone XVI (127-133)(vissuto già a separazione ecclesiale avvenuta  ma a) nel periodo della transizione b) poco importa 
 
 
L'Apostolo (1Cor 11,28) ha decretato "Ognuno esamini se stesso e solo dopo mangi il pane e beva dal calice". Chi mangia e beve senza esserne degno si condanna con questo suo atto. A mio parere l’'evangelista, tenendo presente quest’a esigenza, allude ad essa in modo inequivocabile là dove narra che subito dopo la passione mistica quel giusto membro del consiglio avvolse il corpo del Signore in un lenzuolo senza macchia e pura e lo depose in un sepolcro nuovo e puro: di conseguenza, sia il precetto dell’' Apostolo sia la scrupolosa osservanza di cui parla l’' Evangelista, sono diventati per noi una legge, che ci prescrive di accogliere il santo corpo in una coscienza pura, lavando con l’acqua delle lacrime le eventuali macchie prodotte dal peccato.
Gregorio di Nissa - La perfezione cristiana 192, 8
 
Quella candida sindone, che viene posta per il servizio dei doni divini, ricorda il ministero svolto da Giuseppe d'Arimatea. Infatti, come Giuseppe depose nella tomba il corpo del Signore avvolto in un candido lenzuolo, per mezzo del quale tutto il genere umano ha ottenuto la risurrezione; allo stesso modo noi, consacrando il pane, ci troviamo di fronte al corpo di Cristo, dal quale zampilla come da una fonte, quell’immortalità che il Salvatore Gesù, deposto nel sepolcro da Giuseppe, ma risuscitato dai morti, ci ha benignamente donato.
Isidoro di Pelusio - Lettere al Conte Doroteo I, 123
 
Infatti colui che domandò il cadavere del Signore si chiamava Giuseppe. Per prima cosa Giuseppe fu giusto nel fatto che non rientrò nel numero dei suoi accusatori; così è chiaro che il Signore, che si era affidato al primo Giuseppe al momento della sua nascita, concesse all’'altro Giuseppe di sorvegliarlo dopo la sua morte, affinché fosse pienamente onorato il nome di Giuseppe il quale, come al tempo della sua nascita nella grotta, aveva assistito alla sua deposizione nel sepolcro.
Effrem il Siro - Diatesseron II, 20
 
 
 
 
 

lunedì 24 luglio 2017

1 LA MIGLIORE SPERANZA GIOVANNI CRISOSTOMO AD OLIMPIA LETTERA 7 paragrafo 3



http://biscobreak.altervista.org/wp-content/uploads/2013/09/S.-GIOVANNI-CRISOSTOMO2.jpg


il Testo integrale della Lettera  con un servizio puntuale ed analitico di introduzione ed esegesi 
sta in   http://www.esegesidellescritture.it/images/pdf/la%20migliore%20speranza.%20giovanni%20crisostomo%20ad%20olimpia.%20lettera.pdf


colloco  qui il paragrafo 3 della Lettera 

"Ti prego, dunque, non scoraggiarti! 
 C’è una sola cosa da temere, Olimpia, il peccato; e
 non ho mai smesso di cantarti questo ritornello 
Tutto il resto è favola, anche se parli di insidie,
ostilità, inganni, calunnie, ingiurie, accuse, 
confische,esili,spade affilate,alto mare,avversione
del mondo intero

Di qualunque natura siano queste cose, sono 
momentanee, caduche, e accadono in un corpo
mortale e non danneggiano in alcun modo l'anima
vigilante 

Per questo il beato Paolo, desiderando mostrare
l’inconsistenza dei beni e dei mali della vita presente,
espresse in una parola il tutto dicendo: “Le cose
visibili sono temporanee”
Perché allora hai paura delle cose temporanee che
scorrono come correnti di fiume? Tali sono le realtà
presenti, buone o dolorose che siano.
Un altro profeta ha paragonato tutta la felicità
umana non all’erba, ma a un altro materiale più
fragile, dicendo che essa nel suo insieme è come
fiore d’erba. Non si è riferito, infatti, a una parte di essa, ad esempio solo alla ricchezza, o al piacere,
o al potere, o agli onori, ma includendo in un unico termine – quello di gloria -tutto ciò che per gli
uomini sembra risplendere, introduce l’immagine
dell’erba dicendo: “Tutta la gloria dell’uomo è come
fiore d’erba”

 https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/50/Olimpiada_diakonissa.jpg/225px-Olimpiada_diakonissa.jpg



domenica 23 luglio 2017

Non c'è nulla che irriti tanto Dio...quanto il fatto di parlar male del prossimo, di giudicarlo o disprezzarlo. Dagli Insegnamenti di Doroteo di Gaza. Instructions, VI, 69-70. 71. 72. 74. 75-76. SC 92,271-277.281.


Dorotheus of Gaza.jpg


Dagli Insegnamenti di Doroteo di Gaza. Instructions, VI, 69-70. 71. 72. 74. 75-76. SC 92,271-277.281.
 


Per il fatto che non ci si preoccupa dei mali propri e non si piange, come dicevano i Padri, il proprio morto, non si riesce assolutamente a correggere se stessi, ma sempre ci si da da fare intorno al prossimo

Non c'è nulla che irriti tanto Dio, non c'è nulla che riduca tanto
l'uomo a uno stato di spoliazione e di abbandono da parte di Dio quanto il
fatto di parlar male del prossimo, di giudicarlo o disprezzarlo.


Altra cosa è infatti parlar male, altra cosa giudicare e altra cosa
disprezzare. Parlar male è dire di uno: "Il tale ha mentito", oppure: "Si è
adirato", oppure: "Ha fornicato", e così via. Si è già parlato male di lui,
cioè si sono dette parole cattive sul suo conto, si parlato del suo
peccato, spinti dalla passione.


Giudicare invece è dire: "Quel tale è un bugiardo, è sempre in
collera, è un fornicatore". Ecco, si è giudicata la disposizione stessa del
suo cuore, ci si pronuncia sull'intera sua vita, si esprime un giudizio su
di lui e lo si giudica in base a questo giudizio. E ciò è grave.

Altra cosa è dire: "Si è adirato", altra cosa è dire: "È un uomo
iroso" ed esprimere così un giudizio su tutta la sua vita.

Giudicare è un  peccato gravissimo, più grave di ogni altro, al punto che Cristo stesso ha
detto: Ipocrita, togli prima la trave al tuo occhio e allora potrai vederci
bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. Il Signore ha
paragonato il peccato del prossimo a una pagliuzza, il giudicare invece a
una trave, tanto grave è giudicare il prossimo, forse il peccato più
grande.



Non c'è peccato più grave e terribile, come dico spesso, del giudicare
il prossimo. Perché piuttosto non giudichiamo noi stessi e i nostri mali
che conosciamo così bene e di cui dovremo rendere conto a Dio? Perché
vogliamo metterci al posto di Dio ed essere noi a giudicare? Che
pretendiamo dalle creature, cosa esigiamo dal prossimo? Perché vogliamo
portare un peso che non ci spetta? Abbiamo di che preoccuparci, fratelli!

Ciascuno badi a se stesso e ai propri mali. Solo a Dio spetta
giustificare e condannare, a lui che conosce la situazione di ciascuno, le
sue forze, il suo modo di comportarsi, i suoi doni, il suo temperamento, le
sue possibilità e giudica ognuno secondo tutto ciò che lui solo conosce.
Dio giudica in modo diverso un vescovo o un principe, il capo e il
discepolo, l'Anziano e il giovane, il malato e il sano. E chi può conoscere
questi giudizi se non colui che tutto ha creato, tutto ha plasmato e tutto
conosce?



L'uomo non può saper nulla dei giudizi di Dio, ma Dio solo capisce
tutto e può giudicare ciascuno, come lui solo sa. In verità può succedere
che un fratello nella sua semplicità faccia qualcosa o quell'unica cosa è
gradita a Dio più che la tua vita intera, e tu ti fai giudice e lo
condanni?

E se pure gli capita di peccare, come puoi sapere quante lotte ha
sostenuto, quante volte ha versato il sangue prima di fare il male? Forse
il suo peccato è computato a giustizia agli occhi di Dio, perché Dio
vedendo la sua pena, il tormento che ha patito prima di fare il male, ne ha
misericordia e lo perdona. E se Dio lo perdona, tu oseresti condannarlo
perdendo la tu anima? Che ne sai tu di quante lacrime ha versato davanti a
Dio per questo suo peccato? Tu hai visto la mancanza, ma non sai nulla del
suo pentimento.




Noi facciamo le opere del diavolo s non ce ne importa nulla. Che altro
fa un demonio se non turbare e far del male? E noi aiutiamo il demonio a
operare la rovina nostra e del prossimo. Chi fa del male a un'anima infatti
aiuta il demonio nella sua opera; chi invece le fa del bene opera con i
santi angeli.

Ma da dove ci vengono tutti questi mali se non dal fatto che non
abbiamo in noi l'amore? Se avessimo in noi l'amore unito alla compassione ,
non ci cureremmo dei peccati del prossimo, come dice la Scrittura: L'amore
non tiene conto del male, tutto copre e L'amore copre una moltitudine di
peccati. Se avessimo l'amore, l'amore stesso coprirebbe ogni peccato; e noi
saremmo come i santi quando vedono i difetti degli uomini. Non sono certo
ciechi i santi, così da non vedere i peccati. E chi odia il peccato tanto
quanto i santi? Eppure non odiano chi ha commesso il peccato, non lo
giudicano, non fuggono lontano da lui, ma ne hanno compassione, lo
consigliano, lo consolano, hanno cura di lui come di un membro malato,
fanno di tutto per salvarlo.

giovedì 6 luglio 2017

Dal nostro padre tra i Santi Giovanni di Dalyatha (VII-VIII sec.) monaco Esistono monaci cristiani perchè tutti i cristiani sono monaci


 


Non ho un cuore che soffra per cercarti, non ho il pentimento, non ho la compunzione che riportano i figli alla loro eredità. Non ho, Signore, lacrime di consolazione. La mia mente è stata oscurata dalle cose della vita e non ha la forza di volgersi nel dolore verso di te. Il mio cuore è stato raffreddato dal gran numero di tentazioni e non può essere riscaldato dalle lacrime dell’amore per te. Ma tu  Cristo Gesù, Cristo Dio, tesoro di beni, donami il pentimento perfetto perché vada con tutta la anima mia alla tua ricerca… ti ho abbandonato, non abbandonarmi. Parti da dove sei e va alla mia ricerca



Rendimi sapiente, Signore, perché io conosca l’intera tua volontà e rendimi forte, perché io la compia; rendimi sapiente perché conosca gli artifici dei demoni e tutto ciò che è avverso e rendimi forte perché io possa vincere tutto.
 
 
 Beato chi dimentica le compagnie del mondo, e si intrattiene con te, perchè  da te sono colmate tutte le sue esigenze. Tu sei il suo cibo e la sua bevanda, Tu la sua gioia e la sua allegrezza, Tu la sua veste, dalla tua gloria la sua nudità  è  rivestita. Tu sei la sua dimora e il luogo ove egli trova requie, in Te egli entra in ogni tempo per trovar riposo. Tu il suo sole e il suo giorno, ed è  alla tua luce che egli vede le realtà  nascoste. Tu sei il Padre che l' ha generato, e come un bimbo ti chiama: Padre!E Tu gli hai donato lo Spirito del tuo Figlio nel suo cuore, e Lui gli ha dato la libertà  confidente di domandarti tutto, come un figlio a suo padre  

Giovanni di Dalyatha,
 Lettera
 51, ¤ 3-4
 

  http://www.academia.edu/20407401/Giovanni_di_Dalyatha_e_Gregorio_di_Nissa


Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha
Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali

http://www.natidallospirito.com/2008/09/12/liberi-dalle-passioni/


I miei occhi sono stati bruciati dalla tua bellezza
ed è stata divelta davanti a me la terra sulla quale avanzavo;
la mia intelligenza è stupita per la meraviglia che è in te
e io, ormai, mi riconosco come uno che non è.
Una fiamma si è accesa nelle mie ossa
e ruscelli sono sgorgati per bagnare l'intera mia carne,
perché non si consumi.
O fornace purificatrice,
nella quale l'Artefice ha mondato la sua creatura!
O abito di luce, che ci hai spogliati della nostra volontà
perché ce ne rivestissimo, ora, nel fuoco!
Signore, lasciami dare ai tuoi figli ciò che è santo,
non è ai cani che lo do.
Gloria a te! Come sono mirabili i tuoi pensieri!
Beati coloro che ti amano,
perché risplendono per la tua bellezza
e tu dai loro in dono te stesso.
Questa è la resurrezione anticipata
di coloro che sono morti in Cristo.
(Giovanni di Dalyatha, Lettere)

http://www.monasterodibose.it/preghiera/martirologio/947-marzo/1942-26-marzo

Giovanni, chiamato anche Saba o il «Vegliardo», nacque nella seconda metà del VII secolo nel villaggio di Ardamust, a nord-ovest di Mossul. Egli fu iniziato allo studio delle Scritture nella scuola del suo villaggio, quindi frequentò il monastero di Apnimaran e, intorno all'anno 700, divenne monaco nel monastero di Mar Yozadaq. Dopo sette anni, si ritirò in solitudine sulla montagna di Dalyatha, forse nei pressi dell'Ararat, e da essa prese il nome.
Negli anni di solitudine, Giovanni approfondì la propria vita spirituale e si esercitò nell'arte della contemplazione, imparando a discernere l'intimo legame tra la creazione e il Creatore, e alimentando il proprio spirito grazie all'incontro quotidiano con la natura e i suoi simboli. Malgrado la lontananza dai suoi simili, egli non perse mai quei tratti di profonda umanità che caratterizzeranno tutti i suoi insegnamenti.
Raggiunto da alcuni discepoli, Giovanni mise per iscritto i frutti della sua profonda esperienza interiore. Influenzato dalle opere di Evagrio, di Macario, di Dionigi Areopagita e di Gregorio di Nissa, egli sottolineò tuttavia in modo ancor più radicale rispetto ai suoi maestri come il grado più elevato della vita cristiana sia quello della carità e dell'amore.
Giovanni morì in una data imprecisata, in quella solitudine in cui più che a fuggire il mondo aveva imparato ad amare ogni creatura.

La quarta domenica di quaresima la Chiesa assira ne  fa memoria con l'avvertenza che Giovanni condannato come eretico dalla sua stessa chiesa nel 790 d.C., per essere riabilitato solo nell'823 d.C.

GIOVANNI DI DALYATHA E GREGORIO DI NISSA
Influssi dall' altopiano anatolico alle montagne di Dalyatha
sta in
  http://www.academia.edu/20407401/Giovanni_di_Dalyatha_e_Gregorio_di_Nissa

IL MONACHESIMO SIRIACO
Di VITTORIO BERTI

Estratto dal libro: “Monachesimo orientale - Un’introduzione” a cura di Giovanni Filoramo
MORCELLIANA 2010
e disponibile anche sul sito www.academia.edu

http://ora-et-labora.net/monachesimosiriaco.html

DISPENSA  DELLA  PATROLOGIA SIRIACA
 
sta in
 https://www.scribd.com/doc/228421786/%C5%BDeljko-Pa%C5%A1a-Patrologia-Siriaca
 
 

Ciascuno ti custodisca nell'interiorità di se stesso, felice di contemplare il tuo splendore, stupito, pensando che tu sei in lui solo, ... mentre tu sei interamente in ciascuno ... Ognuno ti vede nel proprio intelletto totalmente presente, mentre tu sei in tutti, totalmente.

Omelia sulle manifestazioni di Cristo 


sabato 1 luglio 2017

ACATHISTE - Au bien-aimé de Dieu thaumaturge et saint de notre temps, le bienheureux et toujours présent archevêque Jean de Shangaï, de Bruxelles et de San Francisco. Canonisé en 1994 à San Francisco par l'Église Russe hors frontières, et fêté le 19 juin / 2 juillet

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KONTAKION I

Thaumaturge élu et serviteur exemplaire du Christ, qui en ces derniers temps répands sur nous des flots d'inspiration inépuisables et une multitude de miracles, nous te louons avec amour et vers toi nous nous écrions : Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.

IKOS I

Tu apparus en ces derniers temps comme un ange dans la chair, par la Grâce du Dieu ami des Hommes. Voyant la beauté de tes vertus, nous tes enfants nous nous écrions vers toi :

Réjouis-toi, toi qui vécus dans la vertu depuis ta plus tendre enfance.
Réjouis-toi, toi qui a persévéré jusqu'à la fin pour atteindre le Salut.
Réjouis-toi, toi qui as manifesté par des vertus sans nombre la grâce de Dieu.
Réjouis-toi, toi qui entendais mystiquement la prière lointaine de ceux qui étaient en détresse.
Réjouis-toi, toi qui fus rempli d'amour pour ton prochain et qui fis tout pour son salut.
Réjouis-toi, toi qui donnes la joie véritable à tous ceux qui s'adressent à toi dans la prière avec foi et amour.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.



 KONTAKION II

Voyant l'abondance et la variété de tes vertus, ô Saint Hiérarque, nous voyons en toi la source vivante des miracles de Dieu pour notre temps . Tu consoles de ton amour et de tes miracles tous ceux qui crient vers Dieu : Alléluia


IKOS II

Père saint, étant rempli d'amour, tu le fus aussi de théologie. En toi, la connaissance de Dieu surgit à nouveau, débordante d'amour pour l'humanité souffrante. Apprends-nous aussi à connaître par l'amour le Dieu véritable tandis que nous nous écrions avec admiration :

Réjouis-toi, précieux vaisseau des dons du Saint Esprit.
Réjouis-toi, citadelle inébranlable de la vérité orthodoxe.
Réjouis-toi, juste accusateur de l'impiété et de la fausse doctrine.
Réjouis-toi, ardent observateur des commandements de Dieu.
Réjouis-toi, ascète rigoureux qui ne s'accorda nul répit.
Réjouis-toi, pasteur aimant du troupeau du Christ.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION III

Par la grâce de Dieu, tu fus un père pour les orphelins et un instructeur pour les jeunes gens, les élevant dans la crainte de Dieu et les préparant pour son service. Ainsi tous tes enfants te considèrent avec amour et s'écrient vers Dieu avec gratitude : Alléluia

IKOS III

Les hôtes célestes plutôt que nous sur terre devraient t'honorer, car nos paroles sont faibles comparées à tes oeuvres. Pourtant offrant à Dieu ce que nous avons, nous nous écrions ainsi :

Réjouis-toi, toi qui as protégé tes enfants par ta prière constante.
Réjouis-toi, toi qui as toujours préservé ton troupeau par le Signe de la Croix.
Réjouis-toi, toi dont l'amour ignorait les frontières des pays ou des races.
Réjouis-toi, étincelant luminaire aimé de tous.
Réjouis-toi, modèle d'humilité spirituelle.
Réjouis-toi, toi qui apportas la consolation spirituelle à ceux qui étaient dans la détresse.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION IV

Déconcertés par tes actes de piété et d'amour, nous ne savons comment te louer dignement, ô Hiérarque Jean. Tu as voyagé jusqu'aux confins de la terre pour ton peuple et prêché l'Évangile à ceux qui étaient dans les ténèbres. Remerciant Dieu pour ton labeur apostolique nous nous écrions vers Lui : Alléluia

IKOS IV

Les gens de nombreux pays ont contemplé ta vie et se sont émerveillés de la miséricorde de Dieu, même en ces derniers temps. Et nous aussi, émerveillés nous écrions avec crainte et respect:

Réjouis-toi, toi qui as suivi ton peuple à l'Orient et à l'Occident.
Réjouis-toi, fontaine de miracles répandus par Dieu.
Réjouis-toi, qui corrigeait avec amour ceux qui s'égaraient.
Réjouis-toi, prompte consolation de ceux qui se repentent de leurs péchés.
Réjouis-toi, appui de ceux qui sont sur le droit chemin.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


 KONTAKION V

Tu fus manifesté comme un canal du pouvoir de Dieu pour arrêter les forces destructrices de la nature déchue. O saint archevêque, sur une île tu préservas ton peuple de la mortelle tempête par ta prière et par le Signe de la Croix. Préserve-nous aussi, nous qui nous écrions émerveillés vers Dieu : Alléluia
IKOS V

Tous ceux qui se sont fiés à ton intercession dans le malheur et l'adversité ont été délivrés, ô hardi intercesseur devant le Trône de Dieu. C'est pourquoi nous plaçons nous aussi notre espoir en toi afin que par tes prières à Dieu, tu nous protèges du danger, tandis que nous nous écrions vers toi:

Réjouis-toi, toi qui empêchas les forces de la nature de nuire à ton troupeau.
Réjouis-toi, qui par ta prière réponds à ceux qui sont dans le besoin.
Réjouis-toi, pain inépuisable des affamés.
Réjouis-toi, abondante richesse de ceux qui vivent dans la pauvreté.
Réjouis-toi, consolation des affligés.
Réjouis-toi, secours prompt de ceux qui sont tombés.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION VI

Tu te révélas comme un nouveau Moïse, conduisant ton peuple hors de l'esclavage, ô archevêque Jean. Délivre-nous aussi de l'esclavage du péché et de l'ennemi de Dieu tandis que nous nous écrions vers Lui : Alléluia!

IKOS VI

Tu fis l'impossible pour persuader les autorités de ce monde d'avoir pitié de ton troupeau, ô bon pasteur. Prie pour nous maintenant pour que nous vivions dans la paix et la quiétude, que nous sauvions nos âmes, tandis que nous nous écrions vers toi avec gratitude :

Réjouis-toi, aide de tous ceux qui font appel à toi avec foi.
Réjouis-toi, toi qui peux délivrer de la mort et du désastre.
Réjouis-toi, toi qui préserves des mensonges et de la calomnie.
Réjouis-toi, toi qui protèges les innocents des envoûtements.
Réjouis-toi, toi qui déjoues les attaques des iniques.
Réjouis-toi, destructeur du mensonge et héraut de la vérité.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION VII

O admirateur des Saints orientaux et occidentaux, tu réintroduisis dans l'Église Orthodoxe les saints de l'Occident originaires de contrées qui avaient apostasié la vérité. Maintenant avec eux, tu pries Dieu pour nous, tandis que sur terre nous nous écrions vers Lui : Alléluia


IKOS VII

O fervent vénérateur des saints Apôtres des Gaules, tu te révélas en ces derniers temps comme l'un d'entre eux, exhortant ton troupeau à conserver la même Foi orthodoxe qu'ils confessaient et étonnant les peuples de l'Occident par ta sainte vie. Préserve-nous maintenant dans la même foi tandis que nous nous écrions vers Toi :

Réjouis-toi, nouveau Martin par tes miracles et tes exploits ascétiques.
Réjouis-toi, nouveau Germain par ta confession de la foi orthodoxe.
Réjouis-toi, nouvel Hilaire par ta divine théologie.
Réjouis-toi, nouveau Grégoire par ton amour pour les Saints de Dieu.
Réjouis-toi, nouveau Feuillen pour ton noble amour et ta ferveur monastique.
Réjouis-toi, nouveau Lambert par ta conduite ferme mais pleine d'amour de l'Église de Dieu.
Réjouis-toi, nouveau Materne par tes labeurs incessants d'évangélisation.
Réjouis-toi, nouvel Etienne par ton amour pour les saintes Liturgies orthodoxes d'Occident.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION VIII

A la fin de ta vie, ô saint archevêque, tu fus appelé au Nouveau Monde, pour y témoigner du Christianisme des origines et souffrir la persécution pour ta droiture, préparant ainsi ton âme pour le Ciel. Emerveillés maintenant par ta patience et ta longanimité, nous nous écrions vers Dieu : Alléluia

IKOS VIII

Ouvrier de la vigne du Christ qui ne connus nul repos même à la fin de ta vie de labeur, aide-nous dans nos épreuves tandis que nous nous efforçons d'être fidèles au Christ, nous écriant vers toi pour te louer :

Réjouis-toi, toi qui as persévéré jusqu'à la fin pour atteindre le salut.
Réjouis-toi, toi qui fus reconnu digne de mourir devant l'icône de la Mère de Dieu.
Réjouis-toi, toi qui as gardé ta foi et ton courage au sein d'injustes persécutions.
Réjouis-toi, toi qui as oeuvré jusqu'à la fin pour ton troupeau et qui as attendu la mort assis comme un hiérarque.
Réjouis-toi, toi qui est revenu par la voie des airs pour être enterré parmi ton troupeau.
Réjouis-toi, toi qui accomplis des merveilles pour ceux qui viennent à ton sépulcre avec foi et amour.
Réjouis-toi, ô saint Hiérarque Jean thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION IX

Tous les choeurs angéliques se réjouirent lors de la montée de ton âme vers leur demeure céleste, s'émerveillant des miracles que tu accomplis sur terre par l'action du Saint-Esprit, à Qui nous chantons : Alléluia


IKOS IX

Les hagiographes trouvent impossible de décrire ta vie de sainteté par des mots nombreux et éloquents, ô juste Jean, car tu es devenu le vivant séjour du pouvoir du Dieu ineffable. Aussi, incapables de faire silence devant le prodige manifesté à notre âge de faible foi, nous te glorifions :

Réjouis-toi, divin palais d'où part le conseil du Bon Roi,
Réjouis-toi, petit et humble logis contenant la beauté spacieuse des demeures angéliques,
Réjouis-toi, toi qui as acquis une maison non faite de main d'homme, éternelle dans les cieux,
Réjouis-toi, havre où toutes sortes de maladies sont divinement guéries,
Réjouis-toi, lieu de prédilection du mystérieux labeur de la prière,
Réjouis-toi, temple béni du Saint-Esprit,
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.



KONTAKION X

Souhaitant sauver le monde, le Sauveur de tous a envoyé un nouveau saint parmi nous et par lui nous a arrachés aux sombres replis du péché. Entendant cet appel à la pénitence, les indignes que nous sommes se tournent vers Dieu en Lui criant : Alléluia

IKOS X

Tu es un mur nous mettant à l'abri de l'adversité, ô archevêque Jean, car par tes intercessions célestes nous sommes délivrés des attaques des passions démoniaques et des afflictions terrestres. Devant la ferme assise de ta prière, nous crions avec foi :

Réjouis-toi, qui rend la vue aux aveugles,
Réjouis-toi, qui redonne force et vie aux agonisants,
Réjouis-toi, secours divin des victimes du doute et du trouble,
Réjouis-toi, rosée pour ceux que consume l'affliction,
Réjouis-toi, père bienveillant pour les isolés et les délaissés,
Réjouis-toi, saint maître de ceux qui cherchent la Vérité,
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


 KONDAKION XI

Ta vie fut un hymne à la Très Sainte Trinité, elle surpasse nos vies en pensées, paroles et actes, o bienheureux Jean. Car avec beaucoup de sagesse tu as expliqué les préceptes de la vraie Foi, nous apprenant à chanter avec foi, espérance et amour, au Dieu Un dans la Trinité: Alléluia


IKOS XI

Tu es pour nous le flambeau rayonnant de l'Orthodoxie au sein des ténèbres de l'ignorance, ô pasteur élu du troupeau du Christ, notre père Jean, car même après ton trépas, tu proclames la vérité aux ignorants et instruis ceux qui cherchent à être guidés et tous ceux qui s'écrient vers toi :

Réjouis-toi, éclat de la Sagesse divine pour ceux qui sont dans l'ignorance.
Réjouis-toi, arc-en-ciel de joie paisible pour les doux.
Réjouis-toi, foudre qui tombe sur les pécheurs invétérés.
Réjouis-toi, éclair du zèle divin.
Réjouis-toi, torrent d'explication des dogmes de Dieu.
Réjouis-toi, inspirateur de pensées théologiques.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION XII
La grâce a été épanchée dans les derniers jours sur nous tous. A la vue de celle qui provient d'un saint archevêque qui marcha jadis parmi nous, recevons-la avec vénération et action de grâces, criant à Dieu : Alléluia

IKOS XII

Dans ses hymnes à Dieu, le choeur céleste des saints se réjouit qu'il n'ait pas oublié le monde déchu et sans foi, mais ait manifesté Son pouvoir tout-puissant en toi, son doux et humble serviteur. O bienheureux Jean, avec tous les saints nous te rendons grâces et t'honorons :

Réjouis-toi, nouvel astre de justice brillant au firmament,
Réjouis-toi, nouveau prophète envoyé avant l'assaut final du démon,
Réjouis-toi, nouveau Jonas prévenant tous les hommes des salaires du péché.
Réjouis-toi, nouveau Baptiste appelant tous les pécheurs à une vie de prière et de pénitence,
Réjouis-toi, nouveau Paul souffrant pour prêcher l'Évangile en esprit de vérité,
Réjouis-toi, nouvel apôtre dont les miracles instillent en nous foi et crainte,
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


KONTAKION XIII
O notre très saint et très merveilleux hiérarque Jean, consolation de tous les affligés, accepte maintenant notre offrande pieuse, pour que par tes prières à notre Seigneur, nous soient épargnés les tourments éternels et que par ton intercession agréable à Dieu, nous puissions te crier éternellement : Alléluia


 IKOS I
Tu apparus en ces derniers temps comme un ange dans la chair, par la grâce du Dieu ami de l'hommes. Voyant la beauté de tes vertus, nous tes enfants nous nous écrions vers toi :

Réjouis-toi, toi qui vécus dans la rectitude depuis ta plus tendre enfance.
Réjouis-toi, toi qui a persévéré jusqu'à la fin pour atteindre le Salut.
Réjouis-toi, toi qui as manifesté par des vertus sans nombre la grâce de Dieu.
Réjouis-toi, qui entendais mystiquement la prière lointaine de ceux qui étaient en détresse.
Réjouis-toi qui fus rempli d'amour pour ton prochain et qui fis tout pour son salut.
Réjouis-toi, toi qui donnes la joie véritable à tous ceux qui s'adressent à toi dans la prière avec foi et amour.
Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps

KONTAKION I

Thaumaturge élu et serviteur exemplaire du Christ, qui en ces derniers temps répands sur nous des flots d'inspiration inépuisables et une multitude de miracles nous te louons avec amour et vers toi nous nous écrions: Réjouis-toi, saint archevêque Jean, thaumaturge de ces derniers temps.


PRIÈRE A NOTRE SAINT PÈRE THÉOPHORE ET THAUMATURGE JEAN DE SHANGHAI, DE BRUXELLES ET DE SAN FRANCISCO

O bien-aimé hiérarque Jean, tandis que tu vivais parmi nous, tu vis en vérité le futur comme s'il s'agissait du présent, les choses éloignées étaient proches pour toi et les coeurs et les esprits étaient comme les tiens propres. Nous savons qu'en cela tu étais illuminé par Dieu avec Qui tu fus toujours en communion mystique de prière et en Qui tu demeures éternellement à présent. Comme tu pouvais entendre les suppliques mentales de ton troupeau dispersé au loin avant même qu'il ne puisse te parler, ainsi, écoute maintenant nos prières, et portes-les auprès du Seigneur. Tu as été transféré à la vie sans fin, dans l'autre monde et pourtant tu n'es pas loin de nous en vérité, car le ciel nous est plus proche que nos propres âmes. Montre envers nous qui sommes effrayés et seuls, la même compassion que tu montras un jour aux orphelins tremblants. Donne-nous à nous qui sommes tombés dans le péché, la confusion et le désespoir, le même enseignement strict mais affectueux que tu donnas jadis à ton troupeau élu. En toi nous voyons la ressemblance vivante de notre Créateur, l'esprit vivant de l'Evangile et le fondement de notre foi. Dans la vie pure que tu menas à notre époque pécheresse, nous voyons un modèle de vertu, une source d'enseignement et d'inspiration. Considérant la grâce qui te fus
accordée, nous savons que Dieu n'a pas abandonné Son peuple. C'est plutôt nous qui nous sommes séparés de Lui et nous devons retrouver la ressemblance de la Divinité comme tu le fis toi-même. Par ton intercession, ô bienheureux, accorde-nous d'accroître notre effort pour cheminer vers la céleste patrie, établissant nos penchants vers les choses d'En-Haut, oeuvrant dans la prière et la rectitude, combattant enfin les attaques de notre nature déchue. Invoque pour nous la miséricorde de Dieu, afin que nous nous joignions à toi un jour dans Son royaume. Car notre plus profond désir est de vivre à jamais avec Lui, avec le Père et le Fils et le Saint Esprit, maintenant et toujours et dans les siècles des siècles. Amen


d'après l'Hymne Acathiste composée par le bienheureux hiéromoine Séraphin Rose (+ 1982)


 TROPAIRE DE SAINT JEAN MAXIMOVITCH DE SHANGAI, BRUXELLES ET SAN FRANCISCO, Ton 5
Comme un soleil spirituel dans le ciel du firmament, tu as éclairé le monde entier et tu as illuminé les âmes des hommes. C'est pourquoi ton nom est glorifié à l'Orient et à l'Occident, car tu brilles de la grâce du Soleil de Justice, ô Jean notre pasteur bien-aimé. Aussi ne cesse pas de supplier le Christ afin qu'il ait pitié de nos âmes.

KONDAKION, ton 8
A toi, le pasteur et le protecteur d'une immense multitude d'orphelins sans abri, de veuves, de pauvres et d'affligés, nous offrons des hymnes iour et de reconnaissance. Mais comme un hiérarque empli de la grâce et du zèle de la piété, tu nous sauves des ennemis de la Vérité Apostolique, car nous nous écrions vers toi :
Réjouis-toi, ô Jean grand thaumaturge
.


 http://stranitchka.pagesperso-orange.fr/VO20/office_St_Jean_Chg.html

 
PRIÈRE
"O Seigneur Jésus-Christ, Qui a appelé le simple et l'humble à porter la lumière de l'Évangile au monde; et dans ces jours qui sont les derniers, a suscité Ton saint serviteur saint Jean (Maximovitch) pour encourager et bénir la mission et le ministère de l'Orthodoxie en Occident, répand Ta sagesse et Ta grâce sur ceux qui cherchent à répandre la Parole de Ta Vérité en apportant une vision plus large de la Foi et de la mission Orthodoxe; que l'Occident puisse se relever de son apostasie et de ses profondes divisions, et que ses anciens rites soient restaurés dans leur plénitude pour Ta sainte Église Orthodoxe. Ouvre les esprits et les coeurs de tous les peuples et hiérarques Orthodoxes, afin que les efforts de saint Jean puissent porter du fruit et que Ton Église puisse être une. Voici la demande que nous T'adressons, Seigneur Jésus-Christ, Qui vit et règne avec le Père et le Saint-Esprit, Dieu Un, pour les siècles des siècles. Amen."


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