sabato 1 dicembre 2018

DOMENICA «DEL CIECO DI GERICO Dal trattato «Esortazione ai pagani» di Clemente Alessandrino


«I comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi» (Sal 18,9). Ricevi Cristo, ricevi la vista, ricevi la luce per conoscere a un tempo Dio e l'uomo. È più desiderabile il Verbo dal quale siamo illuminati «dell'oro, di molto oro fino; più dolce del miele e di un favo stillante» (Sal 18,11).
E come potrebbe non essere desiderabile, dal momento che ha portato verso la luce la mente avvolta dalle tenebre e ha reso più luminosi e più acuti gli occhi dell'anima? Se non ci fosse il sole, la notte sarebbe diffusa dovunque nonostante tutte le stelle; così, se non avessimo conosciuto il Verbo e non fossimo stati da lui illuminati, saremmo come galline nutrite al buio per poi subire la morte. Apriamoci dunque alla luce per possedere Dio. Accogliamo la luce per diventare discepoli del Signore. Egli infatti lo ha promesso al Padre: «Annunzierò il tuo nome ai miei fratellini loderò in mezzo all'assemblea» (Sal 21,23). Esaltalo, e poi parlami di Dio tuo Padre: le tue parole apportano salvezza. Il tuo cantico mi insegnerà che nel cercare Dio, finora sono andato errando.Quando invece sei tu, o Signore, a condurmi alla luce e per tuo mezzo trovo Dio da te accolgo il Padre, divento tuo coerede, perché non ti sei vergognato di chiamarmi fratello (cfr. Eb 2,11).Guardiamoci dal dimenticare la verità, allontaniamo da noi l'ignoranza e, dissipate le tenebre che offuscano come nube i nostri occhi, contempliamo il vero Dio, elevando per prima cosa verso di lui questa acclamazione: Salve, o luce! Infatti, a noi che eravamo sepolti nelle tenebre e avvolti nell'ombra della morte, è apparsa la luce dal cielo, più pura del sole e più gioiosa di questa vita. Questa luce è la vita eterna e di essa vivono tutte le cose che ne partecipano. Invece la notte fugge la luce e, nascondendosi timorosa, ha ceduto il posto al giorno del Signore. Si è diffusa dappertutto quella luce che non può spegnersi e il tramonto ha dato luogo all'aurora. Questo significa la nuova creazione. Infatti il Sole di giustizia, che sovrasta nel suo corso tutte le cose, illumina senza distinzioni tutto il genere umano, seguendo l'esempio del Padre suo che fa risplendere il sole su tutti gli uomini e li irrora con la rugiada della verità. Egli ha accostato l'occaso all'oriente, e ha crocifisso la morte trasformandola in vita.
Divino agricoltore, ha agganciato al cielo l'uomo strappato alla morte, trasformando con audacia il corruttibile nell'incorruttibile, il terrestre in celeste. Ha portato la buona novella eccitando i popoli al bene, richiamando alla memoria le norme del vivere onesto, donandoci un'eredità divina e immensa che nessuno può strapparci. Con una dottrina celeste ha santificato l'uomo deponendo la legge nella sua mente e scrivendola nel suo cuore (cfr. Ger 31,33). Di quale legge intende parlare? «Tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore, poiché io perdonerò le loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato» (Ger 31 , 34).
Accogliamo le leggi della vita, obbediamo all'invito di Dio. Accogliamolo perché ci sia propizio. Offriamogli, anche se non ne ha bisogno, un animo ben disposto come gradita ricompensa per la sua dimora. A Dio, per la cui benevolenza qui abitiamo, devozione e amore.