venerdì 8 dicembre 2017

«ORATIO IUDICIBUS APTISSIMA- Preghiera di inizio di tutte le riunioni sinodali ecclesiali per ogni livello congregazionale e in ogni ambito. nell'ordo visigotico della fine del VII secolo. Da parecchi studiosi, ma senza prove decisive, come autore viene indicato Isidoro di Siviglia.





BASILICA DE SAN ISIDORO


Adsumus, Domine Sancte Spiritus,
peccati quidem immanitate detenti,
sed in nomine tuo specialiter aggregati:
veni ad nos, adesto nobis;
dignare illabi cordibus nostris:
doce nos, quid agamus;
quo gradiamur ostende;
quid efficiamus, operare.
Esto solus et suggestor,
et effector judiciorum nostrorum,
qui solus cum Deo Patre, et ejus Filio
nomen possides gloriosum:
non nos patiaris perturbatores esse justitiae,
qui summe diligis aequitatem;
ut sinistrum nos non ignorantiae trahat;
non favor inflectat;
non acceptio muneris,
vel personae corrumpat:
sed junge nos tibi efficaciter
solius tuae gratiae dono,
ut simus in te unum,
et in nullo deviemus a vero;
quatenus in nomine tuo collecti,
sic in cunctis teneamus
cum moderamine pietatis justititiam,
ut hic a te in nullo
dissentiat sententia nostra,
et in futuro pro bene gestis
consequamur praemia sempiterna. Amen


 Fonte: MANSI, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, vol. 1 (Firenze, 1759), coll. 10



Siamo qui, Signore Spirito Santo, trattenuti dall'enormità del nostro peccato, ma riuniti in maniera speciale nel tuo nome: vieni, renditi tu presente a noi; degnati di penetrare nei nostri cuori; insegnaci cosa fare; mostra dove incamminarci; opera tu ciò che dobbiamo fare. Sii tu solo l'ispiratore e l'autore dei nostri giudizi, tu che solo, con il Padre e il Figlio suo, possiedi il nome glorioso: tu che ami tanto l'equità, non lasciare che turbiamo la giustizia; il peccato non ci porti all'ignoranza; l'umana simpatia non ci pieghi; non ci corrompa la preferenza per l'ufficio o le persone; ma legaci a te efficacemente con il dono della sola grazia tua, perché siamo una sola cosa in te, e in nulla ci discostiamo dalla verità; e così raccolti nel tuo nome, in tutto possiamo custodire la giustizia moderata con la pietà, perché adesso, in nessuna nostra decisione, noi sentiamo diversamente da te, e nel futuro possiamo conseguire il premio eterno per il bene operato. Amen.

giovedì 7 dicembre 2017

Dal De paenitentia di Santo Ambrogio-provare compassione

Dal De paenitentia di Santo Ambrogio-provare compassione

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De paenitentia II,8,67.73 passim)
 
Che debbo fare perché tu dica di me:Sono rimessi i suoi molti peccati, perché ha molto amato?
Confesso che il mio debito è più grande e che a me è stato rimesso dipiù, perché sono stato chiamato all’episcopato dal frastuono delle liti del foro e dal temuto potere della
pubblica amministrazione... Conserva, o Signore, la tua grazia, custodisci il dono che mi hai fatto nonostante le mie resistenze... Non permettere che si perda, ora che è vescovo, colui che quando era perduto hai chiamato all’episcopato, e concedimi anzitutto di essere capace di condividere con intima partecipazione il dolore dei peccatori...ogni  volta che si tratta del peccato di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimproverarlo altezzosamente ,ma di gemere e piangere,così che mentre piango su un altro,io pianga me stesso

martedì 28 novembre 2017

Quaresima verso la Nascita in carne di Gesù Cristo Dio Teantropo e Salvatore- una meditazione di Abbà Giovanni Nano

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Icona SanGIOVANNI Kolobos e ARSENIO Il Grande
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Disse anche [abba Giovanni Nano]: “Ai tuoi occhi siano tutti grandi e non umiliare chi è meno colto di te. Non pretendere il rispetto da nessuno ma con tutti sii umile e non adirarti di colui che ti tratta con superbia perché conosce poco; infatti è per la poca conoscenza che il fratello si insuperbisce contro suo fratello. Sii mansueto e dolce, non ritardare di compiere ciò che ti viene comandato di compiere. Sii obbediente in tutto affinché molti ti amino. Detesta il mondo affinché tu sia un eletto per Dio. Sii piccolo tra la gente affinché sia virtuoso agli occhi del tuo Signore. Sii affabile affinché scenda su di te la grazia di Dio. Sii come un figlio tra i tuoi fratelli affinché ti amino tutti. Tra i tuoi occhi non ci sia niente di desiderato affinché tu possa vedere Dio. Rattristati per quelli che periscono. Sii misericordioso con chi è ribelle. Soffri con chi soffre, prega per chi sbaglia. Considerati inferiore a tutti. Abita tra i tuoi fratelli come un morto privo di ogni ira. Dall’ira, infatti, viene il peccato.

Preferisci la veglia alle opere, insieme al digiuno. La veglia, infatti, illumina la mente e diminuisce i sogni. Il digiuno, invece, umilia il corpo e aiuta più di tutte le opere. Adoperati nella lettura delle Scritture per imparare a stare con Dio. Non scegliere di stancarti soltanto fisicamente mentre la tua mente è persa nelle vanità perché non ti è richiesto solo questo. Invece, mescola la tua regola spirituale con misura: un’ora di lettura, un’ora di preghiera e un’ora di lavoro. Il Signore non vuole solo che tu stia in piedi fisicamente ma vuole un pensiero sapiente che sappia come camminare verso la perfezione.

Sii servo e libero: servo della volontà del tuo Signore e libero, vale a dire non adorare alcuna cosa che riguarda la vanagloria, anche essere sottomesso soltanto a una passione. Sciogliti dei lacci della schiavitù e tieniti stretto alla libertà con la quale Cristo ti ha liberato. Acquista la libertà del mondo nuovo. Non inventarti leggi per non essere loro schiavo, ma sii libero. Non attaccarti a niente perché sei un essere creato sottoposto a cambiamento. Se non sei libero non potrai lavorare per Cristo. Nella tua regola spirituale, sii assennato”.

abba Giovanni Nano

detto n. 247 del Bustan al-Ruhban (collezione copto-araba degli Apophtegmata patrum),
ed. Monastero di San Macario

sabato 18 novembre 2017

S. Basilio, vescovo di Cesarea, (329-379): Omelie contro l'avidità-Domenica IX di Luca la parabola del ricco stolto-

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Come chi vaneggia non vede oggetti reali, ma il frutto delle sue passioni, così la tua anima, ossessa dal demone dell’oro, vede solo e ovunque oro e argento. Preferisci vedere l’oro che il sole; vorresti che tutto si tramutasse in oro, e ogni tuo pensiero, e ogni tuo affetto è orientato a esso. Cosa non escogiti e non intraprendi per l’oro? Il frumento diventa per te oro, il vino si trasforma in oro, la lana la muti in oro; ogni occupazione, ogni affare ti procura oro. L’oro produce se stesso, perché si accresce con l’usura. Eppure non sarai mai sazio e le tue brame non cesseranno mai. Ai bambini golosi ordiniamo spesso di non saziarsi con le loro leccornie, perché l’uso smoderato non rechi loro la nausea. Ma per chi è avido di ricchezze ciò non avviene mai: più ne riceve, più ne brama. Se la ricchezza affluisce, non attaccarci il cuore (Sal 61,11). Tu invece imprigioni questo flusso, e sbarri le uscite. Esso diventa come il mare, che fa poi? Fracassa gli sbarramenti e, pieno da traboccare, distrugge i granai del ricco, ne abbatte al suolo i magazzini. Egli ne costruirà di più grandi? Non è certo neppure che egli non debba lasciarne i resti abbattuti al suo erede; presto infatti può essere rapito, prima ancora che i nuovi granai siano costruiti, secondo i suoi avidi progetti. Il ricco ha trovato la fine che corrisponde al suo animo perverso Ma voi, se mi seguite, aprirete tutte le porte dei vostri magazzini e baderete che la ricchezza ne esca il più possibile. Un gran fiume si riversa, in mille canali, sul terreno fertile: così per mille vie tu fa’ giungere la ricchezza nelle abitazioni dei poveri. Come una fontana dà acqua sempre più pura se da essa si attinge, mentre l’acqua imputridisce se non la si usa, così è la ricchezza che giace inutile; ma se si muove e corre, diventa fruttuosa, utile alla comunità. Che lode a te si innalza da parte di quelli che soccorri, una lode che tu neppure sospetti! E che lode avrai dal giusto giudice, di cui non puoi dubitare! 

La teologia dei Padri, III, a c. di G. Mura, Roma 1975, p. 24

venerdì 10 novembre 2017

Teodoro Studita, dalla Piccola catechesi 52 A Maria



 Teodoro Studita



Teodoro Studita, dalla Piccola catechesi 52
A Maria
 
 
A Maria

Ave, o nube luminosa,
che nel deserto della vita
adombri il nuovo Israele
mediante la tua intercessione.
Grazie a te, vengono uditi
decreti di grazia
e da te è venuto
il Sole di giustizia
che tutto illumina
con i raggi dell'incorruttibilità.
Ave, o candelabro,
vaso aureo e solido della verginità,
il cui stoppino
è la grazia dello Spirito
e il cui olio è quel corpo santo
preso dalla tua carne illibata.
Da essa è nato Cristo,
luce che non conosce tramonto.
A coloro che siedono nell'oscurità
e nell'ombra della morte,
tu hai acceso
una luce di vita eterna.
Ave, o piena di grazia,
creatura e nome
spiritualmente più ricco
di ogni gaudio.
Da te è venuto al mondo Cristo,
gioia immortale e medicina
per la tristezza di Adamo.
Ave, o città risonante
del Grande Sovrano.
In te si apre la reggia dei cieli
e vivono nella gioia i terrestri
che vi sono iscritti come cittadini
 
 
Per una presentazione orante e catechetica di San Teodoro Studita  faccio riferimento(senza problema alcuno) alla meditazione
di un odierno ieromonaco eremita di città datata  27 maggio 2009.
 
 https://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20090527.html
 

domenica 5 novembre 2017

La Divina Liturgia nelle varie tradizioni cristiane.Il Prefazio parte IV





Evangelista Matteo con manto azzurro. L’immagine è tratta dall’Evangeliario di Saint-Médard de Soissons, IX secolo. © Bibliothèque nationale de France, Département des Manuscrits, Latin 8850, folio 17v 

la Liturgia Mozarabe

Es digno y justo, equitativo y saludable que te consagremos siempre alabanzas y acciones
de gracias a Ti, Señor, Padre eterno, Dios omnipotente, Divinidad única, Trinitaria
Majestad, inseperable en las Personas, Dios único y no solitario, unidad triple, trinidad
simple, sabiduría múltiple, unión inconfusa, distincion indivisa. A quien confesamos
sustancialmente Padre, Hijo, y Espiritu Santo. Tú que eres reconocido en uno solo trino y
confesado trino en uno sólo. A quien alaban los Angeles y Arcangeles con una sola voz
proclamando:


Coro: Santo, Santo, Santo, Señor Dios del Universo.
Llenos están los cielos y la tierra de tu majestad gloriosa.
¡Hosanna al Hijo de David!
Bendito el que viene en nombre del Señor. ¡Hosanna en el
cielo!





Divina Liturgia
Del Nostro padre fra i santi
Gregorio
Papa di Roma, Patriarca d’Occidente
E’ veramente cosa buona e giusta, nostra gioia e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a Te, Dio Padre, Onnipotente ed Eterno.  Con l’Unigenito Figlio Tuo e con lo Spirito Santo sei un Dio solo, sei il Solo Signore. Non nella singolarità di una sola persona, ma nella Trinità una sola sostanza. Ciò è infatti per tua rivelazione, noi crediamo alla tua gloria: lo affermiamo anche, senza distinzione o differenza, del Figlio Tuo e dello Spirito Santo. Così che proclamando la Fede nell’unica ed eterna Divinità  noi adoriamo ad un tempo e distinguiamo le Persone e l’Unità della loro Natura, ma l’uguaglianza della loro Maestà, che gli Angeli e gli  Arcangeli esaltano, e con  loro i cherubini e i serafini cui ci uniamo umilmente sempre cantano in ogni momento l’inno della gloria del Tuo Nome: … I concelebranti si in inginocchiano.
Coro e Sacerdote: Santo, Santo, Santo, il Signore, Dio degli Eserciti: il Cielo e la Terra sono pieni della Tua gloria. Osanna nell’alto dei Cieli, Benedetto colui che viene nel nome del Signore; Osanna negli Eccelsi.


Dal testo in lingua spagnola della Divina Liturgia di San Dionigi di Francia 





SACERDOTE: Pensamientos, almas y corazones de todos estén en este momento
elevados al alto, donde Cristo Reina en la Gloria del Padre.

TODOS: Ya los elevamos a Él en la Gloria del Padre.

SACERDOTE: Demos gracias a Dios.

TODOS: Es digno y justo.

SACERDOTE: Es digo y justo alabarte Dios Uno y Trino: Padre, Hijo y
Espíritu Santo, junto a las huestes celestiales y a todas las criaturas visibles
e invisibles, clamando y cantando (o diciendo):

(INCENSANDO EL ALTAR - TRES VECES)

TODOS: (Suenan las campanillas)

Santo, Santo, Santo.
Es el Dios del Universo,
el Cielo y la Tierra proclaman Tu Gloria
Hosanna en las alturas,
Bendito es el que vino y todavía viene,
en nombre del Padre
Hosanna en las alturas.





venerdì 3 novembre 2017

La Divina Liturgia nelle varie tradizioni cristiane.Il Prefazio parte III


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Divina Liturgia secondo l'uso della Chiesa di Sarum/THE MASS ACCORDING TO THE USE OF SARUM.

 S.It is meet and right, true and just that we should always and everywhere give thanks to thee, O holy Lord, Father Almighty, Eternal God, through Christ our Lord. Through whom angels praise thy Majesty, Principalities adore, Powers tremble. The heavens, and heavenly virtues, and blessed seraphim with united exultation praise thee. With whom we pray that we may be admitted to join our humble voices, in suppliant confession, saying:
 

Popolo :Holy, holy, holy, is the Lord God of Hosts. Heaven and earth are full of thy glory. Hosanna in the highest. Blessed is he who cometh in the name of the Lord. Hosanna in the highest.


ORDINARIUM MISSAE IUXTA RITUM SANCTAE ECCLESIAE MEDIOLANSIS MCMLIV.
 + Alafridus Hildephonsus Schuster Card. Archiepiscopus

Praefationes Communes Praefatio n 4 


S.Vere quia dignum et justum est,
æquum et salutare, nos tibi semper hic, et ubique gratias agere, Domine sancte, Pater omnipotens, æterne Deus:Unde profusis gaudiis totus in orbe terrarum mundus exultat: sed et supernæ Virtutes, atque angelicæ concinunt Potestates, hymnum gloriæ tuæ perpetim sine !ine dicentes


Popolo :Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt cæli, et terra gloria tua. Hosanna n excelsis.Benedictus, qui venit in nomine Domini. Hosanna in excelsis.



Dal Messale della Divina Liturgia della Chiesa Siro-Ortodossa di Antiochia, Traduzione di I. Unal, Introduzione di E. R. Galbiati, Milano 1999. 

 

S. Colui che glorificano le schiere celesti visibili e invisibili il sole e la luna, tutti gli astri, la terra, i mari, i primogeniti i cui nomi sono scritti nella Gerusalemme celeste, gli angeli, gli arcangeli, i principati, le potestà, i troni, le dominazioni, le virtù (dei cieli), i Cherubini dai molti occhi e i Serafini dalle sei ali, che si coprono i volti e i piedi e volano l'uno verso l'altro mentre proclamano la tua santità, gridando e dicendo: Santo.
POPOLO: Santo, Santo, Santo, Dio onnipotente, il cielo e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli, Benedetto colui che è venuto e verrà nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

 

 

 

giovedì 2 novembre 2017

La Divina Liturgia nelle tradizioni delle chiese cristiane: Il Prefazio Parte II

  http://www1.unipa.it/oadi/oadiriv/wp-content/uploads/2017/06/gui01.jpg

Divina Liturgia detta di San Pietro (in disuso da secoli)

a cura dell'Archimandrita Antonio Scordino di venerata memoria

http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=2604:divina-liturgia-detta-di-san-pietro&catid=189:grande-efcolojio&lang=it

 

Il sacerdote, a mani levate:
S   E’ degno e giusto renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno. Tu hai creato il mondo nella varietà dei suoi elementi, e hai disposto l’avvicendarsi dei tempi e delle stagioni. All’uomo, fatto a tua immagine, hai affidato le meraviglie dell’universo, perché, fedele interprete dei tuoi disegni, eserciti il tuo dominio su ogni creatura e nelle tue opere glorifichi te, creatore e Padre, per Cristo nostro Signore. E noi,
con tutti gli angeli del cielo, innalziamo a te il nostro canto e proclamiamo insieme la tua gloria:
T   Santo, Santo, Santo, il Signore dell’universo: il cielo e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.


ORDO MISSÆ SECUNDUM RITUM GALLICANUM ANTIQUISSIMUM a sancto Germano episcopo descriptur et sancto Iohanne  Dionysiano episcopo restitutum

S: Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et
ubique gratias agere, Domine sancte, Pater omnipotens, æterne
ineffabile inenarrabile, invise et immutabile Deus, per Christum Dominum nostrum. Per quem gloriam tuam laudant angeli, adorantdominationes, tremunt potestates. Cœli cœlorumque virtutes ac beata seraphim socia exultatione concelebrant. Cum quibus et nostras voces, ut iubeas deprecamur, supplici confessione dicentes 
Omnes: Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt cœli eterna  gloria tua, Osanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini, Osanna in excelsis
 
Cél. Il est vraiment digne et juste, équitable et salutaire, de Te rendre grâ­ces en tout temps et en tous lieux, Seigneur saint, Père tout-puissant, Dieu éternel, ineffable, indescriptible, invisible et immuable, par le Christ notre Seigneur...

C'est par Lui que les anges louent ta Gloire, que les dominations T'adorent, que les puissances se prosternent en tremblant. Les cieux, les vertus des cieux et les bienheureux séraphins s'associent à leur exul­tation et concélèbrent avec eux. Daigne ordonner, nous T'en supplions, que nos voix confessantes puissent se mêler aux leurs en disant :


Ts Saint, Saint, Saint, le Seigneur Dieu Sabaoth. Les Cieux et et la Terre sont remplis de ta Gloire. Hosanna au plus haut des Cieux. ? Béni soit Celui qui vient au nom du Seigneur.

Hosanna au plus haut des Cieux !
Dal Messale Romano edizione del 1962 (nell' ultima stesura del Missale Romanum,pubblicata con l'autorità di Papa Giovanni XXIII nel 1962 e utilizzata durante il Concilio Vaticano II per come previsto  dal motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI) 


S: Vere dignum et iustum est, æquum et salutare, nos tibi semper et
ubique gratias agere, Domine sancte, Pater omnipotens, æterne
ineffabile inenarrabile, invise et immutabile Deus, per Christum Dominum nostrum. Per quem maiestatem  tuam laudant angeli, adorantdominationes, tremunt potestates. Cœli cœlorumque virtutes ac beata seraphim socia exultatione concelebrant. Cum quibus et nostras voces, ut iubeas deprecamur, supplici confessione dicentes 
Omnes: Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth. Pleni sunt cœli eterna  gloria tua, Osanna in excelsis. Benedictus qui venit in nomine Domini, Osanna in excelsis


LITURGIE selon le MISSEL de LORRHA-STOWE

 
Prêtre: Il est digne et juste, légitime et salutaire pour nous, ici et maintenant, toujours et partout, de Te rendre grâces par Jésus-Christ, notre Seigneur. Tu es le Dieu saint, tout-puissant et éternel. Toi, O Dieu, Tu es, avec Ton Fils unique et avec le Saint-Esprit, le Dieu unique et immortel, le Dieu impérissable et qui ne peut changer, le Dieu invisible et fidèle, le Dieu merveilleux et digne de louange, le Dieu vénérable et puissant, le Dieu très haut et magnifique, le Dieu vivant et véritable, le Dieu plein de sagesse et tout-puissant, le Dieu saint et incomparable, le Dieu grand et bon, le Dieu redoutable et pacifique, le Dieu de toute beauté et de toute perfection, le Dieu pur et doux, le Dieu béni et juste, le créateur et saint, Qui es Dieu, non en une personne mais en une Trinité consubstantielle. En Toi nous croyons, nous Te bénissons, nous louons Ton Nom dans l'éternité et pour les siècles des siècles. Car c'est Toi qui as sauvé le monde. Tu es la vie des hommes, Tu es la résurrection des morts.
 Les anges louent ta majesté, les dominations T'adorent, les forces des cieux sont saisies de crainte et, ensemble avec les puissances célestes, les bienheureux séraphins Te glorifient. A leurs chants, nous Te supplions de laisser se joindre nos voix, afin que nous disions et confessions: 
 
Peuple: Saint, Saint, Saint, le Seigneur Sabaoth. Le ciel et la terre sont remplis de ta gloire. Hosanna au plus haut des cieux. Béni soit Celui qui vient au nom du Seigneur. Hosanna au plus haut des cieux.

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mercoledì 1 novembre 2017

La Divina Liturgia nelle tradizioni delle chiese cristiane: Il Prefazio Parte I



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Nella Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo 

S. Degno e giusto è cantarti, benedirti, lodarti, renderti grazie e adorarti in ogni luogo del tuo dominio. Tu infatti sei Dio ineffabile, inconoscibile, invisibile, inattingibile; sempre esistente, sempre uguale, tu, e il Figlio tuo unigenito, e il tuo Spirito santo. Tu ci hai tratto dal non essere all'essere e, caduti, ci hai ristabilito, e non hai mancato di far di tutto fino a ricondurci al cielo ed elargirci il tuo regno venturo. Per tutto questo noi rendiamo grazie a te, e al Figlio tuo unigenito, e al tuo Spirito santo, per tutto ciò che sappiamo e che non sappiamo, per i benefici manifesti e quelli immanifesti operati per noi. Ti rendiamo grazie anche per questo servizio che hai voluto accettare dalle nostre mani, anche se stanno davanti a te migliaia di arcangeli e miriadi di angeli, i cherubini e serafini dalle sei ali e dai molti occhi, innalzandosi, alati,
S. Cantando, esclamando, gridando l'inno trionfale e dicendo:
C. Santo, santo, santo, il Signore Sabaoth; pieno è il cielo e la terra della tua gloria. Osanna negli eccelsi. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna negli eccelsi.

Nella Divina Liturgia di San Basilio

S. Esistente, Signore, Dio Padre onnipotente e adorato, degno è davvero, giusto e congruo alla magnificenza della tua santità lodare, cantare, benedire, adorare, render grazie, glorificare in te l’unico Dio realmente esistente, e offrirti con cuore contrito e spirito di umiltà questo nostro culto razionale, poiché sei tu che ci fai grazia di conoscere la tua verità. E chi è in grado di riferire le tue opere potenti, far udire tutte le tue lodi e narrare tutte le tue meraviglie in ogni istante? O Sovrano dell’universo, Signore di cielo e terra e di ogni creatura percepita e non percepita, tu che siedi sul trono di gloria e guardi sugli abissi, eterno, invisibile, incomprensibile, incircoscritto, tu sei il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, gran Dio e Salvatore, speranza nostra; egli è immagine della tua bontà, sigillo pari al modello, e in se stesso rivela te, il Padre; è verbo vivente, Dio vero, sapienza da prima dei secoli; è vita, santificazione, potenza, luce vera; da lui lo Spirito santo si è manifestato Spirito della verità, carisma dell’adozione, pegno della futura eredità, primizia dei beni eterni, forza vivifica, fonte della santità; ogni creatura razionale e intelligente, ricevendo da lui vigore, ti serve e ti innalza il perpetuo canto di gloria, poiché tutte le cose ti sono servitrici. Te infatti lodano gli angeli, gli arcangeli, i troni, le dominazioni, i principati, le virtù, le potenze e i cherubini dai molti occhi. Te assistono tutt’intorno i serafini, sei ali l’uno e sei ali l’altro: con due coprono il volto, con due i piedi e con due volano; gridano l’uno e all’altro con labbra inesauste e con canti di gloria mai silenti.
 
 
S. Cantando, esclamando, gridando l’inno trionfale e dicendo:
C. Santo, santo, santo, il Signore Sabaoth; pieno è il cielo e la terra della tua gloria. Osanna negli eccelsi. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna negli eccelsi.


Nella Divina Liturgia di San Giacomo 

S. E' veramente degno e giusto, conveniente e dovuto, lodare Te, inneggiare a Te, benedire Te, adorare Te, rendere grazie a Te, Creatore di tutte le creature visibili e invisibili, tesoro dei beni eterni, fonte di vita e di immortalità, Signore e Dio di tutte le cose; Te cantano i cieli dei cieli e le loro schiere, il sole, la luna e tutto il coro delle stelle, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi. Gerusalemme, l'assemblea celeste,e chiesa dei primogeniti scritti nei cieli, gli spiriti dei giusti e dei Profeti, le anime dei Martiri e degli Apostoli; gli Angeli, gli Arcangeli, i Troni, le Dominazioni, i Principati, le Potestà, le Virtù terribili, i Cherubini dai numerosi occhi, i Serafini dalle sei ali, che con due ali coprono i loro volti, con due i piedi e con due sì librano gridando l'un l'altro con labbra inesauste le lodi interminabili.  
A voce alta: SACERDOTE: L'inno trionfale delle tua gloria meravigliosa a gran voce cantano, esclamano, lodano, gridano e dicono: POPOLO:Santo, santo, santo, il Signore Sabaoth; pieno è il cielo e la terra della tua gloria. Osanna negli eccelsi. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna negli eccelsi.


Nella Divina Liturgia di San Marco  (L’antichissima anafora alessandrina attribuita all’evangelista Marco fu certamente usata dagli ortodossi romani in Sicilia e nel resto della Grande Grecia, ancora in tarda età.)


 [E’ veramente degno e giusto, nostro dovere e utile alle anime nostre, rendere lode a te, unico vero Sovrano, Signore Dio, Padre onnipotente, inneggiare a te, renderti grazie, proclamare i tuoi prodigi, notte e giorno, con bocca che non si stanca, con labbra che non sanno tacere, con un cuore che non si appaga. Tu hai creato il cielo e tutto ciò che si trova nel cielo, la terra e quanto si trova sulla terra, i mari, le sorgenti, i fiumi, i laghi e quanto si trova in essi. Tu hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza e l’hai messo in possesso del paradiso delle delizie. Quando egli ha disubbidito alla tua volontà, tu non lo hai disprezzato, o Buono, non l’hai abbandonato, ma lo hai richiamato con la Legge, lo hai istruito per mezzo dei profeti, e infine lo hai riplasmato con questo tremendo, vivificante e celeste mistero, per mezzo della tua Sapienza, la vera luce, l’unigenito Figlio, Dio nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo. Per mezzo suo rendiamo grazie a te, assieme a lui e allo Spirito Santo, e offriamo questo culto spirituale e incruento. Te lo offrono, Signore, tutti i popoli, dall’oriente all’occidente, dal settentrione al mezzogiorno, perché grande è il tuo nome tra tutto le genti e in ogni luogo si offrono al tuo nome incenso, sacrificio puro e offerte. Noi ti preghiamo e ti supplichiamo, o Buono amico dagli uomini: ricordati della santa Chiesa, una, cattolica e apostolica, diffusa da un confine all’altro della terra; di tutti i popoli e del tuo gregge. Accorda a tutti i cuori la pace che viene dall’alto e donaci anche la grazia e la pace nel corso di questa vita. Regola nella pace la nostra Nazione, il Governo, l’Esercito, chi ci sta accanto e ogni nostra azione. Re della pace, da’ a noi la tua pace; sii nostro padrone nella concordia e nella carità: noi non conosciamo altro Dio al di fuori di te, il tuo nome invochiamo. Da’ vita alle nostre anime, perché su di noi e su tutto il tuo popolo non prevalga la morte del peccato. Nella tua misericordia e compassiono visita e guarisci i nostri malati, allontana da loro e da noi ogni morbo, malattia o debolezza. Fa’ alzare dal letto chi vi giace ormai da tempo e guarisci chi è tormentato da impuri spiriti. Abbi pietà e libera tutti i carcerati, i condannati ai lavori forzati, gli esiliati, gli imputati e tutti quelli che sono afflitti da amara servitù o debiti. Tu infatti sei il nostro Dio; tu che spezzi le catene, rialzi gli abbattuti, speranza dei disperati, aiuto degli abbandonati, risurrezione dei caduti, porto dei naufraghi, vendicatore dei perseguitati. A tutti i cristiani afflitti e tribolati concedi misericordia, remissione e sollievo. Medico delle anime e dei corpi nostri, cura le nostre malattie dell’anima e le infermità corporali. Tu che vegli sull’umanità, visitaci e guariscici per l’opera della tua redenzione. Guida in ogni viaggio per mare, sui fiumi, per terra, i nostri fratelli che stanno per partire o che sono già in viaggio; guidali a destinazione sicura, fatti loro compagno di viaggio e fa’ che possano tornare ai loro cari con gioia e anche essi pieni di salute. Conserva anche il cammino di questa nostra vita tranquillo e immune di ogni danno. Invia una pioggia benefica dove ne manca e ne è bisogno: rallegra e rinnova la faccia della terra con la sua caduta, affinché il suo scroscio rallegri ogni germe. Alza il livello dei fiumi sino a giusta misura, rinnova e rallegra con il loro scorrere la faccia della terra e irrigane i solchi, moltiplica i germogli. Benedici, Signore, i frutti della terra; conservali sani e intatti, siano anche per noi sementi ricchi di raccolto. Benedici, Signore, l’arco dell’anno nella tua bontà, per i poveri del tuo popolo, per la vedova e l’orfano, per gli stranieri e gli emigranti, per noi tutti che speriamo in te e invochiamo il tuo santo nome. Gli occhi di tutti sono rivolti verso di te e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu che nutri ogni vivente, riempi di gioia e allegria i nostri cuori in modo che, non mancando mai del necessario, possiamo abbondare in opere buone, in Cristo Gesù, nostro Signore. Re dei re, Signore dei signori, concedi ai nostri governanti cui hai affidato di reggere la terra, un governo pacifico, coraggioso e giusto; ispira nei loro cuori il bene per la tua santa Chiesa cattolica e apostolica e per tutto il popolo cristiano, affinché noi pure, in questa loro pace, trascorriamo piamente e degnamente una vita quieta e tranquilla. Dona riposo alle anime dei nostri padri e fratelli che si sono addormentati nella fede di Cristo, Signore Dio nostro, memore di coloro che ci hanno preceduto da secoli: progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, martiri, confessori, vescovi, santi giusti, e ogni anima giusta che ha perseverato sino alla fine.] In modo particolare ricordati, Signore, della tutta santa, purissima, più che benedetta, gloriosa Signora nostra e sempre vergine Maria.
T   Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, perché hai partorito il Salvatore delle anime nostre.
Mentre il diacono legge i dittici, il sacerdote continua:
S   [Sovrano Signore, Dio nostro, concedi riposo a tutti questi defunti nelle tende dei tuoi santi, nel tuo regno, e largisci loro i beni da te promessi, che occhio non ha mai visto, né orecchio mai sentito e in cuor d’uomo non sono mai entrati e che tu, o Dio, hai preparato per chi ama il tuo santo nome. Dona riposo alle loro anime, rendile degne del regno dei cieli, concedi a noi una morte cristiana benaccetta, senza peccato, e una parte di eredità assieme a tutti i tuoi santi. Accetta, o Dio, sul tuo santo altare, sovraceleste e spirituale, nell’alto dei cieli, per la mano del tuo santo arcangelo, le azioni di grazie, le offerte e i sacrifici di chi ti offre molto o poco, di nascosto o in pubblico, ma anche di chi vorrebbe, ma non possiede, e di chi oggi ha portato la sua offerta, come hai accettato i doni di Abele il giusto, il sacrificio di Abramo nostro padre, l’incenso di Zaccaria, l’elemosina di Cornelio e le due monetine della vedova. Accetta ciò che ti offrono in azione di grazie: essi ti offrono beni terreni: da’ loro beni celesti; essi ti offrono cose che si consumano: da’ loro beni eterni. Conserva il nostro santo vescovo N. che hai destinato a reggere la tua santa Chiesa cattolica e apostolica: conservalo in pace per molti anni perché possa esercitare il santo sacerdozio che gli hai affidato secondo la tua santa e beata volontà, dispensando con ortodossia la tua parola di verità. Ricordati di tutti gli ortodossi vescovi, sacerdoti, diaconi, ipodiaconi, lettori, cantori, monaci, monache, vedove e laici. Ricordati dalla pace e della sicurezza di Gerusalemme, la santa città di Gesù Cristo nostro Dio, della capitale, di questa città, di ogni città e  paese, e di chi vi abita con ortodossa fede cristiana. Ricordati, Signore, di ogni anima afflitta e tribolata che invoca l’aiuto e la misericordia divina, e riporta sulla retta via gli erranti. Ricordati, Signore, dei nostri fratelli in prigionia e concedi loro di aver la compassione di chi li tiene in prigione. Ricordati, Signore, nella tua misericordia e compassione, di noi tutti, peccatori e indegni tuoi servi e cancella i nostri peccati, o Dio buono e amico degli uomini. Ricordati anche di me, misero peccatore e indegno tuo servo e cancella i miei peccati, o Dio buono e amico degli uomini e sii presente in mezzo a noi che in questa liturgia celebriamo il tuo santo nome, e benedici le nostre assemblee. Estirpa dal mondo le radici dell’idolatria; poni sotto i nostri piedi Satana con le sue azioni e malvagità, umilia ancor oggi, Signore, come hai fatto un tempo, i nemici della tua Chiesa, rivela la loro superbia e fa’ loro presto capire la loro debolezza: rendi inutili le insidie, gli artifizi e le astuzie con le quali ci tentano. Svegliati, Signore: siano sconfitti e fuggano i tuoi nemici che odiano il tuo santo nome; invece al tuo popolo fedele che compie la tua volontà, da’ mille migliaia e diecimila migliaia di benedizioni. Libera i carcerati, da’ sollievo agli oppressi, sazia gli affamati, consola gli scoraggiati, riconduci gli erranti, illumina chi giace nelle tenebre, rialza i caduti, sostieni i vacillanti, sana i malati, o Buono, e dirigi tutti sulla strada della salvezza, radunali nel tuo santo ovile e liberaci dalla nostra sregolatezza, tu che sei nostro protettore e difensore in tutto. Tu sei al di sopra di ogni autorità e potenza, di ogni principato e dominazione; al di sopra di ogni nome che possa esistere non solo in questo mondo ma anche in quello futuro. Innanzi a te stanno centinaia e centinaia e infinite migliaia di santi angeli e le schiere degli arcangeli; davanti a te stanno i due venerabili esseri viventi, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali: con due si coprono il volto, con due i piedi, con due volano; gridano l’un l’altro con voce incessante inni divini che non tacciono mai, e cantano, acclamano, glorificano e gridano il tre volte santo inno della vittoria alla tua magnifica gloria.] Tutti proclamano la tua santità: ricevi anche la nostra santificazione, che uniti a loro cantiamo e diciamo:
T   Santo, santo, santo, il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della sua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.





sabato 28 ottobre 2017

La guarigione dell'emorroissa nella meditazione del nostro padre tra i Santi Pier Crisologo,vescovo di Ravenna



http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/allegati/37009/Sant_Apollinare.jpg
"La lettura evangelica di oggi compendia tutto ciò che concerne la speranza ed esclude ogni motivo di disperazione  ......In mezzo alla folla la donna si avvicinò senza essere notata, pensando dipoter strappare la guarigione soltanto con la fede, senza manifestare lo stato del proprio corpo. Si accostò alle spalle di Gesù, perché si giudicava indegna di essere vista. E in un istante la fede le donò quella guarigione che in dodici anni di sforzi tutta la scienza umana non era stata in grado di procurarle.  La donna toccò il mantello di Gesù e fu guarita, fu liberata dal suo male. Noi invece tocchiamo e riceviamo ogni giorno il corpo del Signore, ma le nostre ferite non guariscono. Se siamo deboli, non dobbiamo attribuirlo al Cristo, ma alla nostra mancanza di fede. Se infatti un giorno, passando per la strada, egli restituì la salute a una donna che si nascondeva, è evidente che oggi, dimorando in noi, egli può guarire le nostre ferite" S.Pietro Crisologo,Sermone 3) 



 

giovedì 19 ottobre 2017

Tu mi hai chiamato, Signore, a servire i tuoi discepoli Dalla «Dichiarazione di fede» di san Giovanni Damasceno, sacerdote.


Papiro P52 scritto in greco e paleograficamente  datato attorno all'anno 125 , è attualmente riconosciuto come il più antico documento riguardante Gesù che ci sia pervenuto. Contiene frammentariamente  Giovanni 18,31-33 nel recto (la presente immagine) e Giovanni 18,37-38   nel verso



Tu mi hai chiamato, Signore, a servire i tuoi discepoli  
Dalla «Dichiarazione di fede» di san Giovanni Damasceno, sacerdote.
 


Tu, Signore, mi hai tratto dai fianchi di mio padre; tu mi hai formato nel grembo di mia madre; tu mi hai portato alla luce, nudo bambino, perché le leggi della nostra natura obbediscono costantemente ai tuoi precetti. Tu hai preparato con la benedizione dello Spirito Santo la mia creazione e la mia esistenza, non secondo volontà d’uomo o desiderio della carne, ma secondo la tua ineffabile grazia. Hai preparato la mia nascita con una preparazione che trascende le leggi della nostra natura, mi hai tratto alla luce adottandomi come figlio, mi hai iscritto fra i discepoli della tua Chiesa Santa e immacolata.
Tu mi hai nutrito di latte spirituale, del latte delle tue divine parole. Mi hai sostentato con il solido cibo del Corpo di Gesù Cristo nostro Dio, Unigenito tuo santissimo, e mi hai inebriato con il calice divino del suo Sangue vivificante, che egli ha effuso per la salvezza di tutto il mondo.
Tutto questo, Signore, perché ci hai amati e hai scelto come vittima, in vece nostra, il tuo diletto Figlio unigenito per la nostra redenzione, ed egli accettò spontaneamente; senza resistere, anzi come uno che era destinato al sacrificio, quale agnello innocente si avviò alla morte da se stesso, perché, essendo Dio, si fece uomo e si sottomise, di propria volontà, facendosi
«obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fi12, 8).
E così, o Cristo mio Dio, tu hai umiliato te stesso per prendere sulle tue spalle me, pecorella smarrita, e farmi pascolare in pascolo verdeggiante e nutrirmi con le acque della retta dottrina per mezzo dei tuoi pastori, i quali, nutriti da te, han poi potuto pascere il tuo gregge eletto e nobile.
Ora, o Signore, tu mi hai chiamato per mezzo del tuo sacerdozio a servire i tuoi discepoli. Non so con quale disegno tu abbia fatto questo; tu solo lo sai. Tuttavia, Signore, alleggerisci il pesante fardello dei miei peccati, con i quali ho gravemente mancato; monda la mia mente e il mio cuore; guidami per la retta via come una lampada luminosa; dammi una parola franca quando apro la bocca; donami una lingua chiara e spedita per mezzo della lingua di fuoco del tuo Spirito e la tua presenza sempre mi assista.
Pascimi, o Signore, e pasci tu con me gli altri, perché il mio cuore non mi pieghi né a destra né a sinistra, ma il tuo Spirito buono mi indirizzi sulla retta via; perché le mie azioni siano secondo la tua volontà e lo siano veramente fino all’ultimo.

Tu poi, o nobile vertice di perfetta purità, nobilissima assemblea della Chiesa, che attendi aiuto da Dio; tu in cui abita Dio, accogli da noi la dottrina della fede immune da errore; con essa si rafforzi la Chiesa, come ci fu trasmesso dai Padri.

giovedì 12 ottobre 2017

Alla mensa del tuo dolcissimo convito di Sant’Ambrogio Ad mensam dulcíssimi convívii tui


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Alla mensa del tuo dolcissimo convito di Sant’Ambrogio
Ad mensam dulcíssimi convívii tui

Ad mensam dulcíssimi convívii tui, pie Dómine Iesu Christe, ego peccátor de própriis meis méritis nihil praesúmens, sed de tua confídens misericórdia et bonitáte, accédere véreor et contremísco.

Alla mensa del tuo dolcissimo convito, o buon Signore Gesù Cristo, io peccatore e privo di meriti, mi accosto pieno di vergogna e tremante, confidando solo nella tua misericordia e bontà

Nam cor et corpus hábeo multis crimínibus maculátum, mentem et linguam non caute custodítam.
Poiché ho il cuore e il corpo macchiati di molte colpe, e non ho ben custodito la mente e la lingua 

Ergo, o pia Déitas, o treménda maiéstas, ego miser, inter angústias deprehénsus, ad te fontem misericórdiae recúrro, ad te festíno sanándus, sub tuam protectiónem fúgio: et, quem iúdicem sustinére néqueo, salvatórem habére suspíro.
Per questo, o Santà Deità, o tremenda maestà, io misero stretto tra tante angustie ricorro a Te, fonte di misericordia, da Te mi affretto per essere sanato, mi rifugio sotto la tua protezione: e siccome non posso  sostenerti giudice, ti scongiuro d’essermi salvatore.  

Tibi, Dómine, plagas meas osténdo, tibi verecúndiam meam détego. Scio peccáta mea multa et magna, pro quíbus tímeo: spero in misericórdias tuas, quárum non est númerus. Réspice ergo in me óculis misericórdiae tuae, Dómine Iesu Christe, Rex aetérne, Deus et homo, crucifíxus propter hóminem.
A Te, o Signore, mostro le mie piaghe; a Te scopro la mia vergogna. Riconosco che i miei peccati sono molti e grandi, e per questo ho paura. Spero nella tua misericordia che non ha limiti. Guarda dunque con gli occhi della tua misericordia, verso di me, Signore Gesú Cristo, Re eterno, Dio e Uomo, che per l’uomo tu fosti crocifisso.

Exáudi me sperántem in te: miserére mei pleni misériis et peccátis, tu qui fontem miseratiónis numquam manáre cessábis. 
Esaudisci me che spero in Te: abbi pietà di me che sono pieno di miserie e di peccati, Tu che non cesserai mai di far scaturire la fonte della misericordia.
 
Salve, salutáris víctima, pro me et omni humáno génere in patíbulo crucis oblata. 
Salve, nóbilis et pretióse sánguis, de vulnéribus crucifíxi Dómini mei Iesu Christi prófluens, et peccáta totíus mundi ábluens. 
Salve, o vittima della Salvezza, offerta sul patibolo della croce per me e per tutto il genere umano. Salve, o nobile e prezioso Sangue, che sgorgando dalle ferite del Signore Gesù Cristo per me crocefisso, lavi i peccati di tutto il mondo
 
Recordáre, Dómine, creatúrae tuae, quam tuo sánguine redemísti. Poénitet me peccásse, cúpio emendáre quod feci. 
Aufer ergo a me, clementíssime Pater, omnes iniquitátes et peccáta mea; ut, purificátus mente et córpore, digne degustáre mérear Sancta sanctórum. 
Ricordati, o Signore, della tua creatura, che hai redento col tuo sangue. Mi pento di aver peccato, desidero rimediare a ciò che ho fatto. 
Togli dunque da me, o Padre clementissimo, tutte le mie iniquità e i miei peccati, affinchè, purificato nella mente e nel corpo, meriti di gustare degnamente il Santo dei Santi. 
 
Et concéde, ut haec sancta praelibátio córporis et sánguinis tuis, quam ego indígnus súmere inténdo, sit peccatórum meórum remíssio, sit delictórum perfécta purgátio, sit túrpium cogitatiónum effugátio ac bonórum sénsuum regenerátio, operúmque tibi placéntium salúbris efficácia, ánimae quoque et córporis contra inimicórum meórum insídias firmíssima tuítio. Amen.
E concedi che questa santa partecipazione al Corpo e al Sangue del tuo Figlio, che io indegno intendo ricevere, sia per il perdono dei miei peccati, sia per la perfetta purificazione delle mie colpe, sia fuga dei cattivi pensieri, rigenerazione dei buoni sentimenti, e salutare efficacia delle opere che sono a te gradite, nonché sicura difesa dell’anima e del corpo contro le insidie dei miei nemici. Amen.