giovedì 26 aprile 2018

Usi dei salmi dal Rituale di Durham

















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http://luceortodossamarcomannino.blogspot.it/2018/04/usi-dei-salmi-dal-rituale-di-durham.html


Secondo il Rituale Ecclesiae Dunelmensis, ovvero l'uso ecclesiastico della diocesi di Durham, composto nel X secolo, i salmi hanno una propria capacità spirituale. Questo insegnamento, promulgato da diversi santi (Pacomio, Antonio, Cassiodoro e più recentemente Sant'Arsenio di Cappadocia), intende che i salmi possono essere recitati con l'intento di ottenere una particolare grazia. Vediamo cosa propongono i santi Padri anglosassoni. NB: i salmi sono secondo la tradizione della Septuaginta.

Secondo la Regularis Concordia, ovvero il principale testo rituale benedettino edito al sinodo del 973 tenutosi al Concilio di Winchester, vi sono dei salmi specifici da recitare durante la giornata se si vogliono ottenere delle grazie particolari:
Si ricorda con frequenza l'Ufficio dei Sette Salmi penitenziali (salmi 6, 31, 37, 50, 101, 129 e 142) composto da san Cassiodoro nel V secolo. Questo intende essere un ufficio purificatorio per le proprie colpe. Secondo la Regularis Concordia, andrebbe recitato dopo l'Ora Prima, nella pace del chiostro o della propria cella. 
 
 
 
Per aumentare la devozione personale (specialmente all'Ora Terza): salmi 16, 24, 53, 60, 66, 69, 70, 85. 
Contro le tentazioni e la solitudine, e anche per ringraziare Dio (specialmente all'Ora Sesta): salmi 3, 21, 45, 63, 68.
Quando qualcuno pensa che Dio lo ha abbandonato (specialmente all'ora Nona): salmi 12, 30, 43, 54, 55, 56, 76.
Per la prosperità della propria famiglia e per la pace domestica e spirituale: 33, 102, 144 (da cantare dopo i Vespri). 
La Regularis Concordia dice, inoltre, che in tempi di gioia dovremmo ringraziare Dio leggendo il Cantico dei Tre Fanciulli (Daniele 3:52-90). 


In continuità

Il Salterio come "Libro delle necessità" secondo l’uso di sant’Arsenio di Cappadocia trasmessoci dal Gheron Paisios del Monte Athos- Traduzione e adattamento dall’inglese di Adriano Frinchi A.D. 2010 

 

sta in

http://padridellachiesa.blogspot.it/2016/11/il-salterio-come-libro-delle-necessita.html

 

Dal Libro di  Daniele al capitolo 3 versetti da 52 a 90

51 Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, a glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo:
52 «Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
53 Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso,
degno di lode e di gloria nei secoli.
54 Benedetto sei tu nel trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
55 Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli
abissi
e siedi sui cherubini,
degno di lode e di gloria nei secoli.
56 Benedetto sei tu nel firmamento del cielo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
57 Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
58 Benedite, angeli del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
59 Benedite, cieli, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
60 Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
61 Benedite, potenze tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
62 Benedite, sole e luna, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
63 Benedite, stelle del cielo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
64 Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
65 Benedite, o venti tutti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
66 Benedite, fuoco e calore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
67 Benedite, freddo e caldo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
68 Benedite, rugiada e brina, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
69 Benedite, gelo e freddo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
70 Benedite, ghiacci e nevi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
71 Benedite, notti e giorni, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
72 Benedite, luce e tenebre, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
73 Benedite, folgori e nubi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
74 Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
75 Benedite, monti e colline, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
76 Benedite, creature tutte
che germinate sulla terra, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
77 Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
78 Benedite, mari e fiumi, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
79 Benedite, mostri marini
e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
80 Benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
81 Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il
Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
82 Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
83 Benedica Israele il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli.
84 Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
85 Benedite, o servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
86 Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
87 Benedite, pii e umili di cuore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
88 Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli,
perché ci ha liberati dagl'inferi,
e salvati dalla mano della morte,
ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente,
ci ha liberati dal fuoco.
89 Lodate il Signore, perché egli è buono,
perché la sua grazia dura sempre.
90 Benedite, fedeli tutti, il Dio degli dèi,
lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia dura
sempre».

 

mercoledì 25 aprile 2018

Una preghiera per leggere il salterio di san Osvaldo di Worchester

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tratto da
http://luceortodossamarcomannino.blogspot.it/

Proponiamo una preghiera molto semplice, quanto bella e antica, proveniente dal mondo anglosassone. La preghiera che segue viene composta da Sant'Osvaldo vescovo di Worchester (+992) nel X secolo per essere recitata dopo la lettura dei salmi quotidiani: egli chiedeva al suo clero di leggerla dopo ogni Ora Canonica e dopo i Vespri, e dopo la recita personale dei salmi quotidiani.
 
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O Santissimo Iddio, unico degno di essere ascoltato, accogli i nostri salmi, e per l'intercessione della gloriosa Sempre Vergine Maria, di san Michele Arcangelo, di san Benedetto e di tutti i tuoi santi, liberaci da ogni male e accordami d'accogliere le suppliche di tutti coloro per i quali imploro la tua clemenza: ricordati dei tuoi servi (nomi dei vivi e dei defunti), dei nostri governanti, delle tue Chiese, di tutto il clero e il popolo tuo devoto servitore, e i defunti che, lasciando questa vita nel tuo nome, sperano nella Salvezza. Sii propizio, o buon Signore, a coloro che a me indegno affidarono le loro preghiere, tutti quelli che si ricordano di me peccatore e coloro che dedicano la loro vita alle buone opere. Abbi pietà di noi e di coloro che sono a noi legati col sangue, coi giuramenti o con l'affetto, e di tutti coloro per i quali preghiamo per amore, per obbedienza o perché ce lo hanno chiesto. Preserva tutti noi, o Dio Misericordioso, nel tuo santo servizio, concedici un Angelo come custode e di meritare nel secolo futuro, insieme con tutti gli addormentati, d'esser accolti da Te, per il Figlio tuo Unigenito, Redentore degl'Uomini, il quale vive e regna con Te, insieme al quale sei glorificato con lo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 
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FONTE
Ramsey Psalter, Biblioteca Britannica, online


Martirologio Romano: A Worcester in Inghilterra, sant’Osvaldo, vescovo, che, dapprima canonico, divenuto poi monaco, fu infine posto a capo delle Chiese di York e di Worcester e, maestro affabile, gioioso e dotto, introdusse in molti monasteri la regola di san Benedetto.
 http://www.santiebeati.it/dettaglio/43200
Figlio di genitori danesi, divenne monaco benedettino a Fleury in Francia e ritornò prete in Inghilterra nel 959. Su raccomandazione di san Dunstano di cui Osvaldo condivideva gli ideali monastici fu nominato nel 961 vescovo di Worcester, dove trasformò il Capitolo in una comunità monastica; fondò anche due monasteri a Westbury-on-Trym presso Bristol e quello più influente di Ramsey per il quale ottenne in prestito da Fleury s. Abbone, quale maestro.
Quando fu nominato arcivescovo di York, gli fu concesso di tenere anche la Diocesi di Worcester. Nella reazione antimonastica che seguì la morte di s. Edoardo martire, le comunità monastiche furono temporaneamente disperse. Ebbe come caratteristica personale la gentilezza, la cortesia e gioiosità che lo fecero molto amare dal popolo.
Morì a Worcester il 28 febbraio 992 dopo aver lavato i piedi a dodici poveri ed essersi seduto con loro a tavola. Il suo corpo fu traslato in un nuovo sepolcro da s. Wulfstano anch’egli vescovo di Worcester dal 1062 al 1095.
 tratto da 
https://it.wikipedia.org/wiki/Oswald_di_Worcester
 Oswald fu cresciuto dallo zio Oda , arcivescovo di Canterbury, ed educato da Fridegode. Dopo un certo periodo come decano a Winchester, entrò nell'abbazia di Fleury (Francia), grande centro benedettino. Qui si distinse presto per l'austerità della sua vita e fu ordinato sacerdote nel 959.
Oswald tornò quindi in Inghilterra, dove prese parte agli affari ecclesiastici a York, fino a quando Dunstan gli procurò la nomina a Worcester nel 962. Oswald sostenne apertamente e con forza gli sforzi di Dunstan e di Æthelwold di Winchester, vescovo di Winchester, che volevano "purificare" la Chiesa dal secolarismo. Aiutato da re Edgar, assunse un ruolo importante nella rinascita della disciplina monastica benedettina. I suoi metodi furono comunque meno violenti di quelli di Aethelwold. Nel 972, Oswald divenne arcivescovo di York e si recò a Roma per ricevere il pallium da papa Giovanni XIII. La sua più famosa fondazione fu quella di Ramsey, nell'Huntingdonshire: la chiesa fu consacrata nel 974.
Alla morte di Edgar (975) il suo lavoro, fino a quel momento così ben riuscito, venne controllato in maniera severa da Elfhere, re di Mercia, che smantellò molte comunità. Ramsey fu però risparmiata grazie al potente patronato di Ethelwin, earl dell'Anglia orientale.
Morì il 29 febbraio del 992, mentre lavava i piedi ai poveri, com'era sua abitudine. Fu sepolto nella cattedrale di Worcester. Valorizzò e promosse l'istruzione tra il clero e incitò molti eruditi a venire da Fleury. Ha scritto due trattati e alcuni decreti sinodali. Viene celebrato il 29 febbraio (il 28 febbraio negli anni non bisestili)

Divina Liturgia del santo apostolo ed evangelista Marco (in disuso da secoli) a cura dell'Archimandrita Antonio Scordino

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http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=2642:divina-liturgia-del-santo-apostolo-ed-evangelista-marco&catid=189:grande-efcolojio&lang=it

Divina Liturgia
del santo apostolo ed evangelista
Marco
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 L’antichissima anafora alessandrina attribuita all’evangelista Marco fu certamente usata dagli ortodossi romani in Sicilia e nel resto della Grande Grecia, ancora in tarda età.
I manoscritti antichi, però, non descrivono la cornice celebrativa: ovvero i “riti” con le rubriche - più o meno minuziose - cui oggi siamo abituati, perché si affidavano alla pratica tradizione. Quando la tradizione si è spenta, purtroppo si è perso anche il ricordo di “come” la Liturgia di san Marco fosse di fatto celebrata.
Le rubriche qui sobriamente proposte sono frutto dell’ipotesi che i testi conservati dai manoscritti fossero usati in modo non di molto dissimile dalla Liturgia di san Giacomo e dallo stile antico della Liturgia di san Basilio o di san Giovanni Crisostomo.
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Mentre il clero entra, intronizza il Vangelo e incensa, il coro antifona con il popolo vv del salmo 91:

E’ bene confessare il Signore e salmeggiare al tuo nome, Altissimo. Alliluia!
Per annunciare al mattino la tua misericordia e la tua verità lungo la notte, sull’arpa a dieci corde, col canto, sulla cetra. Alliluia!
Perché mi hai rallegrato, Signore, con ciò che hai fatto ed esulterò per le opere delle tue mani. Alliluia!
Come sono grandi le tue opere, Signore! Profondissimi sono i tuoi pensieri. Alliluia!
Gloria al Padre… E ora e sempre…  Alliluia!
S   Pace † a tutti.
T   E con il tuo spirito.
D   Pregate.
T   Kirie eleison. (più volte)
S   Ti ringraziamo Signore Dio nostro, Padre del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo, e ancor più ti ringraziamo di tutto, per tutto e in tutto: perché ci hai protetti, aiutati e soccorsi; hai fatto trascorrere il tempo della nostra vita e ci hai condotti fino a questa ora e ci hai resi degni di stare di nuovo alla tua presenza, nel tuo luogo santo, mentre chiediamo il perdono per i nostri peccati e l’espiazione per tutto il tuo popolo. Ti preghiamo e ti supplichiamo: concedici di portare a termine questo santo giorno e l’interadurata della nostra vita senza peccato, sempre con gioia, salute, salvezza e ogni santificazione, nel tuo timore. Scaccia da noi e dalla tua santa Chiesa cattolica e apostolica ogni invidia, paura e tentazione, ogni opera diabolica e ogni insidia di uomini malvagi, Concedi a noi le cose buone e utili; se abbiamo peccato con parole, opere o pensieri, tu che sei buono e amico dagli uomini, degnati di non guardare, e non abbandonare noi che speriamo in te; non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno e dalle sue opere,
per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito figlio: per lui e con lui a te siano rese gloria e potenza, nel santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
T   Amin.

Il coro antifona con il popolo vv del salmo 92:

Il Signore ha instaurato il suo regno; si è rivestito di splendore, si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cinto. Alliluia!
E così ha reso saldo il mondo, che non sia scosso. Alliluia!
Alla tua casa si addice la santità, Signore, per la lunghezza dei giorni. Alliluia!
Gloria al Padre… E ora e sempre…
Per decreto di Giustiniano, si canta l’inno Unigenito.
S   Pace † a tutti.
T   E con il tuo spirito.
D   State attenti alla preghiera.
T   Kirie eleison. (più volte)
S   Signore Dio nostro, tu hai scelto i dodici apostoli come un risplendente luminare di dodici lampade, e li hai inviati nel mondo intero per predicare e insegnare il Vangelo del tuo regno, e guarire ogni malattia e infermità nel popolo. Tu hai mandato il tuo soffio su di loro, dicendo: Ricevete lo Spirito Santo Paraclito; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi li riterrete, saranno ritenuti. Anche su di noi, tuoi servi che stiamo presso il tuo santo altare, all’ingresso di questo divino ministero, manda lo spirito di compunzione. Liberaci, Signore, da ogni imprecazione, maledizione, da ogni sentenza o vincolo di scomunica e da parte avversaria; purifica le nostre labbra e il nostro cuore da ogni macchia e da ogni debolezza, affinché con cuore puro e pura coscienza ti offriamo questo incenso in odore di soavità e per la remissione dei peccati nostri e di tutto il tuo popolo,
per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo Figlio unigenito, per il quale e con il quale a te, insieme al tutto santo, buono e vivificante tuo Spirito, ogni gloria e dominio, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
T   Amin.

Il coro antifona con il popolo vv del 94:

Venite, esultiamo per il Signore, acclamiamo a Dio, nostro Salvatore;
preveniamo il suo volto con la confessione e con salmi acclamiamo a lui. Alliluia!
Nella sua mano i confini della terra e le altezze dei monti appartengono a lui; Alliluia!
E’ lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo e il gregge della sua mano. Alliluia!
Oggi, se udrete la sua voce, non indurite i vostri cuori. Alliluia!
Gloria al Padre… E ora e sempre… Alliluia!
S   Pace † a tutti.
T   E con il tuo spirito.
S   State intenti alla preghiera.
T   Kirie eleison. (più volte)
S   Sovrano Signore, Gesù Cristo, Logos coeterno al Padre, divenuto in tutto simile a noi, tranne il peccato; per la salvezza del genere umano hai inviato i tuoi santi discepoli e apostoli a predicare e insegnare il Vangelo del tuo Regno e guarire ogni malattia e infermità nel popolo. Ora, Sovrano, manda la tua luce e la tua verità e illumina gli occhi della nostra mente, per comprendere la tua parola divina, e rendici capaci di ascoltarla, per non esserne solo ascoltatori ma capaci di metterla in pratica e portare frutti buoni e abbondanti - chi trenta, chi sessanta, chi cento - affinché siamo resi degni del regno dei cieli. Presto ci vengano incontro le tue misericordie, Signore,
poiché tu sei il lieto annuncio, il salvatore e il custode delle anime nostre e dei nostri corpi, Signore Dio nostro, e noi rendiamo gloria e azione di grazie con l’inno trisaghio a te, Padre, Figlio e Santo Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
Il coro con il popolo:
Amin. Santo Dio, santo forte, santo immortale, abbi di noi pietà. (3v)
S   Pace † a tutti.
T   E al tuo spirito tuo.
D   Stiamo attenti!
L   Lettura…

E il lettore all’ambone legge il brano indicato dell’Antico Testamento, antifonando al termine col popolo il salmo indicato col suo ritornello.
Al termine,

D   Stiamo attenti!
L   Lettura…

E il lettore all’ambone legge il brano indicato dell’Apostolos, antifonando al termine col popolo l’Allilluia e i suoi versetti, mentre il diacono incensa il Vangelo.

D   In piedi, ascoltiamo il santo vangelo.
S   Pace † a tutti.
T   E al tuo spirito tuo.
D   Lettura del santo Vangelo secondo…
T    Gloria a te, Signore, gloria a te! (così come alla fine).
  
Dopo la lettura e l’omelia:

D   State attenti alla preghiera.
T   Kirie, eleison. (ogni volta)
     Pregate per i vivi, pregate per i malati, pregate per gli emigrati, pregate.
     Per la serenità del clima e i frutti della terra, per un giusto afflusso dell’acqua dei fiumi, per piogge benefiche e per la semenza della terra, pregate.
     Per la salute degli uomini e delle bestie, per la salvezza del mondo e di questa città, pregate.
     Per la nostra Nazione, il Governo e l’Esercito, pregate.
     Pregate per i prigionieri, pregate per i defunti; pregate per il sacrificio che stiamo per offrire, pregate per i tribolati, pregate per i catecumeni, pregate.
     Pregate per la pace dell’una, santa, cattolica, apostolica e ortodossa Chiesa di Dio, pregate.
     Pregate per il nostro vescovo N. e per tutti i nostri vescovi ortodossi, pregate.
     Pregate per questa dimora e per quelli che vi sono radunati, pregate.
S   [Sovrano, Signore onnipotente, guarda dal cielo sulla tua Chiesa e su tutto il tuo gregge, il tuo popolo; salva tutti noi, indegni tuoi servi e pecorelle del tuo gregge; donaci la tua pace, il tuo amore, il tuo aiuto, e manda su di noi il dono del tuo santissimo Spirito, affinché con cuore puro e retta coscienza possiamo salutarci gli uni gli altri con un santo abbraccio, senza ipocrisia, senza dare in cuore preferenza al nemico, ma in modo puro e immacolato, in unità di spirito, nel vincolo della pace e dell’amore, in un corpo solo, in un solo spirito e in una sola fede, come una sola è la speranza alla quale siamo chiamati, affinché possiamo giungere tutti al divino e immenso amore in Gesù Cristo, nostro Signore,] per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito Figlio, con il quale sei benedetto insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
T   Amin.
S   Pace † a tutti.
T   E al tuo spirito.
 D   Nessun catecumeno, chi non è stato iniziato, chi non può pregare con noi rimanga qui. State attenti a vicenda. Le porte! Salutatevi l’un l’altro con un santo abbraccio.

Il sacerdote col diacono entrano nel Santuario portando i Doni, mentre si canta:

- Stia muto ogni mortale e stia con timore e spavento e nulla pensi di terreno, perché il Re dei re e il Signore dei signori avanza per essere sacrificato e dato in cibo ai credenti.
- Lo precedono i cori degli angeli con ogni principato e potestà, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali che nascondono il volto e gridano: Alliluia!

Intanto il sacerdote, dopo aver posato il pane sul disco e versato nel calice vino e acqua, ed essersi lavato le mani, così prega:

S   [Sovrano Signore, Gesù Cristo, Logos di uguale potenza al Padre senza principio allo Spirito, Grande Sacerdote, tu sei il pane disceso dal cielo: hai rialzato dalla corruzione la nostra vita e ti sei offerto come agnello immacolato per la vita del mondo. Noi ti preghiamo e ti supplichiamo, Signore amico degli uomini: guarda su questo pane e su questo calice che la santissima mensa accoglie, tramite il ministero degli angeli, l’assistenza degli arcangeli e il sacro sacerdotale, per la tua gloria e il rinnovamento delle nostre anime. Per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito Figlio, insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amin.]

e dopo aver incensato i doni e il santuario, il diacono dice:

D   Con sapienza di Dio stiamo attenti!
T   Credo in un solo Dio, ...
 S   Il Signore sia con † voi.
T   e con il tuo spirito.
S   Innalziamo la mente e il cuore.
T   Sono rivolti al Signore.
S   Rendiamo grazie al Signore.
T   E’ cosa buona e giusta.
 Si chiudono le tende, il diacono agita il ripidion sui doni e il sacerdote prega:
S   [E’ veramente degno e giusto, nostro dovere e utile alle anime nostre, rendere lode a te, unico vero Sovrano, Signore Dio, Padre onnipotente, inneggiare a te, renderti grazie, proclamare i tuoi prodigi, notte e giorno, con bocca che non si stanca, con labbra che non sanno tacere, con un cuore che non si appaga. Tu hai creato il cielo e tutto ciò che si trova nel cielo, la terra e quanto si trova sulla terra, i mari, le sorgenti, i fiumi, i laghi e quanto si trova in essi. Tu hai creato l’uomo a tua immagine e somiglianza e l’hai messo in possesso del paradiso delle delizie. Quando egli ha disubbidito alla tua volontà, tu non lo hai disprezzato, o Buono, non l’hai abbandonato, ma lo hai richiamato con la Legge, lo hai istruito per mezzo dei profeti, e infine lo hai riplasmato con questo tremendo, vivificante e celeste mistero, per mezzo della tua Sapienza, la vera luce, l’unigenito Figlio, Dio nostro Signore, Dio e Salvatore Gesù Cristo. Per mezzo suo rendiamo grazie a te, assieme a lui e allo Spirito Santo, e offriamo questo culto spirituale e incruento. Te lo offrono, Signore, tutti i popoli, dall’oriente all’occidente, dal settentrione al mezzogiorno, perché grande è il tuo nome tra tutto le genti e in ogni luogo si offrono al tuo nome incenso, sacrificio puro e offerte. Noi ti preghiamo e ti supplichiamo, o Buono amico dagli uomini: ricordati della santa Chiesa, una, cattolica e apostolica, diffusa da un confine all’altro della terra; di tutti i popoli e del tuo gregge. Accorda a tutti i cuori la pace che viene dall’alto e donaci anche la grazia e la pace nel corso di questa vita. Regola nella pace la nostra Nazione, il Governo, l’Esercito, chi ci sta accanto e ogni nostra azione. Re della pace, da’ a noi la tua pace; sii nostro padrone nella concordia e nella carità: noi non conosciamo altro Dio al di fuori di te, il tuo nome invochiamo. Da’ vita alle nostre anime, perché su di noi e su tutto il tuo popolo non prevalga la morte del peccato. Nella tua misericordia e compassiono visita e guarisci i nostri malati, allontana da loro e da noi ogni morbo, malattia o debolezza. Fa’ alzare dal letto chi vi giace ormai da tempo e guarisci chi è tormentato da impuri spiriti. Abbi pietà e libera tutti i carcerati, i condannati ai lavori forzati, gli esiliati, gli imputati e tutti quelli che sono afflitti da amara servitù o debiti. Tu infatti sei il nostro Dio; tu che spezzi le catene, rialzi gli abbattuti, speranza dei disperati, aiuto degli abbandonati, risurrezione dei caduti, porto dei naufraghi, vendicatore dei perseguitati. A tutti i cristiani afflitti e tribolati concedi misericordia, remissione e sollievo. Medico delle anime e dei corpi nostri, cura le nostre malattie dell’anima e le infermità corporali. Tu che vegli sull’umanità, visitaci e guariscici per l’opera della tua redenzione. Guida in ogni viaggio per mare, sui fiumi, per terra, i nostri fratelli che stanno per partire o che sono già in viaggio; guidali a destinazione sicura, fatti loro compagno di viaggio e fa’ che possano tornare ai loro cari con gioia e anche essi pieni di salute. Conserva anche il cammino di questa nostra vita tranquillo e immune di ogni danno. Invia una pioggia benefica dove ne manca e ne è bisogno: rallegra e rinnova la faccia della terra con la sua caduta, affinché il suo scroscio rallegri ogni germe. Alza il livello dei fiumi sino a giusta misura, rinnova e rallegra con il loro scorrere la faccia della terra e irrigane i solchi, moltiplica i germogli. Benedici, Signore, i frutti della terra; conservali sani e intatti, siano anche per noi sementi ricchi di raccolto. Benedici, Signore, l’arco dell’anno nella tua bontà, per i poveri del tuo popolo, per la vedova e l’orfano, per gli stranieri e gli emigranti, per noi tutti che speriamo in te e invochiamo il tuo santo nome. Gli occhi di tutti sono rivolti verso di te e tu dai loro il cibo a suo tempo. Tu che nutri ogni vivente, riempi di gioia e allegria i nostri cuori in modo che, non mancando mai del necessario, possiamo abbondare in opere buone, in Cristo Gesù, nostro Signore. Re dei re, Signore dei signori, concedi ai nostri governanti cui hai affidato di reggere la terra, un governo pacifico, coraggioso e giusto; ispira nei loro cuori il bene per la tua santa Chiesa cattolica e apostolica e per tutto il popolo cristiano, affinché noi pure, in questa loro pace, trascorriamo piamente e degnamente una vita quieta e tranquilla. Dona riposo alle anime dei nostri padri e fratelli che si sono addormentati nella fede di Cristo, Signore Dio nostro, memore di coloro che ci hanno preceduto da secoli: progenitori, padri, patriarchi, profeti, apostoli, martiri, confessori, vescovi, santi giusti, e ogni anima giusta che ha perseverato sino alla fine.] In modo particolare ricordati, Signore, della tutta santa, purissima, più che benedetta, gloriosa Signora nostra e sempre vergine Maria.
T   Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, perché hai partorito il Salvatore delle anime nostre.

Mentre il diacono legge i dittici, il sacerdote continua:

S   [Sovrano Signore, Dio nostro, concedi riposo a tutti questi defunti nelle tende dei tuoi santi, nel tuo regno, e largisci loro i beni da te promessi, che occhio non ha mai visto, né orecchio mai sentito e in cuor d’uomo non sono mai entrati e che tu, o Dio, hai preparato per chi ama il tuo santo nome. Dona riposo alle loro anime, rendile degne del regno dei cieli, concedi a noi una morte cristiana benaccetta, senza peccato, e una parte di eredità assieme a tutti i tuoi santi. Accetta, o Dio, sul tuo santo altare, sovraceleste e spirituale, nell’alto dei cieli, per la mano del tuo santo arcangelo, le azioni di grazie, le offerte e i sacrifici di chi ti offre molto o poco, di nascosto o in pubblico, ma anche di chi vorrebbe, ma non possiede, e di chi oggi ha portato la sua offerta, come hai accettato i doni di Abele il giusto, il sacrificio di Abramo nostro padre, l’incenso di Zaccaria, l’elemosina di Cornelio e le due monetine della vedova. Accetta ciò che ti offrono in azione di grazie: essi ti offrono beni terreni: da’ loro beni celesti; essi ti offrono cose che si consumano: da’ loro beni eterni. Conserva il nostro santo vescovo N. che hai destinato a reggere la tua santa Chiesa cattolica e apostolica: conservalo in pace per molti anni perché possa esercitare il santo sacerdozio che gli hai affidato secondo la tua santa e beata volontà, dispensando con ortodossia la tua parola di verità. Ricordati di tutti gli ortodossi vescovi, sacerdoti, diaconi, ipodiaconi, lettori, cantori, monaci, monache, vedove e laici. Ricordati dalla pace e della sicurezza di Gerusalemme, la santa città di Gesù Cristo nostro Dio, della capitale, di questa città, di ogni città e  paese, e di chi vi abita con ortodossa fede cristiana. Ricordati, Signore, di ogni anima afflitta e tribolata che invoca l’aiuto e la misericordia divina, e riporta sulla retta via gli erranti. Ricordati, Signore, dei nostri fratelli in prigionia e concedi loro di aver la compassione di chi li tiene in prigione. Ricordati, Signore, nella tua misericordia e compassione, di noi tutti, peccatori e indegni tuoi servi e cancella i nostri peccati, o Dio buono e amico degli uomini. Ricordati anche di me, misero peccatore e indegno tuo servo e cancella i miei peccati, o Dio buono e amico degli uomini e sii presente in mezzo a noi che in questa liturgia celebriamo il tuo santo nome, e benedici le nostre assemblee. Estirpa dal mondo le radici dell’idolatria; poni sotto i nostri piedi Satana con le sue azioni e malvagità, umilia ancor oggi, Signore, come hai fatto un tempo, i nemici della tua Chiesa, rivela la loro superbia e fa’ loro presto capire la loro debolezza: rendi inutili le insidie, gli artifizi e le astuzie con le quali ci tentano. Svegliati, Signore: siano sconfitti e fuggano i tuoi nemici che odiano il tuo santo nome; invece al tuo popolo fedele che compie la tua volontà, da’ mille migliaia e diecimila migliaia di benedizioni. Libera i carcerati, da’ sollievo agli oppressi, sazia gli affamati, consola gli scoraggiati, riconduci gli erranti, illumina chi giace nelle tenebre, rialza i caduti, sostieni i vacillanti, sana i malati, o Buono, e dirigi tutti sulla strada della salvezza, radunali nel tuo santo ovile e liberaci dalla nostra sregolatezza, tu che sei nostro protettore e difensore in tutto. Tu sei al di sopra di ogni autorità e potenza, di ogni principato e dominazione; al di sopra di ogni nome che possa esistere non solo in questo mondo ma anche in quello futuro. Innanzi a te stanno centinaia e centinaia e infinite migliaia di santi angeli e le schiere degli arcangeli; davanti a te stanno i due venerabili esseri viventi, i cherubini dai molti occhi e i serafini dalle sei ali: con due si coprono il volto, con due i piedi, con due volano; gridano l’un l’altro con voce incessante inni divini che non tacciono mai, e cantano, acclamano, glorificano e gridano il tre volte santo inno della vittoria alla tua magnifica gloria.] Tutti proclamano la tua santità: ricevi anche la nostra santificazione, che uniti a loro cantiamo e diciamo:
T   Santo, santo, santo, il Signore Dio dell’universo. I cieli e la terra sono pieni della sua gloria. Osanna nell’alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell’alto dei cieli.
S   [Il cielo e la terra sono veramente pieni della tua gloria per la manifestazione del Signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Fa’, o Dio, che anche questo sacrificio sia pieno della tua benedizione, mediante la venuta del tuo Spirito tutto santo. Infatti, lo stesso Signore Gesù Cristo, nostro Dio e grande re, nella notte in cui si offrì per i nostri peccati e si sottopose alla morte corporea, mentre era a tavola con i suoi santi discepoli e apostoli,]
D   Levate in alto le mani!
S   [prese il pane nelle sue mani sante, pure e immacolate, alzò gli occhi al cielo, a te Padre suo, Dio nostro e Dio dell’universo, rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo spezzò,] lo distribuì ai suoi santi e beati discepoli e apostoli, dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo che per voi è spezzato e distribuito in remissione dei peccati.
T   Amin.
[Nello stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice; lo riempì di vino mescolato con acqua, alzò gli occhi al cielo, a te, Padre suo e Dio nostro, Dio  dell’universo, rese grazie, lo benedisse, lo santificò, lo colmò dello Spirito Santo,] lo distribuì ai suoi santi e beati discepoli e apostoli, dicendo: Bevetene tutti; questo è il mio sangue, della nuova alleanza, che è sparso per voi e per molti, e distribuito in remissione dei peccati.
T   Amin.
S   Fate questo in memoria di me: ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete a questo calice, voi annunciate la mia morte e proclamate la mia risurrezione e ascensione, fino al mio ritorno.
T   Annunziamo la tua morte, Signore; proclamiamo la tua risurrezione e ascensione!
S   [Signore Dio onnipotente, re celeste, noi annunciamo la morte del tuo unigenito Figlio, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo; proclamiamo la sua beata risurrezione dai morti al terzo giorno; proclamiamo la sua ascensione nei cieli e la sua presenza alla tua destra, Dio Padre, e attendiamo la sua seconda, temibile, tremenda venuta, quando] verrà a giudicare con giustizia vivi e morti, e rendere a ciascuno secondo le sue opere.
T   Risparmiaci, Signore Dio nostro, secondo la tua misericordia e non secondo i nostri peccati!
S   [Gli stessi doni da te ricevuti ti presentiamo, e ti preghiamo, e ti supplichiamo, o Buono amico degli uomini: manda dall’alto della tua santità, dalla tua dimora gloriosamente preparata, dal tuo seno infinito, il Paraclito, lo Spirito di verità, il Santo, lo Spirito del Signore, il Vivificante. Egli ha parlato nella Legge, nei profeti e negli apostoli; è ovunque presente e tutto riempie; da se stesso, non come ministro, compie la santificazione secondo il suo beneplacito; è semplice per natura, multiforme nelle sue operazioni, sorgente dei doni divini, consustanziale a te; da te procede e con te siede sul trono del tuo regno, insieme al tuo Figlio unigenito, nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo. Volgi dunque lo sguardo sopra di noi e manda su questo pane e su questo calice il tuo santo Spirito: li santifichi e li consacri in quanto Dio onnipotente,] e faccia di questo pane il Corpo
T   Amin.
S   e di questo calice il Sangue della nuova alleanza dello stesso Signore Dio, salvatore nostro e grande re, Gesù Cristo.
T   Amin.
S   [perché per tutti noi che vi partecipiamo siano sorgente di fede, sobrietà, guarigione, temperanza, santificazione, rinnovamento dell’anima, del corpo e dello spirito, comunione alla vita beata, eterna e incorruttibile, glorificazione del tuo santo nome, remissione dei peccati, e qui e in ogni luogo] sia glorificato, lodato e santificato il santissimo, prezioso ed eccelso tuo nome, con Gesù Cristo e il Santo Spirito
T   come era, è, e sarà di generazione in generazione, per tutti i secoli dei secoli. Amin.

Si aprono le tende e il sacerdote benedice:

S   Pace † a tutti.
T   E con il tuo spirito.
D   Pregate.
T   Kirie eleison. (più volte)
S   [Dio della luce, padre della vita, autore della grazia, creatore del tempo, instauratore della conoscenza, tesoro di santità, maestro della preghiera pura, salvatore delle anime, ai deboli che in te confidano tu concedi di scrutare ciò che gli angeli desiderano vedere. Tu dagli abissi ci hai portati fuori alla luce; dalla morte ci hai dato la vita; dalla schiavitù ci hai portato alla libertà. Tu hai fatto svanire le tenebre del peccato che regnano in noi, per mezzo della manifestazione del tuo Figlio. Ora, Signore, sovrano, per mezzo del tuo santissimo Spirito illumina gli occhi della nostra mente, perché possiamo ricevere questo immortale e sovraceleste cibo senza condanna, santificaci totalmente: corpo, anima e spirito,] per poter pregare insieme ai tuoi santi discepoli e apostoli e dire:
T   Padre nostro ... ma liberaci dal maligno.
S   Sì, Signore, non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male: la tua grande compassione sa che non possiamo resistere a causa della nostra grande debolezza, ma con la tentazione assicuraci anche il modo di poterla sopportare, tu che ci hai dato il potere di calpestare serpenti, scorpioni e ogni forza del nemico, poiché tuo è il regno, la forza e la gloria nei secoli dei secoli.
T   Amin.
S   Pace † a tutti.
T   E al tuo Spirito.
D   Inchinate il vostro capo al Signore Gesù.
T   A te, Signore.
S   [Sovrano Signore, Dio onnipotente, che siedi sui cherubini e sei glorificato dai serafini, che hai fondato il cielo sulle acque e lo hai ornato con le costellazioni degli astri, che hai costituito nell’alto le schiere incorporee degli angeli per una perenne dossologia, a te abbiamo chinato il capo dello spirito e del corpo come segno della nostra servitù. Ti preghiamo di respingere dal nostro pensiero gli assalti tenebrosi del peccato e di rallegrare la nostra mente con lo splendore divino del tuo santo Spirito, affinché, riempiti dalla tua conoscenza, degnamente partecipiamo a questi beni: il Corpo immacolato e il Sangue prezioso del tuo unigenito Figlio, nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo, che ci perdona ogni peccato nella sua grande e inesplorabile bontà,] per la grazia, la misericordia e l’amore per gli uomini del tuo unigenito Figlio: per lui e con lui, insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, a te la gloria e il dominio nei secoli dei secoli.
T   Amin.
S   Pace † a tutti
T   E al tuo spirito.
D   Con timore di Dio stiamo attenti!
S   [Santo, altissimo, tremendo Signore che riposi tra i santi, santificaci per la parola della tua grazia, e la visita del tuo Spirito santissimo: tu infatti, Sovrano, hai detto: Siate santi come sono Santo io, il Signore Dio vostro. Incomprensibile Logos di Dio, consustanziale al Padre e allo Spirito Santo, coeterno e senza principio come il Padre e lo Spirito, ricevi l’inno puro, con i cherubini e i serafini, anche da me peccatore e indegno tuo servo.]
D   State attenti! Diaconi, scendete.

il sacerdote eleva i Doni, dicendo:

S   I santi doni ai santi!
T   Uno è santo: il Padre; uno è santo: il Figlio; uno è santo: lo Spirito Santo!
S   Il Signore sia con tutti voi
T   E con il tuo spirito.
D   Cantate in pace.

Durante la comunione il coro canta il salmo 150, mentre il popolo antifona Alliluia!
     Lodate Dio nei suoi santi, lodatelo nel firmamento della sua potenza.
     Lodatelo per le sue opere potenti, lodatelo secondo l’immensità della sua grandezza.
     Lodatelo al suono della tromba, lodatelo con l’arpa e la cetra.
     Lodatelo col timpano e con la danza, lodatelo sulle corde e sul flauto.
     Lodatelo con cembali armoniosi, lodatelo con cembali di acclamazione. Ogni spirito lodi il Signore.

Finita la comunione, il diacono dice:

D   Alzatevi per la preghiera.
S   Pace † a tutti
T   e al tuo spirito.
D   Pregate!
T   Kirie, eleison. (più volte)
S   [Ti ringraziamo, sovrano Signore, Dio nostro, per i santi, immacolati, immortali e celesti misteri che abbiamo ricevuto e che ci hai dato per il nostro bene, la santificazione e la salvezza delle nostre anime e dei nostri corpi. Ti chiediamo e ti preghiamo, Signore buono e amico degli uomini: la comunione al santo Corpo e al prezioso Sangue del tuo unigenito Figlio, sia per noi fede inconfondibile, carità sincera, abbondanza di pietà, rimozione delle avversità, osservanza dei tuoi precetti, viatico per l’eternità, difesa bene accetta davanti al tremendo tribunale del tuo Cristo,] per il quale e con il quale, insieme al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, a te è la gloria e il dominio nei secoli dei secoli.
T   Amin.
D   Inchinate il vostro capo per la benedizione.
T   Re altissimo, coeterno al Padre, con la tua potenza hai spogliato l’inferno, hai calpestato la morte, hai legato il forte, hai risuscitato Adamo dal sepolcro con forza deifica e con lo splendore luminoso della tua ineffabile divinità. Per la comunione al tuo immacolato Corpo e prezioso Sangue, stendi la tua destra invisibile, piena di benedizione, e benedici tutti noi; abbi compassione; rinvigorisci tutti noi con la forza divina; allontana da noi l’attività malefica e peccaminosa della concupiscenza; nelle tenebre dell’iniquità che ci circonda, illumina gli occhi della nostra mente; uniscici all’assemblea beata nella quale hai posto il tuo beneplacito. Per te, con te, al Padre e allo Spirito santo spetta ogni inno, onore, potere, adorazione e azione di grazie, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
T   Amin.
D   Andate in pace, nel nome del Signore.
S   L’amore di Dio Padre; la grazia del Figlio, nostro Signore Gesù Cristo; la comunione e il dono dello Spirito santo, sia con tutti noi, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
S   Amin. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e nei secoli dei secoli dei secoli. Amin.


venerdì 20 aprile 2018

Atti[1] dello ieromartire Gennaro[2], vescovo di Benevento negli Atti Vaticani



Atti[1] dello ieromartire Gennaro[2],

vescovo di Benevento



festa 19 settembre*
 
http://www.oodegr.com/tradizione/tradizione_index/vitesanti/gennaro.htm


Al tempo di Diocleziano, imperatore, nel quinto consolato di Constantino[3] e settimo[4] di Massimiano, vi fu una grande persecuzione contro i Cristiani. In quel tempo Diocleziano nominò Timoteo[5], un pagano, governatore nella provincia della Campania e gli ordinò di far compiere a tutti sacrifici agli idoli e costringere anche i credenti in Cristo a fare lo stesso. Accadde che mentre stava facendo il giro consueto delle città, giunse a Nola. Là ordinò ai funzionari di presentarsi di fronte a lui e quando essi si presentarono cominciò a chiedere loro riguardo i giudizi dei suoi predecessori.

I funzionari gli riferirono i loro atti[6] e, quando giunsero ai fatti riguardanti il benedetto martire Sossio, diacono della Chiesa di Miseno e Proculo diacono della Chiesa di Pozzuoli, ed Eutichete ed Acuzio, e di come questi erano stati tormentati da varie torture ed erano stati messi in prigione per ordine del giudice, lui chiese agli ufficiali quello che era stato fatto con loro. Essi risposero dicendo che questi furono detenuti per molto tempo in catene e inoltre si abbandonarono a diabolici commenti riguardo al benedetto Gennaro, vescovo di Benevento.

Questo Timoteo, ancor più ingiusto, avendo sentito questi commenti riguardo a Gennaro, ordinò che venisse portato di fronte a lui; e quando fu presentato di fronte al suo tribunale a Nola, Timoteo il giudice gli disse: “Gennaro, ho sentito della reputazione della tua famiglia e ti esorto a sacrificare agli dei in obbedienza alle delibere degli invincibili regnanti. Ma se non sei disposto a farlo io ti sottoporrò a tormenti tanto orribili che il Dio che adori quando li vedrà lui stesso li temerà”.

San Gennaro tuttavia rispose: “Taci, o uomo infelice, e non insultare alla mia presenza Colui che ha creato cielo e terra, perché il Signore Dio non può sentire una tale bestemmia come quella che è uscita dalla tua bocca e può distruggerti e sarai muto e sordo, non sentendo e come un uomo cieco che non vede”.

 Avendo sentito queste cose il tiranno Timoteo dice al santo: “È nel tuo potere che con alcuni incantesimi qualunque tu o il tuo Dio possiate prevalere contro di me?”.

San Gennaro gli rispose: “Il mio potere non è nulla ma lì in cielo c’è un Dio che può resistere a te e a tutto ciò che ti obbedisce e ti appoggia”. E detto questo il tiranno ordinò che venisse di nuovo portato alla prigione.

Molto adirato ordinò che un forno venisse scaldato per tre giorni e che il santo vi venisse gettato. L’uomo santo tracciò il segno della croce sulla sua fronte, guardò su il cielo ed estese le sue mani, entrò nel forno ardente lodando Dio, dicendo: “O Signore Gesù Cristo, per il tuo nome santo io abbraccio volentieri questa sofferenza ed io attendo secondo la promessa che hai fatto a quelli che ti amano. Ascolta la mia preghiera e liberami da questa fiamma, tu che eri coi tre bambini, Anania, Azaria e Misaele nel forno ardente[7] e sei con me in questa mia prova per liberarmi dalle mani del nemico”. Dicendo queste cose, Gennaro benedetto cominciò a camminare con angeli santi in mezzo al fuoco lodando il Padre e il Figlio e il Santo Spirito.

Quando i soldati che erano vicini al forno sentirono san Gennaro al suo interno che lodava Dio, tremarono di grande paura e corsero con molta alacrità e dissero al giudice, “Noi t’imploriamo, signore non essere adirato con noi, ma abbiamo sentito la voce di Gennaro nel forno che invoca il suo Dio, e terrorizzati grandemente siamo fuggiti”. Timoteo sentito questo ordinò che il forno venisse aperto e quando venne aperto le fiamme rigettate fuori divorarono i pagani increduli che si trovavano vicino a lui. Ma san Gennaro apparve lì in mezzo che glorifica il Signore Gesù Cristo così che il fuoco non poteva lambire i suoi vestiti o i suoi capelli.

Timoteo tuttavia quando ebbe sentito questo gli ordinò di fronte a lui e gli disse: “Di che profitto ti è la magia che eserciti e se è potente? Io ti farò perire con molti tormenti”. Gennaro benedetto rispose: “Non sarà bene per te, tiranno crudele, allontanare il servo di Cristo dalla verità del suo Signore o obbligarmi a obbedire attraverso la paura. Io spererò nel Signore. Io non temerò nessuna cosa che uomini possono farmi[8]”, e avendo risposto così il giudice ordinò che fosse ricondotto in prigione.

Un altro giorno di mattina presto Timoteo convocò Gennaro di fronte a lui: “Per quanto tempo, infelice uomo, rifiuterai di sacrificare agli dei immortali? Ora avvicinati ed offri incenso. Se non lo farai ordinerò che tu sia decapitato e se lui può, lascia che il tuo Dio ti liberi dalle mie mani”. Il santo rispose: “Tu non sai che il potere di Dio è grande. Che se ti pentissi sarebbe così probabile che il mio Dio ti perdonerebbe, tu che dici di Lui non essere capace di liberarmi dalle tue mani! Quando parli così tu accumuli collera su te stesso per il giorno dell’ira”.

Al giudice non piacque questo discorso e ordinò che le sue catene venissero rimosse. Gennaro pregò Dio dicendo: “O Signore Gesù Cristo, che dall’utero di mia madre non mi hai abbandonato[9], ora ascolta il tuo servo che piange verso di te e comandagli di partire da questo mondo ed ottenere la tua misericordia”. Il giudice lo consegnò di nuovo in prigione per pensare a come lo avrebbe ucciso.

Mentre era sorvegliato dai soldati nella dura prigionia, due del suo clero, il diacono Festo ed il lettore Desiderio, venuti a conoscenza della incarcerazione del loro vescovo ed essendo guidati dal Santo Spirito, immediatamente uscirono da Benevento e giunsero a Nola, e lì piangendo gridarono: “Perché un siffatto uomo è in prigione? Che crimini mai commise? Quando mai non riuscì ad aiutare chi era in difficoltà? Quale uomo ammalato non lo ha visitato senza riguadagnarne salute? Chi avvicinatosi a lui piangendo non se ne andò via allietandosi?”.

Le loro parole furono riferite a Timoteo che subito ordinò che venissero imprigionati ed insieme a Gennaro chiese allora che fossero portati di fronte a lui, quindi chiese a Gennaro chi fossero i due ed il santo rispose: “Uno è il mio diacono e l’altro è il mio lettore”. “Si proclamano Cristiani?”. “Certamente, e se lo chiederai loro, io spero nel mio Signore Gesù Cristo che loro non negheranno di essere Cristiani”, e interrogati, loro risposero: “Noi siamo Cristiani e siamo preparati a morire per l’amore di Dio”.

Allora Timoteo pieno di rabbia ordinò che Gennaro il vescovo, insieme a Festo il diacono e Desiderio il lettore, venissero legati in catene e fossero trascinati di fronte al suo carro fino alla città di Pozzuoli, disponendo che là insieme a Sossio, Proculo, Eutiche ed Acuzio tutti loro fossero infine gettati alle belve feroci. Quando giunsero a Pozzuoli, furono tenuti in prigione finché l’arena non fosse stata preparata. Nel giorno fissato furono condotti nell’anfiteatro e Timoteo giuntovi ordinò che le bestie fossero lasciate libere; e quando questo fu fatto, san Gennaro gridò: “Fratelli, afferrate lo scudo della fede[10] e ci permetterà di pregare il Signore nostro ausiliatore, nel nome del Dio che ha fatto cielo e terra”. E la misericordia di Dio era così presente che gettò le bestie selvatiche ai piedi di Gennaro come pecore a testa bassa.

Il giudice incredulo fece portar via le bestie e tolti i santi di Dio dall’arena li portò di fronte al suo tribunale, dove sedendo in stato (al suo ufficio) dettò la loro sentenza[11]: “Noi ordiniamo che vengano decapitati, il vescovo Gennaro, ed i diaconi Sossio, Proculo e Festo, il lettore Desiderio, Eutiche ed Acuzio, cittadini di Pozzuoli che si sono professati Cristiani e hanno disprezzato i sacrifici degli dei ed i comandi dell’imperatore”. Ma il benedetto Gennaro guarda al cielo disse: “Signore Gesù Cristo, che sei disceso dall’alto per la redenzione del genere umano, prendimi e liberami dalla mano di questo nemico ed io t’imploro, mio Dio, castiga Timoteo per le cose che ha fatto contro di me tuo servitore, e acceca i suoi occhi così che lui non possa vedere la luce del cielo”.

Quando ebbe finito la sua preghiera l’oscurità cadde sugli occhi [di Timoteo] ed improvvisamente divenne cieco. Gennaro poi pregò Dio, e disse: “Io ti rendo grazie, Padre del nostro Signore Gesù Cristo che hai ascoltato il tuo servo e hai offuscato gli occhi dell’empio Timoteo, perché molte anime per sua colpa sono state pervertite agli spiriti cattivi”.

Allora Timoteo stava soffrendo coi suoi occhi colpiti ed il dolore stava aumentando. Pentito cominciò a gridare e dire agli ufficiali: “Andate, portatemi Gennaro”. E giunti lo trovarono gettato dai carnefici sulla pendenza che conduce alla Solfatara e ritornati lo presentarono di fronte al giudice ed una grande moltitudine di persone fu attirata dalla vista. Ma Timoteo cominciò con grandi gemiti a gridare e dire al benedetto Gennaro: “Gennaro, servo del Dio altissimo, prega il Signore, tuo Dio, per me cieco che io possa recuperare la vista perduta”.

Allora Gennaro elevati i suoi occhi al cielo pregò: “Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe ascolta la mia preghiera e guarisci a Timoteo sebbene indegno i suoi occhi, che tutta la gente presente possa sapere che tu sei Dio e non ce ne sono altri; che noi non possiamo rendere male per male”. E quando san Gennaro ebbe terminata la sua preghiera (gli occhi) furono aperti.

La moltitudine avendo visto le cose meravigliose che il Dio pregato da Gennaro suo martire, molti degli spettatori crederono nel Signore Gesù Cristo, circa cinquemila, e gridarono elevando le loro voci: “Non saranno temuti un tale Dio e un così grande un uomo? Non vorrà forse vendetta per le loro sofferenze e la loro morte e non moriremo tutti allo stesso modo?”. Gennaro era molto bello sia nel corpo che nell’indole. Quando l’empio giudice Timoteo vide tale folla rivolta verso il Signore, si agitò e (affinché il servo del Signore Gesù Cristo non venisse privato della sua corona) temendo i comandi dell’imperatore ordinò ai soldati di portarlo via rapidamente e decapitarlo coi martiri santi.

Mentre erano in viaggio per il martirio un tal vecchio ed uomo molto povero, sperando di ottenere un favore da Gennaro si mise sulla sua via e cadde ai suoi piedi, implorandolo se possibile che di ricevere qualcosa dei suoi vestiti. Ma Gennaro disse a quell’uomo vecchio: “Quando il mio corpo sarà stato seppellito tu vedrai che io steso ti darò il mio orarium[12], col quale mi sarò bendato gli occhi”. Anche la madre di san Gennaro che viveva a Benevento, tre giorni prima che suo figlio patisse, vide in sogno che Gennaro stava volando nell’aria al cielo e mentre lei era ancora confusa dal sogno e si chiedeva che cosa volesse dire, improvvisamente le fu annunciato che suo figlio era stato imprigionato per l’amore di Dio. Per quanto ne fu grandemente terrificata, prostrandosi in preghiera di fronte al Signore, emise il suo spirito.

Nel frattempo quando i santi erano arrivati al luogo dove sarebbero stati decapitati, che è alla Solfatara, san Gennaro inginocchiandosi pregò: “Signore, Dio onnipotente nelle tue mani io affido il mio spirito”[13], e alzandosi prese il suo orarium e bendò i suoi occhi ed inginocchiandosi di nuovo, mise sua mano sul suo collo e chiese al carnefice di colpire. Il carnefice colpì con grande forza e tagliò alla stesso tempo un dito della mano del santo e la sua testa. Gli altri santi ricevettero similmente la loro corona[14].

San Gennaro dopo la sua esecuzione apparve al vecchio uomo e gli offrì, come aveva promesso, l’orarium che aveva coperto i suoi occhi e gli disse: “Guarda quello che ti avevo promesso, prendilo come io te lo promisi”, e questi lo prese e lo nascose nel petto con grande riverenza.

I carnefici e due altri ufficiali vedendo il vecchio, gli chiesero ridendo: “Hai avuto quanto ti era stato promesso dal decapitato?”. E quegli rispose, “Sì”, e gli mostrò l’orarium che loro riconobbero restando molto stupiti.

Nell’ora stessa che san Gennaro ed i martiri santi furono decapitati, il crudele Timoteo cominciò a soffrire moltissimo, cominciando a gridare forte: “Io soffro questi dolori per avere trattato così empiamente Gennaro il servitore di Dio. Gli angeli di Dio [mi] tormentano”. E dopo essere stato tormentato per molto tempo emise lo spirito.

I Cristiani di varie città restarono a guardia dei corpi dei santi; avendo possibilità di portarli via di notte alle loro proprie città, mantenendo un accurato controllo sebbene in segreto; e quando la notte giunse e tutti stavano dormendo, san Gennaro nel silenzio della notte apparve ad uno di quelli che si erano preparati per portare via il suo corpo e gli disse: “Fratello, quando verrai per portar via il mio corpo sappi che il dito della mia mano è andato disperso. Cercalo e rimettilo col mio corpo”. E così fu fatto come il santo stesso aveva richiesto. I corpi dei santi furono deposti alla Solfatara dove più tardi fu fondata una chiesa degna di san Gennaro il martire.

Qui finisce la passione del Martire Gennaro.







APPENDICE UNO: Paragrafo supplementare trovato in alcuni codici.



Di notte quando ogni gruppo stava cercando di trasportare i corpi come loro propri patroni, i napoletani presero il benedetto Gennaro come loro patrono e furono favoriti da Dio, il cui corpo dapprima invero nascosero alla fattoria di Marciano[15]. Dopo, quando la pace fu ripristinata, vescovi venerabili, insieme con tutti i parenti di san Gennaro, e col clero presero il suo corpo lo portarono a Napoli tra inni e cantici e lo deposero nella basilica dove ora si trova. A chi, attraverso i suoi meriti, Gesù Cristo non cessa conferire favori memorabili fino al giorno presente: il suo dies natalis è celebrato il 19 settembre. I suoi concittadini di Miseno hanno preso san Sossio il diacono e lo hanno deposto nella basilica in cui ora riposa, 23 settembre: ed i loro concittadini di Pozzuoli hanno preso san Proculo diacono e san Eutichete e san Acuzio e li hanno deposti nella villa di Falcidio che sta presso la basilica di santo Stefano alla diramazione delle tre strade. Allo stesso modo i loro concittadini hanno portato san Festo e san Desiderio a Benevento.  





APPENDICE DUE: dal martyrologio di Beda come dato dai Bollandisti.



"Il 19 settembre, a Napoli nella Campania la festività di san Gennaro, vescovo di Benevento con Sossio di Miseno un diacono e Festo il suo diacono e Desiderio il suo lettore; che dopo le catene e la prigione sono stati decapitati a Pozzuoli sotto Diocleziano, imperatore e Draconzio, giudice. Mentre venivano condotti alla morte furono visti da altri, Proculo diacono di Pozzuoli e due laici, Eutichete e Acuzio e questi chiesto perché dei giusti erano stati condannati ad essere uccisi, i quali quando il giudice vide che erano cristiani ordinò che venissero decapitati con gli altri. Così tutti e sette ugualmente avendo sofferto morirono. Ed i cristiani presero i loro corpi entro la notte; i Napoletani deposero san Gennaro in una basilica vicino alla città e i Misenesi, Sossio in un altra basilica e i Puteolani, Proculo ed Eutichete ed Acuzio nella basilica di santo Stefano e i Beneventini presero Festo e Desiderio”.





Traduzione e note a cura di E. M.
© Tradizione Cristiana

Gennaio 2009





*  *  *



GLORIA A DIO!





Descrizione: http://www.oodegr.com/tradizione/tradizione_index/vitesanti/strrulee.gif

* La Chiesa Ortodossa celebra la memoria del santo ieromartire Gennaro e dei suoi compagni il 21 di Aprile.**

[1] Si tratta degli Atti Vaticani, un testo del VIII-IX secolo; dal punto di vista critico rientra più nel genere degli Acta Romanzati. Storicamente più attendibili risultano essere gli Atti Bolognesi risalenti al VI-VII secolo, il cui testo è più semplice e lineare. Nonostante ciò, gli Atti Vaticani non sono privi di elementi derivati da testi più antichi, seppur amalgamati all’interno di una narrazione dal sapore leggendario.

[2] Il nome latino originario del santo è “Januarius”.

[3] Costanzo

[4] Probabilmente “quinto”.

[5] Negli Atti Bolognesi il nome del giudice è Draconzio.

[6] Acta, cioè i verbali dei procedimenti.

[7] Daniele 1-3.

[8] Salmo 55, 11.

[9] Salmo 70, 6.

[10] Efesini 6, 16.

[11] Era uso frequente, durante le persecuzioni anticristiane, che i processi venissero svolti presso i circhi, in modo da arricchire lo spettacolo per le folle.

[12] Orarium in latino, Oράριον in greco: insegna dell’Ordine sacro, comune a diaconi, presbiteri e vescovi, benché indossata in posizione differente, e nell’uso ortodosso di differenti fattezze, dove col tempo restò ad indicare esclusivamente l’insegna diaconale; nel mondo cattolico latino odierno è più conosciuta col nome di “stola”.

[13] Cfr. Luca 23, 46.

[14] Era il 19 settembre del 305

[15] Agro Marciano, da alcuni studiosi identificato con la località Fuorigrotta.


 ** (nota a cura del Padre Giovanni Festa) il sito 
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fa memoria di San Gennaro sia il 21 Aprile sia il 19 Settembre