giovedì 6 luglio 2017

Dal nostro padre tra i Santi Giovanni di Dalyatha (VII-VIII sec.) monaco Esistono monaci cristiani perchè tutti i cristiani sono monaci


 


Non ho un cuore che soffra per cercarti, non ho il pentimento, non ho la compunzione che riportano i figli alla loro eredità. Non ho, Signore, lacrime di consolazione. La mia mente è stata oscurata dalle cose della vita e non ha la forza di volgersi nel dolore verso di te. Il mio cuore è stato raffreddato dal gran numero di tentazioni e non può essere riscaldato dalle lacrime dell’amore per te. Ma tu  Cristo Gesù, Cristo Dio, tesoro di beni, donami il pentimento perfetto perché vada con tutta la anima mia alla tua ricerca… ti ho abbandonato, non abbandonarmi. Parti da dove sei e va alla mia ricerca



Rendimi sapiente, Signore, perché io conosca l’intera tua volontà e rendimi forte, perché io la compia; rendimi sapiente perché conosca gli artifici dei demoni e tutto ciò che è avverso e rendimi forte perché io possa vincere tutto.
 
 
 Beato chi dimentica le compagnie del mondo, e si intrattiene con te, perchè  da te sono colmate tutte le sue esigenze. Tu sei il suo cibo e la sua bevanda, Tu la sua gioia e la sua allegrezza, Tu la sua veste, dalla tua gloria la sua nudità  è  rivestita. Tu sei la sua dimora e il luogo ove egli trova requie, in Te egli entra in ogni tempo per trovar riposo. Tu il suo sole e il suo giorno, ed è  alla tua luce che egli vede le realtà  nascoste. Tu sei il Padre che l' ha generato, e come un bimbo ti chiama: Padre!E Tu gli hai donato lo Spirito del tuo Figlio nel suo cuore, e Lui gli ha dato la libertà  confidente di domandarti tutto, come un figlio a suo padre  

Giovanni di Dalyatha,
 Lettera
 51, ¤ 3-4
 

  http://www.academia.edu/20407401/Giovanni_di_Dalyatha_e_Gregorio_di_Nissa


Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha
Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali

http://www.natidallospirito.com/2008/09/12/liberi-dalle-passioni/


I miei occhi sono stati bruciati dalla tua bellezza
ed è stata divelta davanti a me la terra sulla quale avanzavo;
la mia intelligenza è stupita per la meraviglia che è in te
e io, ormai, mi riconosco come uno che non è.
Una fiamma si è accesa nelle mie ossa
e ruscelli sono sgorgati per bagnare l'intera mia carne,
perché non si consumi.
O fornace purificatrice,
nella quale l'Artefice ha mondato la sua creatura!
O abito di luce, che ci hai spogliati della nostra volontà
perché ce ne rivestissimo, ora, nel fuoco!
Signore, lasciami dare ai tuoi figli ciò che è santo,
non è ai cani che lo do.
Gloria a te! Come sono mirabili i tuoi pensieri!
Beati coloro che ti amano,
perché risplendono per la tua bellezza
e tu dai loro in dono te stesso.
Questa è la resurrezione anticipata
di coloro che sono morti in Cristo.
(Giovanni di Dalyatha, Lettere)

http://www.monasterodibose.it/preghiera/martirologio/947-marzo/1942-26-marzo

Giovanni, chiamato anche Saba o il «Vegliardo», nacque nella seconda metà del VII secolo nel villaggio di Ardamust, a nord-ovest di Mossul. Egli fu iniziato allo studio delle Scritture nella scuola del suo villaggio, quindi frequentò il monastero di Apnimaran e, intorno all'anno 700, divenne monaco nel monastero di Mar Yozadaq. Dopo sette anni, si ritirò in solitudine sulla montagna di Dalyatha, forse nei pressi dell'Ararat, e da essa prese il nome.
Negli anni di solitudine, Giovanni approfondì la propria vita spirituale e si esercitò nell'arte della contemplazione, imparando a discernere l'intimo legame tra la creazione e il Creatore, e alimentando il proprio spirito grazie all'incontro quotidiano con la natura e i suoi simboli. Malgrado la lontananza dai suoi simili, egli non perse mai quei tratti di profonda umanità che caratterizzeranno tutti i suoi insegnamenti.
Raggiunto da alcuni discepoli, Giovanni mise per iscritto i frutti della sua profonda esperienza interiore. Influenzato dalle opere di Evagrio, di Macario, di Dionigi Areopagita e di Gregorio di Nissa, egli sottolineò tuttavia in modo ancor più radicale rispetto ai suoi maestri come il grado più elevato della vita cristiana sia quello della carità e dell'amore.
Giovanni morì in una data imprecisata, in quella solitudine in cui più che a fuggire il mondo aveva imparato ad amare ogni creatura.

La quarta domenica di quaresima la Chiesa assira ne  fa memoria con l'avvertenza che Giovanni condannato come eretico dalla sua stessa chiesa nel 790 d.C., per essere riabilitato solo nell'823 d.C.

GIOVANNI DI DALYATHA E GREGORIO DI NISSA
Influssi dall' altopiano anatolico alle montagne di Dalyatha
sta in
  http://www.academia.edu/20407401/Giovanni_di_Dalyatha_e_Gregorio_di_Nissa

IL MONACHESIMO SIRIACO
Di VITTORIO BERTI

Estratto dal libro: “Monachesimo orientale - Un’introduzione” a cura di Giovanni Filoramo
MORCELLIANA 2010
e disponibile anche sul sito www.academia.edu

http://ora-et-labora.net/monachesimosiriaco.html

DISPENSA  DELLA  PATROLOGIA SIRIACA
 
sta in
 https://www.scribd.com/doc/228421786/%C5%BDeljko-Pa%C5%A1a-Patrologia-Siriaca
 
 

Ciascuno ti custodisca nell'interiorità di se stesso, felice di contemplare il tuo splendore, stupito, pensando che tu sei in lui solo, ... mentre tu sei interamente in ciascuno ... Ognuno ti vede nel proprio intelletto totalmente presente, mentre tu sei in tutti, totalmente.

Omelia sulle manifestazioni di Cristo 


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.