Rendimi sapiente, Signore,
perché io conosca l’intera tua volontà
e rendimi forte, perché io la compia;
rendimi sapiente perché conosca gli artifici dei demoni
e tutto ciò che è avverso
e rendimi forte perché io possa vincere tutto.
Beato chi dimentica le compagnie del mondo, e
si intrattiene con te, perchè da te sono colmate tutte le sue esigenze. Tu sei
il suo cibo e la sua bevanda, Tu la sua gioia e la sua allegrezza, Tu la sua
veste, dalla tua gloria la sua nudità è rivestita. Tu sei la sua dimora e il
luogo ove egli trova requie, in Te egli entra in ogni tempo per trovar riposo. Tu
il suo sole e il suo giorno, ed è alla tua luce che egli vede le realtà
nascoste. Tu sei il Padre che l' ha generato, e come un bimbo ti chiama: Padre!E Tu gli hai donato lo Spirito del tuo Figlio nel suo cuore, e Lui gli
ha dato la libertà confidente di domandarti tutto, come un figlio a suo padre
Giovanni di Dalyatha,
Lettera
51, ¤ 3-4
http://www.academia.edu/20407401/Giovanni_di_Dalyatha_e_Gregorio_di_Nissa
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare
con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa
dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni.
Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i
loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui
che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere
vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha
Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui
che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare
con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle
ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse
passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra
di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e
i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla
bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo
mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui
che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare
con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle
ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse
passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra
di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e
i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla
bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo
mondo, né da una delle sue passioni.
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
Colui che vi accede [al paese dello Spirito], non può continuare a guardare con concupiscenza le cose di quaggiù… Colui che è penetrato fin nelle ossa dall’amore di Cristo non può sopportare la torpitudine delle basse passioni. Colui che è diventato l’amico degli angeli e che si rallegra di condividere i loro segreti non può sopportare la compagnia del mondo e i suoi tranelli. Colui che ha legato il proprio intelletto alla bellezza del Signore non può essere vincolato da nessuna cosa di questo mondo, né da una delle sue passioni. Giovanni di Dalyatha Omelia sulla grandezza degli esseri spirituali
http://www.natidallospirito.com/2008/09/12/liberi-dalle-passioni/
I miei occhi sono stati bruciati dalla tua bellezza
ed è stata divelta davanti a me la terra sulla quale avanzavo;
la mia intelligenza è stupita per la meraviglia che è in te
e io, ormai, mi riconosco come uno che non è.
Una fiamma si è accesa nelle mie ossa
e ruscelli sono sgorgati per bagnare l'intera mia carne,
perché non si consumi.
O fornace purificatrice,
nella quale l'Artefice ha mondato la sua creatura!
O abito di luce, che ci hai spogliati della nostra volontà
perché ce ne rivestissimo, ora, nel fuoco!
Signore, lasciami dare ai tuoi figli ciò che è santo,
non è ai cani che lo do.
Gloria a te! Come sono mirabili i tuoi pensieri!
Beati coloro che ti amano,
perché risplendono per la tua bellezza
e tu dai loro in dono te stesso.
Questa è la resurrezione anticipata
di coloro che sono morti in Cristo.
(Giovanni di Dalyatha, Lettere)
http://www.monasterodibose.it/preghiera/martirologio/947-marzo/1942-26-marzo
Giovanni, chiamato anche Saba o il «Vegliardo», nacque nella seconda
metà del VII secolo nel villaggio di Ardamust, a nord-ovest di Mossul.
Egli fu iniziato allo studio delle Scritture nella scuola del suo
villaggio, quindi frequentò il monastero di Apnimaran e, intorno
all'anno 700, divenne monaco nel monastero di Mar Yozadaq. Dopo sette
anni, si ritirò in solitudine sulla montagna di Dalyatha, forse nei
pressi dell'Ararat, e da essa prese il nome.
Negli anni di solitudine, Giovanni approfondì la propria vita spirituale e si esercitò nell'arte della contemplazione, imparando a discernere l'intimo legame tra la creazione e il Creatore, e alimentando il proprio spirito grazie all'incontro quotidiano con la natura e i suoi simboli. Malgrado la lontananza dai suoi simili, egli non perse mai quei tratti di profonda umanità che caratterizzeranno tutti i suoi insegnamenti.
Raggiunto da alcuni discepoli, Giovanni mise per iscritto i frutti della sua profonda esperienza interiore. Influenzato dalle opere di Evagrio, di Macario, di Dionigi Areopagita e di Gregorio di Nissa, egli sottolineò tuttavia in modo ancor più radicale rispetto ai suoi maestri come il grado più elevato della vita cristiana sia quello della carità e dell'amore.
Giovanni morì in una data imprecisata, in quella solitudine in cui più che a fuggire il mondo aveva imparato ad amare ogni creatura.
Negli anni di solitudine, Giovanni approfondì la propria vita spirituale e si esercitò nell'arte della contemplazione, imparando a discernere l'intimo legame tra la creazione e il Creatore, e alimentando il proprio spirito grazie all'incontro quotidiano con la natura e i suoi simboli. Malgrado la lontananza dai suoi simili, egli non perse mai quei tratti di profonda umanità che caratterizzeranno tutti i suoi insegnamenti.
Raggiunto da alcuni discepoli, Giovanni mise per iscritto i frutti della sua profonda esperienza interiore. Influenzato dalle opere di Evagrio, di Macario, di Dionigi Areopagita e di Gregorio di Nissa, egli sottolineò tuttavia in modo ancor più radicale rispetto ai suoi maestri come il grado più elevato della vita cristiana sia quello della carità e dell'amore.
Giovanni morì in una data imprecisata, in quella solitudine in cui più che a fuggire il mondo aveva imparato ad amare ogni creatura.
La quarta domenica di quaresima la Chiesa assira ne fa memoria con l'avvertenza che Giovanni condannato come eretico dalla sua stessa chiesa nel 790 d.C., per essere riabilitato solo nell'823 d.C.
GIOVANNI DI DALYATHA E GREGORIO DI NISSA
Influssi dall' altopiano anatolico alle montagne di Dalyatha
sta in
http://www.academia.edu/20407401/Giovanni_di_Dalyatha_e_Gregorio_di_Nissa
IL
MONACHESIMO SIRIACO
Di VITTORIO BERTI
Estratto
dal libro: “Monachesimo orientale - Un’introduzione” a cura
di Giovanni Filoramo
MORCELLIANA 2010
e disponibile anche sul sito www.academia.edu
http://ora-et-labora.net/monachesimosiriaco.html
DISPENSA DELLA PATROLOGIA SIRIACA
sta in
https://www.scribd.com/doc/228421786/%C5%BDeljko-Pa%C5%A1a-Patrologia-Siriaca
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