lunedì 3 marzo 2014

Quaresima Grande Compieta preghiera di Manasse


Il pentimento del Re Manasse
sta in



Preghiera di Manasse

viene recitata durante il periodo di quaresima




Preghiera di Manasse

viene recitata durante il periodo di quaresima



Signore onnipotente, Dio dei nostri padri, di Abramo, Isacco e Giacobbe e della giusta loro discendenza: tu hai fatto il cielo e la terra con tutto ciò che li orna, tu hai fatto il cielo e la terra con tutto cio' che li orna; tu hai messo ceppi al mare con la parola del tuo precetto; tu hai chiuso l'abisso e lo hai sigillato col tuo nome tremendo e glorioso, per il quale tutto rabbrividisce e trema, al cospetto della tua potenza; la magnificenza della tua gloria e' insostenibile e non si puo' resistere al furore della tua minaccia sui peccatori, ma smisurata e imperscrutabile e' la misericordia da te promessa.

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 Tu, infatti, sei il Signore altissimo, pietoso, longanime e di grande misericordia, che si pente dei castighi per le cattiverie degli uomini. Tu, Signore, nella tua multiforme bonta', hai promesso conversione e perdono per quanti hanno peccato contro di te, e nella tua multiforme pieta', hai stabilito la penitenza per i peccatori in vista della salvezza. Tu dunque, Signore, Dio delle schiere, non hai indicato la penitenza ai giusti, a Abramo, Isacco e Giacobbe, che non avevano peccato contro di te, ma hai indicato la penitenza a me peccatore, perche' i miei peccati superano in numero i granelli di sabbia del mare.


 Si sono moltiplicate le mie ingiustizie, e non sono degno di guardare e vedere l'altezza del cielo, per la moltitudine delle mie iniquita', piegato sotto una pesante catena di ferro, cosi' da non poter sollevare la testa; non ho sollievo, perche' ho provocato il tuo sdegno e ho fatto cio' che e' male davanti a te, non facendo la tua volonta' e non osservando i tuoi precetti. Ma ora piego le ginocchia del cuore, implorando la benevolenza che viene da te. Ho peccato, Signore, ho peccato e conosco le mie iniquita' ma ti chiedo con la preghiera: perdonami, Signore, perdonami, e non mandarmi in perdizione con le mie iniquita', non tenere in serbo con eterno sdegno il male che mi spetta, non condannarmi nel profondo della terra; Tu sei Dio, Dio di coloro che si pentono, e mostrerai in me, indegno, tutta la tua bonta', poiche' mi salverai secondo la tua grande misericordia, e di continuo io ti lodero' nei giorni della mia vita perche' a Te inneggia ogni potenza dei cieli, e tua e' la gloria nei secoli dei secoli. Amin.





La Preghiera di Manasse, anche detta Orazione di Manasse Re di Giuda o Orazione di Manasse, è una breve preghiera penitenziale contenuta nell'antica versione greca della Bibbia detta Settanta. È attribuita a Manasse re di Giuda (687-642 a.C.), e la sua composizione trae spunto da un episodio narrato nel Secondo libro delle cronache (v. 2Cr33,18). È stata composta nella diaspora ebraica probabilmente nel II-I secolo a.C. o nei primi secoli dell'era cristiana.

Nelle attuali versioni della Settanta è inclusa in Odi come capitolo 12.


È considerata canonica dalle chiese ortodosse, mentre per le altre confessioni cristiane rappresenta un apocrifo dell'Antico Testamento.

Ritrovamento archeologico


Ritrovamento archeologico


Il 30 agosto 2004 a Hierapolis di Frigia (Turchia), alcuni archeologi dell'università di Cà Foscari di Venezia hanno ritrovato su una parete nascosta di una stanza sotterranea di una casa privata un'iscrizione risalente al V - VI secolo, recante il testo greco della Preghiera di Manasse. Si trattava probabilmente di un testo parietale per l'esercizio del rito della penitenza, forse davanti a un monaco 'confessore', oppure rimanderebbe a un rituale esorcistico.




Manasse, figlio di Ezechia, aveva solo dodici anni quando alla morte
del padre salì sul trono di Gerusalemme. Egli regnò più a lungo di
qualsiasi altro re che la storia biblica ricordi. Lo scrittore sacro
afferma che: "s'abbandonò interamente a fare ciò che è male agli
occhi dell'Eterno", senza alcun rispetto e timore. Di certo era a
conoscenza delle grandi opere che Dio aveva compiuto durante il
regno di suo padre, ma sprofondò nell'idolatria cancellando tra il
suo popolo ogni segno di devozione al vero Dio. Dobbiamo ricordare
che la decisione di servire Dio e riconoscerLo come Signore è frutto
di una scelta personale. La grazia non può essere ereditata. Manasse
ristabilì il culto agli idoli: a Baal, dio della terra e della
fertilità; ad Astarte, dea della fecondità; a tutto l'esercito dei
cielo (stelle, pianeti ecc.). Ebbe la sfrontatezza di edificare
altari negli stessi cortili del tempio in cui si adorava
l'Eterno. "A Gerusalemme io porrò il mio nome in perpetuo"; questo
proposito divino venne però calpestato con il dilagare
dell'idolatria, della prostituzione, di mostruosi sacrifici umani,
ed altre simili nefandezze. Il re Manasse indusse l'intera nazione
ad abbandonare il vero Dio. Ma poi Manasse visse l'esperienza del
pentimento e del perdono richiesto e concesso

AL CAPITOLO DUE DEL LIBRO DELLE CRONACHE


[1] Quando Manàsse divenne re, aveva dodici anni; regnò
cinquantacinque anni in Gerusalemme.

[2] Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo gli
abomini dei popoli che il Signore aveva scacciato di fronte agli
Israeliti.

[3] Ricostruì le alture demolite da suo padre Ezechia, eresse altari
ai Baal, piantò pali sacri, si prostrò davanti a tutta la milizia
del cielo e la servì.

[4] Costruì altari nel tempio, del quale il Signore aveva detto: "In
Gerusalemme sarà il mio nome per sempre".

[5] Eresse altari a tutta la milizia del cielo nei due cortili del
tempio.

[6] Fece passare i suoi figli per il fuoco nella Valle di Ben-
Hinnòn. Praticò la magìa, gli incantesimi e la stregoneria; istituì
negromanti e indovini. Compì in molte maniere ciò che è male agli
occhi del Signore provocando il suo sdegno.

[7] E collocò la statua dell'idolo che aveva fatto, nel tempio, di
cui Dio aveva detto a Davide e al figlio Salomone: "In questo tempio
e in Gerusalemme, che mi sono scelta fra tutte le tribù di Israele,
porrò il mio nome per sempre.

[8] Non lascerò più che il piede degli Israeliti si allontani dal
paese che io ho concesso ai loro padri, purché procurino di eseguire
quanto ho comandato loro nell'intera legge, ossia negli statuti e
nei decreti dati loro per mezzo di Mosè".

[9] Manàsse fece traviare Giuda e gli abitanti di Gerusalemme
spingendoli ad agire peggio delle popolazioni che il Signore aveva
sterminate di fronte agli Israeliti.

[10] Il Signore parlò a Manàsse e al suo popolo, ma non gli
badarono.

[11] Allora il Signore mandò contro di loro i capi dell'esercito del
re assiro; essi presero Manàsse con uncini, lo legarono con catene
di bronzo e lo condussero in Babilonia.

[12] Ridotto in tale miseria, egli placò il volto del Signore suo
Dio e si umiliò molto di fronte al Dio dei suoi padri.

[13] Egli lo pregò e Dio si lasciò commuovere, esaudì la sua
supplica e lo fece tornare in Gerusalemme nel suo regno; così
Manàsse riconobbe che solo il Signore è Dio.

[14] In seguito, egli costruì il muro esteriore della città di
Davide, a occidente del Ghicon, nella valle fino alla porta dei
Pesci, che circondava l'Ofel; Manàsse lo tirò su a notevole altezza.
In tutte le fortezze di Giuda egli pose capi militari.

[15] Rimosse gli dei stranieri e l'idolo dal tempio insieme con
tutti gli altari che egli aveva costruito sul monte del tempio e in
Gerusalemme e gettò tutto fuori della città.

[16] Restaurò l'altare del Signore e vi offrì sacrifici di comunione
e di lode e comandò a Giuda di servire il Signore, Dio di Israele.

[17] Tuttavia il popolo continuava a sacrificare sulle alture, anche
se lo faceva per il Signore.

[18] Le altre gesta di Manàsse, la sua preghiera a Dio e le parole
che i veggenti gli comunicarono a nome del Signore Dio di Israele,
ecco sono descritte nelle gesta dei re di Israele.

[19] La sua preghiera e come fu esaudito, tutta la sua colpa e la
sua infedeltà, le località ove costruì alture, eresse pali sacri e
statue prima della sua umiliazione, ecco sono descritte negli atti
di Cozai.

[20] Manàsse si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono nel
suo palazzo. Al suo posto divenne re suo figlio Amòn.

[21] Quando Amòn divenne re, aveva ventidue anni; regnò due anni in
Gerusalemme.

[22] Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, come l'aveva
fatto Manàsse suo padre. Amòn offrì sacrifici a tutti gli idoli
eretti da Manàsse suo padre e li servì.

[23] Non si umiliò davanti al Signore, come si era umiliato Manàsse
suo padre; anzi Amòn aumentò le sue colpe.

[24] I suoi ministri ordirono una congiura contro di lui e
l'uccisero nella reggia,

[25] ma il popolo del paese uccise quanti avevano congiurato contro
Amòn. Lo stesso popolo del paese proclamò re, al posto di lui, suo
figlio Giosia.



Preghiera di Manasse
viene recitata durante il periodo di quaresima

La Preghiera di Manasse, anche detta Orazione di Manasse Re di
Giuda o per brevità Orazione di Manasse, è una preghiera
penitenziale contenuta nell'antica versione della Bibbia detta "dei
Septuaginta", ma non inclusa nel canone romano -cattolico. Prende
il nome da Manasse re di Giuda.
Fu molto probabilmente composta in greco. Viene recitata nella
Grande Compieta di Quaresima dei cristiani ortodossi

Il 30 agosto 2004 a Hierapolis di Frigia (Turchia), alcuni
archeologhi dell'università di Cà Foscari di Venezia hanno ritrovato
su una parete nascosta di una stanza sotterranea di una casa privata
un'iscrizione dipinta risalente al V - VI secolo. L'iscrizione si
trova all'interno di una piccola stanza seminterrata (dove potevano
accedere al massimo 3-4 persone), in una casa privata.


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