lunedì 24 marzo 2014

25 Marzo l'Annunciazione nelle meditazioni dei Padri




25 Marzo l'Annunciazione nelle meditazioni dei Padri


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Dalle Omelie attribuite a Gregorio il Taumaturgo.
Homilia II in Annunciatione, PG 10,1156‑1169.
 
 
http://www.webalice.it/giovanni.fabriani/icone/annunciazione-costant-ocrida-xiv-sec.jpg 
Bisogna che noi offriamo a Dio come sacrificio di lode ogni celebrazione festiva; la prima di tutte le solennità deve essere quella dell'Annunciazione della santissima Madre di Dio, quando l'angelo la chiamò piena di grazia.
Questa salutazione angelica è nel Nuovo Testamento l'inizio di ogni sapienza e dottrina di salvezza. A noi, infatti, si rivolge questo saluto del Padre dei lumi: Ti saluto, o piena di grazia. (Lc 1,28 2)
Con queste parole Iddio abbraccia l'intera natura umana. Ti saluto, o piena di grazia, nel santo concepimento, nella tua maternità di gloria, perché ti annunzio una buona novella, una grande gioia per tutto il popolo.
Osservate dunque, carissimi, come il Signore, dappertutto invisibile, ci ha fatto dono di una gioia perenne, che eccede ogni pensiero umano.
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Mentre era sulla terra, Maria conduceva una vita purissima, inghirlandata di ogni genere di virtù, ben al di là dei consueti atteggiamenti umani.
Il Verbo dell'eterno Padre volle allora assumere da lei la carne e farsi totalmente uomo. Attraverso la carne il peccato era entrato nel mondo e con il peccato era venuta la morte. Ma l'incarnazione condanna il peccato, quasi seppellendolo nel santo corpo di Maria. Così fu vinto il tentatore del peccato.
Con l'incarnazione, Dio volle che la stessa vita eterna trovasse nel mondo la sua dimora e con l'apparire dell'inizio della risurrezione un'intimità nascesse tra Dio e gli uomini.
Chi sarà in grado di narrare l'imperscrutabile mistero? Che cosa dire e che cosa lasciare in silenzio?
 
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Gabriele fu inviato alla castissima Vergine: lui, incorporeo, si presenta a lei che nel corpo vive una vita incorrotta e osserva la castità con le altre virtù. Giunto da Maria, per prima cosa le annunzia la buona novella: Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. Veramente sei colma di grazia, poiché hai indossato una veste senza macchia e ti sei cinta di purezza e temperanza. La tua vita ti rende degna della vera gioia.
Ti saluto, o piena di grazia: tu che sei vaso e scrigno della letizia celeste. Ti saluto, o piena di grazia: per mezzo tuo la gioia viene concessa a ogni creatura e il genere umano recupera l'antica dignità. Ti saluto, o piena di grazia: sulle tue braccia sarà portato il Creatore di tutte le cose.
Maria a queste parole rimane turbata: non è avvezza a discorrere con gli uomini, anzi ama la quiete solitaria, madre della continenza e della castità. E poiché ella è immagine immacolata di purezza e di integrità, non ha paura dell'apparizione dell'angelo, così come successe di solito ai profeti: l'autentica verginità ha, infatti, varie somiglianze con lo stato angelico.
 
 
L'arcangelo annunzia a Maria una gioia certa e indubitabile: Non temere, Maria perché hai trovato grazia presso Dio. (Lc 1,30)  Queste poche parole ti dimostreranno che non devi nutrire nessun timore, anzi ti indicheranno la ragione di aver fiducia. Attraverso la mia voce tutte le potenze celesti salutano in te la Vergine santa; anzi lo stesso Dominatore delle potenze ipercosmiche fra tutte le creature ha scelto te, perché sei santa e ornata di grazia.
Attraverso il tuo seno puro, casto e incorruttibile, uscirà la fulgidissima perla, destinata a salvare il mondo intero. Tu sei divenuta più gloriosa, più pura, più santa di ogni creatura umana. Hai una mente più candida della neve e un corpo più puro dell'oro raffinato nel crogiolo.
Ezechiele ti scorse nella sua visione, quando descrisse così: Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve qualcosa come pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù mi apparve come di fuoco. (Ez 1,26‑27).
Nella sua chiaroveggenza, il profeta vide sotto quel simbolo il figlio nato dalla Vergine. Maria non avrebbe potuto portare un tale figlio se fin da quel tempo non fosse apparsa fulgente di ogni gloria e virtù.
 
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Con quali elogi descriveremo la dignità verginale? Con quali lodi e con quali inni celebreremo il suo volto immacolato? Con quali espressioni e con quali canti spirituali potremo onorare colei che è più magnifica degli angeli?
Maria fu piantata nella casa del Signore come un olivo fruttifero; lo Spirito Santo la coprì della sua ombra e per mezzo di lei ci chiamò figli ed eredi del regno di Cristo.
La Vergine è il paradiso sempre verde della nostra eternità, nel quale l'albero della vita, che lì vi cresce, dà a tutti frutti di immortalità.
Maria è vanto delle vergini, giubilo delle madri, sostegno dei credenti, icona perfetta del fedele. E' indumento di luce e dimora della virtù; è la fonte perenne da cui l'acqua viva ha fatto scaturire l'incarnazione del Signore. Maria è baluardo di giustizia e chiunque sarà innamorato della sua nobiltà e purezza verginale, godrà della grazia degli angeli.
 
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Coloro che in modo degno celebreranno l'Annunciazione della vergine Madre di Dio otterranno una più ricca ricompensa dalle parole dell'angelo: Ti saluto, o piena di grazia. Celebriamo perciò solennemente questa festività che ha riempito il mondo intero di gioia e di letizia. Celebriamola con salmi, inni e cantici spirituali.
L'annunciazione della vergine Maria piena di grazia è divenuta per noi il principio di ogni bene, il mirabile piano di salvezza del Salvatore, il suo divino ed eccelso insegnamento. Da Maria si diramano con splendore i raggi della luce spirituale. Da qui scaturiscono per noi le fonti della sapienza e dell'immortalità, le quali effondono limpidi e puri ruscelli di amore. Da qui risplenderanno per noi i tesori della divina conoscenza, perché questa è la vita eterna: conoscere il vero Dio e colui che ha mandato, Gesù Cristo. (Cf Gv 17,3)
 
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Dio nella sua grande bontà, quando vide la sua o pera assoggettata alla morte, non distolse completamente lo sguardo dall'uomo che aveva foggiato a sua immagine; non lo abbandonò e ad ogni generazione venne a visitarlo in terra.
Manifestandosi dapprima nei patriarchi, proclamandosi nella legge e rivelandosi nei profeti, annunziò il suo piano di salvezza. Ma quando giunse la pienezza dei tempi in cui doveva venire in tutta la sua gloria, mandò l'arcangelo Gabriele dalla vergine Maria per darle il lieto annunzio.
L'angelo scese dalle ineffabili potenze celesti e si rivolse alla santissima Vergine dicendo:Ti saluto, o piena di grazia. Non appena ella ebbe ascoltato quel saluto, ecco che lo Spirito Santo entrò nel virgineo tempio immacolato, santificandone il corpo e lo spirito. Le leggi della natura e del matrimonio stettero in disparte a guardare con stupore il Signore della natura operare in quel corpo un prodigio al di là della natura, o meglio, sopra la natura.
Con tutt'altre armi da quelle che il diavolo usò per farci la guerra, Cristo ci ha salvati: egli ha assunto il nostro corpo soggetto al patire, per dare una grazia maggiore alla nostra indigenza. (Rm 5,20) Laddove ha abbondato il peccato. ha sovrabbondato la grazia.
 
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La tua lode, o santissima Vergine, senz'altro supera ogni lode, perché in te Dio ha preso carne ed è nato uomo. Te venera ogni creatura nei cieli, sulla terra e negli inferi e a te offre il culto che ti si addice. Tu sei davvero il trono degno dei cherubini e dalla sommità del regno spirituale tu brilli nel fulgore della tua luce.
In te è glorificato il Padre che non ha inizio, lui che ha disteso su di te la sua ombra. In te è adorato il Figlio, che tu hai generato secondo la carne. In te è celebrato lo Spirito Santo, che nel tuo seno portò a compimento la nascita del gran Re. Per mezzo di te, o piena di grazia, la santa e consostanziale Trinità è conosciuta nel mondo intero.
Degnati di rendere partecipi anche noi della tua perfetta grazia, in Cristo Gesù nostro Signore, insieme col quale sia gloria al Padre e allo Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
 

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