martedì 18 febbraio 2014

San Macario l’Egiziano, camminando nel deserto

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San Macario l’Egiziano, camminando nel deserto, trovò il cranio di un morto gettato per terra. Appena lo toccò con il suo bastone di palma, il cranio cominciò a parlare. Macario gli chiese: “Chi sei?”. Il cranio rispose: “Ero un sacerdote degli idoli dei greci che dimoravano in questo luogo. E tu sei Macario, il pneumatoforo. 

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Quando tu ti impietosisci e preghi per quelli che giacciono nel luogo del castigo, essi ne hanno un po’ di consolazione”. “Che consolazione e che castigo?”, domandò l’anziano. Gli rispose il cranio: “Quanto dista il cielo dalla terra, altrettanto è il fuoco sotto di noi. Siamo immersi nel fuoco dalla testa ai piedi; e non è possibile guardarsi in faccia, perché ognuno ha le spalle attaccate alle spalle dell’altro. Ma quando tu preghi per noi, l’uno vede un po’ la faccia dell’altro: questa è la consolazione”.

 Piangendo l’anziano esclamò: “Guai al giorno in cui l’uomo è nato!”. Chiese poi: “C’è un altro tormento peggiore?”. Il cranio gli disse: “Al di sotto di noi c’è un tormento più grande”. L’anziano domandò: “E chi vi sta?”. 
























Il cranio rispose: “Noi che non conoscevamo Dio abbiamo trovato almeno un po’ di misercordia; ma coloro che conoscevano Dio e lo hanno rinnegato e non hanno compiuto la sua volontà sono sotto di noi”.

 L’anziano prese il cranio e lo seppellì.

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