San Macario l’Egiziano, camminando nel deserto, trovò il cranio di un
morto gettato per terra. Appena lo toccò con il suo bastone di palma, il
cranio cominciò a parlare. Macario gli chiese: “Chi sei?”. Il cranio
rispose: “Ero un sacerdote degli idoli dei greci che dimoravano in
questo luogo. E tu sei Macario, il pneumatoforo.
Quando tu ti
impietosisci e preghi per quelli che giacciono nel luogo del castigo,
essi ne hanno un po’ di consolazione”. “Che consolazione e che
castigo?”, domandò l’anziano. Gli rispose il cranio: “Quanto dista il
cielo dalla terra, altrettanto è il fuoco sotto di noi. Siamo immersi
nel fuoco dalla testa ai piedi; e non è possibile guardarsi in faccia,
perché ognuno ha le spalle attaccate alle spalle dell’altro. Ma quando
tu preghi per noi, l’uno vede un po’ la faccia dell’altro: questa è la
consolazione”.
Piangendo l’anziano esclamò: “Guai al giorno in cui
l’uomo è nato!”. Chiese poi: “C’è un altro tormento peggiore?”. Il
cranio gli disse: “Al di sotto di noi c’è un tormento più grande”.
L’anziano domandò: “E chi vi sta?”.
Il cranio rispose: “Noi che non
conoscevamo Dio abbiamo trovato almeno un po’ di misercordia; ma coloro
che conoscevano Dio e lo hanno rinnegato e non hanno compiuto la sua
volontà sono sotto di noi”.
L’anziano prese il cranio e lo seppellì.
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