Meditazione sul Perdono
il nostro Padre tra i Santi Afraate il Saggio nella e della santa tradizione una ed indivisa siro orientale
MEDITAZIONE SUL PERDONO
Quando la
preghiera è pura
essa è recepita e quando non è pura essa non è recepita, ma vi sono in mezzo a noi persone che moltiplicano le loro preghiere, prolungano la supplica, si prostrano e tendono le mani, ma sono molto lontani dalle opere della preghiera.
Pregano la preghiera
del nostro Vivificatore che insegna: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori |
Dapprima rifletti in coscienza
per sapere se tu perdoni,
e allora prometterai: «lo perdono ».
Perché non devi mentire a Dio
dicendo «lo perdono» se tu non perdoni.
per sapere se tu perdoni,
e allora prometterai: «lo perdono ».
Perché non devi mentire a Dio
dicendo «lo perdono» se tu non perdoni.
Bisogna dunque che tu perdoni
al tuo debitore
prima di pregare.
Poi prega
e quando pregherai
la tua preghiera salirà a Dio nelle altezze
e non sarà lasciata a terra.
al tuo debitore
prima di pregare.
Poi prega
e quando pregherai
la tua preghiera salirà a Dio nelle altezze
e non sarà lasciata a terra.
Les exposés I, De la Prière, 13
Afraate il
Saggio persiano, è il più antico rappresentante della letteratura siriaca.
Appartiene alla Chiesa siro-orientale. (Siria èabbreviazione di Assiria e
corrisponde all'attuale Mesopotamia). Visse nel IV secolo, fu monaco e poi
vescovo, forse del monastero di Mar Mattai, presso Mossul.
Morì forse martire nella persecuzione di Sapore II, re di Persia, poco dopo il 345. Mentre a Roma Costantino concedeva ai cristiani libertà di culto, in Persia si scatenò una reazione ostile al cristianesimo, tendente a riportare la nazione alla religione di stato, all'ortodossia mazdaica (culto zarathustriano del dio Ahura Mazdah).
Nei suoi scritti troviamo traccia della grande persecuzione subita dai suoi correligionari da parte dell'impero persiano.
Le sue opere costituiscono una fonte importante per la storia del cristianesimo nell'impero persiano e sono i più antichi monumenti della letteratura in lingua siriaca.
La base della sua teologia è soprattutto la Bibbia, che gli fornisce espressioni e immagini. Ha scritto piccoli trattati di morale e di ascetica, Dimostrazioni. L'ultimo trattatello è intitolato Dell'acino, con allusione a Isaia 65,8.
Morì forse martire nella persecuzione di Sapore II, re di Persia, poco dopo il 345. Mentre a Roma Costantino concedeva ai cristiani libertà di culto, in Persia si scatenò una reazione ostile al cristianesimo, tendente a riportare la nazione alla religione di stato, all'ortodossia mazdaica (culto zarathustriano del dio Ahura Mazdah).
Nei suoi scritti troviamo traccia della grande persecuzione subita dai suoi correligionari da parte dell'impero persiano.
Le sue opere costituiscono una fonte importante per la storia del cristianesimo nell'impero persiano e sono i più antichi monumenti della letteratura in lingua siriaca.
La base della sua teologia è soprattutto la Bibbia, che gli fornisce espressioni e immagini. Ha scritto piccoli trattati di morale e di ascetica, Dimostrazioni. L'ultimo trattatello è intitolato Dell'acino, con allusione a Isaia 65,8.
Fonti:
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20071121_it.html
Aphraate le Sage persian, Les exposés I, Sources chretiennes
349, Cerf, Parigi 1988; Aphraate le Sage persian, Les exposés Il, Sources
chretiennes 359, Cerf, Parigi 1989.
Traduzione dal francesce delle Monache Benedettine di
Civitella S. Paolo.
Cari fratelli e sorelle, ritorniamo ancora – per concludere –
all’insegnamento di Afraate sulla preghiera. Secondo questo antico
«Saggio», la preghiera si realizza quando Cristo abita nel cuore del
cristiano, e lo invita a un impegno coerente di carità verso il
prossimo. Scrive infatti:
«Da’ sollievo agli affranti, visita i malati,
sii sollecito verso i poveri: questa è la preghiera.
La preghiera è buona, e le sue opere sono belle.
La preghiera è accetta, quando dà sollievo al prossimo.
La preghiera è ascoltata,
quando in essa si trova anche il perdono delle offese.
La preghiera è forte,
quando è piena della forza di Dio» (Esposizione 4,14-16).
Con queste parole Afraate ci invita a una preghiera che diventa vita cristiana, vita realizzata, vita penetrata dalla fede, dall’apertura a Dio e, così, dall’amore per il prossimo.
«Da’ sollievo agli affranti, visita i malati,
sii sollecito verso i poveri: questa è la preghiera.
La preghiera è buona, e le sue opere sono belle.
La preghiera è accetta, quando dà sollievo al prossimo.
La preghiera è ascoltata,
quando in essa si trova anche il perdono delle offese.
La preghiera è forte,
quando è piena della forza di Dio» (Esposizione 4,14-16).
Con queste parole Afraate ci invita a una preghiera che diventa vita cristiana, vita realizzata, vita penetrata dalla fede, dall’apertura a Dio e, così, dall’amore per il prossimo.
(meditazione di Benedetto XVI ) sta in
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2007/documents/hf_ben-xvi_aud_20071121_it.html
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