2 Febbraio Festa della Presentazione al Tempio del Signore i Testi Liturgici
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Nel giorno
della vigilia, più volte si ripete questo Tropario:
Il coro celeste degli
Angeli, chino verso la terra, vede il primogenito di
tutta la creazione portato al Tempio, come bimbo
piccino, dalla Madre Vergine. Pieno di gioia canta
quindi con noi l’inno della pre-festa.
VESPRI
Del
patriarca Germano
Dì dunque, Simeone,
chi porti tra le braccia nel tempio, per esultare
così? A chi gridi e acclami? Ora sono stato
liberato, perché ho visto il mio Salvatore. Questi è
Colui che è stato partorito dalla Vergine: è il
Logos, Dio da Dio, Colui che per noi si è incarnato
e ha salvato l’uomo. Adoriamolo.
Accogli, Simeone,
Colui che Mosè vide in precedenza, nella caligine,
quando gli dava la Legge sul Sinai, e che ora,
divenuto bambino, si assoggetta alla Legge. Questi è
Colui che ha parlato mediante la Legge; questi è
Colui di cui è detto nei profeti, Colui che si è
incarnato per noi e ha salvato l’uomo. Adoriamolo.
Venite, andiamo anche
noi incontro a Cristo con canti divinamente
ispirati, e accogliamo Colui di cui Simeone ha visto
la salvezza. Questi è Colui che Davide annuncia;
questi è Colui che ha parlato nei profeti, Colui che
si è incarnato per noi e che parla nella Legge.
Adoriamolo.
Del monaco
Giovanni (Damasceno)
Si apra oggi la porta
del cielo, perché il Logos eterno del Padre, assunto
un principio temporale, senza uscire dalla sua
divinità è presentato per suo volere al tempio della
Legge da Vergine Madre, come bimbo di quaranta
giorni; e il vegliardo lo prende tra le braccia,
gridando come servo al Sovrano: Lascia che me ne
vada, perché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza. O tu che sei venuto nel mondo per salvare
il genere umano, Signore, gloria a te.
LETTURE:
I: Esodo 13, 1-16 e Levitico 12, versetti vari.
II: Isaia 6, 1-12.
III: Isaia 19, 1, 3-6, 12, 16, 19-21.
II: Isaia 6, 1-12.
III: Isaia 19, 1, 3-6, 12, 16, 19-21.
Dalla
Litia.
Di Andrea
di Creta
Scrutate le Scritture,
disse nell’Evangelo Cristo, nostro Dio. Vi troveremo
che è nato, è stato avvolto con fasce, deposto nel
presepe e allattato, circonciso, portato in braccio
da Simeone, e che è apparso al mondo non in
apparenza o fantasia, ma in verità. A Lui
esclamiamo: Dio che esisti prima dei secoli, gloria
a te!
L’Antico dei giorni,
fatto bambino nella carne, è portato al Tempio da
una Madre Vergine, compiendo il precetto della sua
propria legge; Simeone nel riceverlo disse con
gioia: Ora lascia che il tuo servo se ne vada in
pace, secondo la tua parola, poiché i miei occhi han
visto la tua salvezza, o Signore.
Apostica
Adorna la tua camera
nuziale, Sion e ricevi Cristo Re; accogli Maria, la
porta del cielo: ella infatti è simile al trono dei
Cherubini e porta il Re della gloria. La Vergine è
una nube di luce recante il Figlio fatto carne che
precede la stella del mattino. Ricevendolo nelle sue
braccia Simeone annunciò alle genti che Egli è il
Sovrano della vita e della morte, e il Salvatore del
mondo.
R.:
Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace
secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto
la tua salvezza.
La Madre inesperta di
nozze porta nel tempio Colui che risplendette dal
Padre innanzi ai secoli e che negli ultimi tempi
uscì da un seno verginale. Il Legislatore del monte
Sinai, obbedendo a un’ordinanza legale, è portato al
sacerdote, anziano e giusto, che aveva ricevuto la
promessa di vedere Cristo Signore. Ricevendolo nelle
sue braccia Simeone si rallegrò esclamando: Ecco il
Dio coeterno al Padre e Salvatore delle nostre
anime.
R.:
Luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo
Israele.
La Deipara portava
nelle sue braccia Colui che è portato sui carri dei
Cherubini ed è celebrato con inni dai Serafini,
Colui che si era incarnato in lei senza seme umano,
il Legislatore che adempiva la prescrizione della
Legge, e lo consegnava nelle mani di un vegliardo
sacerdote, e questi, portando la Vita, chiedeva di
esser sciolto dalla vita dicendo: Signore, lasciami
ora andare ad annunziare ad Adamo che ho visto il
Dio eterno divenuto bambino senza mutamento e
Salvatore del mondo.
Gloria. E ora.
Di Andrea
di Creta
Colui che è portato
dai Cherubini e cantato dai Serafini oggi è portato
nel Tempio divino secondo la legge e siede sulle
braccia del vegliardo come su un trono. Per le mani
di Giuseppe reca doni accetti a Dio: sotto la forma
di una coppia di tortore, la Chiesa immacolata e il
popolo neo-eletto dei pagani; e due piccoli di
colomba come Sovrano dell’Antico e del Nuovo
Testamento. Simeone, nel ricevere il compimento
delle promesse a lui fatte, benedicendo la Vergine
Maria, Madre di Dio, vide profeticamente in lei i
segni della passione. Al Signore chiedeva congedo
dicendo: Ora lasciami andare, Signore, come me
l’avevi preannunciato, perché ho visto te, luce
d’avanti i secoli, e Salvatore e Signore del popolo
cristiano.
A questo
punto dei Vespri, come ogni giorno, viene cantato il
Cantico di Simeone e ciò si fa anche il 2 febbraio,
sebbene esso sia stato già più volte citato.
Tropario
della festa
Rallegrati, piena di
grazie, Madre di Dio e Vergine, poiché da te spuntò
il sole di giustizia, Cristo, Dio nostro,
illuminante coloro che sono nelle tenebre.
Rallegrati pure tu, o giusto Vegliardo, che hai
ricevuto fra le braccia il liberatore delle nostre
anime, che ci accorda anche la Risurrezione.
UFFICIATURA DEL MATTINO
Il coro degli angeli
si meravigli del portento; noi mortali, colle nostre
voci innalziamo un inno vedendo l’ineffabile
condiscendenza di Dio, poiché oggi è portato dalle
braccia di un vegliardo, Colui dinanzi al quale
tremano le potenze celesti, il solo Amico degli
uomini.
Colui che siede col
Padre su un trono santo, quando venne sulla terra
nacque da una Vergine, e si fece bambino, Lui che
non è limitato dal tempo. Ricevendolo nelle sue
braccia, Simeone disse con gioia: Ora tu lasci
andare, o Compassionevole, il servitore che hai
rallegrato.
L’Antico dei giorni si
è fatto bambino per me; il Dio purissimo partecipa
ai sacrifici purificatori per darmi la certezza del
corpo che ha preso dalla Vergine. Iniziato a questi
misteri, Simeone ti riconobbe, Dio apparso nella
carne, e ti abbracciò come la Vita; e pieno di gioia
il vegliardo esclamò: Lasciami andare, perché ho
visto te, la vita di tutti.
Lettura
dall’Evangelo di Luca 2, 25-32.
Si apra oggi la porta
del cielo, perché il Logos eterno del Padre, assunto
un principio temporale, senza uscire dalla sua
divinità è presentato per suo volere al tempio della
Legge da Vergine Madre, come bimbo di quaranta
giorni; e il vegliardo lo prende tra le braccia,
gridando come servo al Sovrano: Lascia che me ne
vada, perché i miei occhi hanno visto la tua
salvezza. O tu che sei venuto nel mondo per salvare
il genere umano, Signore, gloria a te.
Canone
Del monaco
Cosma
Ode I
Il sole penetrò allora
fino al suolo arido del fondo dell’abisso, l’acqua
si irrigidì come muraglia ai due lati del popolo che
attraversava a piedi il mare e cantava quest’inno
gradito a Dio: Cantiamo il Signore, perché si è
coperto di gloria!
Santissima Madre di
Dio, salvaci!
Le nubi lascino cadere
la pioggia perché Cristo fanciullo, Sole portato da
tenue nube, riposa su braccia pure nel Tempio.
Acclamiamolo, quindi, o fedeli: Cantiamo il Signore,
perché si è coperto di gloria!
Riprendete forza, mani
di Simeone indebolite dalla vecchiaia, e voi
ginocchia vacillanti del vegliardo, correte dritte
incontro a Cristo. Frammisti ai cori degli
Incorporei, noi inneggiamo al Signore, perché si è
coperto di gloria.
Ode III
Sostegno di coloro che
sperano in te, sostieni, Signore, la Chiesa che ti
sei acquisita col tuo sangue prezioso.
Il Primogenito del
Padre, esistente prima dei secoli, è apparso come
bambino primogenito di una Vergine immacolata e
tende le mani ad Adamo.
Dio Verbo è apparso
come bambino per rialzare il primo uomo
dall’infantilismo in cui la seduzione l’aveva fatto
cadere.
Katisma
Sul monte Sinai,
nell’antichità, Mosè vide Dio di spalle e fu reso
degno di intendere debolmente la voce divina nella
nube e nella tempesta; ora Simeone porta sulle
braccia il Dio incarnatosi senza mutamento e, pieno
di gioia, si affretta a trapassare da questa vita
alla eterna. Perciò esclama: Ora lascia andare il
tuo servo, o Signore.
Ode IV
La tua potenza ha
ricoperto i cieli, o Cristo; uscito dall’arca da te
santificata – la tua Madre incorrotta – ti sei fatto
vedere nel tempio della tua gloria, portato in
braccio quale bambino e tutte le cose sono state
riempite della tua lode.
Sii pieno di gioia,
Simeone – lo invitava la Madre di Dio – tu,
l’iniziato alle cose ineffabili, e prendi in braccio
il bambino che ti era stato annunciato dal Santo
Spirito quale Verbo, il Cristo, e grida a Lui: Tutte
le cose sono state riempite della tua lode.
Contemplando il Verbo
eterno incarnato e portato dalla Vergine, come su un
trono di Cherubini, fatto bambino, Lui che è causa
dell’esistenza di tutto, Simeone gli gridava nel suo
stupore: Tutte le cose sono state riempite della tua
lode.
Ode V
Quando Isaia vide
simbolicamente Dio assiso su un trono elevato e
scortato da angeli di gloria esclamò: Oh, me
infelice! ho visto prima del tempo, incarnato, il
Dio della luce senza tramonto, e Signore della pace.
Comprendendo la gloria
che un tempo si era manifestata al profeta, il
divino Vegliardo, quando vide il Verbo portato nelle
mani della Madre, esclamò: Rallegrati, o Veneranda,
poiché come un trono tu porti il Dio della luce
senza tramonto e Signore della pace.
Il Vegliardo s’inchinò
e con divino trasporto baciò le orme della Vergine
Madre di Dio: Tu, o Pura, porti il fuoco – disse. Io
temo di ricevere nelle mie braccia questo bambino
che è il Dio della luce senza tramonto e Signore
della pace.
Ode VI
Il Vegliardo, vedendo
con i propri occhi la salvezza che si presenta ai
popoli venendo da Theman, esclamò: Tu sei il mio
Dio, Cristo.
Sion, tu sei posta
come sasso che fa inciampare e pietra di scandalo
per gli increduli, ma come salvezza certa dei
credenti.
Lascia ora andarsene
in pace chi ti adora come Figlio dell’Altissimo,
divenuto Figlio della Vergine, Dio fatto bambino.
Kontàkion.
Di Romano
il Melode
Tu che hai santificato
con la tua nascita un seno verginale e hai benedetto
come conveniva le mani di Simeone, sei venuto e hai
salvato anche noi, Cristo Dio. Nelle guerre da pace
al tuo popolo e fortifica i governanti che tu ami, o
solo Amico degli uomini.
Ikos
Accorriamo verso la
Madre di Dio se vogliamo vedere il suo Figlio
portato a Simeone. Gli Incorporei, contemplandolo
dall’alto del cielo, dicevano pieni di stupore: Noi
vediamo ora cose meravigliose e gloriose,
incomprensibili, indicibili: il creatore di Adamo è
portato come un bambino; l’infinito è contenuto tra
le braccia del Vegliardo; Colui che è incircoscritto
nel seno del Padre, per suo volere viene
circoscritto nella carne, ma non nella divinità,
unico Amico degli uomini!
Ode VII
Eleviamo inni a Te,
Dio Verbo, che tra le fiamme hai diffuso rugiada sui
Fanciulli benedicenti Iddio, a Te che hai abitato in
una Vergine pura, cantando piamente: Tu sei
benedetto, Dio dei nostri Padri!
«Vado a rallegrare
Adamo rinchiuso nell’Ade e ad annunciare ad Eva la
buona novella» – esclamava Simeone, cantando coi
profeti: Tu sei benedetto, Dio dei nostri Padri!
«E tu, senza macchia –
preannunziò Simeone alla Madre di Dio – una spada
trafiggerà il tuo cuore quando vedrai sulla croce il
tuo Figlio», al quale cantiamo: Tu sei benedetto,
Dio dei nostri Padri!
Ode VIII
Riuniti in mezzo a un
fuoco divorante, i Fanciulli perseveranti nella
pietà e lasciati intatti dalla fiamma, cantavano un
inno divino: Benedite il Signore, voi tutte opere
sue ed esaltatelo in tutti i secoli!
Popolo d’Israele,
vedendo l’Emmanuele, tua gloria, bambino nato dalla
Vergine, canta in coro davanti all’Arca divina:
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, ed
esaltatelo in tutti i secoli!
«Ecco – esclamò
Simeone – Costui sarà segno di contraddizione,
essendo Dio e bambino»; a Lui con fede cantiamo:
Benedite il Signore, voi tutte opere sue, ed
esaltatelo in tutti i secoli!
Ode IX
Incomprensibile agli
Angeli e ai mortali è ciò che si compie in te, pura
Vergine-Madre.
Nella legge, ombra e
semplice lettera, noi credenti vediamo una figura:
ogni maschio primo nato è consacrato a Dio; perciò
noi magnifichiamo il Verbo primogenito, Figlio del
Padre eterno, divenuto primogenito di una Madre
ignara di nozze.
Gli antichi avevano
una coppia di tortore ed un paio di colombi; al loro
posto il divin Vegliardo e la saggia profetessa Anna
servivano e cantavano Colui che nato dalla Vergine e
Figlio uguale al Padre, avanzava nel tempio.
«Tu mi hai reso la
gioia della tua salvezza, o Cristo – esclamò Simeone
–; fa’ del tuo adoratore, stanco delle ombre, un
nuovo sacro araldo della tua grazia per magnificarti
con canti».
Exapostilario
Condotto dallo Spirito
nel Tempio, il Vegliardo ricevette nelle sue braccia
il Signore della legge, esclamando: Ora sciogli i
vincoli del mio corpo, come l’hai detto, in pace; ho
visto infatti coi miei occhi la rivelazione dei
popoli e la salvezza d’Israele.
Lodi
Osservando la legge
scritta, l’Amico degli uomini è oggi portato nel
Tempio; e il vegliardo Simeone lo riceve nelle sue
braccia invecchiate esclamando: Ora tu mi lasci
andare verso la beatitudine celeste; ti ho visto
infatti, oggi, rivestito di carne mortale, tu,
Signore della vita e Dominatore della morte.
Come luce che dissipa
le tenebre dei popoli, sei apparso, Signore; Sole di
giustizia portato su nube leggera, hai messo fine
all’ombra della legge e fatto brillare l’aurora
della nuova grazia. Per questo Simeone esclamò
contemplandoti: Liberami dalla corruzione, poiché ti
ho visto oggi!
Senza lasciare il seno
del Padre per la divinità, come hai voluto ti sei
incarnato, sei stato portato sulle braccia della
sempre Vergine e dato nelle mani di Simeone,
ricevitore di Dio, tu, la cui mano contiene ogni
cosa. Per questo pieno di gioia esclamò: Ora tu
lasci andare in pace me, il tuo servo, perché ti ho
visto, o Signore!
Gloria. E ora.
Tu che in questo
giorno ti sei degnato adagiarti sulle braccia del
Vegliardo, come sul carro dei Cherubini, Cristo Dio,
ricordati di noi che ti inneggiamo, liberaci dalla
tirannia delle passioni e salva le nostre anime.
Dopo la
Grande Dossologia si conclude col canto del Tropario:
Rallegrati, piena di
grazie…
ALLA
LITURGIA DEL 2 FEBBRAIO
Isodikòn
Manifesta ha resa il
Signore la sua salvezza al cospetto delle genti.
Tropario
Rallegrati, o piena
di grazie, Madre di Dio e Vergine, poiché da te
spuntò il sole di giustizia, Cristo il Dio nostro,
illuminante coloro che giacevano nelle tenebre.
Esulta anche tu, o giusto vegliardo, che hai
ricevuto fra le braccia il Redentore delle anime
nostre, che ci conceda anche la risurrezione.
Kontakion
Tu, che hai
santificato con la tua nascita il seno della Vergine
ed hai benedetto come conveniva le mani di Simeone,
sei venuto e hai salvato anche noi, Cristo Dio.
Conserva nella pace il tuo popolo e rendi forti
coloro che ci governano, col tuo amore, o solo amico
dell’uomo.
Letture:
Epistola: Ebrei 7, 7-17; Evangelo: Luca, 2, 22b-40;
Megalinario
Madre di Dio,
speranza di tutti i cristiani, difendi, custodisci
coloro che sperano in te. Nella legge abbiamo visto
la figura sotto l’ombra e la lettera, o fedeli: ogni
primogenito maschio sarà consacrato al Signore.
Perciò il Logos primogenito del Padre, che non ha
principio, magnifichiamo qual primogenito della
Madre, senza opera d’uomo.
Kinonikòn
Prenderò il calice
della salvezza, ed invocherò il nome del Signore.
Alliluia.
Il
Tropario e il Kontàkion sono ripetuti a ogni Ora
dell’ufficio e alla Liturgia fino al 9 febbraio.
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BENEDIZIONE DEI CERI
NELL’HYPAPANDI [PRESENTAZIONE] DEL SIGNORE
Dopo il
Vangelo del Mattutino ed il Tropario dopo il
Vangelo, ripetuto per tre volte, il Sacredote,
preceduto dal Diacono che porta un cero acceso,
incensa tutt’attorno il tavolo dove sono stati posti
i ceri:
D.
Preghiamo il Signore
S.
O Signore, Dio Onnipotente, Padre Santo, che dal
nulla hai chiamato all’essere tutte le cose, e che
per mezzo del lavoro delle api, ci hai dato la cera
per preparare queste candele. Tu in questo giorno
hai esaudito la preghiera del giusto Simeone: per
l’invocazione del tuo Nome tuttosanto e per le
intercessioni della tuttasanta, più-che-benedetta
gloriosa sovrana nostra la Madre di Dio e
semprevergine Maria, della quale celebriamo la festa
e per le intercessioni di tutti i tuoi santi,
degnati di benedire e santificare questi ceri per
l’uso degli uomini, per la salvezza dell’anima e del
corpo, sia in terra che in mare.
Dalla tua eccelsa
dimora ascolta – Signore – le preghiere del tuo
popolo che desidera portare queste candele in tuo
onore, con inni di lode; e sii clemente verso tutti
per i quali non hai disdegnato di inviare il Tuo
Unigenito Figlio, al quale spetta con Te e col
Tuttosanto buono e vivificante Spirito l’onore e
l’adorazione, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
C.Amen
S.
Pace a tutti
C.
E allo spirito tuo
D.
Chiniamo il nostro capo al Signore
C.
A Te, o Signore
S.
(recita sottovoce la seguente preghiera)
O Signore Gesù
Cristo Dio nostro, che fosti oggi presentato nel
Tempio dai tuoi genitori e dal vegliardo Simeone,
illuminato dallo Spirito, fosti riconosciuto ed
accolto, e benedetto: anche a noi concedi, nella tua
bontà, che rischiarati ed istruiti dalla luce del
tuttosanto Spirito – veramente ti riconosciamo e
fedelmente ti amiamo.
(ad alta
voce:)
Poichè a Te conviene ogni lode, onore ed adorazione
col Padre e col Santo Spirito ora e sempre e nei
secoli dei secoli.
C.
Amen
Il
sacerdote asperge i ceri con l’acqua santa.
S.
Questi ceri sono benedetti per l’infusione del Santo
Spirito e l’aspersione di questa acqua santa, nel
Nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito.
C.
Amen.
E si
ripete per tre volte. Durante i canoni, quando
avviene la venerazione dell’Icona della festa, si
distribuiscono i ceri benedetti.
Quando
al termine del mattutino si intona la Grande
Dossologia tutti accendono i ceri ed al canto della
Dossologia si esce dalla Chiesa e si fa la
processione. Se il perscorso della processione è
lungo si canta, dopo la dossologia, ma prima del
Trisaghio finale, testi dell’ufficio del giorno. Al
rientro in Chiesa si canta il Trisaghio e poi il
Tropario della festa per tre volte e si conclude
come al solito.
Dove la
benedizione dei ceri e la processione si fanno dopo
la liturgia si procede così: dopo la preghiera
dell’ambone si canta il Tropario della festa tre
volte, durante il quale si compie l’incensazione dei
ceri cui segue la benedizione come sopra. Terminata
la benedizione il Sacerdote distribuisce i ceri
mentre si cantano le stichire del Vespro, quante
sono necessarie, alternate al canto dei versetti del
Canto di Simeone, l’accoglitore-di-Dio. Si esce
quindi in Processione cantando la Grande Dossologia
tutto come sopra. Al rientro la Liturgia si conclude
nel modo consueto
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