Dalle «Lettere» di sant'Atanasio, vescovo-Il Verbo ha assunto da Maria la natura umana
Dalle «Lettere» di sant'Atanasio, vescovo
(Ad Epitetto 5-9; PG 26, 1058. 1062-1066)
Il Verbo ha assunto da Maria la natura umana
Il Verbo di Dio, come dice l'Apostolo, «della stirpe di Abramo si
prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli» (Eb 2,
16. 17) e prendere un corpo simile al nostro. Per questo Maria ebbe la
sua esistenza nel mondo, perché da lei Cristo prendesse questo corpo e
lo offrisse, in quanto suo, per noi.
Perciò la Scrittura quando
parla della nascita del Cristo dice: «Lo avvolse in fasce» (Lc 2, 7).
Per questo fu detto beato il seno da cui prese il latte. Quando la madre
diede alla luce il Salvatore, egli fu offerto in sacrificio.
Gabriele aveva dato l'annunzio a Maria con cautela e delicatezza. Però
non le disse semplicemente «colui che nascerà in te», perché non si
pensasse a un corpo estraneo a lei, ma: «da te» (cfr. Lc 1, 35), perché
si sapesse che colui che ella dava al mondo aveva origine proprio da
lei.
Il Verbo, assunto in sé ciò che era nostro, lo offrì in
sacrificio e lo distrusse con la morte. Poi rivestì noi della sua
condizione, secondo quanto dice l'Apostolo: «Bisogna che questo corpo
corruttibile si vesta di incorruttibilità e che questo corpo mortale si
vesta di immortalità» (cfr. 1 Cor 15, 53).
Tuttavia ciò non è certo
un mito, come alcuni vanno dicendo. Lungi da noi un tale pensiero. Il
nostro Salvatore fu veramente uomo e da ciò venne la salvezza di tutta
l'umanità. In nessuna maniera la nostra salvezza si può dire fittizia.
Egli salvò tutto l'uomo, corpo e anima. La salvezza si è realizzata
nello stesso Verbo.
Veramente umana era la natura che nacque da
Maria, secondo le Scritture, e reale, cioè umano, era il corpo del
Signore; vero, perché del tutto identico al nostro; infatti Maria è
nostra sorella poiché tutti abbiamo origine in Adamo.
Ciò che
leggiamo in Giovanni «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14), ha dunque
questo significato, poiché si interpreta come altre parole simili.
Sta scritto infatti in Paolo: «Cristo per noi divenne lui stesso
maledizione» (cfr. Gal 3, 13). L'uomo in questa intima unione del Verbo
ricevette una ricchezza enorme: dalla condizione di mortalità divenne
immortale; mentre era legato alla vita fisica, divenne partecipe dello
Spirito; anche se fatto di terra, è entrato nel regno del cielo.
Benché il Verbo abbia preso un corpo mortale da Maria, la Trinità è
rimasta in se stessa qual era, senza sorta di aggiunte o sottrazioni. E'
rimasta assoluta perfezione: Trinità e unica divinità. E così nella
Chiesa si proclama un solo Dio nel Padre e nel Verbo.
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