Commentario sul Levitico di Esichio di Gerusalemme
(+ probabilmente dopo il 450) (Lib. 2, cap. 8: PG 93, 885)
(+ probabilmente dopo il 450) (Lib. 2, cap. 8: PG 93, 885)
Prendendo dunque l’unguento e il sangue che era sull’altare, asperse sopra
Aronne e le sue vesti, i figli di lui e le loro vesti. Avendoli consacrati nelle loro
vesti (Lv 8, 30). Che il sangue dell’Unigenito e l’unzione dello Spirito
siano di un’unica operazione e potenza, e che il legislatore molto giustamente
abbia usato l’olio dell’unzione e il sangue dell’altare, cioè del
corpo del Signore, ascolta Giovanni che dice: Tre sono le realtà che
rendono testimonianza, e i tre sono uno: lo Spirito, il sangue e l’acqua
(1 Gv 5, 7-8). Infatti hanno un unico effetto di santificazione. E se abbiamo
conosciuto che un Aronne sensibile viene santificato con l’aspersione
del sangue e dell’olio, non meravigliamoci di quanto è stato detto: infatti
lo stesso Cristo offrì la sua passione per noi, per la nostra santificazione,
con l’aspersione del proprio sangue. Donde ha detto che vengono
santificati i figli di Aronne, e con Aronne le tuniche o meglio le vesti, poiché
qualunque cosa succeda in noi, viene ricondotta necessariamente a
lui, come capo evidentemente di tutto il corpo. E per la dimostrazione
delle cose che sono state dette, prendiamo le parole del Signore. Infatti,
quando doveva essere crocifisso per noi, disse queste cose sotto forma di
preghiera, per preparare l’obbedienza degli apostoli: Come il Padre ha
mandato me nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo, e per essi io santifico
me stesso, affinché siano anch’essi santificati nella verità (Gv 17, 18-19).
Dunque ha chiamato apertamente “santificazione” il sacrificio che offrì
per noi, per il fatto che la santificazione giova anche a noi.
http://blog.studenti.it/biscobreak/2013/03/santesichio-di-gerusalemme/
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