giovedì 23 gennaio 2014

Dossologie al Sovrano con i Padri dopo la visita pastorale del nostro Metropolita


Dossologie al Sovrano con i Padri dopo la visita pastorale del nostro Metropolita 


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Gli apostoli predicarono il vangelo da parte del Signore Gesù Cristo che fu mandato da Dio. Cristo da Dio e gli apostoli da Cristo. Ambedue le cose ordinatamente alla volontà di Dio. Ricevuto il mandato e pieni di certezza nella risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo e fiduciosi nella Parola di Dio con l’assicurazione dello Spirito Santo, andarono ad annunziare che il regno di Dio era per venire. Predicavano per le campagne e le città e costituivano le loro primizie, provandole nello spirito, nei vescovi e nei diaconi dei futuri fedeli”

(Clemente Romano, Lettera ai Corinti XLII, 1 – 4)

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"Gesù Cristo, nostra vita inseparabile, è il pensiero del Padre, come anche i vescovi posti sino ai confini della terra sono nel pensiero di Gesù Cristo. Conviene procedere d'accordo con la mente del vescovo, come già fate. Il vostro presbiterato ben reputato degno di Dio è molto unito al vescovo come le corde alla cetra. Per questo dalla vostra unità e dal vostro amore concorde si canti a Gesù Cristo. E ciascuno diventi un coro, affinché nell'armonia del vostro accordo prendendo nell'unità il tono di Dio, cantiate ad una sola voce per Gesù Cristo al Padre, perché vi ascolti e vi riconosca, per le buone opere, che siete le membra di Gesù Cristo. È necessario per voi trovarvi nella inseparabile unità per essere sempre partecipi di Dio. Se in poco tempo ho avuto tanta familiarità con il vostro vescovo, che non è umana, ma spirituale, di più vi stimo beati essendo uniti a lui come la Chiesa lo è a Gesù Cristo e Gesù Cristo al Padre perché tutte le cose siano concordi nell'unità."
(Ignazio d’Antiochia, Lettera agli Efesini 3- 5)

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            "In realtà ho saputo che i vostri santi presbiteri non hanno abusato della giovinezza evidente di lui (il Vescovo), ma saggi in Dio sono sottomessi a lui, non a lui, ma al Padre di Gesù Cristo che è il vescovo di tutti. Per il rispetto di chi ci ha voluto bisogna obbedire senza ipocrisia alcuna, poiché non si inganna il vescovo visibile, bensì si mentisce a quello invisibile. Non si parla della carne, ma di Dio che conosce le cose invisibili."
(Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Magnesi, III, 1 - 2)
          
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  "Vi prego di essere solleciti a compiere ogni cosa nella concordia di Dio e dei presbiteri. Con la guida del vescovo al posto di Dio, e dei presbiteri al posto del collegio apostolico e dei diaconi a me carissimi che svolgono il servizio di Gesù Cristo che prima dei secoli era presso il Padre e alla fine si è rivelato. Tutti avendo una eguale condotta rispettatevi l’un l’altro. Nessuno guardi il prossimo secondo la carne, ma in Gesù Cristo amatevi sempre a vicenda. Nulla sia tra voi che vi possa dividere, ma unitevi al vescovo e ai capi nel segno e nella dimostrazione della incorruttibilità." Come il Signore nulla fece senza il Padre col quale è uno, né da solo né con gli apostoli, così voi nulla fate senza il vescovo e i presbiteri.

(Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Magnesi, VI, 1 - 2)

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            "Se siete sottomessi al vescovo come a Gesù Cristo dimostrate che non vivete secondo l'uomo ma secondo Gesù Cristo, morto per noi perché credendo alla sua morte sfuggiate alla morte. È necessario, come già fate, non operare nulla senza il vescovo, ma sottomettervi anche ai presbiteri come agli apostoli di Gesù Cristo speranza nostra, e in lui vivendo ci ritroveremo"

(Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Tralliani, III, 1 - 2)


"I credenti venuti dal decimo monte, i cui alberi facevano ombra, sono di questa specie: episcopi ed ospitali, nelle loro case accolsero sempre volentieri i servi di Dio senza ipocrisia. Gli episcopi in ogni occasione instancabilmente protessero con il loro ministero, i bisognosi, le vedove e sempre vissero santamente.(7)"
(il Pastore di Erma)
 
"E dico a tutti voi, che avete ricevuto questo sigillo, di custodire la semplicità e di non conservare il ricordo delle offese e di non ostinarvi nella vostra malizia o nella memoria dell’amarezza delle offese, di divenire uno spirito solo e di medicare o togliere queste funeste discordie, affinché il Signore delle pecore ne sia contento. E gioirà se troverà che sono tutte sane e nessuna di esse è traviata, ma se troverà che qualcuna di esse è traviata, guai ai pastori. (8)"
(il Pastore di Erma)  


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"È necessario che il pastore sia costante e semplice per rettitudine in ogni circostanza, ma anche massimamente capace di mutamento e vario, a seconda della familiarità che vuole ottenere con ciascuno, ed abbia però la capacità e l’abilità di parlare a tutti. Alcuni  Hanno bisogno di essere nutriti col latte, cioè con gli insegnamenti più semplici ed elementari …Altri hanno bisogno della saggezza di cui si parla per i perfetti e di un nutrimento  più elevato e più sostanzioso, perché le loro facoltà percettive sono state sufficientemente esercitate a distinguere il vero dal falso
"Non cerca già il proprio interesse, ma quello dei figli ch’egli ha generato in Cristo mediante il Vangelo. Questo è il fine di ogni spirituale principato: disprezzato affatto il proprio interesse, mirare al vantaggio degli altri 
(San Gregorio di Nazianzio)   

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San Basilio Nella prima lettera ad Anfilochio così egli esprime il suo auguri per l’elezione del Vescovo di Iconio:

"Comportati da uomo e sii forte, cammina alla testa del popolo che l’Altissimo ha affidato alla tua destra. Governa come un saggio pilota, domina con la tua decisione ogni  tempesta scatenata dai venti dell’eresia, custodisci la tua nave dall’immersione nei flutti salati e amari della dottrina perversa, e attendi la calma che il Signore creerà, quando si sarà trovata una voce degna di risvegliarlo perché comandi al vento e al mare… non lamentarti per un incarico al di sopra delle tue forze… se è il Signore a portare il fardello con te, getta nel Signore il tuo affanno, e lui stesso agirà.






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