Dossologie al Sovrano con i Padri dopo la visita pastorale del nostro Metropolita
Gli
apostoli predicarono il vangelo da parte del Signore Gesù Cristo che fu
mandato da Dio. Cristo da Dio e gli apostoli da Cristo. Ambedue le cose
ordinatamente alla volontà di Dio. Ricevuto il mandato e pieni di
certezza nella risurrezione del Signore nostro Gesù Cristo e fiduciosi
nella Parola di Dio con l’assicurazione dello Spirito Santo, andarono ad
annunziare che il regno di Dio era per venire. Predicavano per le
campagne e le città e costituivano le loro primizie, provandole nello
spirito, nei vescovi e nei diaconi dei futuri fedeli”
(Clemente Romano, Lettera ai Corinti XLII, 1 – 4)
"Gesù
Cristo, nostra vita inseparabile, è il pensiero del Padre, come anche i
vescovi posti sino ai confini della terra sono nel pensiero di Gesù
Cristo. Conviene procedere d'accordo con la mente del vescovo, come già
fate. Il vostro presbiterato ben reputato degno di Dio è molto unito al
vescovo come le corde alla cetra. Per questo dalla vostra unità e dal
vostro amore concorde si canti a Gesù Cristo. E ciascuno diventi un
coro, affinché nell'armonia del vostro accordo prendendo nell'unità il
tono di Dio, cantiate ad una sola voce per Gesù Cristo al Padre, perché
vi ascolti e vi riconosca, per le buone opere, che siete le membra di
Gesù Cristo. È necessario per voi trovarvi nella inseparabile unità per
essere sempre partecipi di Dio. Se in poco tempo ho avuto tanta
familiarità con il vostro vescovo, che non è umana, ma spirituale, di
più vi stimo beati essendo uniti a lui come la Chiesa lo è a Gesù Cristo
e Gesù Cristo al Padre perché tutte le cose siano concordi nell'unità."
(Ignazio d’Antiochia, Lettera agli Efesini 3- 5)
"In realtà ho saputo che i vostri santi presbiteri non hanno abusato
della giovinezza evidente di lui (il Vescovo), ma saggi in Dio sono
sottomessi a lui, non a lui, ma al Padre di Gesù Cristo che è il vescovo
di tutti. Per il rispetto di chi ci ha voluto bisogna obbedire senza
ipocrisia alcuna, poiché non si inganna il vescovo visibile, bensì si
mentisce a quello invisibile. Non si parla della carne, ma di Dio che
conosce le cose invisibili."
(Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Magnesi, III, 1 - 2)
"Vi
prego di essere solleciti a compiere ogni cosa nella concordia di Dio e
dei presbiteri. Con la guida del vescovo al posto di Dio, e dei
presbiteri al posto del collegio apostolico e dei diaconi a me carissimi
che svolgono il servizio di Gesù Cristo che prima dei secoli era presso
il Padre e alla fine si è rivelato. Tutti avendo una eguale condotta
rispettatevi l’un l’altro. Nessuno guardi il prossimo secondo la carne,
ma in Gesù Cristo amatevi sempre a vicenda. Nulla sia tra voi che vi
possa dividere, ma unitevi al vescovo e ai capi nel segno e nella
dimostrazione della incorruttibilità." Come
il Signore nulla fece senza il Padre col quale è uno, né da solo né con
gli apostoli, così voi nulla fate senza il vescovo e i presbiteri.
(Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Magnesi, VI, 1 - 2)
"Se siete sottomessi al vescovo come a Gesù Cristo dimostrate che non
vivete secondo l'uomo ma secondo Gesù Cristo, morto per noi perché
credendo alla sua morte sfuggiate alla morte. È necessario, come già
fate, non operare nulla senza il vescovo, ma sottomettervi anche ai
presbiteri come agli apostoli di Gesù Cristo speranza nostra, e in lui
vivendo ci ritroveremo"
(Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Tralliani, III, 1 - 2)
"I
credenti venuti dal decimo monte, i cui alberi facevano ombra, sono di
questa specie: episcopi ed ospitali, nelle loro case accolsero sempre
volentieri i servi di Dio senza ipocrisia. Gli episcopi in ogni
occasione instancabilmente protessero con il loro ministero, i
bisognosi, le vedove e sempre vissero santamente.(7)"
(il Pastore di Erma)
"E
dico a tutti voi, che avete ricevuto questo sigillo, di custodire la
semplicità e di non conservare il ricordo delle offese e di non
ostinarvi nella vostra malizia o nella memoria dell’amarezza delle
offese, di divenire uno spirito solo e di medicare o togliere queste
funeste discordie, affinché il Signore delle pecore ne sia contento. E
gioirà se troverà che sono tutte sane e nessuna di esse è traviata, ma
se troverà che qualcuna di esse è traviata, guai ai pastori. (8)"
(il Pastore di Erma)
"È
necessario che il pastore sia costante e semplice per rettitudine in
ogni circostanza, ma anche massimamente capace di mutamento e vario, a
seconda della familiarità che vuole ottenere con ciascuno, ed abbia però
la capacità e l’abilità di parlare a tutti. Alcuni Hanno bisogno di
essere nutriti col latte, cioè con gli insegnamenti più semplici ed
elementari …Altri hanno bisogno della saggezza di cui si parla per i
perfetti e di un nutrimento più elevato e più sostanzioso, perché le
loro facoltà percettive sono state sufficientemente esercitate a
distinguere il vero dal falso
"Non cerca già
il proprio interesse, ma quello dei figli ch’egli ha generato in Cristo
mediante il Vangelo. Questo è il fine di ogni spirituale principato:
disprezzato affatto il proprio interesse, mirare al vantaggio degli
altri
(San Gregorio di Nazianzio)
San Basilio Nella prima lettera ad Anfilochio così egli esprime il suo auguri per l’elezione del Vescovo di Iconio:
"Comportati
da uomo e sii forte, cammina alla testa del popolo che l’Altissimo ha
affidato alla tua destra. Governa come un saggio pilota, domina con la
tua decisione ogni tempesta scatenata dai venti dell’eresia, custodisci
la tua nave dall’immersione nei flutti salati e amari della dottrina
perversa, e attendi la calma che il Signore creerà, quando si sarà
trovata una voce degna di risvegliarlo perché comandi al vento e al
mare… non lamentarti per un incarico al di sopra delle tue forze… se è
il Signore a portare il fardello con te, getta nel Signore il tuo
affanno, e lui stesso agirà.
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