lunedì 12 maggio 2014

dal web tramite Alessandra Simonetti meditazione dI San Giovanni Climaco


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Per parte nostra, paventiamo della nostra debolezza e quindi esitiamo ad affrontare il tema dell'esichia come del porto dell'anima, ben sapendo che c'è un cane appostato a questa tavola del santo convito, che ha deciso di rapinare l'anima sottraendo il pane dalla tavola e, portatoselo alla bocca, di correre lontano per mangiarselo in tutta tranquillità. Per togliere spazio a questo cane, non intendiamo fare la filosofia dell'esichia o una dotta esposizione dei principi di ricerca, pensando non sia giusto parlare qui di pace a gente che sta in guerra, e combatte coraggiosamente sotto le insegne del nostro Re, diremo soltanto che le corone della pace e della quiete sono riservate a coloro che hanno valorosamente lottato... 
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L'esichia fisica consiste nel saper sistemare i comportamenti e i relativi nostri sentimenti. Quella spirituale è disciplina sistematrice dei pensieri e custodia inviolata della mente. Ama l'esichia il pensiero vigoroso e conciso, sempre vigile alla porta del cuore... L'esichia iniziale tiene lontani i rumori perché sconvolgerebbero il suo profondo; quella perfetta consiste nel non temere il tumulto cui è ormai insensibile.

 Chi progredisce nell'esichia non soltanto a parole dà spazio abitabile con la sua amabilità ad ogni espressione di carità: difficilmente si muove a loquacità, non si muove affatto a sdegno... la mente dell'esicasta sorveglia il suo pensiero come la cacciatrice del topo questo roditore...

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 Rinnegherebbe l'esichia e mentirebbe un tiepido che accondiscendesse agli umani cavilli... Lasciando la cella darà la colpa ai demoni, dimenticando che è lui il demonio tentatore di se stesso... Tu non temere gli scherzi di quelli che ti frastornano, poiché la compunzione non conosce viltà né costernazione... non di rado i demoni mandano degli stolti girovaghi a visitare i veri esicasti per impedire loro quel po' di lavoro che fanno... Tienili d'occhio, caro... però non contristare, per raggiungere il tuo scopo santo, un'anima assetata della tua parola che venga alla tua fonte; in ogni caso ci vuole il lume del discernimento... Piuttosto che sui libri, cerca di aver lumi a contatto con la dura esperienza circa quello che concerne la tua salute... Custodisci la lingua se pur devi usarla, perché essa è capace di dissipare ad un tratto il frutto di tante fatiche... A chi ti viene a trovare offri il puro necessario sia materialmente che spiritualmente. Se si tratta di persone più istruite, dimostriamoci anche noi filosofi tacendo, ma se si tratta di fratelli di simili condizioni apriamo pure la porta della lingua con tutta moderazione... ll santo Apostolo dice: «Chi conosce il pensiero del Signo­re?»; ed io aggiungo: «Chi conosce il pensiero d'un uomo che vive nell'esichia esteriore e interiore?...»... Prega con tutta semplicità, con una sola espressione, come fecero il pubblicano e il prodigo... Non molte parole devi cercare, perché tale affannarsi causa la dissipazione della mente... Anche se fossi giunto in cima alla scala delle virtù, continua a pregare perché ti siano rimessi i tuoi peccati, come fece Paolo che paragonandosi ai peccatori esclamava: «Io sono il primo di essi»... Non dire di non avere ottenuto quello che hai chiesto pregando a lungo, perché hai profittato spiritualmente... Se poi preghi per un altro e sei esaudito, non montare in superbia, perché è la sua grande fede che ha ottenuto il risultato... dovrai pregare con tanto maggior impegno con quanta maggiore ostilità si accaniranno contro di te i demoni per impedirtelo... Certuni hanno l'idea che la preghiera sia più potente del ricordo della morte; quanto a me, esalto l'utilità di quella unità, quasi di due nature della medesima ipostasi. Un buon cavallo più corre e più si riscalda, più si riscalda e più corre... alcuni quando escono dal luogo dove pregavano appaiono in quel momento come persone che vengono fuori da una fornace ardente... altri come persone rischiarate da una luce che le riveste del duplice abito dell'umiltà e della gioia. Quelli infatti che escono dalla preghiera senza questa duplice forza dimostrano di aver pregato solo materialmente e per dir così alla maniera giudaica.



San Giovanni Climaco

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