venerdì 9 maggio 2014

10 MAGGIO SANTI FRATELLI ALFIO,FILADELFO E CIRINO, MARTIRI A LENTINI Canone del tono IV ( senza acrostico) Di San Bartolomeo il Giovane da Rossano



10 MAGGIO
 
SANTI FRATELLI ALFIO,FILADELFO E CIRINO, MARTIRI A LENTINI
 
 
 
Canone del tono IV ( senza acrostico)
 Di San Bartolomeo il Giovane  da Rossano
 
 
ODE  I
 
O gloriosissima triade di SS. Martiri, voi illuminati dalla triluce solare  ( della SS. Trinità)
 diradate  la folta nebbia delle mie passioni e fugate le tenebre della mia ignoranza.
 
  Voi appariste quali astri dalle molti luci per fugare le tenebre  dell'ateismo, o Beatissimi (   Servi) di Dio, poichè annunziaste  dinanzi ai dominatori  della terra il grande Nome di Cristo.
 
   Disseccando, o Martiri invitti, con le effusioni copiose  del vostro sangue  l'abisso corruttore  delle anime, il culto bugiardo degli idoli,  voi fosti nella chiesa di Cristo come una fonte  di divine guarigioni.
 
 
Theot. : Orsù inneggiamo tutti alla Tuttasanta  Maria, Lei che sola è l'ornamento dell'umanità, poichè generò il Dio Incarnato, rimanendo pur tuttavia Vergine incorrotta.

 
 
 
ODE III
 
 
La bellissima terna dei Martiri Fratelli apparve come tre germogli di una gloriosa radice, che fiorirono e maturarono il frutto vago del martirio.
 
O degnissimi di ogni lode, Voi condotti al macello  come agnelli del Buon Pastore  Cristo, diveniste vittime gradite alla Mensa Celeste.
 
Coll’aver sofferto per amor di Cristo  ogni sorta  di tormenti foste fatti degni di guarire i
dolori delle anime nostre .
 
 
Theoth. : Il potere della morte, che aveva signoreggiato fino alla tua comparsa, O Tuttasanta, fu distrutto quando cozzò contro il tuo Figlio, per cui noi giustamente Ti celebriamo  come il principio della nostra nostra immortr
alità
 
 

CATHISMA  DEL TONO IV

 
 
 
Voi, o SS. Martiri, brillaste nel firmamento della Chiesa Cristo come stelle risplendenti della luce della divina Sapienza, per cui vi preghiamo di fugare da noi, che che celebriamo  con fede la santissima ed insigne vostra memoria, la nebbia delle passioni e le tenebre del peccato.
 
 
 

ODE IV

 
 
 
Quanto sono belli i piedi dei SS Martiri, poiché essi sono infilzati in calzari di ferro e battono la via dei comandamenti  di Cristo. Degnamente, come meritano, onoriamoli.

   Carichi el peso della croce e dei tormenti subiti, e reputando ad onore l’ignominiosa rasatura  della testa, i Martiri ad alta voce esclamano: noi, o Signore, corriamo la via del tuo Martirio.

    Dopo aver attraversato, senza essere sommersi, il fiume dell’empietà , o beati, col vostro prezioso sangue  ne sottometteste  i campioni difensori, gridando: a Dio sia gloria.

    Voi fioriste nel giardino dei Martiri come rose di divina pietà mandando ovunque un divino profumo, o celebratissimi Martiri, e spezzando il fetore  degli idoli bugiardi
 
 
Theotok:  verginalmente partoristi, o Vergine, e dopo il parto rimani vergine; per cui con voci incessanti e con lode incoccussa, a te, o Signora, gridiamo Gioisci 
 
 
 
 

ODE V

 
 
 
Mossa dall’amore per Te, o Salvatore , la triade dei Martiri ebbe in odio l’empio errore  dei molti idoli bugiardi e Ti annunziò vero Dio

   O Santi Giovanetti, o vittime a Dio gradite, o Santi Filadelfo, Cirino e Alfio, pregate dio perché siamo salvi.

    O triluce lampada, o trono abitacolo santissimo della Trinità, o belli campioni di Cristo, liberateci dai pericoli.

     L’arena dei vostri numerosi combattimenti fiorì e fruttificò un’abbondante messe ed una grande moltitudine di Santi Martiri, che versarono il sangue  per Cristo.
 
 
Theotok.: In Te, o Santissima Madre di Dio, noi poniamo a nostra difesa un’arma invincibile contro i nostri nemici; in Te possediamo l’àncora e la speranza della nostra salvezza
 
 
 
 

ODE VI

 
 
Illuminati dai dardeggianti raggi dei vostri prodigi, o Combattenti , coloro che senza la legge  erano schiavi dell’ombra  della legge, abbracciarono la luce della grazia

    Per mezzo dei patimenti e della morte, serbando vergine dalle passioni l’anima vostra, voi presentaste per dono a Cristo la veneranda vergine Eutalia insieme con Epifania.

    La morte del SS. Martiri fu preziosa davanti al Signore, tanto che, benchè morti, si offrono a noi viventi, e liberano i fedeli da terribili mali.

    Alfio ed insieme Cirillo e Filadelfo, il bellissimi Martiri, astri splendenti della Chiesa, illuminano il mondo coi raggi dei loro prodigi.
 
 
Theotok.: O prodigio, il più inaudito dei prodigi! Ecco che una Vergine concepisce  verginalmente nel suo seno Colui che contiene l’universo, e non va soggetta a ristrettezza di spazio.
 
 
 

ODE  VII

 
 
Il  vile persecutore  straziato nel profondo abisso del suo cuore, fece gettare in un pozzo profondo  e disseccato i corpi dei Martiri da lui uccisi, ma il Signore li assunse  per farli abitare seco nella celeste dimora.

    Con la gloria del martirio gli ispirati giovinetti ricevettero dall’Altissimo Dio il dono della fortezza, dimostrando anche con segni meravigliosi il vincolo della loro fratellanza.

    Dopo che i santi giovinetti ebbero consumato il loro martirio , la veneranda Tecla e la saggia Giustina  con sollecitudine ne presero seco i corpi e li seppellirono  con ogni magnificenza là, dove aveva la dimora  l’incontaminata gente dei viventi.
 
 
Theotok.: Salve, o Tabernacolo santificato dall’Altissimo, poiché per mezzo tuo, o Madre di Dio, è donata la grazia a noi, che a Te acclamiamo: benedetta sei Tu tra le donne, o TuttaSanta 
 
 

ODE VIII

 
 
O Martiri insigni, voi, armate le vostre pure mani  con le teribili spade ricevute dalla grazia di Dio, virilmente rendeste vani e rintuzzaste la bocca, gli omeri ed il cuore dell’impuro tiranno, gridando: opere tutte del Signore, benedite il Signore.

     Prima della fine Alfio si era mostrato mite, imitando la mansuetudine di Cristo, ma ora diventò terribile al nemico; rivestito infatti della tremenda potenza di Dio, mise ignominiosamente a tacere la bocca intemperante  e gonfia di superbia di lui, così che più non si gloriasse senza misura.

    Tertullo, l’ordinatore di insidie, dimostrò con cuore duro nel tormentare duramente  l’erede di Cristo, ma ne fu punito senza rimedio, perché ebbe a trovare  un deciso avversario in Filadelfo, che distrusse e mandò a vuoto gli insidiosi suoi piani di guerra contro i Martiri.
 
 
Theotok.: Avendo generato realmente Dio, o Purissima, tu realmente sei madre di Dio, poiché Tu hai, per riguardo del tuo Figlio, una dignità divina; per cui noi fedeli, o Tuttasanta  Signora, Ti glorifichiamo con vera fede qual Madre di Dio.
 
 
 

ODE IX

 
 
Con la tua vivificante ispirazione, o Alfio, tu attiri a celebrare  la memoria gioiosa del giorno della tua dipartita coloro che se ne astengono, mentre li liberi dalla seduzione della colpa.

    Serbando, o Filadelfo, di proposito l’affezione fraterna verso il prossimo, ed avendo ricevuto giustamente in ricompensa dei tuoi travagli la potente confidenza  presso il Divin Giudice, rendiLo a noi propizio con le tue preghiere.

    Mirabile anche agli Angeli fu la tua pazienza nei tormenti, o Cirino, e potente il tuo influsso nell’attirare gli altri al culto del vero Dio, e perciò noi ti chiamiamo  beato qual servo caro al Signore.

    Tutta la vostra energia, o SS. Martiri, fu da voi impegnata nel dominare le passioni irrazionali. Deh! Con la vostra carità proteggete dal cielo noi, che siamo stati mossi da vera dilazione a cantare le vostre lodi.
 
 
Theotok.:  O Vergine Madre di Dio, Che sola hai generato la Fonte della Misericordia, sciogli ora le catene dei miei falli e riempimi , o Beatissima, di gioia,  affinchè io Ti magnifichi.





Saints ALPHUS, PHILADELPHE, CYPRIN (CYRIN), ONESIME, ERASME et leurs QUATORZE compagnons, martyrs en Sicile sous Dèce (250 ou 251). 

http://oca.org/saints/lives/2014/05/10/101339-martyr-philadelphus-and-18-others-in-sicily

SANTI ALFIO, FILADELFO E CIRINO, FRATELLI MARTIRI


Le notizie che possediamo sulla vita e sul martirio dei tre fratelli, Alfio, Filadelfo e Cirino, il cui culto è molto diffuso in quasi tutta la Sicilia Orientale fin dall'alto medioevo, sono tutte contenute in un documento, che gli studiosi delle vite dei Santi fanno risalire al secondo decennio della seconda metà del secolo X, al 960 circa: si tratta di una lunga e minuziosa narrazione scritta da un monaco, certamente orientale , di nome proprio Basilio, e con verosimiglianza a Lentini in provincia di Siracusa, come si evince dalla precisa indicazione dei luoghi, delle tradizioni e dei costumi della comunità là esistente. Il manoscritto, che si compone di più parti, alla fine della terza parte si chiude con questo periodo, ovviamente in greco: "Con l'aiuto di Dio venne a fine il libro dei SS. Alfio, Filadelfo e Cirino, scritto per mano del monaco Basilio". Il prezioso scritto si conserva nella Biblioteca Vaticana, segnato col numero 1591, proveniente dal monastero di Grottaferrata, nei pressi di Roma. 
Secondo il manoscritto citato i nostri Santi hanno subito il martirio nella persecuzione di Valeriano e precisamente nel 253.I tre fratelli sono nati a Vaste, in provincia di Lecce, il padre Vitale apparteneva a famiglia patrizia e la madre, Benedetta, affrontò direttamente e spontaneamente l'autorità imperiale per manifestare la propria fede e sottoporsi al martirio. Il prefetto Nigellione, giunto a Vaste per indagare sulla presenza di cristiani, compie i primi interrogatori e, viste la costanza e la fermezza dei tre fratelli, decide di inviarli a Roma insieme con Onesimo, loro maestro, Erasmo, loro cugino, ed altri quattordici. Da Roma, dopo i primi supplizi, vengono mandati a Pozzuoli, dal prefetto Diomede, il quale sottopone alla pena di morte Erasmo, Onesimo e gli altri quattordici e invia i tre fratelli in Sicilia da Tertullo, a Taormina; qui vengono interrogati e tormentati e poi mandati a Lentini, sede ordinaria del prefetto, con l'ordine che il viaggio sia compiuto con una grossa trave sulle spalle. I tre giovani sono liberati dalla trave da una forte tempesta di vento; passano da Catania, dove vengono rinchiusi in una prigione, che ancora oggi è indicata con la scritta "Sanctorum Martyrum Alphii Philadelphi et Cyrini carcer", in una cripta sotto la chiesa dei Minoritelli; in questo viaggio, secondo un'antica tradizione molto diffusa, confortata peraltro da un culto mai interrotto, sono passati per Trecastagni, perché la normale via lungo la costa era impraticabile a causa di una eruzione dell'Etna. Nel cammino da Catania a Lentini avvengono vari prodigi e conversioni: si convertono addirittura i venti soldati di scorta e il loro capo Mercurio, che Tertullo fa battere aspramente e uccidere. Entrando in Lentini i tre fratelli liberano un bambino ebreo indemoniato e ammalato, convertono alla fede molti ebrei che abitano in quella città e che successivamente sono condannati alla lapidazione. Presentati a Tertullo sono sottoposti prima a lusinghe e poi ad ogni genere di supplizi: pece bollente sul capo rasato, acutissimi chiodi ai calzari, strascinamento per le vie della città sotto continue battiture. Sono prodigiosamente guariti dall'apostolo Andrea e operano ancora miracoli e guarigioni fino a quando Tertullo non ordina che siano sottoposti al supplizio finale: Alfio con lo strappo della lingua, Filadelfo posto su una graticola rovente e Cirino immerso in una caldaia di pece bollente. I loro corpi, trascinati in un luogo detto Strobilio vicino alle case di Tecla e Giustina, e gettati in un pozzo, ricevono dalle pie donne sepoltura in una grotta, ove in seguito viene edificata una chiesa.

http://www.santiebeati.it/dettaglio/90308




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