venerdì 11 ottobre 2013

San Vincenzo di Lerins -dal Commonitorium




San Vincenzo di Lerins -dal  Commonitorium

File:Saint Vincent of Lerins.jpg


Se sorge qualche nuova questione a proposito della
quale non è mai stata presa alcuna decisione analoga,
bisogna allora ricorrere alle opinioni dei santi Padri, di
quelli almeno che, ai loro tempi e luoghi, rimasero
nell’unità della comunione e della fede, e furono
considerati maestri approvati. E tutto ciò che essi
poterono sostenere, in unità di pensiero e di sentimento,
va considerato come la dottrina vera e cattolica della
Chiesa, senza alcun dubbio né scrupolo   Nulla
deve essere creduto dalla posterità, eccetto ciò chel’antichità sacra dei santi Padri ha ritenuto unanimemente in Cristo 

Copertina di 'Commonitorio - Estratti'
La sua notorietà è legata ad un libretto sulla tradizione della Chiesa, dal titolo Commonitorium
  Si tratta di un manuale di regole di condotta da seguire per vivere integralmente il messaggio evangelico. Non c'erano grandi novità. Nel 434 (l'anno in cui vide la luce il prezioso libretto), il monaco forniva ai teologi futuri il famoso canone dell'ortodossia, cioè il metro per giudicare la bontà di una affermazione teologica: "Quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est": atteniamoci, cioè, a ciò che è stato creduto ovunque, sempre e da tutti.

http://www.santiebeati.it/dettaglio/54550
http://www.documentacatholicaomnia.eu/30_10_0370-0450-_Vincentius_Lirinensis.html


- Come, dunque, dovrà comportarsi un cristiano cattolico se qualche piccola frazione, della Chiesa si stacca dalla comunione con la fede universale?
Dovrà senz'altro anteporre a un membro marcio e pestifero la sanità del corpo intero.
- Se, però, si tratta di una novità eretica che non è limitata a un piccolo gruppo, ma tenta di contagiare e contaminare la Chiesa intera?
In tal caso, il cristiano dovrà darsi da fare per aderire all'antichità, la quale non può evidentemente essere alterata da nessuna nuova menzogna.
E se nella stessa antichità si scopre che un errore è stato condiviso da più persone o addirittura da una città o da una provincia intera?

In questo caso avrà la massima cura di preferire alla temerità e all'ignoranza di quelli, i decreti, se ve nesono, di un antico concilio universale. 

E se sorge una nuova opinione, per la quale nulla si trovi di già definito? 
Allora egli ricercherà e confronterà le opinioni dei nostri maggiori, di quelli soltanto però che, pur appartenendo a tempi e luoghi diversi, rimasero sempre nella comunione e nella fede dell'unica Chiesa Cattolica e ne divennero maestri approvati. Tutto ciò che troverà che non da uno o due soltanto, ma da tutti insieme, in pieno accordo, è stato ritenuto, scritto, insegnato apertamente, frequentemente e costantemente, sappia che anch'egli lo può credere senza alcuna esitazione. 




Nella Chiesa Cattolica bisogna avere la più grande cura nel ritenere ciò che è stato creduto dappertutto, sempre e da tutti. Questo è veramente e propriamente cattolico, secondo l'idea di universalità racchiusa nell'etimologia stessa della parola. Ma questo avverrà se noi seguiremo l'universalità, l'antichità, il consenso generale. Seguiremo l'universalità se confesseremo come vera e unica fede quella che la Chiesa intera professa per tutto il mondo; l'antichità, se non ci scostiamo per nulla dai sentimenti che notoriamente proclamarono i nostri santi predecessori e padri; il consenso generale, infine, se, in questa stessa antichità, noi abbracciamo le definizioni e le dottrine di tutti, o quasi, i Vescovi e i Maestri.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.