domenica 20 settembre 2015

E Abba disse....... 20/09/2015




Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.”
Lettera agli Efesini (6, 11-20)


Il padre Giovanni (il Nano) disse: «Io penso che l’uomo dovrebbe avere un po’ di ogni virtù. Perciò ogni giorno, quando ti alzi al mattino, ricomincia da capo in ogni virtù e in ogni comandamento di Dio, con grandissima pazienza, timore e larghezza d’animo, nell’amore di Dio, con tutta la disponibilità dell’anima e del corpo, con molta umiltà; sii costante nella tribolazione del cuore e nella vigilanza, con molta preghiera e molte suppliche, con gemiti, con la purezza della lingua e la custodio degli occhi. Ingiuriato, non adirarti, sii pacifico e non rendere male per male ; non guardare agli errori degli altri, non misurare te stesso poiché sei al di sotto di ogni creatura. Vivi nella rinuncia a tutto ciò che è carnale e materiale, nella croce, nella lotta, nella povertà di spirito, con digiuno, nella penitenza e nel pianto , nella dura lotta, nel discernimento, nella purezza dell’anima, nella disponibilità ad accogliere il bene, compiendo con tranquillità il lavoro delle tue mani ; nelle veglie notture, nella fame e nella sete, nel freddo, nella nudità , nelle fatiche. Chiuditi nella tomba, come se fossi già morto, così da pensare in ogni momento che la morte è prossima». 


Il padre Poemen raccontava che il padre Giovanni Nano aveva pregato Dio e furono allontanate da lui le passioni e fu liberato da ogni sollecitudine. Si recò allora da un anziano e gli disse: «Mi trovo nella quiete, e non devo sostenere nessuna lotta». Gli disse il vecchio: «Va’ e prega Dio perché sopraggiunga su di te la lotta e tu ne tragga quella contrizione ed umiltà che avevi prima. È attraverso la lotta che l’anima progredisce». L’altro pregò Dio per questo e, quando giunse la lotta, non pregò più perché la allontanasse da lui. Chiedeva invece: «Dammi, Signore, pazienza nei combattimenti»



Raccontò ancora di un altro anziano che viveva nel deserto e aveva chiesto a Dio la grazia di non addormentarsi mai quando si teneva un discorso spirituale; di sprofondare invece immediatamente nel sonno se qualcuno facesse della maldicenza o dicesse parole oziose, perchè le sue orecchie non gustassero questo veleno.
Diceva: il diavolo è fautore delle parole oziose e nemico di ogni insegnamento spirituale.
E portava questo esempio: un giorno in cui dicevo ad alcuni fratelli delle cose utili, furono persi da un sonno così profondo da non poter nemmeno muovere le palpebre. Per mostrare l’azione del demonio, cominciai a fare chiacchiere sciocche. A ciò si rallegrarono e si svegliarono subito; e io dissi sospirando: Finchè abbiamo parlato di cose celesti, tutti voi avevate gli occhi appesantiti dal sonno. Ma appena sono uscite dalla mia bocca parole oziose, vi siete destati subito con entusiasmo.
Perciò fratelli, vi esorto a riconoscere l’azione del demonio; vegliate su voi stessi e guardatevi dal sonnecchiare quando fate o udite qualcosa di spirituale.”

Abbà Cassiano (San Giovanni Cassiano).

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