venerdì 11 settembre 2015

Abba disse 11/09/2015




San Giovanni Climaco "Scala del Paradiso" gradino primo


Dice Nilo di Ancira, abate, nei primi decenni del V secolo:
Se tanta scienza ed esperienza esige il combattimento contro le passioni, di quanta perfezione non debbono aver raggiunto il traguardo quanti si sono assunti il compito di guidare gli altri  per condurli saggiamente al raggiungimento del premio proprio della celeste vocazione! Per insegnare con saggezza, debbono sapere a quali sbandamenti vanno incontro e a tutto ciò che porta all’errore, sì da poter indicare gli antidoti che occorre usare per condurli alla vittoria, sì che essi non abbiano soltanto a tracciare dei segni per aria con le loro dita, ma abbiano anche a vibrare dei colpi ben dati nella lotta contro l’avversario. In un vero e proprio combattimento, ognuno di essi dovrà infatti non agitare invano le mani per aria, ma riuscire veramente ad eliminare l’avversario; perché questa lotta è più dura di quella degli agoni ginnici. Qui infatti si piegano fisicamente i corpi degli atleti, che possono facilmente raddrizzarsi; lì invece si abbattono le anime, che una volta prostrate difficilmente si rialzano.
Nilo di Ancira, Discorso ascetico, 41, a cura di C. Riggi, Città Nuova 1983, p. 75.


Abba Teodoro metteva in guardia così: "Tra i demoni che ci avversano i primi a dare 
battaglia sono quelli ai quali sono affidate le voglie della gola, quelli che ci insinuano 
l’amore per il denaro e quelli che eccitano la vanagloria".

Insegnamento di Abba Poemen: "Chi vuol riscattare i peccati, li riscatta col pianto e chi vuole ottenere le 
virtù, le ottiene col pianto. Il pianto infatti è la strada indicata dalla Scrittura e dai Padri, che ci hanno 
detto: “Piangete” (Gc. 4, 9). Non vi è altra strada che questa".

Il Padre Sisoes diceva: "Ecco, da trent’anni non prego più Dio per un peccato in particolare, ma prego 
così: «Signore Gesù, proteggimi dalla mia lingua». E fino ad ora ogni giorno cado nel peccato a motivo 
della lingua"

Un giovane monaco chiese al suo abate, da tutti considerato uomo di grande santità: "Come posso essere 
certo di trovarmi alla presenza di Dio?". L'abate rispose: "Hai tanto controllo su di essa quanto è il potere 
che hai di far sorgere il sole". Esasperato, il giovane esclamò: "Ma allora a cosa servono tutti i nostri esercizi 
spirituali e tutte le preghiere?". "Queste cose servono per essere certi di essere svegli quando il sole sorge".

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