Epifanio il Saggio, Vita di san Sergio di Radonez,
Epifanio il Saggio, Vita di san Sergio di Radonez,
«Per
misericordia di Dio arcivescovo di Costantinopoli, patriarca ecumenico,
kyr Filofej a Sergio, nostro figlio nel Santo Spirito e servo con noi
della nostra umiltà. La grazia e la pace e la nostra benedizione siano
con voi! Ci è giunta notizia della tua vita virtuosa in Dio e abbiamo
reso lode a Dio e lo abbiamo glorificato. Tuttavia manca ancora un punto
importante: non è stata strutturata la vita cenobitica. Perciò, o
venerabile, tu sai che lo stesso profeta e antenato di Dio Davide, che
con la sua intelligenza tutto abbraccia, non ha potuto lodare
nient’altro se non “che è buono e soave che i fratelli vivano assieme”
(Sal 133, 1). Per questo vi do un buon consiglio: stabilite la vita
comune. E la misericordia di Dio e la nostra benedizione siano con voi».
Allora lo starec chiese al
metropolita: «Tu, o vescovo santo, che cosa ordini?». Il metropolita,
rispondendo allo starec, disse: «Poiché, o venerabile, sei stato
giudicato degno di tali beni, per il fatto che Dio glorifica coloro che
lo glorificano e siccome la fama della tua vita ha raggiunto Paesi
lontani e il grande patriarca ecumenico ti ha dato questo consiglio di
grande utilità, anche noi ti consigliamo, con più insistenza, affinché
si faccia così e rendiamo grazie».
E da quel tempo fu stabilita nel monastero del santo la vita cenobitica.
Epifanio il Saggio, Vita di san Sergio di Radonez, trad. it. a cura di
Adalberto Piovano, Paoline Editoriale Libri, Milano 2013, pp. 273-274
Nota Il
patriarca menzionato è Filotheos Kokkinos, che governò il patriarcato
ecumenico dal novembre del 1353 al novembre del 1354 e poi ancora
dall’ottobre del 1364 al settembre del 1376. La vicenda storica di
questo patriarca è mescolata ad alcuni significativi
episodi della vita religiosa e politica bizantina: le controversie
palamitiche, le rivalità tra le dinastie dei Cantacuzeni e dei
Paleologi, la minaccia dell’avanzata turca… Nato a Tessalonica tra il
XIII e il XIV secolo, fu monaco all’Athos, dove prese parte attiva alle
discussioni intorno alla dottrina di Gregorio Palamas (firmò il “Tomo
Agioritico” in difesa del celebre teologo), divenne igumeno della Grande
Lavra e poi, nel 1347, vescovo di Eraclea in Tracia. Per due volte
resse la sede patriarcale di Costantinopoli. Durante il suo secondo
mandato (1364-1376) canonizzò Gregorio Palamas (1368). Deposto
dall’imperatore Andronico II nel 1376, fu relegato in un monastero dove
morì verso il 1377. Della sua abbondante produzione letteraria, si
possono ricordare vari scritti sulla questione palamita, testi
agiografici (tra cui la “Vita di Gregorio Palamas” e il suo ufficio
liturgico), scritti omiletici e due opere importanti per la liturgia, la
“Diataxis della santa Liturgia” e quella per l’ordinazione sacerdotale.
Poco tempo dopo la sua morte fu venerato come santo; la sua festa è
l’11 ottobre.
Ringrazio il caro fratello in Cristo Claudio Guarino di Napoli
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