martedì 24 settembre 2013

Epifanio il Saggio, Vita di san Sergio di Radonez,

 
 
Epifanio il Saggio, Vita di san Sergio di Radonez,
 
«Per misericordia di Dio arcivescovo di Costantinopoli, patriarca ecumenico, kyr Filofej a Sergio, nostro figlio nel Santo Spirito e servo con noi della nostra umiltà. La grazia e la pace e la nostra benedizione siano con voi! Ci è giunta notizia della tua vita virtuosa in Dio e abbiamo reso lode a Dio e lo abbiamo glorificato. Tuttavia manca ancora un punto importante: non è stata strutturata la vita cenobitica. Perciò, o venerabile, tu sai che lo stesso profeta e antenato di Dio Davide, che con la sua intelligenza tutto abbraccia, non ha potuto lodare nient’altro se non “che è buono e soave che i fratelli vivano assieme” (Sal 133, 1). Per questo vi do un buon consiglio: stabilite la vita comune. E la misericordia di Dio e la nostra benedizione siano con voi».
Allora lo starec chiese al metropolita: «Tu, o vescovo santo, che cosa ordini?». Il metropolita, rispondendo allo starec, disse: «Poiché, o venerabile, sei stato giudicato degno di tali beni, per il fatto che Dio glorifica coloro che lo glorificano e siccome la fama della tua vita ha raggiunto Paesi lontani e il grande patriarca ecumenico ti ha dato questo consiglio di grande utilità, anche noi ti consigliamo, con più insistenza, affinché si faccia così e rendiamo grazie».
E da quel tempo fu stabilita nel monastero del santo la vita cenobitica.

Epifanio il Saggio, Vita di san Sergio di Radonez, trad. it. a cura di Adalberto Piovano, Paoline Editoriale Libri, Milano 2013, pp. 273-274
 
 
 
Nota  Il patriarca menzionato è Filotheos Kokkinos, che governò il patriarcato ecumenico dal novembre del 1353 al novembre del 1354 e poi ancora dall’ottobre del 1364 al settembre del 1376. La vicenda storica di questo patriarca è mescolata ad alcuni significativi episodi della vita religiosa e politica bizantina: le controversie palamitiche, le rivalità tra le dinastie dei Cantacuzeni e dei Paleologi, la minaccia dell’avanzata turca… Nato a Tessalonica tra il XIII e il XIV secolo, fu monaco all’Athos, dove prese parte attiva alle discussioni intorno alla dottrina di Gregorio Palamas (firmò il “Tomo Agioritico” in difesa del celebre teologo), divenne igumeno della Grande Lavra e poi, nel 1347, vescovo di Eraclea in Tracia. Per due volte resse la sede patriarcale di Costantinopoli. Durante il suo secondo mandato (1364-1376) canonizzò Gregorio Palamas (1368). Deposto dall’imperatore Andronico II nel 1376, fu relegato in un monastero dove morì verso il 1377. Della sua abbondante produzione letteraria, si possono ricordare vari scritti sulla questione palamita, testi agiografici (tra cui la “Vita di Gregorio Palamas” e il suo ufficio liturgico), scritti omiletici e due opere importanti per la liturgia, la “Diataxis della santa Liturgia” e quella per l’ordinazione sacerdotale. Poco tempo dopo la sua morte fu venerato come santo; la sua festa è l’11 ottobre.
 
Ringrazio il caro fratello in Cristo Claudio Guarino di Napoli  
 

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