"Prima di qualunque altra cosa domanda, nella preghiera, il dono delle lacrime"
"Se desideri la vera preghiera, rinuncia a tutto per avere in eredità
il Tutto"
"Se sei teologo, devi pregare nella verità; se preghi nella verità, sei teologo"
Se vuoi pregare veramente, non contristare alcun essere vivente; altrimenti inutilmente corri
Il Signore dice: "Lascia il tuo dono davanti all'altare, e va' prima a riconciliarti
col fratello"e quando tornerai riuscirai a pregare senza turbamento. Perchè il rancoreacceca la facoltà mentale di colui che prega e avvolge di tenebre la sua preghiera
Non domandare, nella preghiera, che le cose va
dano come vuoi tu, non sempre il tuo desiderio è in accordo col volere divino. La preghiera migliore, come ti è statoinsegnato, è "la tua volontà sia fatta" in me
Il demonio è grandemente invidioso di colui che prega, usa molteplici astuzie per
disturbarlo dal suo intento. Agita la memoria e il pensiero indirizzandolo alle
piùsvariate cose; mette in azione tutte le passioni fisiche. Il suo scopo è di corrompere il vero progresso che l'uomo compie ascendendo, con la preghiera silenziosa, a Dio.
.
Quando il demonio scaltro non riesce ad alterare la preghiera dell'orante
attento, desiste per breve spazio di tempo. Terminata la preghiera, tenta la
rivincita, provocando in lui l'irascibilità, cerca di distruggere la pace mentale
raggiunta, oppure scatenandone la concupiscenza, si fa beffe del suo puro pensare.
Quando ti accingi a pregare veramente, aspettati il peggio dal demonio
tu resta
saldo e proteggi il frutto della preghiera. Fin dai primordi, il compito dell'uomo fu di
coltivare e custodire (Gen. 2, 15). Perciò dopo avere atteso, con la preghiera,
all'opera di coltivazione, non lasciare indifesi i frutti del tuo lavoro, altrimenti la tua
preghiera sarà stata vana
.
I demoni risvegliano in noi la gola, la sensualità, la cupidigia, l'ira, il risentimento
e le altre passioni, perché la mente, sotto il loro peso, non riesca a pregare veramente.
Quando predomina l'attività delle passioni della nostra parte irraziona
le, la mente èostacolata nelll'agire razionalmente.
TESTO INTERO
http://clarisseremite.xoom.it/virgiliowizard/sites/default/files/sp_wizard/docs/Nilo%20del%20Sinai%20-%20Testi%20sulla%20Preghiera.pdf
Il santo monaco Nilo il digiunatore era
nativo di Costantinopoli. Visse durante il V secolo ed è stato allievo di San
Giovanni Crisostomo. Avendo ricevuto una fine educazione, quando era ancora giovane
fu nominato prefetto della capitale. Durante questo periodo Nilo era sposato ed
ebbe anche dei figli. Ma i fasti della vita di corte turbavano la coppia. San
Giovanni Crisostomo esercitò una grande influenza sulla loro vita e le loro
aspirazioni. I coniugi decisero di separarsi e dedicarsi alla vita monastica.
La moglie e la figlia di Nilo decisero di entrare in uno dei monasteri femminili
in Egitto, e Nilo e suo figlio Teodulo andarono al Sinai, dove si stabilirono
in una grotta scavata con le proprie mani. Per quarant’anni questa grotta servì
come dimora di Nilo. Con il digiuno, la preghiera e le opere, il monaco raggiunse
un alto grado di perfezione spirituale. Cominciò a venire a lui gente di ogni
rango sociale e occupazione - dall’imperatore fino al contadino -, trovando ognuno
consiglio e conforto dal santo. Nella solitudine Nilo scrisse molto. Si conosce
una sua lettera in cui fa una accesa denuncia dell’imperatore Arcadio, che
aveva esiliato San Giovanni Crisostomo. E note sono le sue opere ascetiche, composte
in una forma perfetta, profondamente ortodosse, e piene di senso sincero e
pensiero chiaro.
Nilo subì molte
disgrazie nel deserto. Come, ad esempio, quando i Saraceni catturarono il
figlio Teodulo, che avevano intenzione di offrire in sacrificio ai loro dèi
pagani. Attraverso le preghiere del santo il Signore salvò Teodulo, e il monaco
lo trovò con il vescovo di Emessa, che aveva riscattato il giovane dai barbari.
Questo vescovo quindi li ordinò entrambi presbiteri. Dopo la chirotonia tornarono
al Sinai, dove vissero insieme in ascesi fino alla morte di Nilo.
Nilo è un nome
diffuso in Oriente. Si contano ventuno scrittori con questo nome. Nei secoli i
copisti li hanno confusi, ed è difficile stabilire quali scritti appartengano
al più celebre di essi, San Nilo del Sinai. Molti scritti di San Nilo non
riflettono l’esperienza della vita eremitica, ma quella cenobitica; si
attribuiscono all’omonimo superiore di un monastero presso Ancyra nella Galazia,
morto verso il 430. La critica più recente inclina a rivendicare ad Evagrio il
Pontico vari scritti riportati col nome di Nilo nel Vol. 79 della patrologia
greca del Migne. Così il celebre Trattato
sulla preghiera, Migne 79, 1165-1200, dal quale prendiamo i testi che
seguono, è da attribuirsi ad Evagrio.
Altro sito consultato
http://bergamo-ortodossa.blogspot.it/2012/11/san-nilo-il-sinaita.html
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