Le Christ de l'Apocalypse
crypte de la cathédrale Saint-Etienne, Auxerre, 11ème s.
crypte de la cathédrale Saint-Etienne, Auxerre, 11ème s.
Lettere festali di Atanasio di Alessandria
(n. 295 ca., + 373) (Lett. 1, 9: PG 26, 1365)
(n. 295 ca., + 373) (Lett. 1, 9: PG 26, 1365)
Noi invece siamo fuori il tempo dell’ombra. Infatti ora non immoliamo
un agnello materiale, ma quello vero, che fu immolato, il Signore
nostro Gesù Cristo, il quale fu condotto come pecora alla macelleria, che
rimase muto come agnello davanti al macellaio (cfr Is 53, 7), purificandoci
con il suo sangue prezioso, che parla molto più di quello di Abele (cfr
Eb 12, 24). Calzando i nostri piedi con la preparazione del vangelo, prendendo
con le nostre mani il vincastro e il bastone del Signore, rianimato
dai quali quel santo diceva: Il tuo vincastro e il tuo bastone mi hanno consolato
(Sal 23, 4). E sommariamente diceva il beato Paolo: Pronti a tutto, non
ci angustiamo per nulla; il Signore è vicino (Fil 4, 6). Infine lo stesso nostro
Salvatore dice: Nell’ora che non pensiamo, il Signore verrà (Mt 24, 44).
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