venerdì 13 giugno 2014

Sempre i Padri del monachesimo

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Atanasio
presenta Antonio nella pienezza dei frutti dello Spirito
“Come avrebbe potuto turbarsi, se il suo animo era sempre quieto e sereno? O quando avrebbe potuto essere triste, se il suo spirito era sempre nella gioia?
una delle raccomandazioni di Orsiesi: “produciamo per Dio dei frutti tra i frutti delloSpirito santo (cf. Gal 5,22)... I frutti dello Spirito santo che l’uomo imparerà a conoscere, li acquisterà mediante la conversione..., ponendo in sé il timore di Dio e credendo che ogni parola scritta nelle sante Scritture si realizzerà
Dai Verba seniorum per un certo Efrem: un anziano “udì
come una fontana che zampillava dalla bocca di Efrem mentre componeva alcuni inni), e seppe così che proveniva dallo Spirito santo ciò che uscivadalle labbra di Efrem
sempre dai Verba seniorum
Teodoro evoca Is 49,15 e conclude: “Gerusalemme è ogni anima
che è diventata dimora dello Spirito di Dio”
Una cosa simile inculca l’interpretazione data da un anziano a 2Re 4,8-17. “Si dice che la Sunammita rappresenti l’anima ed Eliseo lo Spirito santo. Quando l’anima si allontanadall’agitazione corporea, lo Spirito di Dio la circonda, e allora potrà generare, lei che era sterile”
 Il monaco egiziano Giovanni ammonisce:  
Ricordati di non desiderare di vedere il volto degli uomini di Dio, ma piuttosto sforzati di contemplare in spirito le imprese e le gesta loro. E loSpirito che dà vita; la carne a nulla giova. Io, senza essere né giusto, néprofeta – come tu invece pensi che io sia – ho pregato per voi presso ilSignore, vista la vostra fede
Nell’atto di incominciare la vita del beato Ilarione, Girolamo invoca “loSpirito che abitò in lui” e gli donò “la virtù di operare i miracoli”
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Secondo Teodoreto da Cirro le molteplici virtù del monaco Romano manifestavano in lui “i raggi della grazia divina”. A parte grandi meriti dell’asceta,“fioriva in lui una grazia tale che convinceva tutti ad ammirarlo e ad onorarlo”. Però, pur avendo avuto dallo Spirito santo un grande potere ditaumaturgo e padre spirituale, “si definiva povero e mendico”


Infatti sotto
l’apparenza della predizione delle cose future si possono celare i demoni:“Qualche volta mi hanno predetto (praedixerunt) – afferma Antonio – lapiena del fiume, e io rispondevo loro: «Che cosa ve ne importa?»”
In nessuna occasione si può abbassare la guardia: i demoni “vengono anche dinotte e vogliono rivelare il futuro”. Il padre dei monaci avverte contro questi tranelli demoniaci: “Non bisogna ascoltarli, ma piuttosto respingerlimentre parlano, giacché a noi non occorre la loro conoscenza del futuro
Dobbiamo quindi adoperarci e travagliarci a praticare l’ascesi – afferma il padre dei monaci – non già per conoscere il futuro (
praescientiam),ma per pacere a Dio. Preghiamo il Signore, ma non perché ci dia il donodi previsione... Se invece si addice a noi possedere anche la conoscenza,purifichiamo la nostra mente. Credo infatti che l’anima interamente purificata e restituita alla sua natura, veda più lontano di quanto vedono i demoni. Un’anima come questa avrà nel Signore colui che le rivelerà gli avvenimenti
Nella Vita Antonii Atanasio:
Quando il profeta dice “oggi”, non teneva conto del tempo passato,
ma fissando sempre un nuovo principio cercava ogni giorno di presentarsia Dio così come bisogna apparire a Dio, di vederlo nel cuore, e di esserepronto a obbedire alla volontà di Dio... Diceva tra sé Antonio: “Colui chepratica l’ascesi cristiana deve contemplare la propria vita come in unospecchio, guardando quella del grande Elia”
Secondo Gregorio di Nissa,

(il profeta Elia) condusse vita eremitica per molto tempo sui monti di
Galaad e ci fu maestro di vita continente più di ogni altro: emaciato nel-
l’aspetto, folti i capelli, non da una morbida veste era protetto, ma da una
pelle di capra (cf. 2Re 1,8). Dunque, tutti coloro che indirizzano nella per-
fezione la loro vita a imitazione di quel profeta diventano ornamento del-
la Chiesa attuando con sforzo, l’uno insieme con l’altro, a schiere, la virtù:
mi riferisco all’abitudine ora invalsa di condurre vita eremitica
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Rufino racconta la tentazione  cui dal demonio fu sottoposto Abbà Apollonio 

Forse, credi – esordisce (il diavolo) – di essere come il profeta
Elia?... Chi ti credi? Un profeta?... Quale ardire mai ti ha spinto a far
ciò?”. Di rimando Apollonio: “... Forse che i profeti e gli apostoli non
erano uomini? Ciò nonostante, non ci hanno donato la fede e la grazia dei
miracoli? Forse che Dio era presente allora, e non lo è più adesso? Lonta-
no da me pensare una cosa del genere! Dio è onnipotente; ciò che può fare,
può farlo sempre
Una delle apparizioni di S. Benedetto in sogno viene messa in relazione 
con Dn 14,32-38. Gregorio Magno cita questo esempio biblico per spie-
gare come Benedetto può regolare in visione la costruzione del monastero
di Terracina.
"Se Abacuc poté essere trasportato col suo corpo così lontano a recare
il cibo (al profeta Daniele), che c’è dunque da meravigliarsi se il padre
Benedetto ottenne di recarsi in spirito a dare le indicazioni necessarie alle
menti dei fratelli mentre essi stavano riposando? Come Abacuc fu traspor-
tato in corpo a recare il cibo del corpo, così Benedetto fu trasportato in
spirito a impartire una istruzione spirituale"
tratto da 

LO SPIRITO DELLA PROFEZIA
NEL MONACHESIMO ANTICO
M. C. Paczkowski
http://www.diocesidiluni.it/admin/upload/274_Monachesimo%20antico%20e%20profezia.pdf 
http://www.stjosephmelkitecatholicchurch.org/menaion_for_march/AGIOS_BENEDICT_OF_NURSIA.jpg
 

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