L'Uomo come immagine di Cristo
" Rivestirsi dell‟uomo nuovo, il Dio-Uomo, significa diventare vero uomo, quale è uscito dalle mani di Dio al momento della creazione e per di più dotato di tutte le energie divino-umane del Cristo, riempito di “tutta la pienezza di Dio”[5]. Per il Signore ogni uomo è un essere simile a Dio: “non c‟è né Greco né Ebreo, circonciso o meno, barbaro o Scita, schiavo o libero: ciò che importa è il Cristo e la sua presenza in tutti noi”[6]. In quanto Dio-Uomo divenuto Chiesa, il Signore abbraccia tutti i mondi divini e tutte le creature in essi, ha riempito di sé tutti e tutto e per ogni creatura è divenuto “tutto in tutto”. Nella misura in cui le creature non lo allontanano da sé con l‟amore volontario per il peccato, dacché esiste la Chiesa del Cristo nel mondo, scompare tutto ciò che divide gli uomini. E l‟uomo nuovo, l‟uomo del Cristo, guarda in un modo nuovo i suoi simili, il mondo ed ha la filosofia “secondo il Cristo”[7].
sta in http://luceortodossamarcomannino.blogspot.it/2016/01/luomo-come-immagine-di-cristo-san.html
IL CRISTO È RISORTO!
San Justin Popovic Trad. A. S. in “Messaggero Ortodosso”, Roma, aprile-maggio 1986, nn. 4-5, 1-4.
"Infatti, se egli non fosse risorto, l’Evangelo sarebbe lettera morta, una lettera sulla carta. Se egli non fosse risorto, non ci sarebbe il Cristianesimo; al posto suo ci sarebbe una dottrina filosofica, simile a quella di Socrate, Platone, Kant e Bergson. Solo Egli, eternamente vivo, poiché è il Signore Gesù Cristo risorto, dà le forze ed il Cristianesimo è vita, vita e fede, vita ed amore, vita e preghiera, vita ed immortalità, vita e vita eterna. Egli solo, eternamente vivo, ispira i martiri al martirio per lui, gli asceti all’ascesi, gli apostoli all’apostolato, i confessori alla confessione, i folli in Cristo alla loro follia, i misericordiosi alla misericordia, i digiunatori al digiuno, i continenti alla continenza, coloro che amano all’amore; tutti i Cristiani di tutti i tempi alle varie forme di ascesi, in cui consiste la vita secondo il suo Evangelo della salvezza."
sta in
http://larpadidavide.blogspot.it/2013/05/il-cristo-e-risorto.html
L’ultimo scritto di San Justin Popovic il Nuovo Filosofo (1894 - 1979)
Esaminate
e controllate: tutto ciò che c’è di buono nell’uomo trae origine da
Dio stesso: tutto ciò che è grande, immortale ed ha un valore eterno.
Di tutto ciò la gloria spetta a Dio; all’uomo essa spetta in quanto
glorifica Dio con ciò che c’è di buono, santo, immortale, eterno. Che
cosa si deve lodare e celebrare nell’uomo, che egli non abbia ricevuto
da Dio? Chi è intelligente lo vede e se ne rende conto, per cui ascrive a
Dio tutta la gloria e tutte le opere gloriose compiute dagli uomini.
Solo le persone di intelligenza limitata e di sentimenti superficiali, incapaci di pensieri profondi, ascrivono agli uomini la gloria delle loro opere. E questa gloria cercano testardamente. Ma tra gli uomini è glorioso, in realtà, solo ciò che è divino, immortale ed eterno.
L’uomo è glorioso solo per merito di Dio, del Dio-Uomo. Giacché lui solo gli dà l’immortalità, l’eternità, la verità, l’amore, la giustizia e la saggezza, ciò che lo rende glorioso davanti a Dio. Ed è ciò che lo rende eternamente glorioso. Perciò il Cristo, a nome proprio e dei suoi autentici seguaci, decisamente dichiara: “A me non importa affatto ricevere i complimenti dagli uomini”.
Ma se l’uomo cerca la gloria degli uomini, è un verme che cerca la tarlatura; a che cosa gli serve allora il Cristo? A che gli serve la fede nel Cristo? Egli non può neppure credere nel Signore Gesù. L’amor proprio è il principale impedimento perché si creda nel Dio-Uomo, l’amor proprio che serve a soddisfare gli uomini. Se l’uomo accontenta i suoi simili, se vive per la gloria umana, s’è reso con ciò stesso incapace della fede in Dio e di ciò che è divino: la Verità divina, la giustizia e la Vita. Perciò il Salvatore giustamente chiede: “Ma come può avere fede gente come voi? Siete pronti a ricevere l’omaggio dei vostri simili, ma non vi preoccupate di ricevere la lode di Dio”.
Mosè che vide Dio, vide tutta la sua gloria, quella del suo popolo e di tutti gli uomini in Dio e nel suo Messia. Ogni sua parola è una fiamma di ardore per Dio e per ciò che è divino. Se indagate sulla verità delle sue parole, in che cosa essa consiste se non in Dio e nel suo Messia? Mosè non fece altro che “scrivere di me”, cioè del Cristo, Dio-Uomo.
Solo le persone di intelligenza limitata e di sentimenti superficiali, incapaci di pensieri profondi, ascrivono agli uomini la gloria delle loro opere. E questa gloria cercano testardamente. Ma tra gli uomini è glorioso, in realtà, solo ciò che è divino, immortale ed eterno.
L’uomo è glorioso solo per merito di Dio, del Dio-Uomo. Giacché lui solo gli dà l’immortalità, l’eternità, la verità, l’amore, la giustizia e la saggezza, ciò che lo rende glorioso davanti a Dio. Ed è ciò che lo rende eternamente glorioso. Perciò il Cristo, a nome proprio e dei suoi autentici seguaci, decisamente dichiara: “A me non importa affatto ricevere i complimenti dagli uomini”.
Ma se l’uomo cerca la gloria degli uomini, è un verme che cerca la tarlatura; a che cosa gli serve allora il Cristo? A che gli serve la fede nel Cristo? Egli non può neppure credere nel Signore Gesù. L’amor proprio è il principale impedimento perché si creda nel Dio-Uomo, l’amor proprio che serve a soddisfare gli uomini. Se l’uomo accontenta i suoi simili, se vive per la gloria umana, s’è reso con ciò stesso incapace della fede in Dio e di ciò che è divino: la Verità divina, la giustizia e la Vita. Perciò il Salvatore giustamente chiede: “Ma come può avere fede gente come voi? Siete pronti a ricevere l’omaggio dei vostri simili, ma non vi preoccupate di ricevere la lode di Dio”.
Mosè che vide Dio, vide tutta la sua gloria, quella del suo popolo e di tutti gli uomini in Dio e nel suo Messia. Ogni sua parola è una fiamma di ardore per Dio e per ciò che è divino. Se indagate sulla verità delle sue parole, in che cosa essa consiste se non in Dio e nel suo Messia? Mosè non fece altro che “scrivere di me”, cioè del Cristo, Dio-Uomo.
http://larpadidavide.blogspot.it/2011/12/lultimo-scritto-di-san-justin-popovic.html
PREGHIERA A SAN GIOVANNI
CRISOSTOMO
Arch. Justin Popovic
O tu più eloquente di
tutti gli uomini, tu l’Orante di Dio, Santo Padre Giovanni Crisostomo,
ecco che con le nostre preghiere balbettate ci avviciniamo a te. Non ci
respingere, perché ecco in ognuno dei nostri balbettii c’è tutto il
nostro cuore, i nostri sospiri, le nostre grida! Noi ti preghiamo, o
grande Santo: scendi con la compassione dalle altezze sopracelesti fino
alla nostra bassezza avvelenata e guariscici da ogni malattia
dell’anima, in modo da servire, con un’anima che ha riacquistato la
salute, il tuo e nostro Signore. Guariscici da tutte le malattie del
corpo, se è per la nostra salvezza, in modo che possiamo dedicarci
all’ascesi di un’anima sana in un corpo sano e lottare con il tuo grande
aiuto per la salvezza delle nostre anime, lottare per la resurrezione
della nostra coscienza dai morti, lottare per la trasfigurazione del
nostro cuore amico del peccato, lottare per la divinizzazione della
nostra volontà demonizzata, affinché la nostra volontà, guidata da te,
non voglia e non desideri che solamente ciò che è di Cristo, ciò che è
evangelico, ciò che è celeste e ciò che è eterno.
O grandemente meraviglioso
Santo di Dio, le tue sante reliquie sono lontano da noi, ma per il tuo
amore per Lui, sei interamente accanto al Cristo Signore e, per il tuo
amore per gli uomini, sei accanto a tutti noi; anche noi ti preghiamo
con tutto il nostro cuore: per il tuo amore, scendi fino a noi, e con la
fiamma del tuo amore per Cristo, abbraccia le nostre anime in modo che
brucino eternamente dell’amore per Cristo, in entrambi i mondi, perché
brucino e mai si consumino; e dacci il tuo santo amore per gli uomini,
in modo che ci amiamo gli uni gli altri e amiamo tutta la creazione,
sulla terra e in cielo, soltanto con santo amore. Santo Evangelista
dalla bocca d’oro, quinto Evangelista, ti preghiamo e ti supplichiamo:
per il tuo santo Evangelo guidaci, dirigi le nostre anime, facci uscire
sulla strada che, con l’eterna Verità, conduce alla vita eterna. Il
nostro intelletto, malato e reso malato, nebbioso e ottenebrato dai
pensieri impuri e cattivi, dalle passioni amiche dei peccati, guariscilo
con la misericordia e trasfiguralo in mente di Cristo, come tu stesso
hai già trasformato la tua mente durante la tua vita terrena, con la tua
santa ascesi, nello spirito di Cristo – che è il motivo per cui ci hai
spiegato i meravigliosi misteri di Cristo seminati e sparsi in tutta la
creazione divina, visibile e invisibile.
O tu che hai desiderato
Cristo, tu che sei potente in Cristo, o nostro padre Crisostomo, per
secoli, con i tuoi santi libri e le tue sante preghiere, hai risuscitato
dai morti innumerevoli anime – risuscita anche le nostre anime con i
tuoi santi insegnamenti e le tue sante preghiere! Perché guidati e
diretti da te, saremo in grado di vincere qualsiasi morte, che cresce
dall’amore per il peccato nascosto profondamente dentro di noi o che ci
attacca dal mondo esterno. Lo sappiamo, sì, lo sappiamo, o santissima
Guida spirituale e celeste, sei più forte di ogni morte! Noi ti
preghiamo, facci vincitori di ogni morte, avendoci fatto prima vincitori
di ogni peccato e di ogni passione, poiché i peccati e le passioni sono
le uniche cause, gli unici precursori, gli unici portatori, gli unici
autori di tutte le morti spirituali; e per questo tu, che ci piaccia o
no, sterminali in noi, e assicuraci così la vittoria su ogni morte, in
modo che possiamo già in questo mondo vivere la gioia pasquale del
Signore Risorto, che da te si riversa abbondantemente su tutti coloro
che con tutto il loro cuore invocano il tuo aiuto.
O molto misericordioso e
sempre molto vittorioso padre Crisostomo, abbi misericordia di me:
scendi dal cielo nel grembo della mia anima, nelle tane delle belve
nascoste nella mia anima. Perché ogni passione è una belva feroce e la
mia anima è piena di belve spirituali. Per favore, scendi tra i leoni
selvatici e fa’ di loro degli agnelli. Ti prego, scendi in mezzo ai lupi
sanguinari, divoratori di anime e trasformali in pecore. Affrettati,
vieni in mio aiuto perché le mie belve rabbiose, le passioni sempre
affamate della mia anima, sono pronte a divorarmi!
O Evangelista insuperabile
dalla bocca d’oro, o Crisostomo, evangelizza me, il grande peccatore:
per i tuoi evangeli [portatori della luce] trisolari, scendi nei miei
ghiacciai, falli sciogliere e riscaldami con calore celeste. La mia
pigrizia – ecco il mio primo ghiacciaio: in esso è congelato tutto ciò
che attira verso Dio, verso il cielo; ti prego, scendi in esso,
riscaldami tutto intero e sollevami verso il cielo, verso il Signore! Il
mio ozio – ecco mio secondo ghiacciaio, mio santissimo padre e padre
spirituale sapiente in Dio; scendi in esso, perché tutti i pensieri si
sono congelati, tutti i sentimenti e io, in spensieratezza e
inoperosità, muoio nel ghiaccio, privato del sole.
Ti prego, con i raggi del
tuo zelo, entra nel ghiacciaio della mia anima e scaldami con la fede,
la preghiera, l’amore, il digiuno, lo zelo, la verità e con tutte le
virtù. Entra e fa’ sciogliere i ghiacciai della mia anima con il fuoco
della tua fede, del tuo amore e della tua compassione. E così, sollevami
sempre più in alto verso il cielo, verso il tuo, e il mio, meraviglioso
Signore! Perché anche se con i miei peccati mi sono allontanato molto
dal Signore, anche se il diavolo mi trascina attraverso il deserto dei
miei folli desideri, tuttavia credo che il Signore Molto Buono esaudirà
le sante preghiere, per me peccatore, del Suo beneamato che gli è stato
accetto, che Egli mi riporterà, con la Sua taumaturgica misericordia, al
cielo, a Lui stesso, al Suo regno celeste. Anche perché se spesso sono
caduto, non sono stato privato del Signore: perché mi reggo a Lui, fosse
solo per un sospiro, una lacrima, un grido.
O misericordiosissimo
padre Crisostomo, abbi pietà di me, il grande peccatore: ricevimi nei
secoli nelle tue sante preghiere! Perdonami e aiuta me, il grande
peccatore! Rialzami ché sono caduto e rovinato! Guarisci la mia anima da
tutte le sue passioni! Guarisci la mia mente da tutte le malattie!
Guarisci la mia volontà da tutte le debolezze! Custodiscimi con le tue
preghiere come fossero un’armatura di fuoco, affinché nessuna passione
mi faccia cadere nella morte spirituale! Rafforza il mio spirito nella
tua memoria di Cristo! Rafforza il mio cuore nel tuo sentimento di
Cristo! Rendimi impassibile, io che sono pieno di passioni, con l’aiuto
delle sante virtù! Rendimi degno di sentire tramite te, di pensare
attraverso te, di volere tramite te, di agire attraverso te, di credere
tramite te, di amare attraverso te, di vivere tramite te, di essere
immortale attraverso te! Per il tuo amore a Cristo, dammi l’amore di
Cristo! Dammi l’umiltà e la pazienza! Prega per me, in me e al mio
posto, trasfigurami per la salvezza, per essere cristificato,
divinizzato! Cristificami, ché sono demonizzato! Rendimi misericordioso,
io che sono insensibile e privo di compassione! Dammi tutte le virtù,
ché sono corrotto! Governa sempre il mio cuore! Guida sempre la mia
anima! Guida sempre la mia volontà! Guida sempre la mia coscienza!
Conduci sempre i miei pensieri! Dirigi sempre i miei sentimenti! Conduci
sempre la mia vita, sia in questo mondo che nel mondo che verrà!
Affinché anche io, il grande peccatore, possa insieme a te, padre
Crisostomo amare in Cristo, celebrare continuamente il nostro unico e
meraviglioso Signore e Salvatore Gesù Cristo, al quale appartiene ogni
gloria, onore e adorazione, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amìn!
Amìn! Amìn!
http://oodegr.com/tradizione/tradizione_index/testilit/crisospopovic.htm
La Chiesa, Pentecoste permanente
Il “giorno dello Spirito Santo” – che inizia con l’alba della Pentecoste – si diffonde, inarrestabile,
nella Chiesa attraverso la pienezza indicibile dei doni divini e delle
divine potenze vivificanti
nella Chiesa ogni cosa esiste per mezzo dello Spirito Santo, dal minimo
dettaglio a ciò che è fondamentale. Quando il sacerdote benedice
l’incensiere prima di accingersi ad incensare, prega il Signore Gesù
di “far discendere la grazia dello Spirito Santo”, e quando si procede
al rinnovamento dell’indicibile mistero divino della santa Pentecoste,
durante la consacrazione di un vescovo, con il proposito di conferirgli
tutta la plenitudine della grazia, appare evidente come l’intera vita si
trovi posta sotto lo Spirito Santo. Indubbiamente, è in virtù dello
Spirito Santo che Cristo è nella Chiesa – parimenti lo Spirito Santo
dimora nell’anima Sin dall’apparire dell’economia divino-umana della salvezza, lo Spirito Santo è stato sigillato nelle fondamenta
della Chiesa, nella fondamenta del corpo di Cristo, portando a
compimento l’Incarnazione: Lo Spirito Santo che ha prodotto dalla
Vergine l’Incarnazione del Verbo (toû Logou ktisan tèn sarkosin)
http://www.orthodoxia.it/wp/2016/06/02/chiesa-pentecoste-permanente/
Hai accolto con gioia, al suo ritorno, quel prodigo...
Il figlio prodigo della parabola è l’esempio perfetto
del peccatore che si converte. L’Evangelo ci mostra come l’uomo, con il suo
libero volere, con la sua vita, partecipi della terra e del cielo, del diavolo
e di Dio, del paradiso e dell’inferno. Il peccato spoglia gradualmente l’uomo
da qualsivoglia elemento divino dentro di lui, gli paralizza ogni desiderio e
anelito divino, finché lo getta, alla fine, tra le braccia tremende del
diavolo. Allora l’uomo si riduce a pascolare i porci del suo signore, il
diavolo. I porci sono le passioni, sempre insaziabili e voraci. In una tale
vita l’uomo infelice non è che matto, demente, fuori di sé [...]. Il Signore
afferma del figlio prodigo: “Rientrò in sé stesso” (Lc 15,17). In che modo
rientrò in sé stesso? Con la conversione. Poiché con il peccato l’uomo diventa
demente, va fuori di sé. Ogni peccato, anche il più piccolo, è sempre pazzia
dell’anima, demenza dell’anima. Con la sua conversione, l’uomo rinsavisce,
ridiventa sano, rientra in sé. E allora grida a Dio, corre verso di lui,
innalza al cielo la sua voce: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di
te” (Lc 15,21). E che fa il Padre celeste? Sempre e sconfinatamente amico
dell’uomo, vedendo il proprio figlio affrettarsi convertito verso di lui, si
muove a compassione, corre, lo abbraccia e lo bacia. E ordina ai suoi servitori
celesti, i santi angeli: “Portate qui il vestito primo, più bello, e rivestitelo,
mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso,
ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è
tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15,22-24). Così avviene
anche per ciascuno di noi e per ogni peccatore che si converte [...].
La conversione dal peccato conduce il peccatore pentito all’abbraccio di Dio, al regno eterno dell’amore del nostro Padre celeste. Mentre il peccato che rimane senza conversione genera nell’anima la morte, per inabissare, successivamente, l’uomo nell’inferno eterno del diavolo. Signore, accordaci la conversione!
http://bergamo-ortodossa.blogspot.it/2013/03/hai-accolto-con-gioia-al-suo-ritorno.html
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