Un anziano ha detto: « Sei giunto a serbare il silenzio? Non credere,
tuttavia, di aver compiuto un atto di virtù. Di' piuttosto: « Sono
indegno di parlare" ».(Detti dei Padri del Deserto)
“Mio Signore e mio Dio, governa la mia vita Tu che governi con forza
tutto il creato con una ineffabile parola di sapienza, porto
tranquillo di coloro che sono afflitti e fammi conoscere la via nella
quale camminare. Concedi uno spirito di sapienza ai miei pensieri,
donando uno spirito di intelligenza alla mia stoltezza. Adombra le mie
opere con uno spirito di timore per te, e rinnova nelle mie viscere uno
spirito retto e con uno Spirito che
guida rafforza la mia mente vacillante, affinché ogni giorno, guidato a
ciò che è utile dal tuo Spirito buono, sia reso degno di compiere i
Tuoi comandamenti e di ricordare sempre la Tua venuta gloriosa, e che
esaminerà ciò che abbiamo fatto. Non lasciarmi sedurre dai piaceri
corruttibili di questo mondo ma fortificami nel tendere al godimento dei
tesori futuri… Sì, o Signore, munifico datore buono di ogni beneficio,
poiché Tu sei colui che dà oltre ciò che Ti chiediamo.”
* Preghiera dall’”Ufficio della genuflessione-Vespro della Domenica di Pentecoste
Gli dicono: “Tu sei Agatone? Abbiamo sentito dire che sei
fornicatore e superbo”. Rispose: “Sì, è vero”. “Tu sei Agatone,
chiacchierone e pettegolo?”. “Lo sono”. Dicono di nuovo: “Tu sei
Agatone, l’eretico?”. “Non sono eretico”, risponde. Lo pregarono:
“Spiegaci perché, quando ti abbiamo accusato di cose tanto gravi, tu le
hai accettate, e questa solo non l’hai sopportata”.
Disse loro: “Dalle prime io stesso mi accuso, ed è utile all’anima mia,
ma l’eresia è separazione da Dio e io non voglio essere separato da
Dio”.
* s. Agatone (Monaco ortodosso e professore del deserto - V° sec.)
“Se ti vien meno il coraggio, prega. Prega con timore e tremore, con
ardore, sobrietà e vigilanza. Così bisogna pregare, soprattutto a motivo
dei nostri nemici invisibili che sono malvagi e accurati nel male,
perché principalmente su questo punto essi ci porranno ostacoli.” (p.
Evragrio Pontico)
“Non abbiate eccessiva fiducia nell’istruzione superiore che avete
conseguito. La civiltà nella quale viviamo è cultura della caduta.” (s.
Sofronio di Essex - 1896/1993)
“Supponiamo che per terra ci sia un cerchio, cioè una linea tonda
tracciata con un compasso dal centro. Centro si chiama propriamente il
punto che sta in mezzo al cerchio. Adesso state attenti a quello che vi
dico. Pensate che questo cerchio sia il mondo, il centro del cerchio sia
Dio, e le linee che vanno dal cerchio al centro siano le vie, ossia i
modi di vivere degli uomini. In quanto dunque i santi avanzano verso
l’interno, desiderano avvicinarsi a Dio e si avvicinano gli
uni agli altri, e quanto più si avvicinano a Dio, tanto più si
avvicinano l’un l’altro, e quanto più si avvicinano l’un l’altro, tanto
più si avvicinano a Dio. Similmente immaginate anche la separazione.
Quando infatti si allontanano da Dio e si rivolgono verso l’esterno, è
chiaro che quanto più escono e si dilungano da Dio, tanto più si
dilungano gli uni dagli altri, e tanto più si dilungano anche da Dio.
Ecco, questa è la natura dell’amore. Quanto più siamo fuori e non amiamo
Dio, altrettanto siamo distanti dal prossimo; se invece amiamo Dio,
quanto più ci avviciniamo a Dio per mezzo dell’amore per lui,
altrettanto ci uniamo all’amore del prossimo, e quanto siamo uniti al
prossimo, tanto siamo uniti a Dio.”
* s. Doroteo di Gaza (monaco ortodosso-antiocheno e professore del deserto - VI° sec.)
Ora che abbiamo imparato dalla
Scrittura ciò che è il timore del Signore, e quali sono la sua bontà e
il suo amore, convertiamoci a lui con tutto cuore… Osserviamo i suoi
comandamenti; amiamoci gli uni gli altri di tutto cuore. Chiamiamo con
il nome di fratelli anche coloro che ci odiano e ci detestano, affinché
il nome del Signore sia glorificato e manifestato in tutta la sua
esultanza. Noi che ci mettiamo alla prova a vicenda, perdoniamoci
vicendevolmente… Non invidiamo gli altri, e se siamo esposti alla
gelosia, non diventiamo spietati. Invece, mostriamoci pieni di
compassione gli uni verso gli altri, e con la nostra umiltà guariamoci
gli uni, gli altri. Non sparliamo, non dileggiamo, poiché siamo membra
gli uni degli altri. Amiamoci gli uni gli altri, e saremo amati da Dio;
siamo pazienti gli uni con gli altri, ed egli si mostrerà paziente con i
nostri peccati. Non rendiamo il male per il male, e non riceveremo ciò
che meritiamo per i nostri peccati. Infatti, otteniamo il perdono dei
nostri peccati perdonando ai nostri fratelli, e la misericordia di Dio è
nascosta nella misericordia per il prossimo.
* s. Massimo il Confessore
* s. Massimo il Confessore
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