Perciò, fratelli dilettissimi, occorre che col cuore ci volgiamo là dove
crediamo che Egli sia asceso col corpo. Fuggiamo i desideri terreni,
nulla più ci diletti quaggiù, poiché abbiamo un Padre nei cieli. E ciò
noi dobbiamo considerare attentamente, poiché Colui che mite salì in
cielo tornerà terribile; e tutto ciò che ci insegnò con mansuetudine,
esigerà da noi con severità. Nessuno, dunque, tenga in poco conto il
tempo dovuto alla penitenza; nessuno, mentre è nel pieno delle proprie
forze, trascuri se stesso, poiché il nostro Redentore quando verrà a
giudicarci sarà tanto più severo quanto più paziente è stato con noi
prima del giudizio. Pertanto, fratelli, fate questo tra voi e su questo
meditate assiduamente. Sebbene l’animo, sconvolto dalle passioni
terrene, sia ancora incerto, tuttavia adesso gettate l’ancora della
vostra speranza verso la patria eterna, fortificate nella vera luce i
propositi dell’animo. Ecco abbiamo sentito che il Signore è asceso al
cielo. Perciò meditiamo sempre su ciò in cui crediamo. E se ancora siamo
trattenuti qui dall’impedimento del corpo, tuttavia seguiamo Lui con
passi d’amore. Non può lasciare insoddisfatto il nostro desiderio Colui
che ce l’ha ispirato, Gesù Cristo Nostro Signore.
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