giovedì 30 luglio 2015

Dai «Discorsi» di san Pietro Crisologo, vescovo (Disc. 43; PL 52, 320 e 322)per digiuno in preparazione alla festa della Dormizione della Madre di Dio








Dal 31 Luglio al 14 Agosto, entriamo nel digiuno in preparazione alla festa della Dormizione della Madre di Dio,  
Si può mangiare pesce il giorno della Trasfigurazione (il 6). Tutti i giorni senza olio e vino, tranne il sabato e la domenica in cui sono concessi. Il digiuno esteriore deve essere essere accompagnato da quello interiore cioè dal peccato e dalle passioni e deve essere concordato con il proprio padre spirituale. Buon digiuno! Buona preparazione!

 La preghiera bussa, il digiuno ottiene, la misericordia riceve

Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la

 

devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per
 

cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste
 
tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola, e ricevono vita

 
l'una dall'altra.

 
Il digiuno è l'anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno.
 

Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha
 

solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega,
 

digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere
 

esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé
 

il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica.
 

Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare.
 


Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia
 

compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole
 

che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. E' un cattivo
 

richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé.
 
O uomo, sii tu stesso per te la regola della misericordia. Il modo con cui vuoi

 
che si usi misericordia a te, usalo tu con gli altri. La larghezza di

 
misericordia che vuoi per te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella

 
stessa pronta misericordia, che desideri per te.

 
Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un'unica forza mediatrice
 

presso Dio, siano per noi un'unica offesa, un'unica preghiera sotto tre aspetti.

 
Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo
 

le nostre anime col digiuno perché non c'è nulla di più gradito che possiamo
 
 

offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice: «Uno spirito contrito è
 

sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi» (Sal
50, 19).
 

O uomo, offri a Dio la tua anima ed offri l'oblazione del digiuno, perché sia
 

pura l'ostia, santo il sacrificio, vivente la vittima, che a te rimanga e a Dio
 

sia data. Chi non dà questo a Dio non sarà scusato, perché non può non avere se
 

stesso da offrire. Ma perché tutto ciò sia accetto, sia accompagnato dalla
 

misericordia. Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia.
 

Il digiuno inaridisce, se inaridisce la misericordia. Ciò che è la pioggia per
 

la terra, è la misericordia per il digiuno. Quantunque ingentilisca il cuore,
 

purifichi la carne, sradichi i vizi, semini le virtù, il digiunatore non coglie
 

frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia.
 

O tu che digiuni, sappi che il tuo campo resterà digiuno se resterà digiuna la
 

misericordia. Quello invece che tu avrai donato nella misericordia, ritornerà
 

abbondantemente nel tuo granaio. Pertanto, o uomo, perché tu non abbia a perdere
 

col voler tenere per te, elargisci agli altri e allora raccoglierai. Dà a te
 

stesso, dando al povero, perché ciò che avrai lasciato in eredità ad un altro,
 

tu non lo avrai. 

Dai «Discorsi» di san Pietro Crisologo, vescovo
(Disc. 43; PL 52, 320 e 322)

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