lunedì 15 febbraio 2016

Il silenzio






San Benedetto porge la sua Regola a san Mauro e ad altri monaci; miniature francese da un manoscritto della Règle de St. Benoît (Regula Benedicti), ...


"Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa… il tuo Verbo onnipotente, o Signore, è sceso dal cielo"(cf. Sap 18,14-15)



Il Profeta Elia-Libro dei Re capitolo 19,dal versetto 9  - 

L'incontro con Dio

[9]Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». [10]Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». [11]Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. [12]Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. [13]Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». [14]Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». 

Alla sfida di Dio, “«Chiedimi ciò che vuoi», Salomone risponde: «Dammi un cuore che ascolta» (1 Re 3,9).

Chi legge Qoelet apprende il silenzio come prudenza: «C’è un tempo per tacere e un tempo per parlare» (Qo 3,7). 

«Non affrettarti a profferire parole» (Qo 5,1) si suggerisce in un altro passo. 

Sulla stessa linea il libro dei Proverbi: «Nel molto parlare non manca la colpa; chi frena le labbra è saggio» (Prv 10,19). 

Lo stesso Giobbe, nella sua tagliente teologia di protesta, tace, alla fine, davanti a Dio: «Giobbe prese a dire al Signore: Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca; ho parlato una volta, ma non replicherò, due volte ho parlato, ma non continuerò». (Gb 40, 4-5)

il personaggio del Giusto sofferente di Isaia: «Maltrattato, si lasciò umiliare, ma non aprì la sua bocca: era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori». (Is 53,7)


Gesù tace davanti al Sommo Sacerdote che lo interroga (Mt 26, 62-63); davanti a Erode (Lc 23,9) e infine davanti a Pilato (Gv 19,9).



«Entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto» (Mt 6,6)





"Il silenzio è padre  della preghiera,liberazione dalla cattività,preservazione dal fuoco,avversario del desiderio di insegnare,artigiano della contemplazione,progresso invisibile ed ascensione segreta"(San Giovanni Climaco)

«Abbà Arsenio, quando ancora abitava nel palazzo imperiale, pregò Dio con queste parole: "Signore mostrami la strada che conduce alla salvezza". E una voce si rivolse a lui e gli disse: "Arsenio fuggi gli uomini e sarai salvato". 
Lo stesso, divenuto anacoreta, nella sua condizione di eremita, di nuovo rivolse a Dio la stessa preghiera, e intese una voce che gli disse: "Arsenio fuggi (il mondo), resta in silenzio e riposa nella pace (esichia). È da queste radici che nasce la possibilità di non peccare"» (Arsenio 1.2).

I loquaci e chiaccheroni chiudono a se stessi il regno dei cieli, infatti l’apostolo Giacomo scrive : Sia ogni uomo pronto ad ascoltare e lento a parlare. ( Giovanni Carpazio 90 )

Evagrio asseriva : «Che la tua lingua non pronunci parola quando ti metti a pregare». 

Arsenio designava il silenzio come luogo indispensabile per il raggiungimento della maturità libera e creativa del soggetto: «Fuggi. Taci. Resta in raccoglimento». 


«Se veramente osserverai il silenzio, quale che sia il luogo dove ti trovi, troverai pace». Agatone tenne dei sassi in bocca per tre anni, non per diventare un oratore come Demostene, ma per imparare a tacere

Pambon riceve il patriarca Teofilo senza dire una parola. Poi spiega: «Se non si sente accolto dal mio silenzio, certamente non si sentirà accolto dalla mia parola». 


Gregorio Nazianzeno (+390)«Tu cerchi il deserto e il digiuno, io il silenzio».  

In un inno per il giorno di Pasqua, ponendo fine al silenzio assoluto imposto durante la Quaresima, Gregorio canta: «Oggi faccio sentire la mia voce; apro le labbra che il silenzio teneva serrate e tu trovi in me una cetra pronta a suonare». 


San Girolamo arriva a dire che il monaco si riconosce dal suo silenzio, non dalla sua parola. 

Per Ambrogio, il silenzio è indispensabile se vogliamo “custodire il segreto del Re Eterno”. 

Agostino diceva che la vera preghiera è quella del cuore, nel silenzio.


al capitolo sesto della Regola di San Benedetto  

  1. Facciamo come dice il profeta: "Ho detto: Custodirò le mie vie per non peccare con la lingua; ho posto un freno sulla mia bocca, non ho parlato, mi sono umiliato e ho taciuto anche su cose buone". 

  2. Se con queste parole egli dimostra che per amore del silenzio bisogna rinunciare anche ai discorsi buoni, quanto più è necessario troncare quelli sconvenienti in vista della pena riserbata al peccato!

  3. Dunque l'importanza del silenzio è tale che persino ai discepoli perfetti bisogna concedere raramente il permesso di parlare, sia pure di argomenti buoni, santi ed edificanti, perché sta scritto: 

  4. "Nelle molte parole non eviterai il peccato" 

  5. e altrove: "Morte e vita sono in potere della lingua". 

  6. Se infatti parlare e insegnare é compito del maestro, il dovere del discepolo è di tacere e ascoltare.

  7. Quindi, se bisogna chiedere qualcosa al superiore, lo si faccia con grande umiltà e rispettosa sottomissione.
  8. Escludiamo poi sempre e dovunque la trivialità, le frivolezze e le buffonerie e non permettiamo assolutamente che il monaco apra la bocca per discorsi di questo genere.

 







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