mercoledì 18 dicembre 2019

18/12 Quaresima di Natale/periodo di Avvento. I Santi Padri e i Testimoni






“Dio cerca i cuori dell'uomo, non l'intellettualità e il rumoroso successo terreno”. (Sergej Komarov)

“Un uomo matura quando la negatività delle azioni altrui non riesce a spegnere l’amore delle persone in lui.” (Metropolita Antonio di Surozh)

I CRISTIANI DI OGGI *
"I cristiani di oggi vogliono stare con un piede in cielo, ma con un piede ben radicato in terra". (p. Iustin Pârvu – 1919/2013)



San Massimo il Confessore splendidamente ci guida sulla “via della filosofia secondo Cristo”:
Non accusare di essere ignobile ed empio colui che ieri hai lodato come buono e virtuoso, solo perché il tuo amore si è mutato in odio.
Non denunciare la mancanza del tuo fratello per giustificare l’odio malvagio che si è impadronito di te. Piuttosto, anche se sei preso dal risentimento, persisti nelle tue lodi, così ti sarà facile tornare allo stesso salutare amore.
Non adulterare, a causa del tuo risentimento nascosto, il solito elogio del tuo fratello nelle conversazioni con gli altri , mescolando di nascosto le tue parole con riferimenti alle sue mancanze e giudizi di condanna. Invece, usa parole di lode senza sotterfugi e sinceramente prega per lui, come se stessi pregando per te stesso, e così sarai presto liberato da un tale odio distruttivo.
Se il tuo fratello è di nuovo tentato dal nemico e persiste nel parlare male di te, non discostarti dal tuo amore, ma respingi il demone che ti sconvolge la mente.
E questo accadrà se parli benevolmente quando sei denigrato e mostri bontà e gentilezza quando si trama contro di te.
Questa è la via della filosofia cristiana, e nessuno potrà dimorare con Cristo senza seguirla.


Se Dio non fosse così infinitamente misericordioso, nessuno sarebbe salvato. Nessuno si salverebbe perché nessuno è o è stato sulla terra senza colpa e senza imperfezioni. Nessuno può vantarsi di aver mantenuto il suo cuore candido e puro. Anziano Efrem di Filotheu e Arizona.

Dal De paenitentia di Santo Ambrogio-provare compassione 

Che debbo fare perché tu dica di me:Sono rimessi i suoi molti peccati, perché ha molto amato?

Confesso che il mio debito è più grande e che a me è stato rimesso dipiù, perché sono stato chiamato all’episcopato dal frastuono delle liti del foro e dal temuto potere della
pubblica amministrazione... Conserva, o Signore, la tua grazia, custodisci il dono che mi hai fatto nonostante le mie resistenze... Non permettere che si perda, ora che è vescovo, colui che quando era perduto hai chiamato all’episcopato, e concedimi anzitutto di essere capace di condividere con intima partecipazione il dolore dei peccatori...ogni  volta che si tratta del peccato di uno che è caduto, concedimi di provarne compassione e di non rimproverarlo altezzosamente ,ma di gemere e piangere,così che mentre piango su un altro,io pianga me stesso

Dall'«Omelia» di un autore del secondo secolo  (Capp. 15, 1 - 17, 2; Funk, 1, 161-167)
Convertiamoci al Signore che ci ha chiamati
La norma che vi ho dato per una vita morigerata e santa non è da poco. Anzi, è tale che se uno la mette in pratica, non avrà da pentirsi, ma salverà se stesso e anche me che l'ho ammaestrato. E' veramente guadagno non piccolo ricondurre sul cammino della salvezza un'anima che si era smarrita o perduta. E questo guadagno noi potremo presentarlo al Signore che ci ha creati, se chi parla e chi ascolta parla e ascolta con fede e carità. Restiamo saldi in ciò che crediamo, nella giustizia e nella santità, e preghiamo fiduciosamente Dio il quale ci dice: Mentre tu ancora parli, risponderò: Eccomi a te (cfr. Is 58, 9). Questa espressione include una grande promessa, poiché ci fa intendere che è più pronto il Signore a dare, che noi a chiedere. Ma poiché siamo tutti partecipi di questa grande bontà, procuriamo di non invidiarci a vicenda i beni senza numero ricevuti dal Signore.
Pensiamo quanta è la gioia che quelle parole arrecano alle anime operose. Ebbene altrettanta è l'amarezza di condanna che esse portano alle anime disobbedienti.
Fratelli, prendiamo questa bella occasione per far penitenza, e mentre ne abbiamo tempo convertiamoci a Dio che ci ha chiamati e che è pronto ad accoglierci. Se lasceremo tutte le voluttà e non permetteremo che la nostra anima rimanga preda dei cattivi desideri, saremo partecipi della misericordia di Gesù. Sappiate intanto che già «viene il giorno» del giudizio, rovente come un forno, e si dissolveranno in parte i cieli (cfr. Ml 3, 19) e tutta la terra, come piombo che si discioglie al fuoco, e allora si manifesteranno tutte le azioni degli uomini, quelle occulte e quelle già note. Pertanto buona cosa è l'elemosina come penitenza dei peccati. Il digiuno vale più della preghiera, ma l'elemosina conta più di ambedue: «La carità copre una moltitudine di peccati» (1 Pt 4, . La preghiera, fatta con animo puro, libera dalla morte, ma è beato colui che è trovato perfetto mediante l'elemosina. Questa infatti libera dal peccato. Facciamo dunque penitenza con tutto il cuore, perché nessuno di noi perisca. Se noi abbiamo l'obbligo di richiamare altri dal culto degli idoli e istruirli, quanto più dobbiamo impegnarci a salvare tutte le anime che già godono della vera conoscenza di Dio! Perciò aiutiamoci l'un altro, così da condurre al bene anche i deboli e salvarci tutti, migliorandoci per mezzo della correzione fraterna.

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