La preghiera deve essere fatta con tutto il cuore
Quando
dunque, fratelli carissimi, ci mettiamo a pregare, dobbiamo essere
vigilanti e completamente intenti alle preghiere con tutto il cuore. Sia
lontano da noi ogni pensiero carnale e mondano, affinché appunto
l’anima non si concentri che sulla preghiera.
Ecco
perché il vescovo, con un prefazio prima della preghiera (eucaristica),
prepara lo spirito dei fedeli dicendo: "In alto i cuori", cui il popolo
risponde: "Li abbiamo rivolti al Signore". Si è esortati così a non
pensare ad altro che al Signore.
Si
chiuda il cuore all’avversario e lo si apra solo a Dio; non si permetta
affatto che il nemico penetri in noi durante il tempo della preghiera.
Egli infatti usa strisciare e insinuarsi sottilmente per deviare le
nostre preghiere da Dio: cosicché una cosa abbiamo nel cuore e un’altra
sulle labbra; mentre si deve pregare il Signore con la sincera
applicazione non del suono della voce ma dell’anima e del pensiero.
Quale indolenza non è quella per cui ci si fa portar via e si diventa
preda di pensieri frivoli e profani, proprio mentre tu preghi il
Signore, - come se potessi avere di meglio da pensare rispetto a quello
di cui parli con Dio!
Come
pretendi d’essere ascoltato da Dio, quando tu non ascolti neppure te
stesso? E come vuoi che il Signore si ricordi di ciò che domandi nella
preghiera, se non te ne ricordi tu stesso? Questo significa non
guardarsi affatto dal nemico; questo significa, dacché preghi Dio,
offendere la sua maestà con la negligenza della tua preghiera questo non
è altro che vegliare con gli occhi e dormire col cuore, mentre al
contrario il cristiano anche quando con gli occhi dorme dovrebbe
vegliare col cuore, così come, nel Cantico dei Cantici, sta scritto di
colei che parla quale figura della Chiesa: "Io dormo, ma il mio cuore veglia" (Ct 5,2). E perciò l’Apostolo è sollecito e saggio ad avvertirci: "Siate assidui nella preghiera e vegliate" (Col 4,2):
ci insegna così e ci mostra che possono ottenere da Dio quel che gli
chiedono, solo coloro che Dio vede vigilanti nella preghiera.
(Cipriano di Cartagine, De orat. dom. 31)
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