sabato 9 gennaio 2016

Come pregare a casa? (Teofane il Recluso)





Come pregare a casa? (Teofane il Recluso)

http://www.natidallospirito.com/2010/06/22/come-pregare-a-casa-teofane-il-recluso/


Affrettatevi, uscita dalla chiesa, ad andare direttamente nella vostra camera, salutate l’icona con alcune prostrazioni chiedendo al Signore di passare devotamente e con utilità per l’anima il tempo che vi si presenta di solitaria permanenza a casa. 

Bisognerà, quindi, riposare un po’, stando seduti. 

Non date, tuttavia, la possibilità ai pensieri di distrarsi; pronunciate, bensì, in voi stessa – senza pensare a nulla – le parole: “Signore, pietà! Signore, pietà!”. Dopo esservi riposata un po’, bisognerà fare qualcosa: pregare o dedicarvi a qualche lavoro manuale. 

Quale? 

Lo dovrete scegliere voi stessa. Non bisogna sempre occuparsi di cose spirituali, bisogna anche avere qualche occupazione manuale, che non sia causa di preoccupazione. Si deve iniziarla quando l’anima è stanca, affaticata e non è capace né di leggere, né di pensare, né di pregare Dio. 

Se queste occupazioni spirituali, però, procedono bene, si può lasciar perdere il lavoro manuale. Esso è destinato a riempire il tempo che, altrimenti, passerebbe nell’ozio che è sempre dannoso, tanto più nel tempo della preparazione alla comunione. 

Come pregare a casa? Avete detto bene: “Bisogna aggiungere qualcosa alla consueta regola di preghiera”. 

Certo, bisogna. 

E’ meglio, però, che non aggiungiate la lettura superflua di preghiere, ma preghiate più a lungo senza il libro, manifestando di fronte al Signore le vostre intime necessità spirituali. 

Leggete mattino e sera non di più dei giorni ordinari, ma prima dell’inizio della vostra preghiera – e dopo – pregate spontaneamente e, negli intervalli tra le preghiere lette, aggiungetene una vostra, prostrandovi profondamente fino a terra e mettendovi in ginocchio. 

Importunate il Signore, la Madre di Dio e l’angelo custode chiedendo tutto ciò che sentite estremamente necessario per voi nelle parole che rivolgete loro, pregate perché possiate conoscere voi stessa e, in questa conoscenza, sia compreso il desiderio e provvista la forza di correggere tutto ciò che vi è da emendare e ancora che il vostro cuore si riempia di spirito di contrizione e umiltà, nelle quali il sacrificio è più gradito a Dio. 

Non vi sottoponete, però, ad una regola di preghiera troppo lunga. Meglio mettersi a pregare più spesso e prostrarsi più volte durante il giorno. Si raddoppiano così le prostrazioni nel corso della giornata. 

Non allontanatevi mai dal Signore con la mente, sia che siate in preghiera, sia che facciate qualche altra cosa. 

Teofane il Recluso estratto della “lettera XXXIII” tratto da T.R., La vita spirituale: lettere, Città nuova - 







Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.