«I comandi del Signore sono limpidi, danno
luce agli occhi» (Sal 18,9). Ricevi Cristo, ricevi la vista, ricevi
la luce per conoscere a un tempo Dio e l'uomo. È più desiderabile il Verbo dal
quale siamo illuminati «dell'oro, di
molto oro fino; più dolce del miele e di un favo stillante» (Sal 18,11).
E come potrebbe
non essere desiderabile, dal momento che ha portato verso la luce la mente
avvolta dalle tenebre e ha reso più luminosi e più acuti gli occhi dell'anima?
Se non ci fosse il sole, la notte sarebbe diffusa dovunque nonostante tutte le
stelle; così, se non avessimo conosciuto il Verbo e non fossimo stati da lui
illuminati, saremmo come galline nutrite al buio per poi subire la morte.
Apriamoci dunque alla luce per possedere Dio. Accogliamo la luce per diventare
discepoli del Signore. Egli infatti lo ha promesso al Padre: «Annunzierò il tuo nome ai miei fratellini loderò in mezzo all'assemblea»
(Sal 21,23). Esaltalo, e poi parlami di Dio tuo Padre: le tue parole apportano
salvezza. Il tuo cantico mi insegnerà che nel cercare Dio, finora sono andato
errando.Quando invece sei tu,
o Signore, a condurmi alla luce e per tuo mezzo trovo Dio e da te accolgo il
Padre, divento tuo coerede, perché non ti sei vergognato di chiamarmi fratello
(cfr. Eb 2,11).Guardiamoci dal
dimenticare la verità, allontaniamo da noi l'ignoranza e, dissipate le tenebre
che offuscano come nube i nostri occhi, contempliamo il vero Dio, elevando per
prima cosa verso di lui questa acclamazione: Salve, o luce! Infatti, a noi che
eravamo sepolti nelle tenebre e avvolti nell'ombra della morte, è apparsa la
luce dal cielo, più pura del sole e più gioiosa di questa vita. Questa luce è
la vita eterna e di essa vivono tutte le cose che ne partecipano. Invece la
notte fugge la luce e, nascondendosi timorosa, ha ceduto il posto al giorno del
Signore. Si è diffusa dappertutto quella luce che non può spegnersi e il
tramonto ha dato luogo all'aurora. Questo significa la nuova creazione. Infatti
il Sole di giustizia, che sovrasta nel suo corso tutte le cose, illumina senza
distinzioni tutto il genere umano, seguendo l'esempio del Padre suo che fa
risplendere il sole su tutti gli uomini e li irrora con la rugiada della
verità. Egli ha accostato l'occaso all'oriente, e ha crocifisso la morte
trasformandola in vita.
Divino
agricoltore, ha agganciato al cielo l'uomo strappato alla morte, trasformando
con audacia il corruttibile nell'incorruttibile, il terrestre in celeste. Ha
portato la buona novella eccitando i popoli al bene, richiamando alla memoria
le norme del vivere onesto, donandoci un'eredità divina e immensa che nessuno
può strapparci. Con una dottrina celeste ha santificato l'uomo deponendo la
legge nella sua mente e scrivendola nel suo cuore (cfr. Ger 31,33). Di quale legge intende parlare? «Tutti mi conosceranno, dal più piccolo al
più grande, dice il Signore, poiché io perdonerò le loro iniquità e non mi
ricorderò più del loro peccato» (Ger 31 , 34).
Accogliamo le leggi della vita,
obbediamo all'invito di Dio. Accogliamolo perché ci sia propizio. Offriamogli,
anche se non ne ha bisogno, un animo ben disposto come gradita ricompensa per
la sua dimora. A Dio, per la cui benevolenza qui abitiamo, devozione e amore.