"Chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia la salverà"
(Mc 8,35). E` come se si dicesse al contadino: Se tu serbi il tuo grano
lo perdi; se invece lo semini, lo rinnovi. Chi ignora, infatti, che il
grano, una volta seminato sparisce alla vista e muore sotto terra? Ma
proprio perché marcisce nella polvere, vigoreggia poi rinnovato!
Per la Chiesa, vi è un tempo di persecuzione e un tempo di pace; e il
Redentore dà precetti diversi a seconda dei vari tempi. In tempo di
persecuzione, ordina di dare la propria vita; in tempo di pace, impone
di dominare quei desideri terreni che più si rivelano prepotenti in noi.
Ecco perché, anche oggi dice: "Che giova all`uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?"
(Mc 8,36; Mt 16,26). Quando cessa la persecuzione da parte dei nemici, è
tempo di custodire più attentamente il cuore. Infatti, in tempo di
pace, quando ci è concesso un quieto vivere, ci assalgono desideri
smodati. E` questo stato di avarizia che va tenuto a freno con l`attenta
considerazione della condizione di colui che viene assalito. In
effetti, a che pro dovrebbe insistere nell`ammassare, chi di per sé non
può rimanere quaggiù ad ammassare? Consideri perciò ognuno la propria
durata e si accorgerà che gli può bastare senz`altro il poco che
possiede! O ha paura, per caso, che lungo il cammino della vita gli
venga a mancare il sostentamento? La brevità del cammino è però un
rimprovero ai nostri desideri a lungo termine; è inutile, infatti,
caricarsi di molte provviste, quando la meta cui si tende è vicina!
Spesso capita che ci è facile aver ragione dell`avarizia, mentre ci
arrestiamo poi davanti ad un altro ostacolo, trascurando in pratica
l`impegno verso la perfezione. Ci lasciamo vincere dal rispetto umano,
che ci impedisce di esprimere con la voce la rettitudine che sentiamo
nell`intimo. In tal modo, di tanto trascuriamo gli interessi di Dio, con
la difesa della giustizia, di quanto cediamo alla mentalità degli
uomini, contro ogni giustizia. Ma anche per questo malanno, il Signore
suggerisce il rimedio appropriato, quando dice: "Chiunque si
vergognerà di me e delle mie parole [davanti a questa generazione
adultera e peccatrice], anche il Figlio dell`uomo si vergognerà di lui,
quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi" (Mc 8,38).
(Gregorio Magno, Hom. in Ev., 32, [4] 5)
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