martedì 21 aprile 2020

SettimanaLuminosa 2020 Dalla Lettera di San Paolo Agli Efesini




EFESINI 1:16-21
Non resto mai dal render grazie per voi, facendo di voi
menzione nelle mie orazioni, affinché l’Iddio del Signor
nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito
di sapienza e di rivelazione per la piena conoscenza di lui, ed
illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale
speranza Egli v’abbia chiamati, qual sia la ricchezza della
gloria della sua eredità nei santi, e qual sia verso noi che
crediamo, l’immensità della sua potenza. La qual potente
efficacia della sua forza Egli ha spiegata in Cristo, quando
lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra ne’
luoghi celesti, al di sopra di ogni principato e autorità e
potestà e signoria, e d’ogni altro nome che si nomina non
solo in questo mondo, ma anche in quello a venire.

EFESINI 3:14-21
Per questa causa, dico, io piego le ginocchia dinanzi al
Padre, dal quale ogni famiglia ne’ cieli e sulla terra prende
nome, perch’Egli vi dia, secondo le ricchezze della sua
gloria, d’esser potentemente fortificati mediante lo Spirito
suo, nell’uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per
mezzo della fede nei vostri cuori, affinché, essendo radicati
e fondati nell’amore, siate resi capaci di abbracciare con
tutti i santi qual sia la larghezza, la lunghezza, l’altezza e
la profondità dell’amore di Cristo, e di conoscere questo
amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché giungiate ad
esser ripieni di tutta la pienezza di Dio. Or a Colui che
può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente
al di là di quel che domandiamo o pensiamo, a Lui
sia la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le età,
ne’ secoli de’ secoli. Amen.

martedì 24 marzo 2020

L'Annunciazione nei Testi denominati apocrifi ma segno della fede del santo popolo

The Gospel of the Nativity of Mary(ho riscontrato solo il testo in inglese)

Il Libro sulla natività di Maria è un testo apocrifo redatto in latino in epoca carolingia (VIII-IX secolo)

Chapter 9.
And in those days, that is, at the time of her first coming into Galilee, the angel Gabriel was sent to her by God, to announce to her the conception of the Lord, and to explain to her the manner and order of the conception. Accordingly, going in, he filled the chamber where she was with a great light; and most courteously saluting her, he said: Hail, Mary! O virgin highly favoured by the Lord, virgin full of grace, the Lord is with you; blessed are you above all women, blessed above all men that have been hitherto born. Luke 1:26-38 And the virgin, who was already well acquainted with angelic faces, and was not unused to the light from heaven, was neither terrified by the vision of the angel, nor astonished at the greatness of the light, but only perplexed by his words; and she began to consider of what nature a salutation so unusual could be, or what it could portend, or what end it could have. And the angel, divinely inspired, taking up this thought, says: Fear not, Mary, as if anything contrary to your chastity were hid under this salutation. For in choosing chastity, you have found favour with the Lord; and therefore you, a virgin, shall conceive without sin, and shall bring forth a son. He shall be great, because He shall rule from sea to sea, and from the river even to the ends of the earth; and He shall be called the Son of the Most High, because He who is born on earth in humiliation, reigns in heaven in exaltation; and the Lord God will give Him the throne of His father David, and He shall reign in the house of Jacob for ever, and of His kingdom there shall be no end; Luke 1:32-33 forasmuch as He is King of kings and Lord of lords, Revelation 19:16 and His throne is from everlasting to everlasting. The virgin did not doubt these words of the angel; but wishing to know the manner of it, she answered: How can that come to pass? For while, according to my vow, I never know man, how can I bring forth without the addition of man's seed? To this the angel says: Think not, Mary, that you shall conceive in the manner of mankind: for without any intercourse with man, you, a virgin, will conceive; you, a virgin, will bring forth; you, a virgin, will nurse: for the Holy Spirit shall come upon you, and the power of the Most High shall overshadow you, Luke 1:35 without any of the heats of lust; and therefore that which shall be born of you shall alone be holy, because it alone, being conceived and born without sin, shall be called the Son of God. Then Mary stretched forth her hands, and raised her eyes to heaven, and said: Behold the hand-maiden of the Lord, for I am not worthy of the name of lady; let it be to me according to your word.


Il Protovangelo di Giacomo – noto anche come Vangelo dell'Infanzia di Giacomo o come Vangelo di Giacomo – è un vangelo in lingua greca composto probabilmente verso il 140-170. Espande i racconti dell'infanzia di Gesù contenuti nel Vangelo secondo Matteo e nel Vangelo secondo Luca, fino a presentare un'esposizione della nascita e dell'educazione di Maria, per poi rielaborare le narrazioni canoniche sulla natività di Gesù. Si tratta del più antico testo cristiano che sostenga la verginità di Maria non solo prima, ma durante e dopo la nascita di Gesù.

È uno dei vangeli apocrifi (non è cioè incluso in alcun canone biblico). Tuttavia la tradizione cristiana ha accolto alcune delle informazioni in esso contenute, in particolare relativamente alla vita di Maria e dei suoi genitori Anna e Gioacchino.

Deve il nome "protovangelo" all'umanista francese Guillaume Postel nel XVI secolo ed è relativo all'antecedenza cronologica degli eventi in esso narrati rispetto al materiale contenuto nei quattro vangeli canonici.

XI

[11, 1] Presa la brocca, uscì a attingere acqua. Ed ecco una voce che diceva: "Gioisci, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra le donne". Essa guardava intorno, a destra e a sinistra, donde venisse la voce. Tutta tremante se ne andò a casa, posò la brocca e, presa la porpora, si sedette sul suo scanno e filava. [2] Ed ecco un angelo del Signore si presentò dinanzi a lei, dicendo: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia davanti al Padrone di tutte le cose, e concepirai per la sua parola". Ma essa, all'udire ciò rimase perplessa, pensando: "Dovrò io concepire per opera del Signore Iddio vivente, e partorire poi come ogni donna partorisce?". [3] L'angelo del Signore, disse: "Non così, Maria! Ti coprirà, infatti, con la sua ombra, la potenza del Signore. Perciò l'essere santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio dell'Altissimo. Gli imporrai il nome Gesù, poiché salverà il suo popolo dai suoi peccati". Maria rispose: "Ecco l'ancella del Signore davanti a lui. Mi avvenga secondo la tua parola"



Il Codice Arundel 404, noto anche come Liber de Infantia Salvatoris (Libro dell'infanzia del Salvatore) o Natività di Maria e di Gesù è un vangelo apocrifo scritto in latino verso il XIV secolo. Costituisce una variante del Protovangelo di Giacomo (II secolo). Il codice è conservato presso il British Museum.

Descrive la nascita miracolosa di Maria; la sua infanzia al tempio di Gerusalemme; il matrimonio miracoloso con Giuseppe; la nascita di Gesù.

Non va confuso con un altro testo apocrifo, il Libro sulla natività di Maria.

[A33] Annunciazione. Il giorno seguente, presa una brocca, andò a riempirla di acqua. Mentre se ne stava presso la fontana per riempirla, le apparve un angelo, dicendo: "Salve, Maria! Beata te, perché nella tua mente vi è dimora del Signore preparatagli da te. Ecco che verrà dal cielo una luce ad abitare in te e, per mezzo tuo, splenderà su tutto il mondo"
[A34] Maria incinta. Di nuovo, nel terzo giorno, mentre con le sue dita lavorava la porpora, entrò da lei un giovane di ineffabile bellezza. Alla sua vista, Maria ebbe paura e tremò. L'angelo però le disse: "Non temere, Maria, hai infatti trovato la grazia del Signore. Concepirai e partorirai il re dei re che regnerà nei secoli dei secoli, colui che non solo comanda sulla terra, ma anche nei cieli". Ciò udendo, Maria prese a pensare tra sé, dicendo: "Non partorirò io come tutte le altre donne?". Gli domandò allora: "Come accadrà questo, non conoscendo io alcun uomo?". L'angelo le rispose: "Non partorirai come tu hai pensato, Maria! Ma lo Spirito santo scenderà su di te, e la forza dell'Altissimo ti adombrerà, perciò il santo che nascerà da te sarà detto Figlio di Dio, e il suo nome sarà Gesù. Egli salverà, infatti, il suo popolo dai suoi peccati. Ecco che Elisabetta, tua parente, anche lei, nella sua vecchiaia, concepì un figlio, e questo è il sesto mese di colei che era detta sterile: a Dio, infatti, non è impossibile cosa alcuna". Maria rispose all'angelo: "Ecco, sono l'ancella del Signore, al suo cospetto. Si adempia in me la sua volontà secondo la tua parola". E l'angelo si allontanò da lei.



Il Vangelo dello pseudo-Matteo, così chiamato per distinguerlo dall'omoepigrafo canonico Vangelo secondo Matteo, è uno dei vangeli apocrifi, scritto in latino e databile VIII-IX secolo. Viene chiamato anche Vangelo dell'infanzia di Matteo o con la dicitura medievale Libro sulla nascita della Beata Vergine e sull'infanzia del Salvatore, che ne descrive il contenuto.

[9]

[1] Annunciazione - Maria incinta. Il giorno dopo, mentre Maria era alla fontana a riempire la brocca, le apparve un angelo del Signore, che le disse: "Sei beata, o Maria, poiché nel tuo utero hai preparato una abitazione per il Signore. Ecco che dal cielo verrà la luce e abiterà in te e, per mezzo tuo, risplenderà in tutto il mondo".

[2] Di nuovo, il terzo giorno, mentre con le sue dita lavorava la porpora, entrò da lei un giovane di inesprimibile bellezza. Vedendolo, Maria ebbe paura e tremò. Ma egli le disse: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu tra le donne e benedetto il frutto del tuo seno". All'udire ciò, tremò ed ebbe paura. Allora l'angelo del Signore proseguì: "Non temere, o Maria. Hai trovato grazia presso Dio: ecco che concepirai nell'utero e genererai un re che riempie non soltanto la terra, ma anche il cielo, e regna nei secoli dei secoli".


Il Vangelo di Bartolomeo o Questioni di Bartolomeo è un vangelo apocrifo con attribuzione pseudoepigrafa a Bartolomeo, apostolo. Datato probabilmente al III-IV secolo, è scritto in greco, con varianti nelle versioni pervenuteci in latino, paleoslavo, copto.

[2, 1] Maria parla agli apostoli. Gli apostoli erano nel luogo Cheltura.
[2] Bartolomeo si avvicinò e disse a Pietro, Andrea e Giovanni: "Domandiamo alla Piena di grazia come ha concepito il Signore, come l'ha generato e come ha portato colui che non si può portare". Ma essi esitavano ad interrogarla.
[3] Bartolomeo disse a Pietro: "Tu come capo e mio maestro avvicinati e interrogala". Ma Pietro disse a Giovanni: "Tu come vergine, senza macchia e amato, avvicinati e interrogala".
[4] Siccome tutti esitavano e discutevano, Bartolomeo si avvicinò con aspetto giulivo e le disse: "Salute a te, tabernacolo dell'Altissimo! Noi tutti, apostoli, desideriamo interrogarti su come hai concepito colui che è inconcepibile, come hai portato colui che non si può portare e come hai generato una grandezza così grande".
[5] Maria disse loro: "(Non) interrogatemi su questo mistero. Se, infatti, incomincio a parlarvene, dalla mia bocca uscirà del fuoco che consumerà tutta l'ecumene".
[6] Ma essi continuavano vieppiù ad interrogarla. Ed essa non volendo rifiutarsi di esaudire gli apostoli,disse: "Stiamo su in preghiera".
[7] E gli apostoli stettero su dietro Maria. Ma lei disse a Pietro: "Pietro, tu che sei il capo e la grande colonna, te ne stai dietro di noi? Non disse il Signore che la testa dell'uomo è Cristo? Or dunque state su davanti a me e pregate".
[8] Ma essi le dissero: "Il Signore pose in te il suo tabernacolo e si compiacque che tu lo contenessi, a te dunque spetta a maggior ragione la direzione della preghiera...".
[9] Maria disse loro: "Voi siete stelle brillanti del cielo, spetta a voi pregare...".
[10] Le rispondono: "Spetta a te pregare che sei la madre del re celeste". 

[11] Disse loro Maria: "Dio fece dei passeri a vostra somiglianza e li mandò nei quattro angoli del mondo...". [12] Ma essi le risposero: "Colui che a malapena è contenuto nei cieli
volle essere contenuto in te".
[13] Maria allora stette su, davanti a loro, distese le sue braccia verso il cielo e prese a dire così: "Elfuza... olot e una tessai, liso, adonai, rerunbaubelt, barbur, tarasu, erura, eded, errose... teotea, arneniot, aneb...euargt, marmarige, eofros, turiamuch, eusbar...".
Che in lingua greca significa: Dio grande e sapientissimo, re dei secoli inesplicabile e ineffabile, che con la parola hai dato consistenza alle grandezze sideree, che hai posto il fondamento dell'altezza del firmamento nell'armonia, che hai separato la tenebrosa oscurità dalla luce, che hai posto in uno stesso  luogo le fondamenta della terra e non hai voluto che perisse... tu che proporzioni ad ognuno il nutrimento irrorandola, quale pioggia, con la benedizione del Padre, tu che a malapena sei contenuto dai sette cieli e
ti compiacesti di essere contenuto in me senza difficoltà, tu che sei la piena parola del Padre per la quale vennero all'esistenza tutte le cose, dài gloria, Signore, al tuo grandissimo nome e ordinami di parlare al  cospetto dei tuoi santi apostoli.
[14] E, terminata la preghiera, disse: "Sediamoci  per terra. Tu, Pietro, che sei il capo, siediti alla mia destra e poni la tua mano sinistra sotto il mio braccio; tu, Andrea, fai la stessa cosa alla mia sinistra; tu,Giovanni, che sei vergine tieni il pio petto; e tu, Bartolomeo, piega le tue ginocchia dietro di me e tieni le mie spalle affinché quando inizio a parlare non si disarticolino le mie ossa".
[15] Quando fecero così, prese a dire: "Quando ero nel tempio di Dio e ricevevo il cibo dalla mano di un angelo, mi apparve un giorno una visione come d'un angelo, ma il suo aspetto era incomprensibile e nella sua mano non aveva n‚ cibo n‚ bevanda, come aveva l'angelo che era venuto prima.
[16] E improvvisamente si strappò il peplo del tempio, ci fu un gran terremoto ed io caddi bocconi non potendo reggere la sua vista.
[17] Ma egli stese sotto di me la sua mano e mi rialzò; guardai verso il cielo e venne una nube di rugiada sul mio volto e mi irrorò da capo a piedi. Poi mi asciugò con il suo manto, [18] e mi disse: "Gioisci, Pienadigrazia, vaso di elezione!". Diede un colpo con la mano destra ed apparve un pane grandissimo che egli pose sull'altare del tempio: ne mangiò prima lui e ne diede anche a me. 
[19] Diede poi un altro colpo con il lembo sinistro del suo vestito ed apparve un calice strapieno di vino:ne bevve prima lui e poi ne diede anche a me; guardai e vidi un calice pieno e del pane.[20] In sèguito mi disse: "Ancora tre anni e ti manderò la mia parola; e tu concepirai un figlio per mezzo del quale sarà salvata tutta la creazione. Tu sarai il calice del mondo. Pace a te, mia diletta! La mia pace  sarà con te per sempre!".
[21] Disparve allora da me e il tempio rimase com'era prima". 


Vangelo arabo dell'infanzia
Il Vangelo arabo dell'infanzia, chiamato anche Vangelo siriaco dell'infanzia, è un vangelo apocrifo pervenuto in arabo e siriaco e databile tra il V e il XIII secolo, con maggiore probabilità per l'VIII-IX secolo. Al pari degli altri vangeli dell'infanzia (Protovangelo di Giacomo, Vangelo dello pseudo-Matteo e Vangelo dell'infanzia di Tommaso), e basandosi su essi, contiene racconti relativi all'infanzia di Gesù


[1]

[1] Quanto segue l'abbiamo trovato scritto nel libro del pontefice Giuseppe vissuto al tempo di Cristo; alcuni dicono che egli sia Caifa. Egli disse che Gesù parlò quando era ancora nella culla e disse a sua madre Maria: "Io sono Gesù figlio di Dio, il LogoV, da te generato secondo quanto ti aveva annunziato l'angelo Gabriele. Mio padre mi ha inviato per la salvezza del mondo".


Il Vangelo armeno dell'infanzia è un Vangelo apocrifo pervenutoci in lingua armena i cui manoscritti sono stati fatti conoscere per la prima volta, integralmente, da padre Isaia Daietsi nel 1828, in due diverse stesure. Ambedue i manoscritti sono recenti e conservati nella biblioteca dei monaci mechitaristi, uno di essi risale al 1824 ed è copia, scritta a mano da padre G.Esaican, di un codice più antico andato poi distrutto in quanto considerata opera eretica . Questo vangelo apocrifo costituisce in sostanza un corposo e prolisso ampliamento degli eventi dell'infanzia di Gesù narrati negli altri vangeli dell'infanzia, integrati da materiale leggendario di provenienza dalla tradizione armena. Mette in particolare in risalto l'aspetto umano di Gesù tradendone un'origine monofisita di cui venne accusata ingiustamente la Chiesa apostolica armena dopo il rifiuto del Concilio di Calcedonia.

[V, 3] Ed ecco venne l'angelo del Signore e si avvicinò a lei, pur essendo chiuse le porte. L'essere incorporeo le apparve sotto forma corporale e le disse: «Rallegrati, vergine Maria, serva immacolata del Signore!». All'improvvisa apparizione dell'angelo, Maria prese paura e per il turbamento non fu capace di rispondere. Allora l'angelo le disse: «Non temere, Maria, tu sei benedetta fra le donne! Io sono l'angelo Gabriele, mandato da Dio per dirti questo: ecco che tu diventerai incinta e partorirai il figlio dell'altissimo. Egli sarà un grande re su tutta la terra». «Di chi parli tu?» domandò Maria, «e che cosa stai dicendo? Spiegamelo!». «Quello che ti ho detto» rispose l'angelo «l'hai udito dalla mia bocca: accetta la rivelazione del messaggio che ti ho fatto, e rallegrati». Maria disse: «Ciò che sento da te è di una novità sconcertante e mi riempie di stupore e di stordimento: io concepirò e partorirò come tutte le donne! Come succederà questo a me che non conosco uomo?». Le disse l'angelo: «O Santa vergine Maria, non avere di questi dubbi, ma cerca di capire quello che ti ho detto. Non succederà in questo modo. Infatti non vi sarà intervento di creatura umana: né di un marito né della volontà di un altro uomo , ma della potenza dello Spirito Santo, che abiterà in te e farà di te come gli piacerà». Disse Maria: «Ciò che tu mi dici mi sembra straordinario e difficile a credersi. Non mi posso convincere e rassegnare alle tue parole, perché i prodigi di cui tu mi parli sono stupefacenti a raccontarsi e inverosimili nella realtà. A sentirti parlare il mio cuore freme di paura e trema. Il mio animo è agitato dalla perplessità e io non so che risposta dare ai tuoi consigli». «Perché ti turbi perché trema il tuo cuore?», le disse l'angelo.
[V, 8] «Se è così come tu dici avvenga di me e secondo la tua parola!».
[V, 9] Nel medesimo istante che la Santa vergine diceva queste parole e si umiliava, il Verbo di Dio penetrò in lei attraverso l'orecchio, e la natura intima del suo corpo, da esso animata, venne santificata in tutti i suoi organi e i suoi sensi e purificata come l'oro dentro il crogiuolo. Ella divenne un tempio sacro, immacolato, dimora della divinità. In quel momento cominciò la gravidanza della santa vergine. Quando l'angelo aveva portato la buona novella Maria era il 15 di Nisan, cioè il 6 aprile, un mercoledì, alla terza ora.
[V, 16] Maria rimase con Elisabetta diversi giorni e confidenzialmente le raccontò per ordine tutto ciò che aveva visto e inteso dall'angelo. Elisabetta, vivamente sorpresa le disse: «Figlia mia [...] non dire a nessuno ciò che hai visto e udito. Non raccontare il fatto a nessuno dei figli d'Israele, per timore che, travisato da inutili chiacchiere, non si cambi per te in derisione, nemmeno a colui che si chiama tuo marito, perché tu non lo affligga ed egli ti ripudi».
[VI, 2] Maria, internamente eccitata, non sapeva che fare. Allora Giuseppe sedette sulla sua sedia e, osservando Maria con sguardo attento, vide che era incinta. Gettò un grido ed esclamò: «Ahimè! Che è riprovevole azione hai tu commesso!».
[VI, 6] Udendo queste parole, Giuseppe rimase scosso e fu preso da vivo turbamento. Rifletté un poco, poi disse: «Che fatto stupefacente e straordinario! Io non posso assolutamente capire e immaginare come avvengano cosa del genere [...]. Maria disse: «Fino a quando continuerai a muovere contro di me accuse ingiustificate? Non cesserai di coprirmi di oltraggi?». Rispose Giuseppe: «È che non posso resistere alla grande tristezza e all'afflizione che si sono abbattute su di me. Che farò di te, e che spiegazione darò a chiunque me ne domanderà? E ho paura che se la cosa si scopre e viene divulgata dalla voce pubblica i miei capelli bianchi saranno disonorati tra i figli d'Israele».



martedì 11 febbraio 2020

Il Carmen Paschale di San Sedulius (in latino e viene indicata una introduzione in inglese)


Libro gotico, salterio della regina Mary, XIV secolo. (1)

Libro gotico, salterio della regina Mary, XIV secolo. 


Il Sinassario dei cristiani ortodossi  di lingua inglese che io consulto presenta oggi nella tradizione ortodossa celtica la memoria di 


St. Siadhal  (Sedulius, Seadhal, Siadal)-
5th century. Sedulius (known in Irish as Siadhal, pronounced Shiel), was an Irish priest known as the Christian Virgil on the strength of his epic poem in five books Carmen Paschale. He left Ireland to found a school of poetry in Athens, proving that outstanding scholarship existed on the Emerald Isle prior to Saint Patrick. While he was still in Ireland, he may have been a disciple of Saint Ailbhe 


Le scarsissime notizie della vita di Sedulius ci sono pervenute dalle seguenti fonti:

due lettere autografe, indirizzate al presbitero Macedonius;

Isidoro di Siviglia, che nel De viris illustribus gli assegnò il settimo posto;

il Decretum Gelasianum;

vi è poi una certa quantità di notizie, specie nei manoscritti più tardi, ma spesso contengono erronei riferimenti da collegare piuttosto a Sedulius Scotus
.
Sappiamo che trascorse la prima parte della sua vita in Italia, dove intraprese studia saecularia per diventare retore o avvocato, ma con scarso interesse.

Non si conosce quando fu battezzato, ma è certo che successivamente, intraprendendo un profondo cammino di fede, si convertì ad una devota vita cristiana e secondo Isidoro di Siviglia divenne antistes(vescovo)  e quindi probabilmente prima fu presbitero.

Fece sicuramente parte di una piccola fraternità mista, molto devota e fedele alle regole della chiesa; dei suoi membri lo stesso Sedulius diede un breve ed accattivante ritratto nelle proprie lettere: dai presbiteri Macedonius, capo della comunità, Ursinus e Gallicanus, alla nobile diaconessa Syncletica ed alla matrona Perpetua.

Il frutto più maturo di questa esperienza fu il Carmen paschale, con il quale Sedulius condivise con i suoi confratelli la meraviglia del Vangelo.


Ho ritrovato via internet il Carmen Paschale  

(in lingua latina)

(in lingua inglese  ma soltanto una breve introduzione )

Pubblico il praefatio   del Carmen  in lingua latina


SEDULIUS
CARMEN PASCHALE
LIBER PRIMUS
PRAEFATIO

Paschales quicumque dapes conviva requiris,
     Dignatus nostris accubitare toris,
Pone supercilium si te cognoscis amicum,
     Nec quaeras opus hic codicis artificis:
Sed modicae contentus adi sollemnia mensae               5
     Plusque libens animo quam satiare cibo.
Aut si magnarum caperis dulcedine rerum
     Divitiasque magis deliciosus amas,
Nobilium nitidis doctorum vescere cenis,
     Quorum multiplices nec numerantur opes.               10
Illic invenies quidquid mare nutrit edendum,
     Quidquid terra creat, quidquid ad astra volat.
Cerea gemmatis flavescunt mella canistris
     Conlucentque suis aurea vasa favis.
At nos exiguum de paupere carpsimus horto,               15
     Rubra quod adpositum testa ministrat, holus.

L'opera più nota di S. è il Carmen Paschale, ordinato e pubblicato da Turcio Rufo Asterio, console nel 494: è un poema in esametri, e in cinque libri celebra i fatti della vita di Gesù - che è Pascha nostrum (cfr. I Corinzî, V, 7) - e i suoi miracoli a fine di trarne insegnamenti dogmatici e morali. Il V libro è dedicato esclusivamente alla Passione, mentre il I, dopo una breve introduzione apologetica rivolta ai pagani, considera i principali miracoli dell'Antico Testamento. Le fonti, che S. segue spesso alla lettera, sono i due Vangeli di Matteo e Luca, ai quali si aggiungono nel V libro gli altri due. Il poema fu da S. volto anche in prosa (Opus Paschale); ma qui l'abbondanza delle perifrasi, la ricerca delle clausole, e infine tutti i difetti di una prosa ispirantesi al cattivo gusto dell'epoca, fanno rimpiangere gli esametri del poema costantemente modellati sull'esempio virgiliano. S. scrisse anche due inni in onore di Cristo, uno in 55 distici nei quali le prime parole di ogni esametro sono ripetute nella seconda parte del pentametro (versi ecoici o serpentini), l'altro alfabetico in dimetri giambici raggruppati in strofe di quattro versi. Da quest'ultimo derivano i due inni A solis ortus cardine e Hostis Herodes impie (questo trasformato in Crudelis Herodes Deum), inseriti nella liturgia rispettivamente del Natale e dell'Epifania e tradotti anche da Lutero (Christus wir sollen loben schon e Was fürcht'st du, Feind Herodes, sehr). Le opere di S. sono edite nel Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, X, a cura di I. Huemer (Vienna 1885).



lunedì 10 febbraio 2020

Sciuscià, arlecchino e chef (la Vita di san Benedetto di Aniane,





Oltre che di informazioni storiche, la Vita di san Benedetto di Aniane di Ardone Smaragdo è ricca di quelle che si possono definire «fotografie» di vita quotidiana, o comunque di episodi che spiccano o si discostano per qualche particolare dalla normalità del canone agiografico.
Osserviamo ad esempio Benedetto che, agli inizi della sua vita monastica (cominciata nel 774, dopo diversi anni passati alla corte di Pipino il Breve, dove raggiunse la carica di coppiere, e poi di Carlo), si sottopone a un duro regime di penitenze e umiliazioni, e «si accaniva contro la sua carne come una bestia feroce». Nel monastero (di Saint-Seine, vicino a Digione) si mette al servizio di tutti, e di notte, mentre gli altri dormono, «egli puliva detergendoli con l’acqua i calzari e li restituiva puliti al posto giusto», come il servizio negli alberghi. Alcuni confratelli lo irridono per questo, e di giorno, «quasi prendendosi gioco di uno completamente pazzo, lanciavano le scarpe contro di lui che era posto un po’ in disparte»: Toh, capo, pulisci anche queste! Ah ah ah! E Benedetto? «Sopportava tranquillo».
Non presta neanche molta attenzione alla veste monacale: quando il tessuto si lacera perché troppo vecchio, «con un panno occasionale di un colore molto diverso rappezzava il buco che si era venuto a creare, cosa che lo rendeva abbastanza goffo [deformem]». Un arlecchino, anche in questo caso sbeffeggiato (e sputato) da molti .
Guardiamolo adesso mentre si trova ad Aniane, alla guida della sua piccola, nuova comunità, povera di tutto, tranne che di fede e di amore fraterno. Benedetto si prodiga in ogni attività, aiuta tutti e non disdegna di preparare il cibo per i confratelli; già che c’è, «contemporaneamente trovava il tempo di scrivere un libro di cucina [librum etiam pariter circa coquinam occupatus scribere satagebat]». Peccato che il ricettario di chef D’Aniane non si sia conservato…
Benedetto non si sottrae a nulla, «arava con coloro che aravano, zappava con coloro che zappavano, mieteva con i mietitori»; non si lascia mai andare a bere un goccio di più e «più volte l’abbiamo visto misurare ciò che gli era posto davanti nella ciotola»; si raccomanda sempre di non aggiungere formaggio grattugiato (ne exigua particola casei triti) alle sue vivande e non ammette che si sprechi un solo legume («subito avrebbe pronunciato una sentenza degna di una scomunica, come si fosse trattato di un delitto»). Più di ogni altra cosa, Benedetto è singolarmente capace di operare il bene, in ogni forma, tanto che «chi era angustiato dalla malattia della tristezza, avvicinandosi a lui, immediatamente se ne andava contento». Un diffusore di serenità.
La scena che ho trovato più divertente riguarda un’improvvisa invasione di cavallette (locustarum), «così numerose da nascondere i raggi del sole». I monaci sono preoccupatissimi per la vigna, e Benedetto fa la cosa più semplice: va in chiesa a invocare l’aiuto di Dio. E cosa accade? «Dopo poco le cavallette, trovandosi male, se ne andarono»: Ehi, non trovate anche voi che qui non si stia affatto bene? Sì, vero, stavo per dirlo anch’io. Sì, dai, andiamo via. Giusto, andiamocene…
Così, tra l’altro, nessun animale è stato maltrattato per la realizzazione di questa scena.



Aniane


Benedetto di Aniane. Vita e riforma monastica, a cura di G. Andenna e C. Bonetti, Edizioni Paoline 1993. (Assai utile per approfondire il saggio di Fabio Cusimano, La biografia di Benedetto di Aniane tra storia e topoi agiografici, pubblicato nel 2012 in una raccolta di studi per Réginald Grégoire 


St. Benedict of Aniane, Ab, 821


Il «primo grande padre del monachesimo di stripe germanica», antesignano della riforma cluniacense, era nato come Witiza (Vitizia) nel 750 in una nobile famiglia visigota del Sud francese. Venne mandato a studiare alla corte di Pipino il Breve. Entrò poi nell'esercito di Carlo Magno, combattendo in Italia contro i Longobardi. Qui salvò, a rischio della sua vita, un fratello caduto nel Ticino. Questo fatto lo segnò. Tornò in Francia ed entrò nel monastero di San Sequano, vicino Digione. Ne fu abate, ma i confratelli non sopportavano la sua austerità. Allora lui se ne andò e fondò un suo monastero ad Aniane, presso Montpellier. La comunità fiorì. Morto Carlo Magno, divenne consigliere di Ludovico il Pio. Trascorse gli ultimi anni nell'abbazia di Inden, oggi Cornelimüster, vicino alla residenza imperiale di Aquisgrana, dove morì nell'821. Di lì, nell'817, dettò un esempio di quelle che oggi si chiamano Costituzioni.

Martirologio Romano: A Kornelimünster in Germania, transito di san Benedetto, abate di Aniane, che propagò la regola di san Benedetto, affidò ai monaci le consuetudini da osservare e si adoperò molto per il rinnovamento della liturgia romana.


11Febbraio santorale ed ufficio delle letture dei cristiani ortodossi del western rite /cristiani ortodossi di tradizione occidentale e di chiese cristiane di tradizione celtica

s.-benedetto-di-aniane


St. Benedict of Aniane, Ab, 821



st-colman-prayer-book


St. Gregory the Great Orthodox Church
A Western Rite Congregation of the Antiochian Archdiocese near Washington, DC
13407 Roxbury Rd · Silver Spring, MD · 301-288-




St. Gregory II, PC, 731; 


St. Benedict of Aniane, Ab, 821


Il «primo grande padre del monachesimo di stripe germanica», antesignano della riforma cluniacense, era nato come Witiza (Vitizia) nel 750 in una nobile famiglia visigota del Sud francese. Venne mandato a studiare alla corte di Pipino il Breve. Entrò poi nell'esercito di Carlo Magno, combattendo in Italia contro i Longobardi. Qui salvò, a rischio della sua vita, un fratello caduto nel Ticino. Questo fatto lo segnò. Tornò in Francia ed entrò nel monastero di San Sequano, vicino Digione. Ne fu abate, ma i confratelli non sopportavano la sua austerità. Allora lui se ne andò e fondò un suo monastero ad Aniane, presso Montpellier. La comunità fiorì. Morto Carlo Magno, divenne consigliere di Ludovico il Pio. Trascorse gli ultimi anni nell'abbazia di Inden, oggi Cornelimüster, vicino alla residenza imperiale di Aquisgrana, dove morì nell'821. Di lì, nell'817, dettò un esempio di quelle che oggi si chiamano Costituzioni.

Martirologio Romano: A Kornelimünster in Germania, transito di san Benedetto, abate di Aniane, che propagò la regola di san Benedetto, affidò ai monaci le consuetudini da osservare e si adoperò molto per il rinnovamento della liturgia romana.



The Western Rite Communion  of 

The Russian Orthodox Church Outside Russia

R.O.C.O.R. Western Rite Ordo Kalendar ✠ 2020  

segue  il santorale  occidentale  nell'uso ortodosso (ed ovviamente il santorale tipico degli ortodossi )      ma nella cronologia del  venerabile ed antico calendario giuliano costantiniano 















CELTIC ORTHODOX MISSION - SOUTH AUSTRALIA



Tuesday 11 February 2020

Gobnait, abbess of Ballyvourney (6th c.)
Jarlath, Bishop of Armagh (480)
Benedict, abbot of Aniane (821)
Caedmon of Whitby, monk and hymnographer (680)
Ecian, Bishop in Ireland (unknown)

♦ Liturgy:
Wis 16:15-20
Eph 5:1-8a
Lk 13:10-17


EGLISE ORTHODOXE FRANÇAISE

accueil


Mardi 11 Février 2020
Temporal : Gn 5 (en entier) Mt 11, 16 à 19
Saint Volusien, évêque de Tours, martyr (498)
Benoît, ab. d’Aniane (821) - Saturnin, Datif et leurs comp. martyrs en Numidie (304) - Désiré,
év. de Vienne (608) - Odon, év. de Beauvais (880) - Séverin, ab. d’Agaune (507)

Nessuna descrizione della foto disponibile.



Chiesa autonoma ed indipendente di  tradizione celtica  




L'immagine può contenere: una o più persone


Personal Ordinariate of Our Lady of Walsingham 

Troparion of Our Lady of Walsingham

Hail, O Virgin Theotokos! As thou didst receive the Good News of salvation at Gabriel  appearing and didst by thine own appearing at Walsingham cause the Holy House to be raised up as an everlasting remembrance of that same mystery of salvation, pray that we may ever bear in our souls Jesus whom thou didst bring forth, the Savior of mankind.

TROPARIO : Giosci  , o Vergine Theotokos!

Come hai ricevuto l'annuncio della salvezza da Gabriele nella Santa
Casa fa che Walsingham sia
un ricordo perenne di questo Mistero di salvezza, che tu hai portato
in grembo, Gesù Salvatore del mondo..

Tuesday after Septuagesima – Week 5 per annum
Our Lady of Lourdes, optional memorial 
MP Pss 56, 57 (58)
Gen 41:56–42:26 1 Cor 2:1-16 Mk 7:1-13

EP Pss 59, 60, 61
Is 59:1-15a Heb 13:17-25


Dai testi liturgici del VICARIATO D’ITALIA DELLA SANTA CHIESA CELTICA

Our Lady of Lourdes,
Lettura dal libro dell’Apocalisse
(Sir 24, 9-18)

Lettura dal Santo Vangelo secondo San Luca
(Lc 11, 27-28)

11Febbraio Santorale della Chiesa Copta

Image: The Four Living Creatures, Metropolitan Museum<br>الكائنات الأربعة غير المتجسدة، متحف المتروبوليتان


Image: The Four Living Creatures, Metropolitan Museum
الكائنات الأربعة غير المتجسدة، متحف المتروبوليتان


The painting of the Metropolitan museum: an ivory cross with the four creatures resembling a lamb, a lion, a human, and an eagle at its four ends.


لوحة متحف المتروبوليتان: صليب من العاج وفى أركانه الأربعة الكائنات الأربعة بالوجوه الأربعة بشبه الكبش والأسد والإنسان والنسر.


nel calendario copto- ritengo per come lo capisco io - dal sito    

The Third Day of the Blessed Month of Babah

1. The Departure of St. Simon II, 51st Pope of the See of St. Mark.

2. The Martyrdom of St. John the Soldier.


Prayer to the holy martyr John the soldier
O mighty intercessor and saint of Christ, John the warrior! Have mercy upon thy servant who suffers misfortunes, affliction, and all manner of adversity. Save him from all evil and protect him from offenders, for thou hast been granted such grace from God. Amen.

file:///Users/A2-14/Desktop/Synaxarium.htm


https://st-takla.org/

interessante e significativo  che  i cristiani ortodossi copti di Francia  (The French Coptic Orthodox Eparchy, one of the dioceses of the Coptic Orthodox Church of Alexandria, was canonically instituted by His Holiness Abba SHENUDA III, Pope of Alexandria and Patriarch of Saint Mark's Predication, on June 2, 1974 - Whitsunday.)  inseriscano anche come  11  Febbraio





 FEVRIER

http://eocf.free.fr/sanctoral_eocf.htm

Saint Volusien, évêque de Tours, martyr (498)

11Febbraio Santi di Scozia Irlanda Galles ed Inghilterra



Sainte GOBNET (GOBNATA), abbesse à Ballyvourney en Irlande (VIème siècle?).


Troparion of St Gobnet
Tone 3

As a spiritual child of the God inspired Abban
thou didst worthily guide many into monastic virtue, most holy Gobnet.
Wherefore we entreat thee to intercede for us
that we may be guided aright
and be found worthy of the great mercy of Christ our God.

Kontakion of St Gobnet
Tone 5

Praise and honour are thy due
O physician of bodies and souls,
most pious Gobnet.
As thou, being blessed with the gift of healing,
didst bring to many the wholeness and peace of Christ,
pray now for us that our tormented souls
may come to know the joy of godly healing.








Saint ECHEN, évêque de Clonfert en Irlande (557).


Saint CEDMON, moine et chantre au couvent de Whitby en Angleterre (vers 680).