lunedì 24 settembre 2018

LA MORTE DI SAN SERGIO di Radonez (dalla ‘Vita’ di Epifanio il saggio)

 
 6. Cuv Avraam din Galici (Ciuhloma) (1375) 8.1
 
 
LA MORTE DI SAN SERGIO
(dalla ‘Vita’ di Epifanio il saggio)

“(...) Il Santo visse molti anni continuamente mortificandosi con privazioni e lavoro incessante. Egli compì molti straordinari miracoli e raggiunse un’età avanzata, senza mai mancare al suo posto nel servizio divino; più crebbe la sua vecchiaia, più forte crebbe il suo fervore, per niente indebolito dall’età. Fu avvertito dall’approssimarsi della sua fine sei mesi avanti (...). Poi, il grande asceta cominciò a perdere le forze e nel settembre cadde seriamente malato. Vedendo approssimarsi la sua fine, riunì (...) il suo gregge e sciolse una finale esortazione. Fece loro promettere di rimanere saldi nell’ortodossia per assicurare l’amicizia fra gli uomini; di esser puri di corpo e di anima; di amare con verità; di evitare ogni male e ogni carnale concupiscenza; di esser moderati nel mangiare e nel bere; soprattutto di vestire umilmente; di non dimenticare di amare il prossimo; evitare le controversie e non porre valore negli onori e nelle lodi di questa vita, ma aspettare piuttosto la ricompensa da Dio nella gioia del cielo e nell’eterna beatitudine. Dopo averli istruiti in molte cose, concluse: ‘Io sono, per volere di Dio, vicino a lasciarvi ed io vi affido all’Onnipotente Iddio e all’Immacolata Vergine Madre di Dio, affinché essi siano per voi un rifugio e una rocca di difesa contro le insidie dei vostri nemici’. Quando la sua anima fu vicina a lasciare il suo corpo, egli partecipò del Santissimo Corpo e Sangue. Tenuto nelle braccia dei suoi discepoli e levando le mani al cielo con una preghiera sul labbro, rese la sua pura, santa anima al Signore, nell’anno 6900 (1392) il 25 di settembre, probabilmente all’età di 78 anni. Dopo la sua morte un ineffabile, grato odore emanò dal corpo del santo.
L’intera fraternità si riunì intorno a lui; piangendo e singhiozzando i monaci posero nel feretro il corpo di colui che in vita era stato così nobile e infaticabile; e lo accompagnarono con salmi e orazioni funebri. Il volto del Santo, diversamente dagli altri morti, splendeva del lume di vita come un angelo di Dio, a testimonianza della purezza della sua anima e del premio di Dio per tutte le sue fatiche. Il suo corpo trovò il riposo nel monastero da lui fondato. Molti furono i miracoli che ebbero luogo alla sua morte e dopo; e avvengono ancora dando forza ai deboli, liberando dalle astuzie e malizie dei demoni, dando la vista ai ciechi. Il santo non desiderò rinomanza durante la sua vita né nella morte, ma per il potere dell’Onnipotente Iddio egli fu glorificato. Gli angeli furono presenti al suo passaggio ai cieli aprendo a lui le porte del paradiso e conducendo verso la bramata beatitudine nella pace dei giusti, colui che sempre aveva cercato la gloria della Santissima Trinità”
 
 
 
 
 

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