Consigli di un gheronda ai cristiani che vivono nel mondo
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Lotta con ogni mezzo la passione della collera ed essa se ne andrà, con l’aiuto di Dio. Se ti capita di perdere la calma, o dare in escandescenze, prima di tutto non parlare. Allontanati; se non puoi, tieni serrate le labbra, perché le vampate della rabbia che ti brucia dentro non escano fuori e brucino tutto intorno a te. Silenzio e preghiera: le migliori medicine, in questi momenti. Quando la fiamma dell’ira si spegne e il tuo cuore si rasserena, solo allora potrai pronunciare parole sicuramente efficaci.
Se tu sei causa d’amarezza per il tuo fratello, fa’ di tutto perché ti liberi dal dispiacere che gli hai arrecato.
Esamina te stesso, e convinciti che potrai avere quiete in tutto solo quando dentro di te ci sarà pazienza, umiltà, obbedienza e amore.
La nostra salvezza non sta in lunghi discorsi, ma nel silenzio e nella insonne attenzione a se stessi.
Non giudicare mai l’altro, sia virtuoso, sia peccatore. “Chi sei tu che giudichi il servo altrui? Stia in piedi o cada, è cosa che riguarda il suo padrone. Starà in piedi: Dio ha il potere di sostenerlo” (Romani, 14,4).
In ogni circostanza affidati alla volontà di Dio: è questa la nostra più grande salvezza.
I litigi turbano l’animo e ci tolgono la pace. A ogni pensiero litigioso opponi la dolce Preghiera di Gesù: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me”.
Il tuo nobile interessamento per l’altro, le parole di conforto agli afflitti, la correzione degli erranti, la ribellione ai cattivi pensieri, la lotta nella preghiera, la pazienza, la misericordia, la giustizia e ogni altra virtù: tutto questo rasserena Dio e procura alla nostra anima la sua grazia, che ci rende capace di affrontare anche le difficoltà insormontabili della vita.
L’apostolo dice che l’amore copre molti peccati (I Pietro 4,8). Che vuol dire? Diventa consolazione degli afflitti, sollievo degli infelici, protezione dei poveri, tutela degli orfani, guarigione dei malati, correzione degli erranti, pronto aiuto di ogni cristiano. Con questo tuo amore per gli ultimi, fratelli in Cristo e sue membr preziose, il Signore laverà i tuoi peccati e ti farà degno, nel suo regno eterno, di vederlo faccia a faccia (II Corinti 13,12).
Nei momenti di sfiducia, non pesare che il Signore ti abbia abbandonato, ma che sei stato a dimenticarti di lui. Nell’ora della solitudine, ti consiglio di gridare senza sosta il nome del nostro signore Gesù Cristo. Per questa opera, sforza il tuo intimo, finché esso sarà stimolato a reagire.
La diffidenza non è degna d’un cristiano, e perciò non ammetterla. Dio ci chiede, piuttosto, equilibrio, attenzione, buon senso: “Siate prudenti come serpenti e candidi come colombe” (Matteo 10,16).
Questa vita c’è stata data, e solo per lodare Dio, aiutare gli altri e lottare perché si stabilisca il Regno dei cieli, percorrendo quella via “stretta” e “angusta” che c´indica il vangelo (Matteo VII,XIV).
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Cerca la salvezza piacendo a Dio innanzitutto con la virtù dell´amore. Chi ha in sé amore, ha dentro di sé Dio stesso.
Non essere altero e scostante. Pensa d’essere un servo inutile; quando c’è bisogno, aiuta gli altri: con gioia. Attento! Non trattare gli altri come pare a te: amali calmamente, perché essi sono preziosi; essi fanno parte del corpo di Cristo; per loro il Signore ha versato il suo sangue.
Cerca sempre la via di mezzo: gli eccessi non giovano.
Lavora con attenzione e senza premura: tutte le tue opere avranno successo.
Considera te stesso come il peggiore e l’ultimo di tutti. (I Corinti 15,6)
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Vivi nell’amore di Dio: sia questa la tua strada e il tuo affanno; con l’amore di Dio, la vita amara diventa dolce e bella.
Se vivi con altri, sèrvili prontamente come servendo Dio stesso. Non aspettarti amore in cambio del tuo amore, né riconoscenza per i sacrificio che fai, né elogio per la tua umilità.
Non accampare scuse. Lascia perdere le discussioni. Sii condiscendente con gli altri, secondo il loro carattere e della loro età. Dimostrati vicino a tutti, senza fare preferenze.
Sopporta con pazienza i modi sgarbati del tuo fratello, le arrabiatute, le scenate, le sbadataggini.
Non offendere con le tue parole l’onore degli altri. Usa la lingua solo per lodare Dio e dire parole utili all’anima del tuo fratello. Se vuoi parlar male di qualcuno, prima ricorda i tuoi peccati — tutti: da quand’eri bambino a oggi — e accusa te stesso; così eviterai la maldicenza. Non dimenticare che impicciarsi degli sbagli altrui è un grave peccato.
In ogni circostanza affidati alla volontà di Dio: è questa la nostra più grande salvezza.
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Tradotto in Italiano dai padri del Sacro Monastero del Paraclito-Oropos Attica 2007
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