giovedì 8 febbraio 2018

Preghiera per il popolo (Serapione, Eucologio, 5



Noi confessiamo te, o Dio che ami gli uomini,
e ti presentiamo la nostra debolezza,
pregandoti di esser tu la nostra forza.

Perdonando i peccati passati, rimettici le colpe di un tempo,
fa’ di noi degli uomini nuovi.

Rendici tuoi servi, puri e senza macchia.
Ci consacriamo a te: ricevici, o Dio di verità,
ricevi il tuo popolo e cancella ogni sua colpa;
fallo vivere nella rettitudine e nell’innocenza.

Tutti siano in grado di essere annoverati tra gli angeli,
e tutti siano eletti e santi.

Ti preghiamo per quelli che hanno la fede
e hanno riconosciuto il Signore Gesù Cristo;
che essi siano confermati nella fede,
nella conoscenza e nella dottrina.

Ti preghiamo per questo popolo; verso tutti sii clemente,
manifestati e mostra la tua luce;
tutti riconoscano te, Padre increato,
e il tuo Figlio unico, Gesù Cristo.

Ti preghiamo per tutte le autorità; il loro governo sia pacifico
per la tranquillità della Chiesa cattolica.
Ti preghiamo, Dio delle misericordie,
per i liberi e per gli schiavi,per gli uomini e per le donne,
i vecchi ed i fanciulli, i poveri ed i ricchi;
mostra a tutti la tua benevolenza, su tutti stendi la tua bontà;
di tutti abbi pietà e dirigi la loro strada verso di te.

Ti preghiamo per quelli che soffrono,
per i prigionieri e i bisognosi; fortificali tutti;
liberali dalle catene, dalla miseria; confortali tutti,
tu che sei il sollievo e la consolazione.

Ti preghiamo per gli ammalati; concedi loro la salute,
la guarigione dai loro mali; concedi
loro una salute perfetta del corpo e dell’anima.
Tu sei il Salvatore ed il Benefattore;
tu sei il Signore e il Re di tutti.

Ti abbiamo rivolto la nostra preghiera per tutti,
per mezzo del tuo Unico, Gesù Cristo;
per lui ti siano rese gloria e potenza nello Spirito Santo,
ora ed in tutti i secoli dei secoli.
Amen.
 São Serapião.jpg



Serapióne di Thmuis, santo. - Vescovo di Thmuis nel Basso Egitto (sec. 4º). Antiariano e amico di s. Antonio abate e di Atanasio (che gli indirizzò cinque lettere) si ritirò nel deserto e divenne abate di una comunità di monaci. Restano di lui lettere, un trattato contro i manichei e un eucologio, importante per la storia della liturgia. Festa, nel Martirologio geronimiano, il 21 marzo.
e nel sinassario costantinopolitano al 7 Marzo


Vescovo, santo (sec. IV). Nonostante che sia sempre stato molto celebrato nella storia della Chiesa come uomo di grande cultura e di profonda spiritualità, le notizie che possediamo di S. sono scarne e frammentarie, in quanto provengono indirettamente da altre fonti. Di lui non conosciamo i riferimenti cronologici e quelli relativi all'origine, come anche il luogo di morte. Sappiamo che visse ritirato nel deserto per alcuni anni, conducendo vita eremitica e divenendo uno dei più illustri discepoli di Antonio il Grande, prima di essere eletto vescovo di Thmuis (presumibilmente tra il 34056). Fu zelante difensore della fede di Nicea, accanto ad Atanasio, con il quale intrattenne una lunga relazione epistolare, che costituisce l'unica fonte documentale certa per risalire alla sua attività. Da ultimo sappiamo che dall'imperatore Costanzo II fu mandato in esilio. Degli scritti a lui attribuiti è stata ritrovata tardivamente un'opera polemica contro i manichei e un Eucologio, una raccolta che fornisce in forma di preghiera indicazioni sui particolari della vita liturgica nell'Egitto del secolo IV. Oltre che nei sinassari bizantini, seppure con alcune varianti, è commemorato in diversi martirologi occidentali, che ne tessono ampiamente gli elogi.

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