venerdì 22 novembre 2019

Saint Jean de Cronstadt:- Preghiera per la Grazia di poter pregare- Prière pour obtenir la grâce de pouvoir prier


Visualizza immagine di origine

Ô Seigneur très miséricordieux !


Accorde-moi 
le don divin d'une sainte prière,
 qui coule du plus profond de mon cœur.

Rassemble les pensées dispersées 
de mon esprit, 
afin qu'il puisse toujours
 tendre vers son Créateur 
et Son Sauveur.

Détruis les flèches brûlantes du Malin,
 qui m'arrachent à Toi.

Eteins la flamme 
des pensées passionnées
 qui me dévorent 
pendant la prière.

Couvre-moi de la grâce
 de Ton Esprit Très Saint, 
afin que, jusqu'à la fin de ma vie de pécheur,
 je T'aime seul 
de tout mon cœur,
 de toute mon âme
 et de toute ma pensée,
 et de toute ma force,
 et à l'heure où mon âme
 prend congé de mon corps mortel,
 O doux Jésus, 
prends entre Tes mains 
mon esprit 
quand Tu viendras dans Ton Royaume.

Amen!


O Signore molto misericordioso!

Concedimi  il 
dono divino di una santa preghiera,
 che scorra e nasca  dal profondo del mio cuore.

Raccogli Tu e dai ordine ai pensieri 
della mia mente, 
in modo che possa sempre
orientarsi verso il suo Creatore 
e il Suo Salvatore.

Distruggi le frecce ardenti del Male,
 che mi stanno strappando via da Te.

Spegni del tutto  la fiamma  dei 
pensieri  che mi tengono alle passioni 
 che mi divorano 
durante la preghiera.

Coprimi di grazia
 Del tuo Spirito Santo, 
sempre  fino alla fine della mia vita di peccatore,
 

Solo te amo 
con tutto il cuore,
 con tutta la mia anima
 e con tutto il mio pensiero,
 e con tutte le mie forze,


 e nel  momento in cui la mia anima
 si congederà  dal mio corpo mortale,


 O dolce Gesù, 
Prendi le mani 
la mia mente 
quando mi vedrai venire  nel  Tuo  Regno.

Amen!

venerdì 15 novembre 2019

15 Novembre ..Abbà disse....

sempre con il Grazie al fratello Antonio Marra 



L'immagine può contenere: 1 persona
I VASI D’ARGILLA E I VASI D’ORO *
“È meglio che un uomo diventi un vaso di argilla, utile per tutte le persone e per tutti i tipi di lavoro quotidiano, per cibo, acqua e così via. Ma i vasi d'oro vengono messi in cassaforte e chiusi in armadi. Per paura dei ladri vengono usati raramente, forse solo una volta all'anno. Una nave di argilla ha il suo uso quotidiano e il servizio all'uomo. Così è anche un uomo umile che non cerca onori e gradi. Rimane insignificante anche tra uomini di rango inferiore, ma beneficia, consiglia e aiuta tutti, e tutti lo cercano e gioiscono con lui. L'umiltà è un grande dono per i monaci e tutti i cristiani! ”
* L'Anziano Paisius Olaru di Sihla Skete (ieromonaco ortodosso-rumeno - 1897-1990)

“Tu parli teologicamente. A cosa ci serve? A nulla. Hai abbandonato il cammino dell’umiltà e hai preso la via degli alti concetti teologici. Lascia questa strada e segui il cammino monastico, dì: “Signore Gesù, abbi pietà di me”.
* Sant’ Efrem di Katounakia (ieromonaco aghiorita – 1912/1998)

"Non ha il Cristo colui che lo ha solo sulla lingua, né ha il Cristo chi lo ha solo sulla carta, né lo ha chi lo tiene solo sul muro, né, infine, lo ha colui che lo tiene solo nel museo del passato. Lo ha veramente colui che lo ha nel cuore […] Se il Cristo ti è nel cuore, egli ti è Dio. Se lo hai solo sulla lingua, o sulla carta o sul muro o nel museo del passato, sebbene tu lo chiami Dio, egli è per te un giocattolo. Sta’ attento allora, o uomo, poiché nessuno può giocare con Dio impunemente." (S. Nikolaj Velimirović)

“Si assiste ad una grande paura delle prove e vanto smisurato nelle parole”. *
* san Josif l’esicasta (mn. aghiorita e professore del deserto-1898/1959)


in un'occasione l’Anziano Paisios l’aghiorita (1924/1994) stava scendendo dalla barca a Ouranoupolis (la cittadina greca porticciolo per la partenza verso il Monte Athos) con un giovane monaco, e quest'ultimo espresse il suo shock per lo stato di nudità di alcune turiste. L’Anziano Paisios gli disse: 'Dio le ha fatte così in modo che possano allattare i loro figli. Se ti dà fastidio, questo è un tuo problema'.
* James W. Lillie (Un ricordo personale di San Paisios)

POI, DISARMATO, STUPEFATTO, MI SONO FERMATO” *
San’Efrem il Siro (IV° sec.) disse: «La Chiesa è un’assemblea di peccatori che si pentono». Ecco cos’è la Chiesa. Tutti i nostri peccati in un oceano di misericordia divina fanno un granello di sabbia. Il Signore accoglie tutti e perdona tutti: gli assassini, le persone più spaventose, se soltanto il nostro cuore si rivolge totalmente a lui. Nella vita ciò accade spesso e vicinissimo a noi. E’ successo a me, a colui che è di fronte a lei. Ecco la ragione della mia certezza quando ne parlo. Facevo un sacco di scemenze e poi il mio cuore si è completamente rivolto a Dio. Il Signore mi ha perdonato tutto e mi ha ricoperto del suo amore. Poi, disarmato, stupefatto, mi sono fermato”.
* (Пётр Мамонов) Pyotr Mamonov (attore ortodosso-russo)

"Non permettere mai, mai, mai la disperazione nella tua anima. Che la tua Fede sia grande , grande nella misericordia del Signore!"
s. Avva Justin Popovic

martedì 12 novembre 2019

12 Novembre Ed Abbà disse..

Con il solito ed usuale Grazie al caro fratello Antonio Marra




«Diventate ciò che già siete.
Trovate Colui che è già vostro.
Ascoltate Colui che non cessa mai di parlarvi.
Possedete Colui che vi possiede già».
(s. Gregorio il Sinaita)

BADA A TE STESSO *
Invece di passare il tuo tempo a prestare attenzione ai peccati altrui, perché non guardi ai tuoi peccati? Come insegnano i nostri santi Padri "ti renderai conto di non avere il tempo di guardare i peccati degli altri". Così, come tu pretendi la santità dagli altri, perché non ti metti all'opera, per diventare santo? Sbaglio o siamo tutti chiamati alla santità? Dice il Signore: "Siate santi perché io sono Santo". Come vedi l'invito è rivolto a tutti.
* p. Andrej (mn. ortodosso-russo)

IL CUORE PIENO DI RABBIA NON PUO’ RICEVERE LO SPIRITO SANTO *
Il più grande problema dei nostri tempi è l'inimicizia. Il cuore pieno di rabbia non può ricevere lo Spirito Santo!
Quando sei sopraffatto dal ricordo dei torti, il tuo cuore è pieno di rabbia e la tua anima sente che è all'inferno. Per il meglio delle nostre possibilità, non vendicarci di chi ci offende. Non ricordiamo il male da nessuno; e se qualcuno ci turba, preghiamo per lui: "O Signore, perdona chi mi ha turbato!"
Il modo migliore per sconfiggere il diavolo è con la pazienza . Finché resistiamo e non ci vendichiamo, lo spirito di pace ci calma. Nella misura in cui preghiamo per i nostri nemici e ci prendiamo tutta la colpa, sentiremo una grande pace nelle nostre anime. E se i nostri pensieri ci dicono che "e così e così, la colpa non è solo mia", e questo pensiero ci conquista, allora lo Spirito Santo ci lascia, cominciamo a sentire pesantezza nelle nostre anime, e non possiamo sopportare più.
Se una persona non ha umiltà , dopo molte punizioni, botte e dolori, inizia a riconoscere che non è altro che un animale, una bestia e, a volte, persino inferiore a una bestia. Quindi inizia a cercare la Verità, la Luce, e si vergogna di aver peccato. E se ha ancora giorni nella sua vita, comincia a pentirsi. Ma se non lo fa ... Dio ci preservi!
I dolori e le difficoltà ci aiutano ad acquisire il dono del distacco e dell'umiltà. Il dono del distacco è acquisito soprattutto da coloro che non vogliono vendicarsi.
Se voglio aiutare qualcuno, ho bisogno di aiutarlo con pietà, devo avere pietà per lui, e tutto ciò che gli dico deve essere detto con misericordia. Non raggiungerò nulla digrignando i denti, perché è il comandamento del Signore fare tutto con amore.
[…] Se vediamo che qualcuno ci guarda con rabbia, abbiamo bisogno di pregare pensando che il Buon Dio gli porti pace. Questo aiuta molto a conquistare una persona che ha inimicizia verso di te. Un nemico può essere vinto in questo modo: con doni e una parola gentile. Allora lo Spirito Santo scaccia gli spiriti maligni che lo hanno preso prigioniero, e fa pace…. Non combattere contro una persona; dobbiamo combattere contro lo spirito del male. La nostra lotta è così: non possiamo fare nulla delle nostre forze, ma lo Spirito Santo ci aiuta a misurare la nostra preghiera con umiltà.
* p. Proclu Nicau (mn. ortodosso-rumeno – 1928/2017

“L'umanità ha inventato la cortesia anziché l'amore, e sotto questa cortesia nasconde la vanità, l'ipocrisia, l'astuzia, la rabbia e le altre passioni dell'anima”. *
)p. John Alexeev di Valaam (igumeno ortodosso-russo – 1873/1958)

Se qualcosa ti rattrista, pensa: “Il Signore conosce il mio cuore: se questa è la sua volontà, tutto concorrerà al bene mio e degli altri” (cf. Rm 8,28). Così dimorerai sempre nella pace. Se invece cominci a lamentarti e a dire: “Questo non va, non è cosa buona”, allora, per quanto tu digiuni e preghi, il tuo cuore non conoscerà mai la pace.
(s. Silvano del monte Athos)

L’OPERA DELLA CHIESA *
“L'opera della Chiesa non è quella di "inviare" le persone in Paradiso o all'inferno, ma di prepararle per i Giudizio finale. Il lavoro del clero è terapeutico e non moralistico o modellatore di caratteri, nel senso temporale della parola. Lo scopo della terapia offerta dalla Chiesa non è creare cittadini "utili" ed essenzialmente "produttivi", ma cittadini del regno celeste (non creato). Tali cittadini sono i confessori e i martiri, i veri fedeli, i santi”.
* p. Giorgio Metallinos (sacerdote ortodosso-greco - 1940)

“Quando desideri e aspetti di essere unito a Dio, quando forzi Dio, non viene. Ma viene "in un giorno che non è previsto, e nell'ora che non conosci." È un modo santissimo, ma non puoi impararlo dall'esterno”.
* s. Porfirios kafsokalyvia (ieromonaco aghiorita – 1906/1991)


Non sono importanti i dettagli della confessione, ma la compunzione del cuore. "Il Signore vede il cuore".     * s. Nektario di Optina (monaco ortodosso-russo - 1782/1862)





*




venerdì 8 novembre 2019

OFFICIO DELLA SANTA COMUNIONE CON IL NOSTRO PADRE TRA I SANTI SIMEONE IL METAFRASTE


 

Al mattino del giorno della Santa Comunione


 Preghiera di San Simeone il Metafraste
Signore, solo puro e senza macchia, tu che nell'indicibile compassione del tuo amore per gli uomini, hai preso la nostra natura tutta intera dal sangue puro e virginale di colei che ti ha partorito, per l'opera dello Spirito divino e per la condiscendenza dell'Eterno Padre, Cristo Gesù, sapienza di Dio, sua pace e sua potenza, che ti sei degnato di aggravare la tua incarnazione con le tue sofferenze vivifiche e salvatrici, la croce, i chiodi, la lancia, la morte, annienta le passioni carnali che uccidono la mia anima. Tu che con la tua sepoltura hai spogliato il regno infernale, seppellisci i miei malvagi pensieri con le tue buone ispirazioni e disperdi gli spiriti malvagi. Tu che con la tua risurrezione vivificante al terzo giorno, hai prelevato il nostro primo padre che era caduto, preleva anche me, caduto nel peccato, offrendomi i mezzi per far penitenza. Tu che con la tua gloriosa ascensione, hai divinizzato la carne assunta da te e l'hai onorata con un trono alla destra del Padre, rendimi degno, con la comunione ai tuoi santi misteri, di prendere posto alla tua destra in mezzo ai salvati. Tu che, con la discesa dello Spirito consolatore, hai fatto dei tuoi discepoli consacrati dei vasi d'onore, fa' di me un albergo degno della sua venuta. Tu che devi venire di nuovo a giudicare l'universo con piena giustizia, permetti anche a me, di venire davanti a te, mio giudice e mio creatore, con tutti i tuoi Santi: per lodarti e cantarti incessantemente con il tuo eterno Padre e il tuo santissimo, buono e vivificante Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.

 http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a2790/f255/COMUNIONE%20IN%20FORMATO%20PDF.pdf

Quando è venuto il momento di ricevere la comunione, si recitano i seguenti versetti di Simeone il Metafraste:
Ecco io mi accosto alla divina comunione, o mio Creatore! Non consumarmi per questa partecipazione; perché tu sei un fuoco che brucia gli indegni, ma purificami da ogni sozzura.
E quindi: Della tua mistica cena oggi, Figlio di Dio, accoglimi partecipe, poiché non parlerò del mistero ai tuoi nemici, né ti darò un bacio come Giuda, ma come il ladrone ti confesso: ricordati di me, Signore, nel tuo regno.

E quindi questi versi:
Vedendo questo sangue divinizzante, trema, o uomo.Perché è un carbone ardente che brucia gli indegni.
Il corpo divino rende divini e nutre.
Esso rende divino lo spirito e nutre il pensiero in maniera incomprensibile.

E poi questi tropari:
O Cristo, con il tuo amore mi hai condotto alle delizie e con la tua protezione mi hai trasformato in un altro uomo: brucia i miei peccati con un fuoco immateriale e degnati di ricolmarmi delle tue delizie, affinché, pieno di gioia, io glorifichi, o buono, la tua venuta.
Come entrerò, io indegno, nello splendore dei tuoi santi? Se oso penetrare nella sala delle nozze, il mio abito mi accusa, perché non è un abito nuziale, e, incatenandomi, gli angeli mi cacceranno. Lava dunque, o Signore, le sozzure della mia anima e salvami, amico degli uomini.

E anche questa preghiera:
Maestro, amico degli uomini, Signore Gesù Cristo, mio Dio, che i tuoi santi doni non mi siano di giudizio a causa della mia indegnità: ma purificazione e santificazione dell'anima e del corpo e pegno della vita e del regno eterno. È bene per me avvicinarmi a Dio e riporre nel Signore la speranza della mia salvezza.




RINGRAZIAMENTO DOPO LA DIVINA COMUNIONE


PREGHIERA DI SAN SIMEONE IL METAFRASTE
Tu volente mi hai dato in cibo la tua carne, Tu sei fuoco e bruci gli indegni: non bruciar me, mio Plasmatore, piuttosto passa per l'insieme delle mie membra, in tutte le giunture, nelle viscere, nel cuore. Brucia le spine di tutte le mie colpe, purifica l'anima, santifica i pensieri, le compagini rafforza con l'ossa insieme; illumina i cinque sensi, configgi tutto me con il timore per te. Sempre proteggimi, guardami e custodiscimi da ogni opera e parola corruttrici dell'anima; casto rendimi, e puro, e regolato, bello, intelligente e luminoso; rendimi dimora dello Spirito unico e mai più dimora del peccato, affinché, reso tua casa per l'accesso alla tua comunione, come fuoco mi fugga ogni malfattore e ogni passione. Ti presento intercessori tutti i Santificati e i capischiera degli Incorporei, il tuo Precursore, i sapienti Apostoli, e innanzi a loro, la tua intemerata e casta Madre: accetta le loro impetrazioni, benigno Cristo mio, e fa' del tuo servo un figlio della luce. Sei Tu infatti la santificazione, l'unico che conta per le nostre anime, o Buono, e il loro splendore, ed è a te, come s'addice, Dio e Sovrano, che tutti noi gloria rendiamo per ogni giorno.

martedì 5 novembre 2019

5 Novembre ...ed Abbà disse- ringrazio sempre il fratello Antonio Marra


L'immagine può contenere: 1 persona, testo


Non chiamare Dio giusto, ché la Sua giustizia non è manifesta nelle cose che ti concernono. E se Davide Lo chiama giusto e retto, Suo Figlio ci ha rivelato che Egli è buono e magnanimo. “Egli è buono”, Egli dice “con i cattivi e con gli empi”. Come puoi tu chiamare Dio giusto quando ti imbatti sul brano evangelico della paga data agli operai (Mt 20:1-16)?… Come può l’uomo chiamare Dio giusto quando legge nel passaggio del figliuol prodigo, il quale ha sperperato la sua ricchezza con una vita dissoluta, che al minimo cenno di compunzione, il padre corse e cadde alle ginocchia del figlio dandogli autorità sopra tutta le sue ricchezze?… Dove, dunque, è la giustizia di Dio dal momento che, mentre eravamo peccatori, Cristo è morto per noi!
* s. Isacco di Ninive (asceta ortodosso-siriano e professore del deserto – VII° sec.)

Tu soffri, dunque, Signore Gesù, non per le tue, ma per le mie ferite, non per la tua morte, ma per la nostra infermità, come dice il profeta: "Per noi soffre. E noi, Signore, abbiamo pensato che tu eri nelle sofferenze" (Is 53,4), mentre soffrivi non per te, ma per me... (Ambrogio, La fede, II, 7,54: SAEMO 15, p.153)


“Non pensiamo di cambiare il mondo con i nostri poteri. Sforziamoci di ricevere forza da Dio per agire in ogni momento con amore”.
(s. Sofronio di Essex – 1896/1993)

“Persino un fazzoletto imbevuto di lacrime (che) giace sulla scala del giudizio di Dio supererà tutti i nostri peccati”. (Sant’Atanasio Sakharov di Kovrov – 1887/1962)



“La grande notizia che il cristianesimo proclama ogni giorno al mondo è che nulla vale per l’aspetto esteriore, ma per l’essenza; che le cose non valgono per il colore e la forma, ma per il significato; che un essere umano non vale per il ceto e le ricchezze, ma per il cuore, in cui si trovano uniti i suoi sentimenti, la sua mente e la sua volontà”. (san Nicola Velimirović)

lunedì 28 ottobre 2019

da un sito in inglese(occorre traduzione) meditazione dei Padri con commento iconografico-prima parte


L'immagine può contenere: 1 persona
"All our predecessors suffered various torments, so that the status of the Church should come down to us intact. For the Lord Jesus Christ Himself Suffered so that He could establish it, and the Apostles preserved it by their suffering. There is nothing (to be gained) by resisting and nothing by struggling: only that we either live with justice or --- what is more glorious --- that we even die with justice." --St. Sixtus II the Martyr, Bishop of Rome [+258]
[Early Martyrdom Account of Sts. Sxitus, Laurence, Hippolytus, as found in "The Roman Martyrs: Introduction, Translations, and Commentary," by Michael Lapidge, pg. 190]

L'immagine può contenere: 2 persone
"He is the last Evangelist chronologically, but he is the first to begin with the Source of the Mystery, for he alone of the Four Rivers begins his course from the Very Highest and Divine Source, thundering forth from a lofty cloud: 'In the beginning was the Word, and the Word was with God, and the Word was God.' He rises higher than Moses, who with mental eye extends the boundaries of knowledge to the origin of the world and the beginnings of visible creatures. He flies higher than the other Evangelists, who begin the Gospel of the Resurrection with the human lineage of the Saviour, or from the prefiguring sacrifice of the Law, or from the prophetic proclamation of Christ's Forerunner, John the Baptist. He reached the very heavens and did not halt even at the Angels, but mounting above Archangels and all created beings--Virtues, Principalities, Dominations, Thrones---he guided his course with lofty mind to the Very Creator."
[St. Paulinus of Nola (+431), Letter 21 to Amandus, sec. 3]

L'immagine può contenere: 2 persone
Feast of the Beheading of St. John the Baptist [August 29 (OS) / September 11 (NS)]
"For the righteous man begins to live the moment he is counted worthy of being killed for Christ. The martyr's life is transformed by this kind of death, it is not taken away by death. Rather, he was free from death, since he died so that he would live forever."---St. Peter Chrysologus [+450], Bishop of Ravenna; Sermon 174, On John the Baptist and Herod

Nessuna descrizione della foto disponibile.
"We must by our ever-ascending actions erect such a ladder as that which Jacob beheld in his dream, by which the Angels appeared to him descending and ascending. This descent and ascent signifieth nothing else than that we descend by self-exaltation and ascend by humility. And the ladder thus erected is our life in the world, which, if the heart be humbled, is lifted up by the Lord to Heaven." [Rule of St. Benedict, Chapter 7; written by St. Benedict (+547)]

My night hath no darkness, but all things grow bright in the Light."--St. Laurence the Martyr [+258], shortly before his death in Martyrdom
[From an early Roman Martyrdom account; taken from "The Roman Martyrs: Translations and Commentary, edited by Michael Lapidge, page 341]

Risultati immagini per icona di san massimo di torino
"The word of God says, 'Judge none blessed before his death' [Sirach 11:28]; which is as though to say, 'Praise him when life is ended, magnify him when he hath finished his course.' There are two reasons why it is better to praise a man after his departure rather than while he is still living. As you praise the merits of his excellence and sanctity after his death, you will neither be influenced by flattery in praising him, nor will he who is praised be tempted to pride. Then praise him when the danger is over, and his praise is safe. Praise the skill of the sailors when the ship hath reached harbour; praise the courage of the general when he is brought home in triumph."
[Homily 59 of St. Maximus of Turin (+450), Second Sermon on St. Eusebius the Martyr, Bishop of Vercelli (+371)]

domenica 27 ottobre 2019

Il pasto per i poveri presso la Basilica Costantiniana di S. Pietro a Roma secondo la lettera di san Paolino di Nola a san Pammachio

In questa lettera il Vescovo di Nola loda il Senatore-Monaco per la sua carità e misericordia verso i poveri e i bisognosi, per i quali organizzò un ottimo pasto nella Basilica Costantiniana di S. Pietro al Vaticano. 

Risultati immagini per icona di san paolino di Nola

11. [...] tu radunasti nella basilica dell’Apostolo una moltitudine di poveri, i patroni delle nostre anime, che per tutta la città di Roma chiedono l’elemosina per vivere. Ed io, in verità, mi sazio a contemplare lo stupendo spettacolo offerto da questa tua  sì grande opera di carità: mi sembra infatti di vedere tutte queste devote moltitudini di gente misera, gli allievi dell’amore paterno di Dio, affluire a sciami in grandi schiere, fino in fondo all’immensa basilica del glorioso Pietro, attraverso quella veneranda porta regale, il cui frontone da lontano splende con l’azzurra facciata, sicché tutti gli spazi sono gremiti sia all’interno della basilica, sia davanti alle porte dell’atrio, sia davanti ai gradini del sagrato. Vedo i convenuti che si dispongono in ordine, distribuendosi tra le diverse mense e tutti si saziano di cibi abbondanti [...].

13. Questa gioia arrecavi allo stesso Apostolo, allorquando riempivi tutta la sua basilica di molte schiere di poveri, sia là dove la basilica sotto l’alto tetto si estende vasta lungo la volta centrale, e, risplendendo da lontano col sepolcro dell’Apostolo, abbaglia lo sguardo di coloro che entrano e ne rallegra il cuore, sia là, dove sotto il medesimo imponente tetto essa si estende lateralmente con due ordini di colonne dall’una e dall’altra parte; sia là dove l’atrio splendente si fonde con il vestibolo davanti all’ingresso, nel quale una costruzione a cupola, coperta in alto con tetto di bronzo massiccio, adorna e tiene in ombra la pila di una fontana d’acqua zampillante che serve per lavarci le mani e i volti60 con quattro colonne che circondano i getti d’acqua, non senza mistica bellezza. E s’addice invero un siffatto ornamento all’ingresso di una chiesa, di modo che il mistero di salvezza che si compie all’interno sia simboleggiato davanti all’ingresso con una struttura visibile. [...].

15. O Roma, potresti non temere le minacce scagliate contro di te nell’Apocalisse (cf. Ap 17, 1–19, 10), se i tuoi senatori offrissero sempre doni di questo genere. Avresti realmente come vera nobiltà quella che i nostri santi padri Abramo, Isacco e Giacobbe, accoglierebbero nel loro seno paterno [...].

16. Beato te, che non sei intervenuto nel consesso di uomini siffatti e ottieni la lode non sulla cattedra degli empi (cf. Sal 1, 1), bensì nella sede dell’Apostolo e nell’assemblea della Chiesa, cioè nel teatro di Cristo, dove gli spettatori delle gradinate non sono sediziosi, ma benedicenti, e dove Dio stesso è spettatore. Tu dài spettacoli per la Chiesa, non per l’arena dell’anfiteatro, aspirando alla lode eterna, non alla gloria vana. Tu non compri gladiatori né belve, ma ti procuri i mezzi con cui annientare i veri gladiatori, cioè i principi di queste tenebre e i mezzi con cui vincere le vere belve, cioè tutto il potere del diavolo , e schiacciare impunemente sotto i piedi il Leone ed il dragone (cf. Sal 91 [90], 13)



testo riscontrato anche in latino nello studio

Il pasto per i poveri presso la Basilica Costantiniana di S. Pietro a Roma secondo la lettera di san Paolino di Nola a san Pammachio

file:///Users/A2-14/Downloads/17501-42053-2-PB.pdf

Nel testo si riscontrano notizie concrete sulla vita e sul ministero di San Paolino e di San Pammacchio del quale si evidenzia "Pammachio fu il primo senatore Romano divenuto monaco"


Trascrivo la conclusione dell'articolo

Nell’articolo abbiamo voluto presentare un piccolo gioiello dell’epistolografia patristica: un frammento della Lettera XIII di san Paolino di Nola indirizzata a san Pammachio. Questo testo descrive il pasto che san Pammachio preparò per i poveri di Roma nel tempo in cui era senatore. La data precisa dell’episodio è a noi sconosciuta. Sappiamo soltanto che ciò avvenne nell’età piuttosto avanzata di Pammachio, quando sua moglie Terasia era ormai defunta ed egli stesso, desideroso di vivere da bravo monaco in povertà, distribuiva i suoi beni ai bisognosi. Paolino dovette essere molto impressionato dal pasto predisposto da Pammachio, dato che lo descrisse abbastanza dettagliatamente e ringraziò il Monaco-Senatore per esso. Per introdurre alla descrizione del pasto e per mostrare tutto il suo contesto, prima di analizzare il brano preso in esame, abbiamo presentato brevemente ambo i Santi: dapprima l’Autore della lettera e poi anche il suo Destinatario. Come possiamo constatare, i due Santi avevano in comune tante caratteristiche peculiari e, anche se Paolino era più giovane rispetto a Pammachio di una ventina di anni, essi nutrivano desideri simili e, come pare, mantenevano uno stretto contatto di amicizia. D’altra parte, entrambi furono uniti dalla santità che si concretizzò, nella loro vita monastica, legata al servizio per i poveri e i bisognosi che essi aiutavano con i loro beni famigliari. Il brano della lettera preso in esame permette di constatare che non si trattò qui di una semplice filantropia in senso laico della parola, ma di un’idea molto più profonda, basata sul Vangelo e sull’osservazione del crudele mondo pagano di allora atto, di regola, a soddisfare desideri egoistici ed edonistici dell’essere umano privo di altruismo e di alti ideali (anche pagani!). Proprio in tale contesto san Paolino vede il pasto preparato da Pammachio come una vera “gara per la Chiesa” e lo oppone agli spettacoli pagani. Anche la Basilica di S. Pietro, nella quale si svolse il pasto, chiama conseguentemente con l’espressione di “teatro di Cristo”, rafforzando anche di più, in tal modo, la stessa contrapposizione.