Libro gotico, salterio della regina Mary, XIV secolo.
Il Sinassario dei cristiani ortodossi di lingua inglese che io consulto presenta oggi nella tradizione ortodossa celtica la memoria di
St. Siadhal (Sedulius, Seadhal, Siadal)-
5th century. Sedulius (known in Irish as Siadhal, pronounced Shiel), was an Irish priest known as the Christian Virgil on the strength of his epic poem in five books Carmen Paschale. He left Ireland to found a school of poetry in Athens, proving that outstanding scholarship existed on the Emerald Isle prior to Saint Patrick. While he was still in Ireland, he may have been a disciple of Saint Ailbhe
Le scarsissime notizie della vita di Sedulius ci sono pervenute dalle seguenti fonti:
due lettere autografe, indirizzate al presbitero Macedonius;
Isidoro di Siviglia, che nel De viris illustribus gli assegnò il settimo posto;
il Decretum Gelasianum;
vi è poi una certa quantità di notizie, specie nei manoscritti più tardi, ma spesso contengono erronei riferimenti da collegare piuttosto a Sedulius Scotus
.
Sappiamo che trascorse la prima parte della sua vita in Italia, dove intraprese studia saecularia per diventare retore o avvocato, ma con scarso interesse.
Non si conosce quando fu battezzato, ma è certo che successivamente, intraprendendo un profondo cammino di fede, si convertì ad una devota vita cristiana e secondo Isidoro di Siviglia divenne antistes(vescovo) e quindi probabilmente prima fu presbitero.
Fece sicuramente parte di una piccola fraternità mista, molto devota e fedele alle regole della chiesa; dei suoi membri lo stesso Sedulius diede un breve ed accattivante ritratto nelle proprie lettere: dai presbiteri Macedonius, capo della comunità, Ursinus e Gallicanus, alla nobile diaconessa Syncletica ed alla matrona Perpetua.
Il frutto più maturo di questa esperienza fu il Carmen paschale, con il quale Sedulius condivise con i suoi confratelli la meraviglia del Vangelo.
Ho ritrovato via internet il Carmen Paschale
(in lingua latina)
(in lingua inglese ma soltanto una breve introduzione )
Pubblico il praefatio del Carmen in lingua latina
SEDULIUS
CARMEN PASCHALE
LIBER PRIMUS
PRAEFATIO
Paschales quicumque dapes conviva requiris,
Dignatus nostris accubitare toris,
Pone supercilium si te cognoscis amicum,
Nec quaeras opus hic codicis artificis:
Sed modicae contentus adi sollemnia mensae 5
Plusque libens animo quam satiare cibo.
Aut si magnarum caperis dulcedine rerum
Divitiasque magis deliciosus amas,
Nobilium nitidis doctorum vescere cenis,
Quorum multiplices nec numerantur opes. 10
Illic invenies quidquid mare nutrit edendum,
Quidquid terra creat, quidquid ad astra volat.
Cerea gemmatis flavescunt mella canistris
Conlucentque suis aurea vasa favis.
At nos exiguum de paupere carpsimus horto, 15
Rubra quod adpositum testa ministrat, holus.
L'opera più nota di S. è il Carmen Paschale, ordinato e pubblicato da Turcio Rufo Asterio, console nel 494: è un poema in esametri, e in cinque libri celebra i fatti della vita di Gesù - che è Pascha nostrum (cfr. I Corinzî, V, 7) - e i suoi miracoli a fine di trarne insegnamenti dogmatici e morali. Il V libro è dedicato esclusivamente alla Passione, mentre il I, dopo una breve introduzione apologetica rivolta ai pagani, considera i principali miracoli dell'Antico Testamento. Le fonti, che S. segue spesso alla lettera, sono i due Vangeli di Matteo e Luca, ai quali si aggiungono nel V libro gli altri due. Il poema fu da S. volto anche in prosa (Opus Paschale); ma qui l'abbondanza delle perifrasi, la ricerca delle clausole, e infine tutti i difetti di una prosa ispirantesi al cattivo gusto dell'epoca, fanno rimpiangere gli esametri del poema costantemente modellati sull'esempio virgiliano. S. scrisse anche due inni in onore di Cristo, uno in 55 distici nei quali le prime parole di ogni esametro sono ripetute nella seconda parte del pentametro (versi ecoici o serpentini), l'altro alfabetico in dimetri giambici raggruppati in strofe di quattro versi. Da quest'ultimo derivano i due inni A solis ortus cardine e Hostis Herodes impie (questo trasformato in Crudelis Herodes Deum), inseriti nella liturgia rispettivamente del Natale e dell'Epifania e tradotti anche da Lutero (Christus wir sollen loben schon e Was fürcht'st du, Feind Herodes, sehr). Le opere di S. sono edite nel Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, X, a cura di I. Huemer (Vienna 1885).
Le scarsissime notizie della vita di Sedulius ci sono pervenute dalle seguenti fonti:
due lettere autografe, indirizzate al presbitero Macedonius;
Isidoro di Siviglia, che nel De viris illustribus gli assegnò il settimo posto;
il Decretum Gelasianum;
vi è poi una certa quantità di notizie, specie nei manoscritti più tardi, ma spesso contengono erronei riferimenti da collegare piuttosto a Sedulius Scotus
.
Sappiamo che trascorse la prima parte della sua vita in Italia, dove intraprese studia saecularia per diventare retore o avvocato, ma con scarso interesse.
Non si conosce quando fu battezzato, ma è certo che successivamente, intraprendendo un profondo cammino di fede, si convertì ad una devota vita cristiana e secondo Isidoro di Siviglia divenne antistes(vescovo) e quindi probabilmente prima fu presbitero.
Fece sicuramente parte di una piccola fraternità mista, molto devota e fedele alle regole della chiesa; dei suoi membri lo stesso Sedulius diede un breve ed accattivante ritratto nelle proprie lettere: dai presbiteri Macedonius, capo della comunità, Ursinus e Gallicanus, alla nobile diaconessa Syncletica ed alla matrona Perpetua.
Il frutto più maturo di questa esperienza fu il Carmen paschale, con il quale Sedulius condivise con i suoi confratelli la meraviglia del Vangelo.
Ho ritrovato via internet il Carmen Paschale
(in lingua latina)
(in lingua inglese ma soltanto una breve introduzione )
Pubblico il praefatio del Carmen in lingua latina
SEDULIUS
CARMEN PASCHALE
LIBER PRIMUS
CARMEN PASCHALE
LIBER PRIMUS
PRAEFATIO
Dignatus nostris accubitare toris,
Pone supercilium si te cognoscis amicum,
Nec quaeras opus hic codicis artificis:
Sed modicae contentus adi sollemnia mensae 5
Plusque libens animo quam satiare cibo.
Aut si magnarum caperis dulcedine rerum
Divitiasque magis deliciosus amas,
Nobilium nitidis doctorum vescere cenis,
Quorum multiplices nec numerantur opes. 10
Illic invenies quidquid mare nutrit edendum,
Quidquid terra creat, quidquid ad astra volat.
Cerea gemmatis flavescunt mella canistris
Conlucentque suis aurea vasa favis.
At nos exiguum de paupere carpsimus horto, 15
Rubra quod adpositum testa ministrat, holus.
L'opera più nota di S. è il Carmen Paschale, ordinato e pubblicato da Turcio Rufo Asterio, console nel 494: è un poema in esametri, e in cinque libri celebra i fatti della vita di Gesù - che è Pascha nostrum (cfr. I Corinzî, V, 7) - e i suoi miracoli a fine di trarne insegnamenti dogmatici e morali. Il V libro è dedicato esclusivamente alla Passione, mentre il I, dopo una breve introduzione apologetica rivolta ai pagani, considera i principali miracoli dell'Antico Testamento. Le fonti, che S. segue spesso alla lettera, sono i due Vangeli di Matteo e Luca, ai quali si aggiungono nel V libro gli altri due. Il poema fu da S. volto anche in prosa (Opus Paschale); ma qui l'abbondanza delle perifrasi, la ricerca delle clausole, e infine tutti i difetti di una prosa ispirantesi al cattivo gusto dell'epoca, fanno rimpiangere gli esametri del poema costantemente modellati sull'esempio virgiliano. S. scrisse anche due inni in onore di Cristo, uno in 55 distici nei quali le prime parole di ogni esametro sono ripetute nella seconda parte del pentametro (versi ecoici o serpentini), l'altro alfabetico in dimetri giambici raggruppati in strofe di quattro versi. Da quest'ultimo derivano i due inni A solis ortus cardine e Hostis Herodes impie (questo trasformato in Crudelis Herodes Deum), inseriti nella liturgia rispettivamente del Natale e dell'Epifania e tradotti anche da Lutero (Christus wir sollen loben schon e Was fürcht'st du, Feind Herodes, sehr). Le opere di S. sono edite nel Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, X, a cura di I. Huemer (Vienna 1885).