Non respingere con facilità l'amore spirituale, perché gli uomini non hanno un'altra via di salvezza.
Il fratello che fino a ieri lo consideravi spirituale e giusto, non giudicarlo oggi, perché si è fatto odiare da te, come malvagio e crudele. Ma con l'amore paziente, avendo in mente come lo consideravi ieri, cerca di respingere l'odierno odio dell'anima. Ieri cantavi le sue lodi dicendo quanto era buono e lo lodavi come uomo giusto e oggi lo rifiuti come malvagio e crudele, perché hai trasformato il tuo amore in odio, asserendo che il fratello é malvagio come pretesto per il tuo odio. Ma dovresti continuare a declamare le sue lodi, anche se sei ancora dominato dal dolore, in tal modo ritornerai all'amore.
(s. Massimo il Confessore)
Quando ti capita una tentazione o una controversia, oppure quando sei irritato e spinto dalla collera a prenderti la rivincita o a replicare, ricordati della preghiera e del giudizio che in essa ti attende. Così, subito, in te s’acquieterà il moto disordinato.
*Evagrio Pontico (Monaco ortodosso, Ibora, 345 – Egitto, 399)
Non arrabbiarti quando le persone ridono di te; non essere dispettoso con coloro che ti odiano e ti calunniano. Amali come se fossero i tuoi medici, inviati da Dio per insegnarti l'umiltà.
* s. Giovanni di Kronštadt (sacerdote ortodosso-russo – 1829/1908)
Come mai il Signore dice: Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli? Perché egli ordina a chi obbedisce ai comandamenti di Dio di pensare a lui in ogni sua azione e di cercare di piacere soltanto a lui, senza andare a caccia della gloria umana. Occorre rifuggire dalle lodi degli uomini e dall'ostentazione, però farsi riconoscere come autentici cristiani tramite la vita e le opere, affinché tutti ne diventino spettatori.
Il Signore non ha detto: "Perché tutti ammirino chi le mette in mostra", ma: Perché rendano
gloria al vostro Padre che è nei cieli. Cristo ci ordina di far risalire ogni gloria a colui che tiene in serbo il premio delle azioni virtuose, e di compiere ogni azione secondo il suo volere.
Aspira quindi alle lodi di lassù, ripetendo le parole di Davide: "Sei tu la mia lode. Io mi glorio nel Signore".
(s. Gregorio di Nissa)
Il Signore non ha detto: "Perché tutti ammirino chi le mette in mostra", ma: Perché rendano
gloria al vostro Padre che è nei cieli. Cristo ci ordina di far risalire ogni gloria a colui che tiene in serbo il premio delle azioni virtuose, e di compiere ogni azione secondo il suo volere.
Aspira quindi alle lodi di lassù, ripetendo le parole di Davide: "Sei tu la mia lode. Io mi glorio nel Signore".
(s. Gregorio di Nissa)
I giudizi dell'uomo sono una cosa, e i giudizi di Dio sono un'altra. Il Signore dice attraverso il suo profeta: “Come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri” (Is 55: 9). Secondo l'opinione umana, la via della salvezza, a quanto pare, deve essere una via liscia, tranquilla e pacifica, ma secondo il Vangelo è “dolorosa, augusta e stretta” (Mt 7:14). “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spade”. (Mt 10:34), al fine di separare l'amore per Dio dall'indulgente e l'umile dagli amanti del mondo. E, di fatto, la nostra salvezza, secondo le parole di San Pietro di Damasco, si trova tra paura e speranza, in modo che non possiamo essere autosufficienti né disperati, ma con buona fede e speranza nella misericordia e l'aiuto di Dio può cercare di condurre una vita nell'adempimento dei comandamenti di Dio. Cerchi erroneamente uno stato di anima completamente, perfettamente pacifico sulla terra, essendo incitato a farlo da colui che ci tenta dalla parte sinistra e opposta; e, in aggiunta a ciò, pensi in questo modo semplicemente per inesperienza spirituale, poiché un tale stato è qualcosa che appartiene all'età futura, mentre “nel mondo avrai tribolazione” (Gv. 16:33), disse il Signore a i suoi apostoli e tutti gli altri.
* sant’Ambrogio di Optina (staretz ortodosso-russo - 1812/1891)
Dio è la pienezza del bene, immune da passione e da mutamento.
Se accettiamo come verità giusta l'immutabilità divina, rimaniamo perplessi di fronte alle raffigurazioni umane di Dio che Lo presentano gioioso del bene compiuto dall'uomo, sdegnoso col malvagio, irritato con i peccatori e misericordioso con chi si pente.
La risposta a tali perplessità la troviamo nel pensiero che Dio non gioisce e non si irrita; gioia e ira sono passioni e quindi mutamenti.
Dio è la pienezza del bene, e le sue opere non sono che bene, non reca male a nessuno ed è sempre sè stesso.
Quando noi riusciamo ad esser buoni entriamo in comunione con Lui attraverso la somiglianza nel bene; quando siamo malvagi, ci separiamo da Lui, perdendo la somiglianza nel bene.
Vivendo con purità di vita siamo uniti a Lui, vivendo malvagiamente ci stacchiamo da Lui.
Non possiamo dire, in quest'ultimo caso, propriamente che Dio è irritato con noi, ma piuttosto che i nostri peccati non lasciano passare in noi la chiarità luminosa di Dio.
Sono i peccati che ci sottomettono alle fustigazioni dei demoni.
Quando mediante la preghiera e le azioni pure, otteniamo il perdono, non è Dio che cambia, ma noi.
Col pentimento e la purificazione curiamo il male nel nostro essere e ritroviamo la partecipazione alla bontà perfetta di Dio.
Dire che Dio volge la sua faccia altrove di fronte al peccatore, equivale all'assurda pretesa che il sole si nasconda da chi chiude gli occhi per non vederlo.
(Sant'Antonio Abate)
“Dalla Siria fino a Roma, per terra e per mare, giorno e notte, lotto con le belve, legato a dieci leopardi, cioè al manipolo dei soldati di scorta. Più faccio loro del bene e più mi maltrattano. Però con i loro oltraggi faccio profitto sempre più nella scuola di Cristo, ma non per questo sono giustificato… Perdonatemi, io so quello che va bene per me. Ora incomincio ad essere un vero discepolo”.
* Sant'Ignazio di Antiochia (vescovo e martire ortodosso – 35/108)
“Dinanzi alle persecuzioni del mondo il cristianesimo non si sostiene con parole dell'umana sapienza ma con la forza di Dio”.
* Sant'Ignazio di Antiochia (vescovo e martire ortodosso – 35/108)
Creato ad immagine di Dio, l’uomo viene chiamato a vivere secondo la sua somiglianza. La salvezza consiste nel ricevere una vita identica a quella di Dio. Dio è onnipotente e onnisciente, ed ai santi viene conferita, per mezzo dello Spirito Santo, una certa somiglianza di questa onnipresenza e di questa onniscienza. Dio è verità e vita, e in Lui i santi diventano veri e viventi. Dio è bontà assoluta e amore che ingloba in Sé tutto ciò che è vita e nello Spirito Santo i santi accolgono nel loro amore tutto il cosmo. Dio solo è santo e i santi sono santificati dallo Spirito Santo. La nozione di santità non è di natura etica ma ontologica. Santo non è chi giunge ad un grado elevato nel campo della morale umana o ad una vita d’ascesi e di preghiera (anche i farisei digiunavano e recitavano “lunghe” preghiere) bensì chi porta in sé lo Spirito Santo.
Da Silvano del monte Athos. La vita, la dottrina, gli scritti, Gribaudi, Milano 2008, p. 179.
“Uno psicologo una volta ha chiesto a 3.000 persone: "Per cosa vivete?". È rimasto sorpreso nel constatare che la maggior parte di loro stava semplicemente sopportando il presente mentre aspettavano qualcosa di meglio in futuro. Gli attori che facevano piccole parti stavano aspettando la "grande occasione". Le persone nel mondo degli affari pensavano al loro attuale lavoro come un lavoro ingrato, un semplice segno del tempo, fino a quando il fato non ha aperto la porta a qualcosa di meglio. Una madre di mezza età ha detto: "Spero solo che i miei nervi possano sopportare il calvario fino a quando mio marito andrà in pensione e i bambini avranno una casa propria, e poi potrò riposare un pò." Quando accadde tutto questo, questa stessa madre era una persona molto infelice. Guardò indietro al tempo in cui era impegnata e la casa piena di bambini come il periodo più felice della sua vita ... "Ecco, ora è il tempo accettabile, ecco ora è il giorno della salvezza". (2 Cor 6,2) Ora, non domani, è il momento di vivere. Ora, non domani, è il momento di essere salvato, di essere reso completo. Il nostro tempo sulla terra è limitato. Ogni momento è unico e irripetibile. Domani non è nostro, oggi lo è. Ora è il momento di fare l'atto compassionevole. Ora è il momento di dire la parola del perdono, prima che finisca il nostro tempo. Ora è il periodo più glorioso della vita. Il tempo di Dio è sempre adesso.”
* p. Anthony Coniaris (sacerdote ortodosso)
“Sapete che cosa significa essere ortodossi secondo gli insegnamenti di San Sava? Vuol dire combattere incessantemente con le passioni ed i peccati in sé e nel mondo attorno a sé. Lotta contro l’avidità di denaro con la povertà; contro la passione carnale con il digiuno e con la preghiera; contro l’ira con la mitezza; contro il demonio combatti con Dio. Quando hai un pensiero puro e santo, sappi che crei la cultura ortodossa secondo l’insegnamento di San Sava. Ogni tuo nobile sentimento, ogni opera da te conclusa secondo i precetti evangelici, ogni tuo buon desiderio sono arricchiti della cultura ortodossa.”
* s. Justin Popovic (archimandrita ortodosso-serbo – 1894/1979)
Di padri spirituali, ce ne sono ancora, ma sono pochi e sono nascosti dal mondo, una delle cause è quella che... non ci sono degli alunni spirituali. Perché siamo incapaci di seguire i consigli degli starez, non abbiamo la santa ubbidienza, e a questo punto, non abbiamo gli starez che ci avrebbero guidati spiritualmente. Perciò è un bene, per noi, non averli, altrimenti, avremmo risposto per la nostra disobbedienza, capisce? Io parlo della vita spirituale nell'Ortodossia, ovviamente.
* p. Antonio (mn. ortodosso-russo)
Il Cristiano è un uomo che attende. Il Signore ci dice nel Vangelo: “Tenete sempre la cintura ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quei servi che attendono il padrone, che ritorna dalle nozze, per aprirgli al momento che verrà e busserà” (Lc 12, 35-36)
“Non è nella risurrezione dei morti o nei miracoli che giace la perfezione cristiana, ma nell’estrema umiltà”.
* L’Anziano Tadej (Thaddeus) di Vitovnica (mn. ortodosso-serbo – 1914/2003)
Su questa terra siamo tutti inquieti e cerchiamo di essere liberi. Ma che cos’è la libertà? E come diventare liberi? Pochi lo sanno. Anch’io anelo alla libertà e la cerco giorno e notte. Io so che è presso Dio. Dio fa dono della libertà a chi ha il cuore umile e piange i propri peccati. Costui non desidera più fare ciò che gli piace, ma ciò che piace a Dio. Quando uno piange i propri peccati, il Signore gli concede la sua pace e lo rende libero di amare. Non c’è nulla di meglio al mondo che amare Dio e gli altri.
Il Signore non vuole la morte del peccatore (cf. Ez 33,11). Quando questi piange le proprie colpe, il Signore gli dà la forza dello Spirito santo. Questa forza produce la pace e l’uomo è libero di essere in Dio con lo spirito e con il cuore. Quando lo Spirito santo perdona i nostri peccati, ci dà la libertà di pregare Dio con uno spirito puro. Allora contempliamo Dio liberamente e in lui troviamo la pace e la gioia. Questo significa essere veramente liberi. Ma senza Dio non si può essere liberi.
(s. Silvano del monte Athos)
Il Signore non vuole la morte del peccatore (cf. Ez 33,11). Quando questi piange le proprie colpe, il Signore gli dà la forza dello Spirito santo. Questa forza produce la pace e l’uomo è libero di essere in Dio con lo spirito e con il cuore. Quando lo Spirito santo perdona i nostri peccati, ci dà la libertà di pregare Dio con uno spirito puro. Allora contempliamo Dio liberamente e in lui troviamo la pace e la gioia. Questo significa essere veramente liberi. Ma senza Dio non si può essere liberi.
(s. Silvano del monte Athos)
Un fratello domandò all'abate Poemen se era meglio vivere in disparte o con il prossimo. Il vecchio rispose: «Colui che biasima sempre e solo se stesso può vivere in qualsiasi luogo. Ma se glorifica se stesso, allora non reggerà in nessun luogo
Ogni uomo desidera la pace, ma non sa come ottenerla. Un giorno abba Paissios cadde in preda all’ira e invocò il Signore: “Ti prego, liberami dall’ira!”. Il Signore gli apparve e gli disse: “Paissios, se non vuoi adirarti, non desiderare nulla, non giudicare il fratello, non detestare nessuno: così non sarai più preda dell’ira”. Così è infatti: chi rinuncia alla volontà propria per seguire quella di Dio e degli altri avrà sempre la pace nel cuore. Chi invece obbliga gli altri a fare ciò che vuole, non conoscerà mai la pace.
«Il bene non risiede nel desiderio di piacere a tutti. Bisogna scegliere: amare la verità al punto di morire per essa e vivere eternamente, oppure fare ciò che è gradito agli uomini, essere amati da loro, ma detestati da Dio».
* s. Nilo il Sinaita (mn. ortodosso)