venerdì 26 dicembre 2014

La Nascita in carne del Teantropo nell'antica tradizione siriaca


antica preghiera siriaca a Gesù Cristo," centro radiante di gloria, immagine del Padre invisibile, Dio nostro, annunciatore dell'eterno disegno, principe della pace; padre delle
generazioni future..."

Rendici degni, Signore, di celebrare e finire in pace
la festa che magnifica il sorgere della tua luce,
evitando inani parole, operando con giustizia,
fuggendo le passioni ed elevando lo spirito
al di sopra dei beni della terra.
Benedici la tua Chiesa, che hai formato da lungo tempo

per unirla a te con il tuo sangue vivificante.
Vieni in aiuto dei pastori fedeli,
dei presbiteri e dei maestri del tuo Vangelo.
Benedici i tuoi fedeli
che attendono tutto dalla tua misericordia:
le anime cristiane, gli ammalati,
quelli che sono tormentati nell spirito
e quelli che ci hanno chiesto di pregare per loro.
Abbi pietà, nella infinita tua clemenza,
e conservaci degni dei beni futuri e senza fine.
Noi celebriamo la tua nascita gloriosa
con il Padre che ti ha mandato
per la nostra redenzione
con lo Spirito vivificante,
ora e sempre per tutti i secoli.
Amen.


giovedì 25 dicembre 2014

Il Verbo si fa carne ( S. Ireneo di Lione )




Che il Cristo, che era presso il Padre perché era il Verbo del Padre, abbia dovuto farsi carne, divenire uomo, sottomettersi alla generazione, nascere da una vergine e vivere in mezzo agli uomini, operando in tal modo il Padre di tutte le cose la sua incarnazione, è quanto Isaia dice nei termini seguenti: Pertanto, il Signore stesso ti darà un segno: una Vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele; egli mangerà panna e miele, finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene (Is 7,14-16).
 
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 Egli ha indicato che sarebbe nato da una vergine,
 
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ed ha significato che sarebbe stato autenticamente uomo dicendo che avrebbe mangiato e perché lo chiama «figlio» ed anche perché gli si impone un nome - tutto ciò infatti è consuetudine con i bambini -, e lui ha un doppio nome in lingua ebraica: Messia [cioè] Cristo [o Unto] e Gesú [cioè] Salvatore, e questi due nomi sono i nomi delle diverse azioni compiute quaggiú. Infatti egli ha ricevuto il nome Cristo perché il Padre ha unto ed ornato tutte le cose per mezzo di lui...  Ed ha ricevuto il nome di Salvatore perché è stato causa di salvezza per coloro che, al tempo suo, furono salvati da lui da ogni sorta di malattia e dalla morte in quel momento; e perché, per coloro che in seguito avranno creduto in lui, egli è datore della salvezza futura ed eterna.  Ecco dunque perché è chiamato Salvatore. 
 
 
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Quanto al nome Emmanuele, esso si traduce: Dio con noi, oppure, quale espressione augurale formulata dal profeta, con l`equivalente: Dio sia con noi! Secondo questo secondo significato, esso è l`interpretazione e la rivelazione della buona novella, poiché: Ecco - dice -, la Vergine concepirà e partorirà un figlio (Is 7,14) e questi, che è Dio, è destinato ad essere con noi;... e lo stesso profeta dice ancora: Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio, ed è chiamato Consigliere mirabile, Dio potente (Is 9,5).
 
 
 
 Egli lo chiama Consigliere mirabile, sia del Padre, il che è significato dal fatto che è con lui che il Padre ha fatto tutte le cose, come è detto nel primo libro di Mosè che ha per titolo Genesi: E Dio disse: Facciamo l`uomo a nostra immagine e somiglianza (Gen 1,26); e qui, in effetti, il Padre parla del Figlio, Consigliere mirabile del Padre. Ma anche per noi egli è consigliere, ci dà dei consigli - egli parla senza costringere come Dio, pur essendo ugualmente Dio forte (Is 9,6) -, ci dà il consiglio di rinunciare all`ignoranza e di ricevere la gnosi, di distoglierci dall`errore per volgerci alla verità, di ripudiare la corruzione per possedere l`incorruttibilità.  E poi, su quale terra e presso quali uomini egli doveva nascere e manifestarsi, anche questo è stato dichiarato in anticipo. Ed è con termini analoghi che Mosè si esprime nel seguente passo della Genesi: Non sarà tolto lo scettro da Giuda, né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l`obbedienza dei popoli; lava nel vino la veste e nel sangue dell`uva il manto (Gen 49,10-11).
 
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 Ora Giuda, figlio di Giacobbe, è il capostipite dei Giudei, ed è da lui precisamente che essi hanno ricevuto il loro nome; e in effetti non è mancato un principe tra essi né un capo, fino alla venuta di Cristo; però dopo la sua venuta, sono state tolte le frecce dalla faretra, la terra dei Giudei è stata concessa al dominio dei Romani ed essi non avevano piú principi o re provenienti dalla loro stirpe, poiché era arrivato colui al quale è riservata una regalità nei cieli e che inoltre ha lavato la sua veste nel vino e nel sangue il suo mantello; e la sua veste, come pure il suo mantello son coloro che credono in lui, che egli ha del pari purificati, salvandoci per mezzo del suo sangue, ed è il suo sangue che è detto sangue dell`uva, poiché, cosí come non è un uomo, chiunque egli sia, che può fare il sangue dell`uva, ma è Dio che lo forma per la gioia di coloro che lo bevono, e come del pari, la sua corporeità e il suo sangue non è un uomo che li ha fatti, bensí Dio che li ha fatti, cosí è il Signore stesso che ha dato il segno della Vergine, cioè l`Emmanuele nato dalla Vergine, che precisamente rende gioiosi coloro che lo bevono, cioè coloro che ricevono il suo Spirito, gioia eterna. Ecco perché egli è anche l`attesa delle genti, di coloro che sperano in lui, poiché aspettiamo da lui la ricostituzione del regno.
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 (Ireneo di Lione, Epideixis, 53-55.57)

mercoledì 24 dicembre 2014

La meditazione dei Santi Padri nel messaggio natalizio del nostro Metropolita Gennadios -commento iconografico



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MESSAGGIO
DI SUA EMINENZA IL METROPOLITA GENNADIOS,
ARCIVESCOVO ORTODOSSO D'ITALIA E MALTA
IN OCCASIONE DELLA FESTA DI NATALE 2014

 

Diletti e Amati figli
Della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta,
“Cristo è nato! Glorificate”


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“Oggi nasce Colui che  esiste da sempre e diviene ciò che non è mai stato”. “E’ Dio e diventa uomo e pur tuttavia rimane Dio”, esclama a gran voce il Padre dell’amore e del dialogo, San Giovanni Crisostomo, Arcivescovo di Costantinopoli. Il “Grande e Paradossale Mistero dell’Incarnazione di Dio”, che l’uomo ammira e di cui rimane sorpreso, quando lo contempla, poiché non è mai accaduto un tale evento:

Vergine orante del Segno

 “Guardo colei che ha generato.  Guardo anche quello che è nato. Pur tuttavia, non posso comprendere il modo con cui è nato”. Vediamo, dunque, diletti e carissimi Fratelli, che il modo della festa è inedito, come inedito è il motivo della nascita di Cristo.

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         L’autore della nostra Divina Liturgia, San Giovanni Crisostomo, confessa con precisione che: “prima della comparsa di Cristo la nostra natura era dominata dal diavolo, dal peccato, dalla morte…”, “mentre il diavolo ingannava e il peccato uccideva, la morte poi seppelliva”

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Realmente, “il peccato è sorto come muro d’inimicizia tra Dio e l’uomo”, come riporta nella sua Catechesi San Nettario, vescovo di Pentapoli con la “conseguenza della fatale separazione dell’uomo dal benevolo Dio e la sua inevitabile sottomissione al demonio, che odia il bene”.


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         E’ una chiara verità, uomini di Dio della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, che, quando lo vuole Dio, sono superate anche le leggi della natura. Lo stesso è accaduto anche nel “Mistero Soprannaturale” della Natività del Nostro Signore Gesù Cristo: l’ordine naturale è stato abbandonato ed ha agito il volere divino. La profonda misericordia di Dio non può essere espressa, ma il timore dell’uomo, la sua sorpresa di fronte al “Grande Miracolo” e anche la sua meraviglia sono tutte cose straordinarie. Lo ha generato, dunque, come Dio ha voluto. Certamente nella natura non esisteva la possibilità di una simile nascita. Dio, dominatore della natura e di tutte le cose, ha concepito questo modo della Natività, un modo paradossale. E’ un modo, che solo Dio poteva concepire e portare a termine. 

 


Mostrando così che per quanto sia divenuto Uomo, non è nato come uomo, ma lo ha fatto per unirlo all’unico Dio, che è Luce, Verità, Pace, Amore, Speranza e Vita Eterna. Anche questo modo paradossale della Nascita del nostro Salvatore Gesù Cristo avviene, così, poiché, sempre secondo il sapientissimo e ispirato araldo dell’amore e della solidarietà, Giovanni Crisostomo, qualora Dio fosse venuto come uomo da un comune matrimonio, i più avrebbero considerato un inganno la Sua nascita: Ecco perché nasce da una vergine, ecco perché conserva il suo utero intatto, ecco perché custodisce la sua verginità integra, ecco perché abbiamo un modo paradossale, un modo soprannaturale della Nascita di Cristo. Sono chiarele parole di San Giovanni Crisostomo a tal proposito: “Cristo è apparso nel mondo, come «uomo» per guidare gli uomini. E’ apparso nel mondo come «Dio», per salvare il mondo”.

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Accorri a festeggiare, diletto popolo di Dio! Accorri a celebrare insieme la solennità! La preghiera della festa rafforza, da coraggio, protegge, guida, illumina, accresce la fede, aiuta il fedele a comprendere questo modo soprannaturale della Nascita di Gesù Cristo, modo paradossale che proprio solo della potenza e infinita sapienza di Dio.
         I dolcissimi e sublimi discorsi di San Giovanni Crisostomo: “il Regno dei cieli è stato trapiantato sulla terra, gli angeli conversano con gli uomini. Tutte le cose si sono unite, e ciò, poiché Dio è sceso sulla terra e l’uomo è salito nei cieli. Dio è venuto sulla terra, ma si trova ancora in cielo: è tutto in cielo e tutto sulla terra”
Il convincente e salvifico insegnamento del Santo del «Secolo d’Oro della Chiesa», Giovanni Crisostomo sorprende coloro che con zelo divino vi si sono applicati, che vivono la sua spiritualità, la sua verità dogmatica, divenendo uomini di Dio, secondo il detto del Santo Apostolo Paolo: “non vivo più io, ma Cristo in me vive” (Gal. 2,20).

 


         Il «Grande e Soprannaturale Mistero dell’Incarnazione di Gesù Cristo» ha fatto sì che aumentasse il numero di coloro che partecipano a questo “miracolo” del ”Disegno di Dio”, così da giungere al punto di comporre meravigliosi inni, che arricchiscono i fedeli, li preparano e gli guidano a comprendere il Mistero dell’Incarnazione e della Salvezza dell’uomo. I commoventi e solenni canti particolari del Grande Vespro Solenne, questi sublimi inni della Nascita di Gesù Cristo, invitano il popolo di Dio a festeggiare il “Grande Mistero” e ad annunciare chiaramente che Cristo si è fatto uomo, perché lo ama: “Orsù, rallegriamoci nel Signore raccontando il presente mistero. Il muro della separazione è abbattuto… infatti, l’immagine immutabile del Padre, il Carattere della sua eternità assume la natura del servo, nascendo da una madre Vergine, senza subire mutamento; rimase ciò che era, poiché era vero Dio”.
 

         Gli Inni famosissimi e illuminati dalla Grazia di Dio invitano a vivere e a festeggiare con gioia solenne la “Metropoli delle Feste”, come anche con la sacralità e la pacifica glorificazione degli angeli, con la divina ammirazione dei pastori e la gioia di tutto il creato. L’innografo canta: “Orsù, fedeli …. guardiamo la divina condiscendenza scesa dall’alto a Betlemme verso di noi”, “grazie a tale disegno, infatti, è stata conosciuta la tua infinita Misericordia…”, Colui che si è incarnato per opera dello Spirito Santo ed è divenuto uomo dalla Semprevergine Maria, ci ha acquistato e ci ha liberati dal peccato, ha rallegrato tutta la creazione, la terra gioisce con gli uomini ed essi sono condotti alla luce.


 

         “Sapienza, verbo e potenza, essendo Figlio del Padre e culmine Cristo Dio”, cantando l’innografo “il Verbo s’incarna, ma non si è separato dal Padre” offre all’uomo la salvezza e il Regno dei Cieli. Di fronte al “Grande e soprannaturale miracolo dell’Incarnazione di Gesù Cristo”, l’uomo e tutta la creazione, canta: “Cosa possiamo offrirti, Cristo, poiché sei apparso sulla terra come uomo per noi? Ogni tua creatura ti ringrazia: gli Angeli con l’inno, i cieli con la stella, i magi con i doni, i pastori con la meraviglia, la terra con la grotta, il deserto con la mangiatoia: mentre noi con la Madre Vergine: Dio, che sei prima dei Secoli, abbi misericordia di noi”.
         Colui “che è, esiste da prima di tutte le cose e risplende dalla Vergine come Dio” è il vero Dio, è la salvezza del mondo, l’unica speranza e forza dell’uomo per vincere le avversità della vita, le dure prove e avventure, l’ignoranza e la calunnia.


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         A Lui, dunque, Vero Dio, Logos di Dio e Figlio della Vergine, rivolgiamo la nostra preghiera con devozione e speranza per quanti hanno necessità, per gl’infermi, per quanti sono nelle carceri, per quanti sono in prigione, per gli orfani, perché tacciano le armi, perché cessino gli scontri e le guerre, perché siano illuminati quanti tramano contro gli altri e in generale per il superamento della crisi spirituale, sociale e culturale dell’umanità. Preghiamo affinché Dio nato a Betlemme custodisca il mondo dalle insidie e dalla malvagità del nuovo Erode o da quella di molti altri suoi simili, che, purtroppo, esistono anche oggi con aspetto profetico e debolezza, negli ambienti in cui viviamo, sia nei piccoli ambienti, come anche nei grandi, nelle scuole e nei diversi centri, come anche in mezzo ai campi e agli stadi della vita.
         Preghiamo senza interruzione per i giovani, che costituiscono il nuovo cammino del mondo, la preziosissima forza della vita dell’uomo, donata da Dio per il futuro dell’umanità, la prosecuzione piena di grazia di tutte le cose. Non cessiamo di pregare per questo sublime dono di Dio.

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         Insieme col precisissimo e illuminoso Padre della Chiesa di Cristo San Giovanni Crisostomo come nostro compagno di cammino dirigiamoci verso la “Grotta indicata da Dio” e veneriamo il Signore Dio-uomo che “è avvolto nelle fasce” per la nostra salvezza e Che è nato come uomo, affinché l’uomo potesse diventare Dio.
         Con questa nostra fede nell’Unico Vero Dio, Che veneremo anche come il Bambino che giace nella mangiatoia e di cui ammireremo il tesoro della povertà, per mezzo della quale risplende la ricchezza della divinità, che sia propizio e nostro benefattore, l’immutabile luce e la base della nostra vita, che sia l’aiuto perpetuo e il nostro saldo e invincibile protettore.
         “Cristo è nato, glorificate!
         Il Paradiso si è aperto!
Il peccato è stato rivelato!
L’errore è stato allontanato!
Dio è sulla terra e l’uomo nei cieli!
Cristo è nato, rendete gloria!”

Venezia, Campo dei Greci, 25 dicembre 2014



+ Metropolita Gennadios
Arcivescovo Ortodosso d’Italia a Malta ed
Esarca per l’Europa Meridionale 

lunedì 22 dicembre 2014

La Nascita in carne nella meditazione dei Santi Padri..elogio iconografico


La Nascita in carne nella meditazione dei Santi Padri..elogio iconografico


 Deponiamo dunque «l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa (Disc. 1 per il Natale, 1-3; PL 54, 190-193)


Deponiamo dunque «l'uomo vecchio con la condotta di prima» (Ef 4, 22) e, poiché siamo partecipi della generazione di Cristo, rinunziamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all'abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del Regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo. Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa (Disc. 1 per il Natale, 1-3; PL 54, 190-193)


Nato dal Padre al di fuori di ogni tempo, nato dalla madre in questo giorno. Ha scelto di nascere in questo giorno che lui stesso ha creato, come è nato da una madre che lui stesso ha fatto nascere. Infatti questo giorno, a cominciare dal quale la luce del giorno aumenta sempre più, è figura pure dell'opera di Cristo, dal quale il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno (2 Cor 4, 16). E giustamente l'eterno Creatore, nato nel tempo, non poteva non scegliere come suo giorno natalizio quello che veniva riferito al sole, creatura non eterna

Agostino, Discorsi, 186 (PL 38, 999-1000)

NATALE DEL SIGNORE

Nato dal Padre al di fuori di ogni tempo, nato dalla madre in questo giorno. Ha scelto di nascere in questo giorno che lui stesso ha creato, come è nato da una madre che lui stesso ha fatto nascere. Infatti questo giorno, a cominciare dal quale la luce del giorno aumenta sempre più, è figura pure dell'opera di Cristo, dal quale il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno (2 Cor 4, 16). E giustamente l'eterno Creatore, nato nel tempo, non poteva non scegliere come suo giorno natalizio quello che veniva riferito al sole, creatura non eterna Agostino, Discorsi, 186 (PL 38, 999-1000) NATALE DEL SIGNORE



Dobbiamo ringraziare, cari fratelli, Dio Padre attraverso il suo Figlio e nello Spirito Santo, perché per la grande misericordia con cui ci ha amato, ha avuto compassione di noi e da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo, per divenire poi in lui una nuova creatura, da lui riplasmata. Spogliamoci dunque dell'uomo vecchio e delle sue azioni, e poiché siamo stati ammessi a partecipare alla nascita di Cristo, rinunciamo alle opere della carne.

Dai Discorsi di san Leone Magno

Homilia XXI, 1-3, in SC 22,66-74.

Dobbiamo ringraziare, cari fratelli, Dio Padre attraverso il suo Figlio e nello Spirito Santo, perché per la grande misericordia con cui ci ha amato, ha avuto compassione di noi e da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo, per divenire poi in lui una nuova creatura, da lui riplasmata. Spogliamoci dunque dell'uomo vecchio e delle sue azioni, e poiché siamo stati ammessi a partecipare alla nascita di Cristo, rinunciamo alle opere della carne. Dai Discorsi di san Leone Magno Homilia XXI, 1-3, in SC 22,66-74.



il Figlio di Dio - il suo vero Figlio - ha accettato di essere chiamato figlio di Davide, lui che è senza principio, per fare di te un figlio di Dio.

Dalle omelie di san Giovanni Crisostomo sul vangelo di Matteo

In Mt. hom. II, 2, in PG 57, 25-26il Figlio di Dio - il suo vero Figlio - ha accettato di essere chiamato figlio di Davide, lui che è senza principio, per fare di te un figlio di Dio. Dalle omelie di san Giovanni Crisostomo sul vangelo di Matteo In Mt. hom. II, 2, in PG 57, 25-26



Affrettiamoci anche noi, fratelli miei, non coi passi dei piedi ma con l'avanzare nel bene; contempleremo la sua umanità glorificata insieme con i suoi ministri ricompensati con giusta mercede del loro servizio. Affrettiamoci a vedere il Signore, che risplende nella divina maestà, sua e del Padre.

Affrettiamoci, dico: non dobbiamo cercare tanta beatitudine nella pigrizia e nel torpore, ma dobbiamo seguire le orme di Cristo con alacrità.

 

Dalle Omelie di Beda il Venerabile

Homilia VI, In aurora Nativitatis Domini, in PL 94,35-36.


Affrettiamoci anche noi, fratelli miei, non coi passi dei piedi ma con l'avanzare nel bene; contempleremo la sua umanità glorificata insieme con i suoi ministri ricompensati con giusta mercede del loro servizio. Affrettiamoci a vedere il Signore, che risplende nella divina maestà, sua e del Padre. Affrettiamoci, dico: non dobbiamo cercare tanta beatitudine nella pigrizia e nel torpore, ma dobbiamo seguire le orme di Cristo con alacrità. Dalle Omelie di Beda il Venerabile Homilia VI, In aurora Nativitatis Domini, in PL 94,35-36.



Come il Padre si rende visibile nel Figlio, così il Figlio si rende presente nello Spirito. Perciò l'adorazione nello Spirito indica un'attività del nostro animo, svolta in piena luce. Lo si apprende dalle parole dette alla Samaritana. Essa infatti, secondo la concezione errata del suo popolo, pensava che si dovesse adorare in un luogo particolare, ma il Signore, facendole mutare idea, le disse: Bisogna adorare nello Spirito e nella Verità (cfr. Gv 4, 23), chiaramente definendo se stesso «la Verità».

Dal trattato «Sullo Spirito Santo» di san Basilio, vescovo

(Cap. 26, 61. 64; PG 32, 179-182. 186)

Come il Padre si rende visibile nel Figlio, così il Figlio si rende presente nello Spirito. Perciò l'adorazione nello Spirito indica un'attività del nostro animo, svolta in piena luce. Lo si apprende dalle parole dette alla Samaritana. Essa infatti, secondo la concezione errata del suo popolo, pensava che si dovesse adorare in un luogo particolare, ma il Signore, facendole mutare idea, le disse: Bisogna adorare nello Spirito e nella Verità (cfr. Gv 4, 23), chiaramente definendo se stesso «la Verità». Dal trattato «Sullo Spirito Santo» di san Basilio, vescovo (Cap. 26, 61. 64; PG 32, 179-182. 186)



Perciò, pieno di Spirito Santo, Giovanni sapeva che il principio non rientra nel tempo, ma è al di sopra dei tempi: lasciò i secoli e salendo con lo spirito al di sopra di ogni principio, disse: In principio era il Verbo.

Dalle opere di S. Ambrogio, vescovo

De Incarnationis dominicae sacramento, III, 15-18Perciò, pieno di Spirito Santo, Giovanni sapeva che il principio non rientra nel tempo, ma è al di sopra dei tempi: lasciò i secoli e salendo con lo spirito al di sopra di ogni principio, disse: In principio era il Verbo. Dalle opere di S. Ambrogio, vescovo De Incarnationis dominicae sacramento, III, 15-18


Non vedete che colui che ci ha

liberato dalla maledizione della legge, facendosi per noi lui stesso

maledizione, e prendendo su di sè le nostre piaghe per sanarci,

costui nasce schiavo per spezzare le odiose catene che avvincono gli

uomini tributari della morte? Il Signore nasce in una grotta, perchè

essa è figura della nostra esistenza oscura e sotterranea, e lui

viene a illuminare quelli che sono immersi nelle tenebre e

nell'ombra di morte. Gesù è avvolto nelle fasce a simboleggiare che egli si è

rivestito dei legami dei nostri peccati.

 

Omelia di san Gregorio di Nissa.

Non vedete che colui che ci ha liberato dalla maledizione della legge, facendosi per noi lui stesso maledizione, e prendendo su di sè le nostre piaghe per sanarci, costui nasce schiavo per spezzare le odiose catene che avvincono gli uomini tributari della morte? Il Signore nasce in una grotta, perchè essa è figura della nostra esistenza oscura e sotterranea, e lui viene a illuminare quelli che sono immersi nelle tenebre e nell'ombra di morte. Gesù è avvolto nelle fasce a simboleggiare che egli si è rivestito dei legami dei nostri peccati. Omelia di san Gregorio di Nissa.



Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio dell'uomo, per abituare l'uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell'uomo secondo la volontà del Padre. Per questo Dio stesso ci ha dato come «segno» della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l'Emmanuele: poiché lo stesso Signore era colui che salvava coloro che di per se stessi non avevano nessuna possibilità di salvezza.

al trattato Contro le eresie di santo Ireneo, vescovo

Il Verbo di Dio pose la sua abitazione tra gli uomini e si fece Figlio dell'uomo, per abituare l'uomo a comprendere Dio e per abituare Dio a mettere la sua dimora nell'uomo secondo la volontà del Padre. Per questo Dio stesso ci ha dato come «segno» della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l'Emmanuele: poiché lo stesso Signore era colui che salvava coloro che di per se stessi non avevano nessuna possibilità di salvezza. al trattato Contro le eresie di santo Ireneo, vescovo



Esultino gli uomini, esultino le donne: Cristo è nato uomo, è nato da una donna; ambedue i sessi sono stati da lui onorati. Si trasformi nel secondo uomo chi nel primo era stato precedentemente condannato (Cf. 1 Cor 15, 49). Una donna ci aveva indotti alla morte; una donna ci ha generato la vita. È nata una carne simile a quella del peccato (Cf. Rm 8, 3), perché per suo mezzo venisse mondata la carne del peccato

Agostino, Discorsi, 184 (PL 38, 995-997)


Esultino gli uomini, esultino le donne: Cristo è nato uomo, è nato da una donna; ambedue i sessi sono stati da lui onorati. Si trasformi nel secondo uomo chi nel primo era stato precedentemente condannato (Cf. 1 Cor 15, 49). Una donna ci aveva indotti alla morte; una donna ci ha generato la vita. È nata una carne simile a quella del peccato (Cf. Rm 8, 3), perché per suo mezzo venisse mondata la carne del peccato Agostino, Discorsi, 184 (PL 38, 995-997)

domenica 21 dicembre 2014

La Quaresima della Natività del Teantropo e i Padri della Chiesa


 

 
 
Dal trattato «Contro Noèto» di sant'Ippòlito, sacerdote

Cap. 9-12; PG 10, 815-819 

Uno solo è Dio, fratelli, colui che noi non conosciamo per altra via che quella delle Sacre Scritture.
Noi dobbiamo quindi sapere tutto quanto le divine Scritture ci annunziano e conoscere quanto esse ci insegnano. Dobbiamo credere al Padre, come lui vuole che gli crediamo, glorificare il Figlio come vuole che lo glorifichiamo, ricevere lo Spirito Santo come desidera che lo riceviamo.
Procuriamo di arrivare a una comprensione delle realtà divine non secondo la nostra intelligenza e non certo facendo violenza ai doni di Dio, ma nella maniera in cui egli stesso volle rivelarsi nelle Sacre Scritture.
Dio esisteva in sé perfettamente solo. Nulla c'era che fosse in qualche modo partecipe della sua eternità. Allora egli stabilì di creare il mondo. Come lo pensò, come lo volle e come lo descrisse con la sua parola, così anche lo creò. Il mondo cominciò ad esistere, perciò, come lo aveva desiderato. E quale lo aveva progettato, tale lo realizzò. Dunque Dio esisteva nella sua unicità e nulla c'era che fosse coeterno con lui. Niente esisteva se non Dio. Egli era solo, ma completo in tutto. In lui si trovava intelligenza, sapienza, potenza e consiglio. Tutto era in lui ed egli era il tutto. Quando volle, e nella misura in cui volle, egli, nel tempo da lui prefissato, ci rivelò il suo Verbo per mezzo del quale aveva creato tutte le cose.
Poiché dunque Dio possedeva in sé la sua Parola, ed essa era inaccessibile per il mondo creato, egli la rese accessibile. Pronunziando una prima parola, e generando luce da luce, presentò alla stessa creazione come Signore il suo stesso Pensiero, e rese visibile colui che egli solo conosceva e vedeva in se stesso e che prima era assolutamente invisibile per il mondo creato. Lo rivelò perché il mondo lo vedesse e così potesse essere salvato.
Questi è la Sapienza che venendo nel mondo si rivelò Figlio di Dio. Tutto fu creato per mezzo di lui, ma egli è l'unico che viene dal Padre.
Questi poi diede una legge e dei profeti e li fece parlare nello Spirito Santo perché, ricevendo l'ispirazione della potenza del Padre, annunziassero il volere e il disegno del Padre.
Così dunque fu rivelato il Verbo di Dio, come dice il beato Giovanni che sommariamente riprende le cose già dette dai profeti mostrando che questi è il Verbo, nel quale tutto fu creato. Dice Giovanni: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, senza di lui nulla è stato fatto» (Gv 1, 1. 3).
Più avanti dice: Il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo ha conosciuto. Venne presso i suoi, ma i suoi non lo hanno accolto (cfr. Gv 1, 10-11).


 

 

sabato 20 dicembre 2014

IRENEO DI LIONE, Contro le eresie)



« Gli uomini dunque vedranno Dio e così vivranno: questa visione li 
renderà immortali e capaci di Dio. Questo è ciò che era stato rivelato 
in figura dai profeti: Dio può essere visto dagli uomini che portano il 
suo Spirito e aspettano senza stancarsi la sua venuta. Colui che opera 
in tutti, quanto alla sua potenza e grandezza, resta invisibile e 
inesprimibile per tutti gli esseri creati da lui; e tuttavia non è loro 
completamente sconosciuto, perché tutti arrivano, attraverso il suo 
Verbo, alla conoscenza dell'unico Dio Padre, che contiene tutte le cose 
e a tutte dà l'esistenza » (IRENEO DI LIONE, Contro le eresie)



giovedì 18 dicembre 2014

Ci siamo ....è giunta la pienezza dei tempi, l'era dell'adozione filiale; ormai il regno dei cieli è vicino e risiede tra gli uomini che credono nell'Emmanuele nato dalla Vergine.



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Dal vangelo secondo Matteo.                              
 
Maria, la madre di Gesù, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
 
Dal trattato "Contro le eresie" di sant'Ireneo di Lione.
Adversus Haereses, III,19,3; 20,3; 21,4.10. SC 34,336. 344. 358. 370. 372.
 
            Il Figlio di Dio e nostro Signore è Verbo del Padre e Figlio dell'uomo, poiché fu generato come uomo da Maria, che apparteneva al genere umano ed era lei stessa creatura umana.
            Perciò fu lo stesso Signore a darci un segno nella profondità della terra e nelle altezze del cielo, un segno che l'uomo non aveva richiesto: come l'uomo avrebbe potuto sperare che una vergine diventasse madre, partorendo un figlio pur restando vergine? Mai si sarebbe potuto immaginare che questo figlio fosse Dio con noi  e discendesse nelle profondità della terra alla ricerca della pecora che s'era smarrita, e che era poi sua creatura.
            Nessuno avrebbe potuto pensare che risalendo in cielo per offrire e raccomandare al Padre l'uomo che era stato ritrovato, il Verbo facesse di sé la primizia della risurrezione dell'uomo.
            Infatti, come il capo è risuscitato dai morti, così risorgerà anche il resto del corpo; in altre parole, ogni uomo si troverà a vivere dopo aver compiuto il tempo della condanna che gli era toccata per la disobbedienza. Il corpo poi costituirà un'unità, grazie ai vari legami che lo alimentano e raggiungerà il suo pieno vigore grazie alla crescita che viene da Dio.
2
            Dio ci ha dato come segno della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l'Emmanuele: poiché era il Signore stesso colui che salvava coloro che da se stessi non avevano alcuna possibilità di salvezza.
            Paolo, indicando la radicale debolezza dell'uomo, dice: Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene,[ poiché il bene della nostra salvezza non viene da noi, ma da Dio. Ed esclama ancora: Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Quindi presenta il liberatore e dice: Lamore gratuito del Signore nostro Gesù Cristo.
            Anche Isaia aveva predetto questo: Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”. Questo indica che non da noi, ma da Dio che ci aiuta, abbiamo la salvezza.
            C'è un solo e medesimo Spirito di Dio che ha annunciato nei profeti quale sarebbe stata la venuta del Signore e da dove sarebbe giunta. Lo Spirito poi ha tradotto negli Anziani (cioè nella traduzione dovuta ai Settanta) gli oracoli dei profeti. Sempre lo Spirito ha annunciato mediante gli apostoli che è giunta la pienezza dei tempi, l'era dell'adozione filiale; ormai il regno dei cieli è vicino e risiede tra gli uomini che credono nell'Emmanuele nato dalla Vergine.
            Così gli apostoli hanno attestato di Maria e di Giuseppe: Prima che andassero a vivere insieme, Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. San Luca riferisce che l'angelo Gabriele le disse: Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dellAltissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
3
                                               Adamo, il primo uomo, plasmato da Dio, ricevette la sua sostanza da una terra incolta e ancora vergine - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo. Adamo fu plasmato dalla mano di Dio, cioè dal Verbo di Dio, perché tutto è stato fatto per mezzo di lui.
            Il Verbo di Dio, dovendo ricapitolare in se stesso Adamo, era conveniente che ricevesse una generazione tale da richiamare quella del primo uomo: ecco quindi che nasce da Maria ancora vergine.
            Se il primo Adamo avesse avuto come padre un uomo e fosse stato generato dal seme di un uomo, sarebbe giusto affermare che anche il secondo Adamo è stato generato da Giuseppe. Se invece il primo Adamo fu preso dalla terra e fu plasmato dal Verbo di Dio, allora il Verbo stesso, che ricapitolava in sé la persona di Adamo, doveva essere generato in modo simile al primo uomo.
            Perché allora Dio non prese di nuovo un po' di polvere? Perché ha voluto che il secondo Adamo fosse plasmato da Maria? Affinché non ci fosse un'altra creatura e non fosse un'altra la creatura che sarebbe stata salvata. Invece doveva essere ricapitolata quella stessa, in modo che si conservasse la somiglianza di cui si è parlato.