mercoledì 7 maggio 2025

Notizie dal deserto... Le Rose




Due monaci coltivavano rose. Il primo si perdeva nella contemplazione della bellezza e del profumo delle sue rose. Il secondo tagliava le rose più belle e le donava ai passanti. 

"Ma che fai?", lo rimproverava il primo; "come puoi privarti così della gioia e del profumo delle tue rose?". 

"Le rose lasciano molto profumo sulle mani di chi le regala!", rispose pacatamente il secondo

mercoledì 23 aprile 2025

dal deserto... prendere su di sè la fatica del proprio vivere e dare ascolto a se stessi





Abba Isaia, monaco   all’inizio del XIII secolo, compone  un florilegio di storie, detti e insegnamenti tratti dalle raccolte tradizionali dei Padri del deserto:


"Chi è il monaco vero, sincero e saggio? È colui che è riuscito a serbare una cordialità inestinguibile fino al suo ultimo giorno, che con pazienza ha portato fino alla morte il fardello della vita, che ha dato sempre ascolto a se stesso aggiungendo fervore a fervore, fuoco dell’anima a fuoco dell’anima, sforzo a sforzo."


Gli insegnamenti dell’abba Isaia alla beata monaca Teodora, 155, in Meterikon. I detti delle madri del deserto, a cura di L. Coco, traduzione di A. Sivak, Garzanti 2024, p. 168.


lunedì 14 aprile 2025

Non perché ce ne manchino le forze, ma semplicemente perché non sappiamo cosa proporre







Dice Elmar Salmann, monaco benedettino dell’abbazia tedesca di Gerleve e teologo, nel 2023:

Il monachesimo istituzionale attraversa una crisi abissale, forse irreversibile. Questo processo di accompagnamento dall’antico al nuovo alcuni di noi, in modo umile e non appariscente, lo svolgono anche oggi. Penso per esempio a quei monasteri che svolgono un ruolo di dialogo col mondo protestante, o anche a me stesso nel mio piccolo lavoro di accompagnamento dei preti che hanno lasciato. Ma sicuramente, nel complesso, non siamo più le levatrici del nuovo. Non perché ce ne manchino le forze, ma semplicemente perché non sappiamo cosa proporre. Anche le nuove forme di vita religiosa contemplativa e secolare sorte dopo il Concilio, mi sembra che non godano di vita migliore, anzi a tratti mi sembrano più anacronistiche di noi.

***
Il brano si può leggere nell' intervista che Elmar Salmann ha rilasciato, all’Osservatore Romano, in occasione dei festeggiamenti per il suo 75° compleanno, tenutisi a Roma, all’Anselmianum, il 16 maggio  2024 : La tragedia dell’uomo democratico. La teologia sapienziale alla prova della modernità, di Andrea Monda e Roberto Cetera, Osservatore Romano, 14 giugno 2023
***
intervista, a mio avviso spigolosa, a tratti, anche sanamente reazionaria ma mai  conservatrice


https://www.osservatoreromano.va/it/news/2023-06/quo-136/la-tragedia-dell-uomo-democratico.html




giovedì 23 gennaio 2025

la vescova Budde a Trump.




“Mi permetta, signor Presidente, di fare un ultimo appello. Milioni di persone hanno riposto la loro fiducia in Lei e, come ha detto ieri alla nazione, ha sentito la mano provvidenziale di un Dio amorevole. Nel nome del nostro Dio, Le chiedo di avere pietà delle persone nel nostro Paese che ora sono spaventate. Ci sono bambini gay, lesbiche e transgender in famiglie democratiche, repubblicane e indipendenti, alcuni dei quali temono per la propria vita. Le persone responsabili per i nostri raccolti e puliscono i nostri uffici, che lavorano negli allevamenti di pollame e negli stabilimenti di confezionamento della carne, che lavano i piatti dopo che abbiamo mangiato nei ristoranti e lavorano nei turni di notte negli ospedali, potrebbero non essere cittadini o avere i documenti di residenza legale, ma la stragrande maggioranza degli immigrati non sono criminali. Pagano le tasse e sono buoni vicini. Sono membri fedeli delle nostre chiese, moschee, sinagoghe, gurdwara e templi. Le chiedo di avere pietà, signor Presidente, di coloro nelle nostre comunità i cui figli temono che i loro genitori vengano portati via, e di aiutare coloro che fuggono dalle zone di guerra e dalle persecuzioni nelle loro terre a trovare compassione e accoglienza qui. Il nostro Dio ci insegna che dobbiamo essere misericordiosi con lo straniero, perché un tempo eravamo tutti stranieri in questa terra. Che Dio ci possa concedere la forza e il coraggio di onorare la dignità di ogni essere umano, di dire la verità l’uno all’altro con amore e di camminare umilmente l’uno con l’altro e con il nostro Dio, per il bene di tutte le persone, il bene di tutte le persone in questa nazione e nel mondo. Amen”.

domenica 19 gennaio 2025

L'ottimo Pelagio monaco esperto in santa perfidia e sacro spernacchiamento *





Truly you must follow humility, not the kind that is displayed and simulated by bodily gesture or by subduing the utterance of one’s words but that which is expressed in the natural disposition of one’s heart. For it is one thing to pursue the shadow of things, another the reality. The pride which hides beneath outward signs of humility is made much more ugly thereby. For, by some means or other, vices are more unsightly when they are concealed behind an outward semblance of virtue.“ (Trans by Rees)


In verità devi seguire l'umiltà, non quella che viene mostrata e simulata con gesti corporei o sottomettendo l'espressione delle proprie parole, ma quella che è espressa nella disposizione naturale del proprio cuore. Perché una cosa è inseguire l'ombra delle cose, un'altra la realtà. L'orgoglio che si nasconde sotto i segni esteriori dell'umiltà è reso molto più brutto da ciò. Perché, in un modo o nell'altro, i vizi sono più sgradevoli quando sono nascosti dietro un'apparenza esteriore di virtù". (Traduzione di Rees)

https://newedenministry.com/2024/12/29/resolutions-2/


https://it.wikipedia.org/wiki/Pelagio_(teologo)*


https://ora-et-labora.net/pelagio.html

lunedì 16 dicembre 2024

Dal deserto: essere funamboli come segno di accettevole esistenza

Monachesimo 2.0

https://monachesimoduepuntozero.com/2024/11/03/funamboli-dice-il-monaco-cxxi/


Dice Giovanni Cassiano (riferendo le parole di abba Teona):

Giustamente allora direi che i santi – coloro che, trattenendo stabilmente il ricordo di Dio procedono con incedere sospeso come su linee stese in alto – si possono a ragione paragonare agli equilibristi, volgarmente detti funamboli. Questi, affidando tutta la loro salvezza e la loro stessa vita all’angusto passaggio su quella corda, non dubitano di imbattersi nella più atroce delle morti se repentinamente una minima incertezza deviasse il loro passo o li distogliesse dalla direzione giusta. Se non assicurano al proprio passo quel sottilissimo sentiero con estrema prudenza mentre, in modo ammirevole, compiono le loro evoluzioni aeree, la terra, che è come il sostegno di tutte le cose naturali e il solidissimo fondamento per tutti, diventa per costoro una rovina immediata e certa, non perché la sua natura sia cambiata, ma perché questi cadono su di essa per il peso del proprio corpo.


♦ Giovanni Cassiano, Conversazione 23 (terza conversazione con abba Teona: L’essere senza peccato), 9, 1-2, in Conversazioni con i padri, a cura di R. Alciati, Edizioni Paoline 2019, p. 1319.


***