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Pubblico i punti 12 e 13
12. Il voto e la virtù della castità ci portano:
- a fare governare dall'obbedienza ogni nostro rapporto;
- a mantenere il cuore distaccato da ogni affetto, anche il più santo, dalla stessa comunità;
- ad accogliere con gioia e gratitudine un'obbedienza per terre lontane e genti straniere alla nostra cultura e mentalità;
- e a sperare di essere scelti per la solitudine totale dello spirito, come pegno benedetto di una fecondità sovrannaturale nei confronti di molte anime.
13. Il voto e la virtù della povertà ci impegnano:
- a non avere nessuna proprietà, e a rinunciare secondo le indicazioni dell'obbedienza a quelle che comunque sopravvenissero;
- a lavorare per vivere e a versare alla comunità ogni nostro provento, ricevendo da essa il vitto, il vestito, l'abitazione ed ogni oggetto d'uso;
- a consegnare totalmente l'impiego del tempo, che deve essere ritenuto non nostro, ma di Dio e della Chiesa;
- a desiderare ardentemente e a sperare, non solo per ognuno singolarmente, ma anche per la famiglia nel suo insieme e per sempre, il dono della povertà evangelica, che spoglia da ogni ricchezza materiale ed intellettuale, e accomuna ai minimi e ai poveri di Gesù.
Nota integrante della Regola per quel che riguarda i nostri quattro santi e il rapporto con i loro scritti. – (aggiunta del maggio 1983)
L 'Evangelo e il Corpo e il Sangue del Signore ci debbono portare a un desiderio sempre più forte ed efficace di povertà effettiva, personale e comunitaria, e di spogliazione e sottomissione a tutti per conformità d'amore al Crocifisso. Questo libererà il nostro cuore da ogni creatura, per poi tutte riceverle trasfigurate nella lode pura dell'Altissimo Signore, lode vissuta e comunicata a tutti gli uomini, a tutti i popoli, specialmente ai popoli non cristiani
Alcune informazioni sull'esperienza di questa comunità
Essere monaci nella Chiesa locale di Mario Torcivia