lunedì 21 gennaio 2019
Dal capitolo 56 del Libro del profeta Isaia
1 Così dice l'Eterno: «Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire e la mia giustizia per essere rivelata. 2 Beato l'uomo che agisce così e il figlio dell'uomo che si attiene a questo, che osserva il sabato senza profanarlo e che trattiene la sua mano dal fare qualsiasi male». 3 Non dica il figlio dello straniero che si è unito all'Eterno: «L'Eterno mi ha certamente escluso dal suo popolo». E non dica l'eunuco: «Ecco, io sono un albero secco». 4 Poiché così dice l'Eterno: «Agli eunuchi che osservano i miei sabati, scelgono ciò che a me piace e si attengono fermamente al mio patto, 5 darò loro nella mia casa e dentro le mie mura un posto e un nome, che varranno meglio di quello dei figli e delle figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. 6 I figli degli stranieri che si sono uniti all'Eterno per servirlo, per amare il nome dell'Eterno eper essere suoi servi, tutti quelli che osservano il sabato senza profanarlo e si attengono fermamente al mio patto, 7 li condurrò sul mio monte santo e li riempirò di gioia nella mia casa d'orazione; i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di orazione per tutti i popoli». 8 Il Signore, l'Eterno, che raduna i dispersi d'Israele, dice: «Io raccoglierò intorno a lui anche altri, oltre a quelli già raccolti».
giovedì 3 gennaio 2019
Dai nostri Santi Padri dell'Antico Testamento- dal Libro dei Giudici al capitolo 5-il cantico della profetessa Debora
libro dei Giudici 5
Cantico di Debora
1 In quel giorno, Debora cantò questo cantico con Barac, figlio di Abinoam:
2 Poiché dei capi si sono messi alla testa del popolo in Israele,
poiché il popolo si è mostrato volenteroso,
benedite il SIGNORE!
3 Ascoltate, o re! Porgete orecchio, o prìncipi!
Al SIGNORE, sì, io canterò,
salmeggerò al SIGNORE, al Dio d'Israele.
4 O SIGNORE, quando uscisti dal Seir,
quando venisti dai campi di Edom,
la terra tremò, e anche i cieli si sciolsero,
anche le nubi si sciolsero in acqua.
5 I monti furono scossi per la presenza del SIGNORE,
anche il Sinai, là, fu scosso davanti al SIGNORE, al Dio d'Israele!
6 Ai giorni di Samgar, figlio di Anat,
ai giorni di Iael, le strade erano abbandonate,
e i viandanti seguivano sentieri tortuosi.
7 I capi mancavano in Israele; mancavano,
finché non venni io, Debora,
finché non venni io, come una madre in Israele.
8 Si sceglievano nuovi dèi,
e la guerra era alle porte.
Si scorgeva forse uno scudo, una lancia,
fra i quarantamila uomini d'Israele?
9 Il mio cuore va ai condottieri d'Israele!
O voi che vi offriste volenterosi fra il popolo,
benedite il SIGNORE!
10 Voi che cavalcate asine bianche,
voi che sedete su ricchi tappeti,
e voi che camminate per le vie, cantate!
11 Lungi dalle grida degli arcieri, là tra gli abbeveratoi,
si celebrino gli atti di giustizia del SIGNORE,
gli atti di giustizia dei suoi capi in Israele!
Allora il popolo del SIGNORE discese alle porte.
12 Dèstati, dèstati, Debora!
Dèstati, dèstati, intona un canto!
Àlzati, Barac, e prendi i tuoi prigionieri, o figlio di Abinoam!
13 Allora scese un residuo, alla voce dei nobili scese un popolo,
il SIGNORE scese con me fra i prodi.
14 Da Efraim vennero quelli che stanno sul monte Amalec;
al tuo sèguito venne Beniamino fra le tue genti;
da Machir scesero dei capi,
e da Zabulon quelli che portano il bastone del comando.
15 I prìncipi d'Issacar furono con Debora;
quale fu Barac, tale fu Issacar:
egli si precipitò nella valle sulle orme di lui.
Presso i ruscelli di Ruben,
le decisioni furono coraggiose!
16 Perché sei rimasto fra gli ovili
ad ascoltare il flauto dei pastori?
Presso i ruscelli di Ruben,
le decisioni furono coraggiose!
17 Galaad non ha lasciato la sua dimora oltre il Giordano;
e Dan, perché si è tenuto sulle sue navi?
Ascer è rimasto presso la riva del mare,
e si è riposato nei suoi porti.
18 Zabulon è un popolo che ha rischiato la vita,
così pure Neftali,
sulle alture della campagna.
19 I re vennero, combatterono;
allora combatterono i re di Canaan
a Taanac, presso le acque di Meghiddo;
non ne riportarono un pezzo d'argento.
20 Dai cieli si combatté:
gli astri, nel loro corso, combatterono contro Sisera.
21 Il torrente Chison li travolse,
l'antico torrente, il torrente Chison.
Anima mia, avanti, con forza!
22 Allora gli zoccoli dei cavalli martellavano il suolo,
al galoppo, al galoppo dei loro guerrieri in fuga.
23 Maledite Meroz, dice l'angelo del SIGNORE;
maledite, maledite i suoi abitanti,
perché non vennero in soccorso del SIGNORE,
in soccorso del SIGNORE insieme con i prodi!
24 Benedetta sia fra le donne Iael,
moglie di Eber, il Cheneo!
Fra le donne che stanno sotto le tende, sia benedetta!
25 Egli chiese dell'acqua e lei gli diede del latte;
in una coppa d'onore gli offerse della crema.
26 Con una mano prese il piuolo;
e con la destra, il martello degli operai;
colpì Sisera, gli spaccò la testa,
gli fracassò e gli trapassò le tempie.
27 Ai piedi di Iael egli si piegò, cadde, giacque disteso;
ai suoi piedi si piegò e cadde;
là, dove si piegò, cadde esanime.
28 La madre di Sisera guarda dalla finestra
e grida attraverso l'inferriata:
Perché il suo carro tarda ad arrivare?
Perché sono così lente le ruote dei suoi carri?
29 Le più sagge delle sue dame le rispondono,
e anche lei replica a se stessa:
30 Non trovano forse bottino? Non se lo stanno forse dividendo?
Una fanciulla, due fanciulle per ognuno;
a Sisera un bottino di vesti variopinte;
un bottino di vesti variopinte e ricamate,
variopinte e ricamate d'ambo i lati
per le spalle del vincitore!
31 Così periscano tutti i tuoi nemici, o SIGNORE!
Coloro che ti amano siano come il sole
quando si alza in tutta la sua forza!
Così il paese ebbe pace per quarant'anni.
tratto da
https://forum.termometropolitico.it/251646-canto-di-vittoria-dalla-bibbia-scritto-da-debora.html
Il "Canto di Debora" è uno dei brani poetici più antichi della Bibbia (verso il XII sec. a C.) ed è, indiscutibilmente, un testo epico. La "profetessa" Debora (il suo nome significa "ape") incita il condottiero Barak a muovere guerra al re cananeo Sisara, mettendosi alla testa degli uomini delle tribù israelitiche di Zebulon e Neftali. Lo scontro in campo aperto alle pendici del monte Tabor è favorevole agli ebrei ma il re Sisara fugge a piedi, abbandonando il suo carro da guerra, e rifugiandosi presso la tenda di Eber il Kenita, che crede suo alleato. Ma, mentre il generale sta dormendo, la moglie di Eber, Giaele, che è ebrea, gli pianta col martello un picchietto da tenda nella tempia, inchiodandolo letteralmente al terreno e dando così vittoria al suo popolo, che si conquista un quarantennio di pace.
Nella Bibbia il racconto è contenuto in due versioni nel libro dei Giudici: una in prosa (cap.4) e la seconda in poesia (cap. 5) riportata nel post di Berardo.
Quest'ultima è molto interessante e contiene il racconto delle gesta della guerra (in realtà pienamente comprensibili solo se si è letto prima il testo in prosa). Il cantico, poi, esalta le gesta delle tribù che hanno partecipato alla battaglia e bastona, invece, la vigliaccheria di quelle che vi si sono sottratte (come quella di Ruben: Gd. 5, 15-16).
Il testo si apre rappresentando il Signore, che scende nel campo di battaglia arrivando da sud (dal Sinai, il monte dell'Alleanza) con sconvolgimenti naturali (5, 3-4) mentre la terra di Palestina si fa deserta (6-7) ed il popolo ebraico "preferisce divinità straniere" (v.8).
A questo punto si apre la seconda strofa che comincia con una chiamata alla guerra del popolo, ma il v. 12 pone sullo stesso piano il canto di Debora:
Destati, destati o Debora,
destati, destati, intona un canto
e l'azione delle armi di Barak:
Sorgi, Barak, e cattura i tuoi prigionieri,
o figlio di Abinoam.
Il canto di Debora (parola divino/umana perché profetica), è quindi essenziale per l'esito del conflitto al pari dell'azione delle armi, perché questa guerra è "santa" e condotta da Dio, per questo l'istituzione della profetessa è essenziale per la sua riuscita. D'altronde il testo, dopo aver cantato la battaglia (v. 19-23) concentra l'attenzione sulle gesta dell'altra donna: Giaele "benedetta tra le donne" (v. 24). Di nuovo emerge la dimensione sacrale ed il cantico si compiace di descrivere l'agonia di Sisara con versetto, il 27, di grande efficacia letteraria. Degna di memoria, infine, è la chiusa patetica di questo testo, che mette in scena la madre del re defunto che, guardando fuori dalla finestra della tenda, attende con angoscia crescente il ritorno del figlio, inutilmente consolata dalle ancelle, fino al punto di mentire a se stessa, ed illudersi del prossimo ritorno del figlio vincitore carico di doni per lei, frutto della razzia.
Chiude il testo, in chiara chiave biblica:
Così periscano tutti i tuoi nemici, Signore! (v. 31)
La vittoria, appunto, sta nel fatto che i nemici lottano contro il vero Dio.
Debora è stata donna di parola, non d'azione e la Bibbia non conserva perciò un suo gesto classico da immortalare. Per questa ragione la vediamo raffigurata in quadri generici, vuoi come "giudichessa", o più spesso come "profetessa", nell'atto magari di annunciare a Barak la volontà di Dio (così, ad esempio, nell'affresco di N. Malinconici, della chiesa Santa Maria Maggiore in Bergamo). Per questa stessa ragione le sono dedicate molte opere musicali: tra le altre spicca quella di George Frederik Handel (1685-1759), un "oratorio in 3 atti del 1733, scritto su libretto di Samuel Humphreys, che ripercorre le tappe fondamentali di questa vicenda.
fonte "DEBORA
Cantico di Debora (Gdc. 5, 1 ss.) "
sta in
http://www.vincenzotopa.net/archivio/C-debora.pdf
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