sabato 25 aprile 2015

atipicamente ma non troppo San Bernardo di Chiaravalle


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«Il Signore Gesù è, è il fiore di giardino, generato vergine da un virgulto vergine.

Egli è anche fiore di campo, martire, corona dei martiri, modello di martirio. 

Egli è stato condotto fuori della città, ha sofferto la sua passione fuori dell'accampamento, fu innalzato sulla croce, alla vista di tutti...

Quando, dopo essersi unita come sposa la novella Chiesa, si disponeva a tornare al Padre, le diceva: Viene l'ora in cui chiunque vi uccide crederà di rendere culto a Dio (Gv 16,2); e ancora: Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi (Gv 15, 20). 

Io sono fiore di campo. Da queste parole si comprende in verità l'una e l'altra cosa, quale sia cioé il modello del combattente e quale la gloria del trionfante. 

Signore Gesù, tu sei per me tutte e due queste cose, e specchio nella sofferenza e prezzo di colui che patisce. 

L'una cosa e l'altra sono di sprone e invitano con forza.

Tu addestri le mie mani alla battaglia, con l'esempio della tua fortezza, tu incoroni il mio capo, dopo la vittoria.»


San Bernardo, Commento al Cantico dei Cantici (47, 5-6)

la domenica delle mirofore I Testi Liturgici



Come ci ricorda il sinassario oggi si celebra la memoria di Giuseppe di Arimatea, di Nicodemo e, soprattutto, delle donne mirofore. La domenica presenta due pericopi evangeliche, la prima delle quali viene letta al Mattutino ed è il racconto lucano (Lc 24, 1-12):



Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno". Ed esse si ricordarono delle sue parole. E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto.


Alla Divina Liturgia viene invece letto il brano nella versione di Marco (Mc 15,43 - 16,8):


In quel tempo, Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: "Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?". Ma, guardando, videro che il masso era gia stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto". Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura.

Lucernario dei Vespri del sabato sera

Prendendo con sé gli aromi le mirofore giunsero ai primi albori alla tomba del Signore. Ma trovano ciò che non sospettavano, parlavano tra loro timorose della pietra che era stata rimossa: e dove sono i sigilli del sepolcro? Dove, le guardie di Pilato che dovevano custodirlo rigorosamente? Si fece iniziatore delle donne ignare un angelo sfolgorante che disse loro: perché cercate con lamenti il vivente, colui che da la vita al genere umano? È risorto dai morti il Cristo Dio nostro, perché è onnipotente, e dona a tutti noi vita incorruttibilità, illuminazione e la grande misericordia


Perché, o discepole, mescolate gli unguenti alle lacrime? La pietra è stata rotolata via, la tomba è vuota. Guardate la corruzione calpestata dalla vita, i sigilli che danno chiara testimonianza, le guardie degli increduli pesantemente addormentate. Ciò che è mortale è stato salvato dalla carne di Dio: l'inferno  geme, e voi correte con gioia a dire agli apostoli: il Cristo che ha ucciso la morte, il primogenito dai morti, vi precede in Galilea

Di buon mattino le mirofore raggiunsero sollecite il tuo sepolcro, cercandoti, o Cristo, per profumare il tuo corpo immacolato; ma ammaestrate dalle parole di un angelo, annunciavano agli apostoli le prove della gioia: è risorto l'autore della nostra salvezza, spogliando la morte e donando al mondo l'eterna vita e la grande misericordia.

Le mirofore, raggiunte la tua tomba, vedendo i sigilli sul sepolcro ma non trovando il tuo corpo purissimo, gementi vennero in fretta dicendo: chi ha rubato la nostra speranza? Chi ha preso un morto nudo, cosparso di mirra, unico conforto della Madre? Oh, ma come è stato messo a morte colui che dona la vita ai morti? E come è stato sepolto colui che spoglia a morte l'inferno ? Risorgi dunque, o Salvatore, per il tuo proprio potere, al terzo giorno come hai detto, per salvare le nostre anime. 

Alla Litia  al Vespro 

Giuseppe reclamò il tuo corpo immacolato e lo depose in un sepolcro nuovo: tu dovevi uscire dalla tomba come da una camera nuziale, o Cristo che hai infranto l'impero della morte per aprire agli uomini le porte del paradiso.


Al Mattutino

Tu non hai impedito che fosse sigillata la pietra del sepolcro, e così risorgendo hai offerto a tutti la roccia della fede. Portando gli aromi per la tua sepoltura al mattino le donne giunsero furtive al sepolcro, temendo la prepotenza dei giudei, e prevedendo la vigilanza dei soldati. Ma la loro debole natura vinse quella forte, perché il loro animo compassionevole era stato gradito a Dio


Sei stato crocifisso nella carne, tu che sei impassibile nella natura del Padre. Onoro la tua croce, glorifico la tua sepoltura, canto e venero la tua risurrezione. Hai assaggiato il fiele, o dolcezza della Chiesa, eppure hai fatto sgorgare per noi l'incorruttibiltà del tuo costato. Sei stato computato tra i morti, o Salvatore, e hai risuscitato i morti: hai appena gustato la corruzione, ma in nessun modo hai conosciuto dissoluzione. 



Inchiodate le mani alla croce, o Gesù, sottraendo tutte le genti dall'errore, le hai chiamate a conoscere te. L'agnella stando presso la tua croce, o Gesù, gridava piangendo: dove vai o Figlio, dove te ne vai, o agnello immolato per tutti? Sei risorto, o Gesù, il nemico è stato spogliato, Adamo ed Eva con lui sono stati liberati dai vincoli della corruzione, grazie alla tua risurrezione

The Holy Women at the Sepulchre
Con la croce hai imprigionato il ventre dell'inferno , hai fatto risorgere i morti e hai abolito la tirannide della morte: perciò noi, nati da Adamo, celebriamo adoranti la tua sepoltura e la tua risurrezione, o Cristo. O Salvatore nostro, che nel tuo beneplacito per le tue viscere di misericordia, sei stato confitto in croce e ci hai riscattati dalla maledizione paterna, sciogli i vincoli delle mie molte colpe. O Salvatore, l'inferno  incontrandoti nelle profondità è stato amareggiato, vedendo che quanti un tempo aveva inghiottito prevalendo, ora è stato costretto a renderli e che le regioni sotterranee venivano perquisite, spogliate e depredate dei morti
 O mio Salvatore, vestendoti di me, tu mi hai spogliato della veste antica che mi aveva tessuta il seminatore del peccato. Foglie di fico mi aveva cucito il peccato, perché, consigliato dal serpente, non avevo custodito il tuo immacolato comandamento, o Salvatore. Il Cristo che viene da Maria è giunto, ha versato olio sulla mia anima ferita dai pensieri ladroni, e l'ha risanata.

L'inferno  è morto: coraggio, figli della terra! Il Cristo appeso al legno ha rivolto contro di lui la spada ed egli giace morto: è stato spogliato e depredato di quanti deteneva. L'inferno  è stato spogliato, coraggio, o morti! I sepolcri sono stati aperti, sorgete! Così grida a voi il Cristo dall'inferno , lui che è venuto per redimere tutti dalla morte e dalla corruzione. I morti che un tempo, prevalendo, avevi inghiottito, o inferno , ora te li richiedo, ridammeli! Così a te grida il datore di vita e Dio che è venuto per liberare tutti dal tuo ventre insaziabile. Il Signore è risorto, spogliando il nemico, e ha ricondotto tutti i prigionieri che gli ha sottratto, e anche il primo creato, Adamo, che ha risuscitato, perché è Dio compassionevole e amico degli uomini. 


Tu che come amico degli uomini vuoi salvare dall'errore tutti coloro che hai plasmato, hai sopportato di essere inchiodato alla croce, per rinnovare, mediante la tua carne, o Salvatore, la tua immagine ricoperta dalle passioni, e, distrutto l'inferno , hai fatto risorgere con te i defunti. È stato un tuo beneplacito patire tutto ciò per i nostri peccati: perciò anche al ladrone hai aperto le porte del paradiso, o Salvatore. Tu hai fatto risorgere dalla tomba il terzo giorno il tempio distrutto del tuo corpo, come avevi promesso. Cosa avete visto di incredibile per non credere al Cristo? Non ha fatto forse alzare gli infermi con la sua parola? Non ha forse salvato tutti? Vi convincano almeno i soldati e i risorti dai morti. Se non lo hanno visto risorgere, se non se ne sono accorti, allora come hanno potuto capire che era stato rubato? Vi convincano almeno questa pietra e le bende funerarie del Cristo. La tomba è realmente sigillata: come dunque è risorto se non perché è Dio? Vi convincano coloro che sono risorti e si sono fatti vedere da molti. 

Chi ha rotolato con le sue mani la pietra dal sepolcro? Chi ha fatto seccare il fico? Chi ha risanato la mano inaridita? Chi ha saziato un giorno la folla nel deserto? Chi se non il Cristo che fa risorgere i morti? Chi ha dato la luce ai ciechi, purificato i lebbrosi, drizzato gli storpi e camminato a piedi asciutti sul mare come su terra ferma? Non forse il Cristo Dio che risuscita i morti? Chi ha risuscitato dalla tomba un morto di quattro giorni, e il figlio della vedova? Chi, come Dio, ha drizzato il paralitico costretto a letto? Grida la pietra stessa, gridano i sigilli che avete messo, aggiungendo guardie per sorvegliare il sepolcro: Cristo è veramente risorto e vive nei secoli. 


Il ladrone che sulla croce ti riconobbe Dio, tu lo hai fatto erede del paradiso spirituale. Per noi sei stato fatto oggetto di sputi e schiaffi dai trasgressori della Legge, tu che sul Sinai avevi scritto le tavole della Legge per il tuo servo Mosè. Per noi sei stato abbeverato di aceto e fiele, tu che ci hai dato il tuo corpo e il tuo sangue prezioso come cibo e bevanda della tua eterna vita. Sei stato computato tra i morti, tu che ai morti dai la vita; sei stato deposto in una tomba, tu che svuoti le tombe. 

Giuseppe avvolse in bende il tuo Corpo, o Cristo, e depose te, la salvezza, in un sepolcro nuovo;   Insieme alle mirofore e agli apostoli, onoriamo Giuseppe, il nobile consigliere discepolo, zelante per la pietà, perché ha calato dalla croce il corpo del Signore e con fede lo ha sepolto. E  dopo averti avvolto in una sindone, o Cristo, ti ha deposto in un sepolcro, e dopo aver cosparso di aromi il tempio distrutto del tuo corpo, ha rotolato una grande pietra all'ingresso della tomba.


 O donne, mirofore, perché ormai affrettarvi? Perché portate gli unguenti profumati al vivente? È risorto il Cristo, come aveva detto. Cessino le vostre lacrime e si mutino in gioia.



Lucernario del Vespro  della domenica sera

Dunque tra i morti è la vita? Sotto terra è tuttora il sole senza sera? Il coro delle mirofore facendo lamento esclamava: venite, corriamo in fretta al santo sepolcro a vedere. Ma scorgendovi un angelo risplendente, restarono stupite e smarrite. E questi, facendo cessare il loro lamento, gridò: è risorto il datore di vita, non abbiate timore, o pie donne. All'alba il coro delle donne, prima del sole si diede a cercare il Sole che nella tomba era tramontato. Ma l'angelo radioso si rivolse a loro: è sorta la luce che illumina quanti dormono nelle tenebre! Portate l'annuncio ai discepoli, astri dell'aurora, mutate l'abbattimento in gioia, e cantate in coro, con cuore che non dubita, facendo risuonare l'annuncio della pasqua gaudiosa, della salvezza del mondo. 


 

 
The Holy Women at the Sepulchre

venerdì 24 aprile 2015

commento iconografico a Messaggio del Consiglio Episcopale Ortodosso d'Italia e Malta data: 23-04-2015 Venezia 23 aprile 2015







Nel nome della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo
Noi, Vescovi del Consiglio Episcopale Ortodosso d’Italia e Malta, in occasione della gioiosa festa pasquale di San Giorgio Megalomartire e Tropeoforo, Protettore e Patrono della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta del Patriarcato Ecumenico e della storica Comunità dei Greci Ortodossi di Venezia,

 


abbiamo fraternamente deciso di rivolgere ai nostri devoti figli spirituali della Chiesa Ortodossa in Italia e Malta parole di amore, pace, speranza, un discorso d’illuminazione, di consolazione e di loro rafforzamento nel difficile sentiero della vita, del grande dono del Buon Dio nei confronti dell’uomo per il quale è nato, è stato crocefisso, è stato sepolto ed è risorto il nostro Salvatore Cristo.

 

Invitiamo il devoto popolo Ortodosso di Dio alla glorificazione del Nome dell’Altissimo Buon Dio e alla preghiera per la nostra Santissima Chiesa Madre, per la sua unità e la salvezza di tutti i nostri fratelli Ortodossi. Preghiamo per la creazione di Dio, i poveri, che hanno bisogno di protezione, per gli ammalati e i prigionieri, per gli anziani, per i fanciulli e per i giovani, che costituiscono il futuro della società e della nostra Chiesa, in modo che, con una sola bocca e con un solo cuore, glorifichiamo e inneggiamo il Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Preghiamo per i governanti dei nostri Stati, in modo che lavorino per la pace, la solidarietà e la buona convivenza tra i popoli, affinché siano benevoli con la Chiesa e con il popolo.

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A motivo della nostra delicatissima posizione di Vescovi e del nostro particolare servizio ecclesiastico nei riguardi dei nostri fratelli Ortodossi in questo paese, abbiamo lo stretto dovere di mostrare a tutti che l’unità Panortodossa è un fatto incontestabile e che abbiamo acceso la luce della Resurrezione, che è la luce dell’Ortodossia, la luce di Cristo: «Luce il Padre, luce il Logos, luce anche lo Spirito Santo», cantiamo nel corso della grande e splendido giorno di Pentecoste.

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Le Chiese Ortodosse Locali, in sostanza, siamo «Una sola Famiglia», unita con il Corpo e il Sangue del nostro Salvatore Cristo. Nel mondo occorre, senza dubbio, che risplenda la sua corona, che è «l’Unità Panortodossa», che ha una forza spirituale e morale insuperabile, grazie al suo autentico insegnamento che è di Cristo e dei Suoi successori, degli Apostoli e dei nostri Padri e degli stessi Santi Sinodi.
È umano che una famiglia incontri difficoltà, ostacoli, problemi, delusioni, preoccupazioni, timori, ma anche fanatismo personale, o anche generale, o anche qualcosa di negativo, che si sviluppa anche all’interno delle famiglie. Tuttavia, questi elementi negativi non devono distruggere l’Unità Panortodossa che costituisce l’elemento caratteristico principale delle nostre Chiese Ortodosse Locali, costituiscono la sua luce, la sua verità, sono tutta la sua vita, che fa riposare, unisce e salva.

 

Nel corso dello splendido benedetto giorno della festa del Santo Megalomartire e Tropeoforo Giorgio, nobile e valoroso martire della nostra Fede «adornato della corona della vittoria» e «che respinge le schiere dei demoni» (dal Grande Vespro del Santo), noi Vescovi del Consiglio Episcopale Ortodosso d’Italia e Malta abbiamo concelebrato nell’antica e magnifica Cattedrale di San Giorgio dei Greci, in occasione di questo evento storico e attestiamo al popolo Ortodosso di Dio che le Chiese Ortodosse Locali costituiscono «un’unica Chiesa Ortodossa», che serve l’uomo e ha come suo principale scopo la salvezza dell’uomo.
Il Clero e il Popolo Ortodosso di Dio in Italia e Malta, tutti insieme possiamo essere un modello di amore, pace, speranza e unità, non solo tra di noi ma anche in genere dell’umanità, offrendo la luce dell’Ortodossia a ciascun uomo di buona volontà e predisposizione per l’interesse spirituale, morale e sociale della società e del mondo.

 

La Catechesi Ortodossa spetta al sacro Clero, il quale farà conoscere al Gregge le Sacre Scritture e la Tradizione, come anche la forza della Preghiera. Farà conoscere al Popolo di Dio l’enorme necessità della Divina Eucarestia, come anche la salvezza dell’uomo e la vita eterna. Lo rafforzerà con amore a camminare direttamente verso Dio, il Quale non lo abbandonerà mai, lo ama e soprattutto è venuto sulla terra per elevarlo al cielo. È corretto e giusto che il sacerdote acquisti la fiducia dell’uomo che lo serve, che egli creda in lui, che è la sua guida spirituale, il suo aiuto morale, che il sacro Clero renda propria vita che il popolo di Dio sia la sua forza e la sua corona.

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Non esiste, nostri carissimi fratelli, neppure un piccolo dubbio che il più grande beneficio di Dio verso l’uomo sia costituito dal fatto che «ha dato il suo figlio unigenito» per la sua salvezza. Davanti a questo volontario sacrificio la più grande ingratitudine dell’uomo nei confronti di Dio non è altra che la crocefissione e la morte di Colui che il Padre ha inviato per salvare il mondo. La morte di San Giorgio come martire attesta ciò; tuttavia, il Megalomartire Giorgio e la Chiesa «vincono in tutte queste cose» (Romani 8, 37). Nelle persecuzioni, malvagità, e in generale, nell’ingratitudine, i santi martiri rispondono: «Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello» (Romani 8, 35-36). Il Santo ci ha mostrato di essere figlio della Resurrezione e che con la sua forza (Filippesi 3, 10) «con la forza di Cristo che ci ha amati» (Romani 8, 35-36), ha vissuto per la Resurrezione «non mescolandosi» con il mondo (Romani 12, 2). San Giorgio il Megalomartire e Tropeoforo, eletti figli, ha affrontato le prove con la fede e con lo spirito della Resurrezione. Fedele sino alla morte, ha ricevuto la corona della vita (Apocalisse 2,10).


 

 

«Giorno della Resurrezione! Rallegriamoci, popoli!», canta il grande innografo della Resurrezione Giovanni Damasceno.
Sappiamo, nostri figli devoti, che i giorni della creazione del mondo, i giorni del Piano Divino dell’Incarnazione, il giorno di Betlemme, il giorno del Giordano, quello di Tabor, il giorno del Golgota, sono stati creati dal Signore per la nostra Salvezza. Segniamo qui opportunamente che tutti gli avvenimenti sconvolgenti del Piano di Salvezza del Signore non avrebbero nessun senso e importanza se non seguisse il giorno della Resurrezione: «Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede». (I Corinzi 15,14). È una chiara verità che Cristo «è stato consegnato alla morte a causa delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione». (Romani, 4,25). La Resurrezione del Signore è garanzia della giustificazione e della redenzione per mezzo del Suo sacrificio.




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Il giorno del Santo Megalomartire Giorgio il Tropeoforo è una festa Primaverile che coincide con il Periodo Pasquale, perciò gioiamo ed esultiamo in essa: «Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti (che si erano addormentati)» (I Corinzi 15, 20). Questi sono i sublimi messaggi che ci offre il santissimo e solenne giorno di San Giorgio Megalomartire. Offre un mazzo di fiore, di bellissimi fiori variopinti, necessari e indispensabili per il vero progresso e sviluppo dell’uomo, per la vita spirituale, morale e sociale.
La fede, l’amore, la speranza, l’unità, la dedizione, il sacrificio sono i fiori profumati di questo giorno Pasquale, sono i perenni messaggi, che generosamente offre la nostra Chiesa Ortodossa ai suoi membri ortodossi, e, in generale, a ciascun uomo.

 

Nella lieta occasione dello splendido giorno e della festa del Santo Megalomartire Giorgio il Tropeoforo, noi Vescovi del Consiglio Episcopale Ortodosso d’Italia e Malta, salutiamo tutti i nostri fratelli Ortodossi, porgiamo loro gli auguri e preghiamo incessantemente per loro.
Salutiamo tutti i nostri collaboratori, Chierici e laici, e porgiamo loro gli auguri e preghiamo per la nostra unità.
Salutiamo, ugualmente, tutti i Rappresentanti della Chiesa Cattolica Romana e delle altre Chiese e Confessioni Cristiane presenti in Italia e Malta, e delle Religioni, come anche ciascun uomo di buona volontà e di buoni propositi, i quali hanno in mente e nella loro coscienza la pacifica convivenza e la coesistenza dei popoli.
Indirizziamo un saluto pasquale di amore e pace a tutte le autorità Politiche, Giudiziarie e Militari.

 

Vivendo oggi in circostanze e condizioni difficili, con disavventure e persecuzioni, con battaglie e contrapposizioni, con antagonismi e assassini, con guerre e la morte di corpi e anime innocenti, per i quali Cristo è divenuto Uomo-Dio ed è Risorto, i messaggi di questo meraviglioso giorno festivo della nostra concelebrazione, siano la nostra eterna protezione, il nostro autentico sostegno, il nostro giusto rifugio, la nostra forte protezione per il nostro aiuto e la nostra salvezza da ogni male e ogni malvagità e, in modo particolare, delle nostre anime, dalla pericolosa indifferenza e della mortale secolarizzazione che ostacolano la nostra sostanziale unione con il nostro Signore Cristo.
Abbracciamo tutti voi con il saluto pasquale di «Cristo è Risorto» e auguriamo a tutti voi salute, tanti anni e gioia pasquale, che vi conceda sempre il Nostro Salvatore Gesù Cristo.
«Cristo è Risorto!»
«E’ veramente Risorto!»

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Venezia, 23 aprile 2015

Metropolita Gennadios (Patriarcato Ecumenico)
Arcivescovo Mark (Patriarcato di Mosca)
Vescovo Andrea (Patriarcato di Serbia)
Vescovo Siluan (Patriarcato di Romania)
Metropolita Antonio (Patriarcato di Bulgaria)
Arcivescovo Job (Patriarcato Ecumenico – Esarcato Russo)