sabato 28 febbraio 2015

Prima Domenica di Quaresima-Domenica dell'Ortodossia-Dal sinodikòn del VII Concilio



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Domenica dell'Ortodossia
Veneriamo la tua purissima icona, o buono, chiedendo perdono delle nostre colpe, o Cristo Dio. Ti sei benignamente degnato infatti di salire volontariamente con il tuo corpo sulla Croce per liberare dalla schiavitù del nemico coloro che tu hai plasmato; pertanto con riconoscenza a te gridiamo: hai riempito di gaudio l’universo, o  nostro Salvatore, venuto a salvare il mondo.

In questo giorno si fa memoria del ripristino della dignità delle sante Icone e dell'onore che ad esse deve essere dato, ossia di Venerazione. La vittoria dell'ortodossia sull'eresia iconoclasta, che negava il culto a Dio per mezzo delle immagini sacre e la possibilità dell'esistenza stessa delle immagini, avvenne nel VII Concilio Ecumenico, detto Concilio di Nicea II. In questo Concilio i Santi Padri condannarono l'iconoclastia e confermarono le condanne delle dottrine eretiche affrontate nei precedenti Concili Ecumenici, segnando la fine delle controversie teologiche e cristologiche. L'11 marzo 843 avvenne la solenne liturgia per la restaurazione del culto dell'Icona all'interno della Chiesa di Santa Sofia in Costantinopoli e da allora si celebra tale festa nella prima domenica di Quaresima. "Definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l'immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini. Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti nelle immagini, tanto più quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione... L'onore reso all'immagine passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l'immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto".

http://fosilaron.tumblr.com/post/78947451331/licona-per-la-domenica-dellortodossia 

sinodikon. Del concilio di Nicea II

S. Noi intendiamo custodire gelosamente intatte tutte  le tradizioni ecclesiastiche, sia scritte che orali. Una di queste, in accordo con la predicazione evangelica, è la pittura delle immagini, che giova senz'altro a confermare la vera e non fantastica incarnazione del Verbo di Dio, e ha una simile utilità per noi infatti, le cose, che hanno fra loro un rapporto di somiglianza, hanno anche senza dubbio un rapporto scambievole di significato.
In tal modo, procedendo sulla via regia, seguendo in tutto e per tutto l 'ispirato insegnamento dei nostri santi padri e la tradizione della chiesa cattolica riconosciamo, infatti, che lo Spirito santo abita in essa  noi definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini sia  dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili
e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l'immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo,  o quella della tuttasanta  Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini. Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti nelle immagini, tanto più quelli che le vedono
sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione.   L'onore reso all'immagine, infatti, passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l'immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto.
In tal modo si rafforza l'insegnamento dei nostri santi padri,
ossia la tradizione della chiesa cattolica, che ha accolto il Vangelo da un confine all'altro della terra; in tal modo siamo seguaci di Paolo, del divino collegio apostolico, e della santità dei padri, tenendoci stretti alle tradizioni che abbiamo ricevuto ; così possiamo cantare alla chiesa gli inni trionfali dei profeti: rallegrati molto, figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme; godi e gioisci, con tutto il cuore; il Signore ha tolto di mezzo a te le iniquità dei tuoi avversari, sei stata liberata dalle mani dei tuoi nemici. Dio, il tuo re, è in mezzo a te; non sarai più oppressa dal male  e la pace porrà in te  la sua dimora in eterno.

I Profeti lo hanno visto, gli Apostoli lo hanno insegnato,
la Chiesa lo ha ricevuto, i Dottori hanno formulato il dogma.
 E il mondo intero lo ha accolto. Così la grazia è rifulsa,
la verità è stata manifestata, la menzogna è stata messa a tacere, la sapienza si è affermata apertamente e Cristo ha coronato tutto. Così noi pensiamo, affermiamo e predichiamo Cristo nostro vero Dio e i suoi Santi. Li veneriamo nelle parole, negli scritti, nelle riflessioni, nelle preghiere  e nelle icone . Adoriamo e veneriamo Cristo come
 Dio e Maestro. Onoriamo i Santi a causa del comune Maestro
come i suoi servitori generosi e tributiamo loro la venerazione conveniente. Questa è la fede degli Apostoli, la fede dei Padri, la fede vera.
Questa fede sostiene l.’ universo.
Pertanto, per la gloria ed il rispetto della pietà, noi acclamiamo i predicatori  che generosamente hanno combattuto per la pietà e, come dei figli
e dei fratelli  diciamo: eterna sia la loro memoria.
C. Memoria eterna(cantato)
S. Confortati dalle loro lotte sino alla morte, le loro
 sofferenze ed il loro insegnamento a favore della pietà, supplichiamo il Signore di ricevere anche noi l.istruzione e la forza, e di diventare degni imitatori della loro vita divina.

Per le misericordie e la grazia del grande e primo supremo
sacerdote Cristo, il nostro vero Dio, per le preghiere della
gloriosa Signora nostra, Madre di Dio e sempre Vergine Maria,
 e degli Angeli che contemplano Dio e di tutti i Santi.
Coro- Amin

 

venerdì 27 febbraio 2015

LA PREGHIERA DI SANT’EFREM IL SIRO


LA PREGHIERA DI SANTEFREM IL SIRO
SantEfrem ha composto una piccola e incisiva preghiera che la Chiesa Ortodossa recita ogni giorno nelle sue ufficiature quaresimali. Da essa si comprende la prospettiva nella quale si pone il cristiano ortodosso praticante. Tutto ciò che ripiega la persona su se stessa (ozio, curiosità, superbia, loquacità, giudizio del fratello) viene rigettato. Viene fermamente richiesto quanto appartiene alla pura oblatività (saggezza, umiltà, pazienza, amore) nella serena considerazione della propria creaturalità (vedere le mie colpe). Naturalmente tutto ciò non è finalizzato ad acquisire una moralità che edifichi gli altri. Si può dire che sia paragonabile all'attenzione del funanbolista il quale, se vuole attraversare la corda e giungere alla fine del suo esercizio, prende le dovute precauzioni. Queste precauzioni sono ripresentate alla memoria, durante il momento liturgico, e domandate a Dio. Senza di esse non c'è spirito quaresimale ma non c'è neppure Ortodossia dal momento che l'Ortodossia è una realtà che si vive e che, alla fine, coincide con il Cristo stesso.


Signore e Sovrano della mia vita, non darmi uno spirito di ozio, di curiosità, di superbia e di loquacità.
Segue una grande metania (prostrazione)

http://santiebeati.it/immagini/Original/57900/57900G.JPG
Concedi invece al tuo servo uno spirito di saggezza, di umiltà, di pazienza e di amore.
Segue una grande metania
Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amin.
Dopo questo versetto altre 12 piccole metanie dicendo per ciascuna:


O Dio, sii propizio a me peccatore e abbi pietà di me.
Di nuovo una grande metania e lultimo versetto della preghiera:
Sì, Signore e Sovrano, dammi di vedere le mie colpe e di non giudicare il mio fratello; poiché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. Amin.
sta in
http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/testilit/pregefremsiro.htm

mercoledì 25 febbraio 2015

Vespro dei Doni Presantificati A cura dell'Archimandrita Antonio Scordino


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Vespro dei Doni Presantificati  A cura dell'Archimandrita Antonio Scordino



http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=1229:vespro-dei-doni-presantificati&catid=175:testi-liturgici-non-ufficiali&lang=it


Il sacerdote prega all’ambone:
Signore, Signore Dio nostro, buono e di molte misericordie, tu per mezzo del santo digiuno ci hai indicato la via della salvezza; tu accogli la penitenza e l’umiltà come incenso; tu hai abrogato l’editto di condanna contro il popolo di Nìnive in digiuno e penitenza; tu, con il digiuno e l’amore per gli uomini, hai donato la vita ai morti; tu ti rallegri nei cieli sopra un solo peccatore che si pente; tu hai pietà come un padre ha pietà dei figli; tu, con il digiuno e la preghiera, hai serrato le fauci del leone nella valle; tu, con il digiuno e la costanza, hai reso glorioso il volto di Mosè; con il digiuno e la verginità tu hai rapito Elia con un carro di fuoco; tu hai giustificato il pubblicano per il digiuno e la penitenza; tu hai purificato la prostituta con il digiuno e le lacrime, perché la misericordia supera il giusto giudizio. Ora, Signore, sana le malattie del nostro cuore e liberaci dal tremendo, sconosciuto e terribile giorno del giudizio; abbi pietà dei tuoi servi e ricordati, buono amico degli uomini, del venerando clero, dei diaconi in Cristo, del governo, dell’esercito e del tuo popolo fedele: tu solo infatti sei santo e benedetto nei secoli dei secoli.
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Oppure, altra preghiera:
Signore Dio onnipotente, tu hai plasmato con sapienza l’intero creato; nella tua provvidenza inesprimibile e grande bontà ci hai condotti a questi giorni venerabili per la purificazione delle anime e la continenza della risurrezione. Tu che dopo quaranta giorni hai consegnato le tavole della Legge a Mosè -testo inciso dalla tua divinità - concedi anche a noi, Signore buono, di combattere la buona battaglia, di terminare la corsa del digiuno, di conservare integra la fede, di schiacciare la testa dei draghi invisibili, per divenire alla fine vincitori del peccato e giungere così, senza subire condanna, ad adorare la tua santa Resurrezione. Poiché santo è il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Oppure, altra preghiera:
E’ piena di gioia la nostra bocca e la nostra lingua di esultanza per la comunione al corpo e al sangue del tuo Cristo: conserva in loro la nostra esistenza, offrendoci difesa e protezione per tutti i giorni della nostra vita. Poiché a te spetta ogni gloria, onore e adorazione, Padre Figlio e Santo Spirito santo, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Oppure, altra preghiera:
Sovrano e Signore, volgi lo sguardo su tutti noi dal tuo cielo santo, il luogo della tua dimora, e benedici i tuoi servi; conservali nella verità, ricolmandoci di Spirito Santo nei tuoi santi misteri. Poiché è benedetto e glorificato il tuo nome degno di onore e grandezza, Padre Figlio e Santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli.

Oppure, altra preghiera:
Tu che accogli il sacrificio di lode, culto gradito, spirituale e incruento, da coloro che ti invocano con tutto il cuore, tu sei l’agnello e Figlio di Dio, colui che toglie il peccato del mondo, vitello senza difetto che non sopporta il giogo del peccato e che liberamente si sacrifica per noi: egli è spezzato ma non diviso, è mangiato ma non consumato, e santifica coloro che ne partecipano. Tu che anche oggi ti sei donato nel memoriale della tua volontaria passione e della tua resurrezione al terzo giorno, rendendoci partecipi dei misteri ineffabili, indicibili, celesti e tremendi del tuo corpo e del tuo sangue, tu stesso, buono e pietoso, lento all’ira e grande nell’amore, proteggi noi e tutta la nostra nazione, donandole vittoria contro i nemici. Benedici nella tua santificazione tutto il tuo popolo per meditare in ogni tempo e momento la tua giustizia, così che avanzando verso la tua volontà, siamo fatti degni di stare alla tua destra, quando verrai a giudicare i vivi e i morti. Libera i nostri fratelli che sono in prigione, visita i malati, guida chi naviga tra i pericoli del mare e ascolta quanti invocano il tuo aiuto, perché tu sei colui che dona ogni bene e noi rendiamo gloria a te, insieme al tuo eterno Padre, e al santissimo, buono e vivificante tuo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Oppure, altra preghiera:
Signore nostro Dio, indulgente e grande nella misericordia, nel tuo santo digiuno ci hai mostrato una via di salvezza. Tu che accetti come incenso la conversione e l’umiltà, per la conversione e il digiuno hai revocato la sentenza emessa contro gli abitanti di Nìnive e, morti che erano per il peccato, con la conversione e il tuo amore li hai fatti rivivere. Tu fai più gioia in cielo per un peccatore convertito; tu sei Dio misericordioso, indulgente con chi è misericordioso, e hai pietà di coloro che ti temono come un padre ha pietà dei suoi figli. Con il digiuno e la preghiera hai chiuso le fauci dei leoni nella fossa; con il digiuno e la costanza hai reso raggiante il volto di Mosè; con il digiuno e la verginità hai assunto Elia nel carro di fuoco; con il digiuno e la conversione hai giustificato il pubblicano; con il digiuno e le lacrime hai purificato la meretrice perché la misericordia ha sempre la meglio nel giudizio. Tu stesso, Signore, risana le fratture dei nostri cuori; liberaci dal giorno temibile e tremendo del giudizio; abbi pietà di noi tuoi servi. Ricordati, Dio nostro, buono e pieno di amore per gli uomini, del collegio dei presbiteri, dei diaconi che servono in Cristo e di tutto l’ordine sacerdotale; ricordati, o Dio, del governo, dell’esercito e del tuo popolo fedele. Tu sei il solo Dio buono e amico degli uomini, e noi rendiamo gloria a te, Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli dei secoli.





PREGHIERA DI INIZIO QUARESIMA


PREGHIERA DI INIZIO QUARESIMA

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PREGHIERA DI INIZIO QUARESIMA


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Signore Gesù Cristo, Dio nostro, tu che sei la speranza di quanti vivono in tutte le parti della terra e di coloro che si trovano lontani sui mari, ci hai annunciato nella Legge e per mezzo dei Profeti questi giorni di digiuno, offrendoci un esempio di penitenza e di mortificazione delle passioni. 
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Tu stesso, allorché al compimento dei tempi t’incarnasti e ti manifestasti sulla terra, hai reso legge questa prassi e la santificasti digiunando per quaranta giorni e notti. 
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Longanime e misericordioso quale sei, concedi a tutti noi di cominciare a trascorrere questi santi giorni con profondo spirito di penitenza, umiltà non ipocrita, in preghiera profonda, nella fame e nella sete e di giungere alla loro fine senza alcun difetto e con la coscienza pura, conservando ferma la fede e dimostrandoci in tal modo vincitori del peccato.
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 Poni a guardia della nostra vita l’angelo della pace, affinché renda la nostra vita indenne da ogni pericolo e dalle insidie del demonio, insegnandoci ad operare secondo tutte le virtù, dandoci la forza di affrontare tutte le lotte che comporta il digiuno, di astenerci dalle passioni, di purificare le nostre anime ed il nostro corpo, di modo che possiamo essere degni di comunicarci senza condanna col tuo purissimo Corpo e col tuo glorioso Sangue.
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 Poiché tu sei Dio misericordioso, longanime ed hai amore per gli uomini, e vuoi che tutti si salvino. Perciò ti glorifichiamo con il Padre tuo, che non ha principio, e con il Santissimo, clemente tuo Spirito datore di vita, ora e sempre e per tutti i secoli. Amìn.
http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/commentilit/introduzionegrandequaresimaschmemann.htm

martedì 17 febbraio 2015

DISCORSO DI SAN LEONE NEL SUO GIORNO NATALIZIO, TENUTO NEL GIORNO DELLA SUA CONSACRAZIONE






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«Le mie labbra proclamino la lode del Signore»: l'anima mia e il mio spirito, la carne e la lingua benedicano il suo santo nome. Infatti non è indice di modestia, ma di ingratitudine tacere i benefici divini, ed è cosa conveniente che si incominci a prestare la venerazione al consacrato pontefice innalzando un sacrificio di lode al Signore. Egli «nella nostra bassezza si ricordò di noi», e ci ha benedetti; «Lui solo ha operato cose meravigliose» per me, quando l'affetto della vostra santità mi ha tenuto a voi presente, mentre un viaggio, lungo e necessario, mi aveva portato lontano. Per questo rendo grazie al nostro Dio e sempre lo ringrazierò per quanto mi ha donato.
Nello stesso tempo esalto con i dovuti ringraziamenti la libera decisione del vostro favore, comprendendo chiaramente quanta riverenza, quanto amore e quanta fiducia mi offrono le vostre devote attenzioni, mentre io bramo con pastorale sollecitudine la salvezza delle anime vostre, che hanno dato di me un giudizio così sacrosanto, quando io non avevo nessun precedente merito.
Dunque, vi scongiuro per la misericordia del Signore, aiutate con le preghiere colui che avete richiesto con desiderio, affinché lo Spirito di grazia resti in me e le vostre decisioni non abbiano a barcollare. Conceda a noi tutti il bene della pace colui che dona a voi l'amore per la concordia. In ogni giorno della mia vita, servendo l'onnipotente Dio e accogliendo la vostra obbedienza, io possa supplicare con fiducia il Signore: «Padre santo, conserva nel tuo nome coloro che tu mi hai dato».
Mentre voi progredite di continuo nella via della salvezza, l'anima mia magnifichi il Signore e nel premio del futuro giudizio l'esercizio del mio sacerdozio appaia agli occhi del giusto giudice in modo che voi con le vostre opere buone siate il mio gaudio, voi siate la mia corona, che con la buona volontà avete reso una sincera testimonianza nella vita presente.Per Gesù Cristo, nostro Signore.
































venerdì 6 febbraio 2015

Isacco il Siro scrisse nel sesto secolo

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Isacco il Siro scrisse nel sesto secolo: "Non dire mai che Dio è giusto. Se lo fosse, saresti all'inferno. Confida solo nella sua ingiustizia, che è misericordia, amore, perdono".
Signore, abbi pietà di me, il peccatore. Amen.


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domenica 1 febbraio 2015

2 Febbraio Festa della Presentazione al Tempio del Signore i Testi Liturgici






Nel giorno della vigilia, più volte si ripete questo Tropario:
Il coro celeste degli Angeli, chino verso la terra, vede il primogenito di tutta la creazione portato al Tempio, come bimbo piccino, dalla Madre Vergine. Pieno di gioia canta quindi con noi l’inno della pre-festa.
VESPRI
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Del patriarca Germano
Dì dunque, Simeone, chi porti tra le braccia nel tempio, per esultare così? A chi gridi e acclami? Ora sono stato liberato, perché ho visto il mio Salvatore. Questi è Colui che è stato partorito dalla Vergine: è il Logos, Dio da Dio, Colui che per noi si è incarnato e ha salvato l’uomo. Adoriamolo.
 
Accogli, Simeone, Colui che Mosè vide in precedenza, nella caligine, quando gli dava la Legge sul Sinai, e che ora, divenuto bambino, si assoggetta alla Legge. Questi è Colui che ha parlato mediante la Legge; questi è Colui di cui è detto nei profeti, Colui che si è incarnato per noi e ha salvato l’uomo. Adoriamolo.
 
Venite, andiamo anche noi incontro a Cristo con canti divinamente ispirati, e accogliamo Colui di cui Simeone ha visto la salvezza. Questi è Colui che Davide annuncia; questi è Colui che ha parlato nei profeti, Colui che si è incarnato per noi e che parla nella Legge. Adoriamolo.
 
Del monaco Giovanni (Damasceno)
Si apra oggi la porta del cielo, perché il Logos eterno del Padre, assunto un principio temporale, senza uscire dalla sua divinità è presentato per suo volere al tempio della Legge da Vergine Madre, come bimbo di quaranta giorni; e il vegliardo lo prende tra le braccia, gridando come servo al Sovrano: Lascia che me ne vada, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza. O tu che sei venuto nel mondo per salvare il genere umano, Signore, gloria a te.
 
LETTURE:
I: Esodo 13, 1-16 e Levitico 12, versetti vari.
II: Isaia 6, 1-12.
III: Isaia 19, 1, 3-6, 12, 16, 19-21.
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Dalla Litia.
 Di Andrea di Creta
Scrutate le Scritture, disse nell’Evangelo Cristo, nostro Dio. Vi troveremo che è nato, è stato avvolto con fasce, deposto nel presepe e allattato, circonciso, portato in braccio da Simeone, e che è apparso al mondo non in apparenza o fantasia, ma in verità. A Lui esclamiamo: Dio che esisti prima dei secoli, gloria a te!
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L’Antico dei giorni, fatto bambino nella carne, è portato al Tempio da una Madre Vergine, compiendo il precetto della sua propria legge; Simeone nel riceverlo disse con gioia: Ora lascia che il tuo servo se ne vada in pace, secondo la tua parola, poiché i miei occhi han visto la tua salvezza, o Signore.
 
Apostica

Adorna la tua camera nuziale, Sion e ricevi Cristo Re; accogli Maria, la porta del cielo: ella infatti è simile al trono dei Cherubini e porta il Re della gloria. La Vergine è una nube di luce recante il Figlio fatto carne che precede la stella del mattino. Ricevendolo nelle sue braccia Simeone annunciò alle genti che Egli è il Sovrano della vita e della morte, e il Salvatore del mondo.
 
R.: Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola, perché i miei occhi han visto la tua salvezza.
 
La Madre inesperta di nozze porta nel tempio Colui che risplendette dal Padre innanzi ai secoli e che negli ultimi tempi uscì da un seno verginale. Il Legislatore del monte Sinai, obbedendo a un’ordinanza legale, è portato al sacerdote, anziano e giusto, che aveva ricevuto la promessa di vedere Cristo Signore. Ricevendolo nelle sue braccia Simeone si rallegrò esclamando: Ecco il Dio coeterno al Padre e Salvatore delle nostre anime.
 
R.: Luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele.
 
La Deipara portava nelle sue braccia Colui che è portato sui carri dei Cherubini ed è celebrato con inni dai Serafini, Colui che si era incarnato in lei senza seme umano, il Legislatore che adempiva la prescrizione della Legge, e lo consegnava nelle mani di un vegliardo sacerdote, e questi, portando la Vita, chiedeva di esser sciolto dalla vita dicendo: Signore, lasciami ora andare ad annunziare ad Adamo che ho visto il Dio eterno divenuto bambino senza mutamento e Salvatore del mondo.
 
Gloria. E ora. 
 
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Di Andrea di Creta
Colui che è portato dai Cherubini e cantato dai Serafini oggi è portato nel Tempio divino secondo la legge e siede sulle braccia del vegliardo come su un trono. Per le mani di Giuseppe reca doni accetti a Dio: sotto la forma di una coppia di tortore, la Chiesa immacolata e il popolo neo-eletto dei pagani; e due piccoli di colomba come Sovrano dell’Antico e del Nuovo Testamento. Simeone, nel ricevere il compimento delle promesse a lui fatte, benedicendo la Vergine Maria, Madre di Dio, vide profeticamente in lei i segni della passione. Al Signore chiedeva congedo dicendo: Ora lasciami andare, Signore, come me l’avevi preannunciato, perché ho visto te, luce d’avanti i secoli, e Salvatore e Signore del popolo cristiano.
 
A questo punto dei Vespri, come ogni giorno, viene cantato il Cantico di Simeone e ciò si fa anche il 2 febbraio, sebbene esso sia stato già più volte citato.
 
Tropario della festa
Rallegrati, piena di grazie, Madre di Dio e Vergine, poiché da te spuntò il sole di giustizia, Cristo, Dio nostro, illuminante coloro che sono nelle tenebre. Rallegrati pure tu, o giusto Vegliardo, che hai ricevuto fra le braccia il liberatore delle nostre anime, che ci accorda anche la Risurrezione.
UFFICIATURA DEL MATTINO
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Il coro degli angeli si meravigli del portento; noi mortali, colle nostre voci innalziamo un inno vedendo l’ineffabile condiscendenza di Dio, poiché oggi è portato dalle braccia di un vegliardo, Colui dinanzi al quale tremano le potenze celesti, il solo Amico degli uomini.
 
Colui che siede col Padre su un trono santo, quando venne sulla terra nacque da una Vergine, e si fece bambino, Lui che non è limitato dal tempo. Ricevendolo nelle sue braccia, Simeone disse con gioia: Ora tu lasci andare, o Compassionevole, il servitore che hai rallegrato.
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L’Antico dei giorni si è fatto bambino per me; il Dio purissimo partecipa ai sacrifici purificatori per darmi la certezza del corpo che ha preso dalla Vergine. Iniziato a questi misteri, Simeone ti riconobbe, Dio apparso nella carne, e ti abbracciò come la Vita; e pieno di gioia il vegliardo esclamò: Lasciami andare, perché ho visto te, la vita di tutti.
 
Lettura dall’Evangelo di Luca 2, 25-32.
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Si apra oggi la porta del cielo, perché il Logos eterno del Padre, assunto un principio temporale, senza uscire dalla sua divinità è presentato per suo volere al tempio della Legge da Vergine Madre, come bimbo di quaranta giorni; e il vegliardo lo prende tra le braccia, gridando come servo al Sovrano: Lascia che me ne vada, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza. O tu che sei venuto nel mondo per salvare il genere umano, Signore, gloria a te.
 
Canone
Del monaco Cosma
 
Ode I
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Il sole penetrò allora fino al suolo arido del fondo dell’abisso, l’acqua si irrigidì come muraglia ai due lati del popolo che attraversava a piedi il mare e cantava quest’inno gradito a Dio: Cantiamo il Signore, perché si è coperto di gloria!
 
Santissima Madre di Dio, salvaci!
 
Le nubi lascino cadere la pioggia perché Cristo fanciullo, Sole portato da tenue nube, riposa su braccia pure nel Tempio. Acclamiamolo, quindi, o fedeli: Cantiamo il Signore, perché si è coperto di gloria!
 
Riprendete forza, mani di Simeone indebolite dalla vecchiaia, e voi ginocchia vacillanti del vegliardo, correte dritte incontro a Cristo. Frammisti ai cori degli Incorporei, noi inneggiamo al Signore, perché si è coperto di gloria.
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Ode III
Sostegno di coloro che sperano in te, sostieni, Signore, la Chiesa che ti sei acquisita col tuo sangue prezioso.
 
Il Primogenito del Padre, esistente prima dei secoli, è apparso come bambino primogenito di una Vergine immacolata e tende le mani ad Adamo.
 
Dio Verbo è apparso come bambino per rialzare il primo uomo dall’infantilismo in cui la seduzione l’aveva fatto cadere.
 
Katisma
Sul monte Sinai, nell’antichità, Mosè vide Dio di spalle e fu reso degno di intendere debolmente la voce divina nella nube e nella tempesta; ora Simeone porta sulle braccia il Dio incarnatosi senza mutamento e, pieno di gioia, si affretta a trapassare da questa vita alla eterna. Perciò esclama: Ora lascia andare il tuo servo, o Signore.
 
Ode IV
La tua potenza ha ricoperto i cieli, o Cristo; uscito dall’arca da te santificata – la tua Madre incorrotta – ti sei fatto vedere nel tempio della tua gloria, portato in braccio quale bambino e tutte le cose sono state riempite della tua lode.
 
Sii pieno di gioia, Simeone – lo invitava la Madre di Dio – tu, l’iniziato alle cose ineffabili, e prendi in braccio il bambino che ti era stato annunciato dal Santo Spirito quale Verbo, il Cristo, e grida a Lui: Tutte le cose sono state riempite della tua lode.
 
Contemplando il Verbo eterno incarnato e portato dalla Vergine, come su un trono di Cherubini, fatto bambino, Lui che è causa dell’esistenza di tutto, Simeone gli gridava nel suo stupore: Tutte le cose sono state riempite della tua lode.
 
Ode V
Quando Isaia vide simbolicamente Dio assiso su un trono elevato e scortato da angeli di gloria esclamò: Oh, me infelice! ho visto prima del tempo, incarnato, il Dio della luce senza tramonto, e Signore della pace.
 
Comprendendo la gloria che un tempo si era manifestata al profeta, il divino Vegliardo, quando vide il Verbo portato nelle mani della Madre, esclamò: Rallegrati, o Veneranda, poiché come un trono tu porti il Dio della luce senza tramonto e Signore della pace.
 
Il Vegliardo s’inchinò e con divino trasporto baciò le orme della Vergine Madre di Dio: Tu, o Pura, porti il fuoco – disse. Io temo di ricevere nelle mie braccia questo bambino che è il Dio della luce senza tramonto e Signore della pace.
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Ode VI
Il Vegliardo, vedendo con i propri occhi la salvezza che si presenta ai popoli venendo da Theman, esclamò: Tu sei il mio Dio, Cristo.
 
Sion, tu sei posta come sasso che fa inciampare e pietra di scandalo per gli increduli, ma come salvezza certa dei credenti.
 
Lascia ora andarsene in pace chi ti adora come Figlio dell’Altissimo, divenuto Figlio della Vergine, Dio fatto bambino.
 
Kontàkion.
Di Romano il Melode
Tu che hai santificato con la tua nascita un seno verginale e hai benedetto come conveniva le mani di Simeone, sei venuto e hai salvato anche noi, Cristo Dio. Nelle guerre da pace al tuo popolo e fortifica i governanti che tu ami, o solo Amico degli uomini.
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Ikos
Accorriamo verso la Madre di Dio se vogliamo vedere il suo Figlio portato a Simeone. Gli Incorporei, contemplandolo dall’alto del cielo, dicevano pieni di stupore: Noi vediamo ora cose meravigliose e gloriose, incomprensibili, indicibili: il creatore di Adamo è portato come un bambino; l’infinito è contenuto tra le braccia del Vegliardo; Colui che è incircoscritto nel seno del Padre, per suo volere viene circoscritto nella carne, ma non nella divinità, unico Amico degli uomini!
 
Ode VII
Eleviamo inni a Te, Dio Verbo, che tra le fiamme hai diffuso rugiada sui Fanciulli benedicenti Iddio, a Te che hai abitato in una Vergine pura, cantando piamente: Tu sei benedetto, Dio dei nostri Padri!
 
«Vado a rallegrare Adamo rinchiuso nell’Ade e ad annunciare ad Eva la buona novella» – esclamava Simeone, cantando coi profeti: Tu sei benedetto, Dio dei nostri Padri!
«E tu, senza macchia – preannunziò Simeone alla Madre di Dio – una spada trafiggerà il tuo cuore quando vedrai sulla croce il tuo Figlio», al quale cantiamo: Tu sei benedetto, Dio dei nostri Padri!
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Ode VIII
Riuniti in mezzo a un fuoco divorante, i Fanciulli perseveranti nella pietà e lasciati intatti dalla fiamma, cantavano un inno divino: Benedite il Signore, voi tutte opere sue ed esaltatelo in tutti i secoli!
 
Popolo d’Israele, vedendo l’Emmanuele, tua gloria, bambino nato dalla Vergine, canta in coro davanti all’Arca divina: Benedite il Signore, voi tutte opere sue, ed esaltatelo in tutti i secoli!
 
«Ecco – esclamò Simeone – Costui sarà segno di contraddizione, essendo Dio e bambino»; a Lui con fede cantiamo: Benedite il Signore, voi tutte opere sue, ed esaltatelo in tutti i secoli!
 
Ode IX
Incomprensibile agli Angeli e ai mortali è ciò che si compie in te, pura Vergine-Madre.
 
Nella legge, ombra e semplice lettera, noi credenti vediamo una figura: ogni maschio primo nato è consacrato a Dio; perciò noi magnifichiamo il Verbo primogenito, Figlio del Padre eterno, divenuto primogenito di una Madre ignara di nozze.
 
Gli antichi avevano una coppia di tortore ed un paio di colombi; al loro posto il divin Vegliardo e la saggia profetessa Anna servivano e cantavano Colui che nato dalla Vergine e Figlio uguale al Padre, avanzava nel tempio.
 
«Tu mi hai reso la gioia della tua salvezza, o Cristo – esclamò Simeone –; fa’ del tuo adoratore, stanco delle ombre, un nuovo sacro araldo della tua grazia per magnificarti con canti».
 
Exapostilario
Condotto dallo Spirito nel Tempio, il Vegliardo ricevette nelle sue braccia il Signore della legge, esclamando: Ora sciogli i vincoli del mio corpo, come l’hai detto, in pace; ho visto infatti coi miei occhi la rivelazione dei popoli e la salvezza d’Israele.
 
Lodi
Osservando la legge scritta, l’Amico degli uomini è oggi portato nel Tempio; e il vegliardo Simeone lo riceve nelle sue braccia invecchiate esclamando: Ora tu mi lasci andare verso la beatitudine celeste; ti ho visto infatti, oggi, rivestito di carne mortale, tu, Signore della vita e Dominatore della morte.
 
Come luce che dissipa le tenebre dei popoli, sei apparso, Signore; Sole di giustizia portato su nube leggera, hai messo fine all’ombra della legge e fatto brillare l’aurora della nuova grazia. Per questo Simeone esclamò contemplandoti: Liberami dalla corruzione, poiché ti ho visto oggi!
 
Senza lasciare il seno del Padre per la divinità, come hai voluto ti sei incarnato, sei stato portato sulle braccia della sempre Vergine e dato nelle mani di Simeone, ricevitore di Dio, tu, la cui mano contiene ogni cosa. Per questo pieno di gioia esclamò: Ora tu lasci andare in pace me, il tuo servo, perché ti ho visto, o Signore!
 
Gloria. E ora.
           
Tu che in questo giorno ti sei degnato adagiarti sulle braccia del Vegliardo, come sul carro dei Cherubini, Cristo Dio, ricordati di noi che ti inneggiamo, liberaci dalla tirannia delle passioni e salva le nostre anime.
 
Dopo la Grande Dossologia si conclude col canto del Tropario: Rallegrati, piena di grazie…
ALLA LITURGIA DEL 2 FEBBRAIO
 
Isodikòn
Manifesta ha resa il Signore la sua salvezza al cospetto delle genti.
 
Tropario
 Rallegrati, o piena di grazie, Madre di Dio e Vergine, poiché da te spuntò il sole di giustizia, Cristo il Dio nostro, illuminante coloro che giacevano nelle tenebre. Esulta anche tu, o giusto vegliardo, che hai ricevuto fra le braccia il Redentore delle anime nostre, che ci conceda anche la risurrezione.
 
Kontakion
 Tu, che hai santificato con la tua nascita il seno della Vergine ed hai benedetto come conveniva le mani di Simeone, sei venuto e hai salvato anche noi, Cristo Dio. Conserva nella pace il tuo popolo e rendi forti coloro che ci governano, col tuo amore, o solo amico dell’uomo.
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Letture: Epistola: Ebrei 7, 7-17; Evangelo: Luca, 2, 22b-40;
 
Megalinario
 Madre di Dio, speranza di tutti i cristiani, difendi, custodisci coloro che sperano in te. Nella legge abbiamo visto la figura sotto l’ombra e la lettera, o fedeli: ogni primogenito maschio sarà consacrato al Signore. Perciò il Logos primogenito del Padre, che non ha principio, magnifichiamo qual primogenito della Madre, senza opera d’uomo.
 
Kinonikòn
Prenderò il calice della salvezza, ed invocherò il nome del Signore. Alliluia.
 
Il Tropario e il Kontàkion sono ripetuti a ogni Ora dell’ufficio e alla Liturgia fino al 9 febbraio.
 

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http://tradizione.oodegr.com/tradizione_index/testilit/benedceriipapandi.htm

BENEDIZIONE DEI CERI NELL’HYPAPANDI [PRESENTAZIONE] DEL SIGNORE
Dopo il Vangelo del Mattutino ed il Tropario dopo il Vangelo, ripetuto per tre volte, il Sacredote, preceduto dal Diacono che porta un cero acceso, incensa tutt’attorno il tavolo dove sono stati posti i ceri:
 
D. Preghiamo il Signore
S. O Signore, Dio Onnipotente, Padre Santo, che dal nulla hai chiamato all’essere tutte le cose, e che per mezzo del lavoro delle api, ci hai dato la cera per preparare queste candele. Tu in questo giorno hai esaudito la preghiera del giusto Simeone: per l’invocazione del tuo Nome tuttosanto e per le intercessioni della tuttasanta, più-che-benedetta gloriosa sovrana nostra la Madre di Dio e semprevergine Maria, della quale celebriamo la festa e per le intercessioni di tutti i tuoi santi, degnati di benedire e santificare questi ceri per l’uso degli uomini, per la salvezza dell’anima e del corpo, sia in terra che in mare.
Dalla tua eccelsa dimora ascolta – Signore – le preghiere del tuo popolo che desidera portare queste candele in tuo onore, con inni di lode; e sii clemente verso tutti per i quali non hai disdegnato di inviare il Tuo Unigenito Figlio, al quale spetta con Te e col Tuttosanto buono e vivificante Spirito l’onore e l’adorazione, ora e sempre e nei secoli dei secoli.
C.Amen
 
S. Pace a tutti
C. E allo spirito tuo
D. Chiniamo il nostro capo al Signore
C. A Te, o Signore
 
S. (recita sottovoce la seguente preghiera)
O Signore Gesù Cristo Dio nostro, che fosti oggi presentato nel Tempio dai tuoi genitori  e dal vegliardo Simeone, illuminato dallo Spirito, fosti riconosciuto ed accolto, e benedetto: anche a noi concedi, nella tua bontà, che rischiarati ed istruiti dalla luce del tuttosanto Spirito – veramente ti riconosciamo e fedelmente ti amiamo.
(ad alta voce:)  Poichè a Te conviene ogni lode, onore ed adorazione col Padre e col Santo Spirito ora e sempre e nei secoli dei secoli.
C. Amen
 
Il sacerdote asperge i ceri con l’acqua santa.
S. Questi ceri sono benedetti per l’infusione del Santo Spirito e l’aspersione di questa acqua santa, nel Nome del Padre e del Figlio e del Santo Spirito.
C. Amen.
 
E si ripete per tre volte.  Durante i canoni, quando avviene la venerazione dell’Icona della festa, si distribuiscono i ceri benedetti.
Quando al termine del mattutino si intona la Grande Dossologia tutti accendono i ceri ed al canto della Dossologia si esce dalla Chiesa e si fa la processione. Se il perscorso della processione è lungo si canta, dopo la dossologia, ma prima del Trisaghio finale, testi dell’ufficio del giorno. Al rientro in Chiesa si canta il Trisaghio e poi il Tropario della festa per tre volte e si conclude come al solito.
Dove la benedizione dei ceri e la processione si fanno dopo la liturgia si procede così: dopo la preghiera dell’ambone si canta il Tropario della festa tre volte, durante il quale si compie l’incensazione dei ceri cui segue la benedizione come sopra. Terminata la benedizione il Sacerdote distribuisce i ceri mentre si cantano le stichire del Vespro, quante sono necessarie, alternate al canto dei versetti del Canto di Simeone, l’accoglitore-di-Dio. Si esce quindi in Processione cantando la Grande Dossologia tutto come sopra. Al rientro la Liturgia si conclude nel modo consueto